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Autore: LovingBroadway    16/06/2013    2 recensioni
Non piansi mai così tanto. Mi portai le dita sugli occhi, cercando di migliorare una situazione che volevo rimasse tale, solo perché mi ricordava lei. Nee.
-Harry.-
Non mi voltai. Questa volta doveva lottare lei.
-Harold.-
Non mi voltai. Questa volta non avrei ceduto.
-Amore mio.- mi disse. Rabbrividii.
Stava incominciando a lottare contro il fantasma del terrore che suo fratello, il mio stesso migliore amico, aveva di lasciare che sua sorella fosse amata.
*One-shot completamente ispirata dalla canzone "Don't let me go".
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Come penso si sia capito, questa One Shot è ispirata alla canzone "Don't let me go", di Harry Styles :) E' la mia prima ff sui One Direction e spero davvero di essere riuscita a scrivere un qualcosa di decente! Spero di incuriosirvi!
Ringrazio chiunque legga, chiunque mi faccia il graaande favore di recensire. 
Un bacione grande, Lu.


Non mi lasciare.
 
HARRY'S POV.

-Io ti amo. Guardami, guardami negli occhi, come non hai mai fatto. Guardami. Io ti amo.- glielo urlai in faccia, cercando di trattenere le lacrime nel loro luogo naturale, lasciando che mi logorassero gli occhi. 
Nee strinse la mascella.
Nee quella sera non avrebbe avuto il coraggio di guardarmi, di guardarmi negli occhi, regalando lo sguardo più bello che abbia mai visto alla coperta consumata del letto sul quale sedeva.
-Non puoi lasciarmi così. Non puoi lasciarmi andare via in questo modo. Non puoi far finire tutto questo così.- urlai ancora più forte.
La guardai mentre iniziava a piangere. 
I capelli ricci biondi iniziarono a stagliarsi sul suo viso, coprendole gli occhi, le guance arrossate, la tristezza che la sua anima stava sprigionando. 
Non mi aveva mai affrontato, mai, nonostante stessimo insieme da cinque anni. Sapevo che neanche quella volta avrebbe detto niente.
-Se tutto si rompe in mille pezzi per sempre, se tutto muore, se io muoio, ricordati che questa volta sarà colpa tua! Cazzo Nee, urla, dimmi che mi odi, dimmi che mi vuoi vedere morire senza di te, dimmi che non mi hai mai amato! Fingi! Fingi ancora, dicendo che ami qualcun altro, fingi dicendo che non lo fai perché Louis non vuole. Ascolta, io lo so che è tuo fratello gemello, che lui è l'uomo più i..importante della tua vita, ma... ma lascia che io ti ami, ti prego, lascia che io ti ami.- dissi, calmando le urla di una notte che aveva preso spunto dai tuoni che culminavano in una ouverture fuori dalla finestra del mio appartamento. 
Piansi per la prima volta davanti a lei quella notte. Crollai capendo che l'avevo già persa, capendo che non l'aveva mai avuta, probabilmente.
-Nee, se io ora me ne vado non mi vedi più.- le dissi con tono piatto, torturandomi le mani, mentre l'angoscia della sua imminente assenza mi devastava l'anima, facendomi scoppiare il cuore nel petto, nella testa, nell'anima.
La stanza non era illuminata, ad eccezione di una piccola lampadina accanto ad un letto troppo piccolo per essere condiviso da due amanti. Mi guardai in giro, cercando di prendere tempo: io non me ne volevo andare, io volevo lei, l'amore della mia vita.
Vidi in un angolo accanto al letto una foto. Non c'era dubbio, quella era una sua foto, la più bella che potesse mai catturare l'essenza di una donna dalla pelle chiara, dagli occhi verdi, dai capelli biondi, dalle labbra carnose, dalla tante lentiggini delle quali mi ero innamorato perdutamente. 
Riconobbi subito il soggetto, il tempo e il luogo. Quella foto gliel'avevo scattata io, dopo aver fatto l'amore per la prima volta, cinque anni prima. 
 
