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Autore: Nihal 98    16/06/2013    1 recensioni
Un Mondo Fantastico, minacciato da una terribile arma.
Uno scolare geniale, Mello, entra a far parte di questa realtà "capovolta", dove incontra tanti strani personaggi: un Coniglio parlante, un Cappellaio matto, un gatto saggio e una terribile Regina.
Dal primo capitolo:
"Mello stava per decidere di ascoltare la lezione, quando la sua attenzione fu catturata da un coniglietto bianco, vestito di una semplice camicia dello stesso colore del pelo, con un orologio a forma di puzzle tra le mani."
Dal secondo capitolo:
"Un quaderno omicida? Poteva esistere simile arma?
In quel mondo aveva udito un Coniglio parlare, visto alberi giganti e Stregami, credere ad un quaderno della morte non era poi tanto assurdo."
Ispirato al capolavoro di Lewis Carroll, ho adattato l'Universo di Death Note a questa magnifica opera. Vi auguro buona lettura (e fortuna!)!
Benvenuti nel Paese delle Meraviglie.
Dedicato alla mia Alice-Mello.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Matt, Mello, Near, Un po' tutti
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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3. Chi sei?

Camminò per un tempo che gli sembrò infinito, senza trovare nulla.
Si era nuovamente perso e, questa volta, era sicuro che la fortunata comparsa dello Stregami non l’avrebbe aiutato.
Si fermò vicino ad un ruscello e si specchiò nell’acqua, accorgendosi con orrore di non essere più lo stesso.
Chi era quella ragazzina bionda che vedeva riflessa?
Si toccò con orrore il petto e scoprì che, apposto dei muscoli accennati, c’erano due…due…
Sono una donna! Perché? No, io non sono una donna. Sono un ragazzo, un ragazzo!
Cominciò a correre, allontanandosi dalla sorgente e inoltrandosi sempre di più nel boschetto che, improvvisamente non era più meraviglioso come gli era sempre apparso. Ora quel luogo era lugubre, tutto di quel posto sembrava volergli fare del male.
Cadde più volte per terra, strappandosi il vestito, sporcandosi il viso.
Fuggiva…ma da cosa?
Arrestò la corsa, quando sbatté contro un albero.
Che succede? Perché sono qui? Perché sono donna? Chi sono? Dove sono? Voglio andarmene!
Pensò Mello, accasciandosi contro il tronco del vegetale.
Ne aveva abbastanza di quello stupido bosco e quelle creature. Del Coniglio Nate, della Regina assassina e del Cappellaio, non voleva più sentirne parlare. Ora il suo unico desiderio era quello di coccolare Matt, seduto davanti al camino, con in bocca un delizioso cioccolato.
Si sentì, per la prima volta in vita sua, debole e piccolo, racchiuso in un corpo e in un luogo che non gli apparteneva: in gabbia.
Trattenne le lacrime e provò a ridere, come aveva fatto il Cappellaio, ma il suo tentativo fu vano e, ben presto, cominciò a piangere.
-Voglio andare a casa!- si lamentava, torturandosi i ciuffi biondi.
Un rumore improvviso lo fece sussultare. Mello fermò le lacrime e si alzò, guardandosi intorno.
-Stregami sei tu?- domandò con la voce incrinata.
Nessuna risposta. Evidentemente non era lo Stregami.
-Nate? Cappellaio? Leprotto?- chiese, alzando la voce.
Non ricevendo nessun cenno, Mello, si lasciò di nuovo ricadere e la tristezza lo assalì.
-Chi sei tu?- qualcuno aveva parlato da dietro l’albero.
-Non lo so- rispose Mihael, scuotendo la testa –Pensavo di essere Mello, invece mi hanno chiamato Alice e credo di essere diventato lei- continuò il ragazzo.
-Ma chi sei tu?- chiese, nuovamente, la voce misteriosa.