 
Flashback.
La sua fronte era posata sul mio petto, mentre le mie dita scappavano fra le onde che i suoi capelli sfiniti creavano sulla purezza che delle lenzuola bianche suggerivano. 
Le mie mani corsero sulla sua schiena nuda, lasciando volare via, ai suoi piedi, il lenzuolo che la copriva.
Inizia a disegnare su una tela che mi aveva appena dato il permesso di essere posseduta. Feci cerchi immaginari sulla sua schiena, scendendo verso la parte bassa. 
La vidi sorridere, mentre si prese la libertà di baciarmi un lembo di pelle che contornava il mio petto.
Mi fece sussultare, mentre io continuavo ad osservare il suo corpo. Non si era mai lasciata andare come quella notte. Mi sorprese.
-Harry?-
-Dimmi.- le risposi.
-Ti amo. Ti amo come non ho mai amato nessuno. Ti amo perché ti sei preso cura di me, perché mi hai insegnato cosa voglia dire essere desiderati, mi fai sentire viva. Nessuno c'era mai riuscito. E tu mi hai baciata, mi hai fatto capire che il mondo è fatto anche d'amore, la vita è popolata da anime, non da corpi. Ti amo, perché tu costruisci le mie giornate, ti amo perché mi hai fatto sperare in una vita che non avrei mai pensato di poter possedere. Mi hai fatto dire che lo voglio anche io. Voglio anche io tutte le coccole, tutti i baci, tutte le notti insieme, voglio i litigi, voglio la dolcezza, voglio io e te che lottiamo, per avere quello che nessuno ci ha mai voluto regalare.-
La fissai serio, assimilando ogni singola parola che la sua anima in quei pochi minuti aveva prodotto. La baciai, incapace di fare altro. Quello sarebbe stato il nostro miglior modo di prometterci il mondo, di prometterci la vita e tutte le possibilità che questa ci avrebbe gettato fra le braccia. 
Quando la mattina dopo mi svegliai, Nee dormiva ancora e io la lascia fra le braccia dei mille sogni che la sua mente stava creando. 
Ero quasi spaventato di svegliarla. Avevo paura che tutto fosse svanito. 
Così andai in salotto. 
Presi la macchina fotografica. 
Le scattai una foto mentre dormiva.
Il flash la svegliò.
Mi sorrise. 
No, non era svanito niente. 
-Ti amo, amore mio.- le dissi. 
Fine flashback. 
 
 
La raccolsi, lasciandola sul comodino, cercando di metterle davanti agli occhi tutto quello che stava gettando via. 
Decisi di non dire più niente. 
Decisi di raccogliere le mie cose, di andare via dalla mia stessa casa, di darle il tempo di scivolare via da una stessa vita che anche lei voleva con tutto il cuore. 
Decisi di amarla in ogni caso, qualunque cosa fosse successa e qualunque cosa avesse scelto lei.
Mi diressi verso la porta. 
Non piansi mai così tanto. Mi portai le dita sugli occhi, cercando di migliorare una situazione che volevo rimasse tale, solo perché mi ricordava lei. Nee.
-Harry.-
Non mi voltai. Questa volta doveva lottare lei. 
-Harold.-
Non mi voltai. Questa volta non avrei ceduto.
-Amore mio.- mi disse. Rabbrividii.
Stava incominciando a lottare contro il fantasma del terrore che suo fratello, il mio stesso migliore amico, aveva di lasciare che sua sorella fosse amata. 
Non mi voltai, nonostante le lacrime si spensero sotto il peso perfetto del suo "amore mio."
-Amore mio, quel discorso vale ancora. Quel discorso di cinque anni fa. Io e te siamo io e te. E io ti amo. Ti amo. E ora per favore voltati, io glielo voglio dire negli occhi all'uomo più importante della mia vita che lo amo.- continuo lei.
Ancora, non mi voltai, nonostante avesse vinto. Volevo di più, quella notte mi meritavo di più.
-Non ti lascio andare, promesso, non ti lascerò mai andare Harry. Perché tu sei l'amore della mia vita. Mi dispiace per la vita che ti ho messo davanti agli occhi in questi ultimi mesi, ma non ti voglio perdere, perché andremmo entrambi dispersi se questo succedesse. Ma sono pronta, sono pronta a guardarti, a dirti "ti amo" negli occhi, sono pronta ad affrontare la vita, l'importante è che io la viva con te. Sono pronta e te lo dimostrerò. Vedi? Stiamo parlando per la prima volta. E le cose vanno già meglio.-
Mi voltai, questa volta mi voltai.
La vidi in lacrime, la vidi distrutta, come se avesse combattuto la più grande battaglia della sua vita, contro se stessa. Aveva vinto. Aveva vinto per tutti e due.
-E adesso?- la fissai duramente.
-Adesso baciami, Styles. Baciami perché ti amo, perché voglio con tutta me stessa che tu ami ami, perché non ti lascerò mai più andare.-
Mi aveva sempre ripetuto che io la facevo vivere, che io la facevo sentire viva. 
Quella notte mi fece vivere lei però. Mi fece sentire bene, felice. Vivo.
Avanti verso la mia ragazza, l'amore della mia vita, la donna più importante della mia vita.
Presi il suo volto fra le mani, mentre l'acqua salata che i suoi occhi stavano riversando sulla nostra vita in comune stavano andando a fiorire sulle mie mani.
Quando chiuse gli occhi capii. Capii che era già troppo tempo che la guardavo solo da lontano, che non l'aiutavo, che prima o poi, se avesse voluto, le avrei portato fra le mani anche una stella.
La baciai.
Lasciai che l'anima zittisse la sua e la mia mente.
Le mie labbra si posarono teneramente sulle sue, facendoci sussultare. Mi staccai, lasciandola in attesa pochi attimi per il secondo bacio a stampo che non tardò ad arrivare. La volta successiva aprii più la bocca, lasciando che la mia lingua si andasse a scontrare contro la sua, lasciando che si incontrassero e non si lasciassero mai più. 
Fu un bacio dolce. 
Fu un bacio liberatorio. 
La sentii sorridere nella mia anima.
Ero vivo. 
Era viva.
Eravamo vivi, per sempre.
 