Ci mancava il tardo di mente!
-Ti ho già risposto. Tu chi sei?- ribatté il biondo, infastidito.
-Io so chi sono. Sei tu quello che non sa chi sei- disse la voce, prima di aspirare qualcosa.
Mello, ferito nell’orgoglio per essere stato messo alle strette da quel tipo, girò intorno all’albero per ritrovarsi davanti al suo interlocutore.
Come aveva dedotto, il tipo, stava fumando. Era un ragazzo come lui, forse poco più piccolo, con i capelli rossi, gli occhi verdi. Aveva due lunghi baffi da gatto, che ogni tanto leccava con la lingua, osservandolo, tra le labbra una lunga sigaretta dalla quale uscivano nuvolette colorate di tutte le forme.
-Chi sei tu?- domandò ancora il tizio.
-Non lo so. Tu sai chi sono io?- azzardò Mello, sedendosi di fronte allo sconosciuto.
-Si, tu sei il ragazzo che seguiva il Coniglio con l’orologio. Lo stesso che ha parlato con lo Stregami e con il Cappellaio e che ora sta parlando come me- rispose sfacciatamente il rosso, soffiando il fumo in viso a Mihael.
-Queste sono le cose che ho fatto!- urlò scoraggiato Mello, la cui, come ho già fatto presente al lettore, pazienza non era delle migliori.
-Tu sei quello che fai. Ecco chi sei- ribatté il rosso, aspirando una lunga boccata di fumo.
Mello rifletté sulla risposta che gli era stata data: il tizio non aveva poi tutti i torti.
-E se non so più cosa fare?- decise di chiedere.
-Stai solo prendendo tempo per decidere chi essere, Ragazzo Cioccolato- rispose quello, senza esitare.
-Tutto ciò non ha senso- concluse, un po’ troppo velocemente, Mello.
-Ogni cosa ha la sua morale, se si trovarla*- rispose con calma il ragazzo baffuto. 
Mihael chiuse gli occhi. Era tutto vero. Doveva scegliere chi essere, cosa fare, cosa volere. Se quella avventura non aveva senso, sarebbe stato lui a darglielo.
-Sono il ragazzo che sconfiggerà la Regina- dichiarò a se stesso, aprendo gli occhi.
-Bene, Ragazzo che Sconfiggerà la Regina, ci vediamo- salutò il tizio, prima di scomparire in una nube rossa, lasciando cadere una sigaretta che Mihael raccolse subito.
Proprio in quel momento Mello sentì una voce fin troppo familiare: era il Coniglio Nate.
-Fretta! Non c’è tempo o saprà il mio nome! Devo sbrigarmi o morirò!- gridava il coniglietto, passandogli accanto.
-Aspetta Nate! Rallenta!- urlò il biondo, correndogli dietro.
Il Coniglio, sentendosi chiamato per nome, arrestò la corsa. Si voltò lentamente, stringendo a se l’orologio a forma di puzzle.
-Alice?- domandò Nate, annusandogli il piede.
-No, mi chiamo Mello. Non sono Alice- rispose sicuro Mihael, accorgendosi che, improvvisamente, il suo corpo si era mutato in quello di un uomo.
-Ti chiami Mello- ripeté il Coniglio.
Restarono qualche minuto a fissarsi, come per studiarsi.
Certo che questo Nate, assomiglia molto a Near.
Costatò, notando il pelo bianco e gli occhi grigio scuro di Nate, che somigliavano parecchio a quelli di Near.
-Per me possiamo collaborare- annunciò Nate, porgendo la zampetta.
Non era nella sua personalità collaborare con qualcuno. Lui puntava alla gloria personale, ad essere il migliore di tutti, soprattutto di Near. Accettare di collaborare, era come perdere. Tuttavia qualcosa spinse Mello ad abbassarsi all’altezza del Coniglio e stringergli la zampa.
-Bene e ora andiamo! E’ tardi, molto tardi!- disse il Coniglio, guidandolo per tutto il bosco.
 
Corsero fino a giungere davanti una fortezza: il palazzo della Regina.

*Reale citazione del libro.   

  
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