****************
 
Quella notte, quel poco che rimaneva di quella notte, facemmo l'amore. 
Ci lasciammo amare a vicenda fra quelle lenzuola. 
Mi addormentai sul suo seno, assaporando il suo profumo che si mischiava al mio.
Quando quella mattina mi svegliai, la osservai mentre dormiva. Dovevo andare via: dovevo essere a lavoro entro mezz'ora.
Presi fra le mani la foto che avevo ritrovato la notte prima, raggiungendo un indelebile nero poco lontano. 
Ci scrissi sopra una frase, che nessuno dei due avrebbe mai dimenticato. Ci avrebbe ricordato quella notte. 
Gliela lasciai fra le mani, baciandola sulle labbra semiaperte.
Quando quel pomeriggio tornai, pioveva ancora. 
Sapevo che non sarebbe potuta rimanere, ma mi diressi lo stesso verso la camera da letto. 
Rimasi a bocca aperta.
Non ebbi più alcun dubbio se quale sarebbe stata la nostra vita. 
Presi fra gli occhi la foto che gli avevo scritto qualche ora prima; rilessi la scritta: "ti prego, non lasciarmi, non riuscirei più a dormire da solo."
Poi guardai la risposta. 
Poi guardai il lenzuolo che copriva il materasso.
Nee aveva preso lo stesso pennarello che avevo usato anche io. 
Aveva dipinto un mai enorme sul bianco di lenzuola che non avrei mai buttato. Mai.
Notai in basso a destra un'ulteriore scritta.
Ti amo amore mio.
Non persi tempo. 
Anche io, amore mio. Scrissi.
 
 
Un anno dopo.
-Amore, puoi per favore venire, fa freddo ed è tardi.- sentii Nee urlare dal piano di sopra.
-Sì, arrivo amore.-
Entrai nella nostra camera da letto rabbrividendo, facendola sorridere. Che bella che era.
Alzai velocemente il piumino bordeaux per poterla stringere fra le mia braccia e addormentarmi con lei.
Lancia un'occhiata fuggitiva alle lenzuola "sporche" di pennarello.
Non le avevamo mai buttate. Neanche dopo essere andati ad abitare insieme. Noi non le avremmo mai buttate. 
-Buonanotte, stella.-
-Ti amo amore mio.-
Sorrisi, contento di ciò che avevamo combattuto e di ciò che avevamo vinto.
In un anno avevamo vinto noi stessi, il nostro amore, un futuro senza litigi come quelli di tempo fa, avevamo vinto la consapevolezza di Louis di arrendersi ad un destino già scritto. 
-Ti amo anche io.- le risposi.
Lei non mi lasciò mai più andare. E io, non avrei mai lasciato che lei se ne andasse.

 
  
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