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Autore: Zomi    16/06/2013    11 recensioni
Un isola deserta...
Una spiaggia dorata...
Il silenzio del mattino...
L'alba rosata e... due pirati che litigano!!!
Naturalmente Zonami...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DAWN AND ROMANTICISM

 
 

Stavano camminando tranquillamente sul bagnasciuga.
Il sole albeggiava pigramente alle loro sinistra, e i gabbiani iniziavano a svegliarsi placidamente con leggeri suoni acuti e ingrovigliati.
La leggera brezza marina si alzava dalle onde, profumando l’aria fresca di salsedine e di sabbia bagnata, annullando l’odore selvaggio e incontaminato dell’isola deserta.
La sabbia li faceva sprofondare nei loro passi, filtrando tra le dita nude dei piedi, quasi bagnati dalla spuma di mare che scivolava fino a loro, giocherellando a coprire le orme morbide che scomparivano sotto l’acqua.
Bel quadretto, no?
Perfetto per una coppia innamorata che faceva una romantica passeggiatina sotto i primi raggi solari dell’alba, zampettando allegri tra l’acqua salmastra di quell’angolo paradisiaco lungo la Rotta Maggiore.
Peccato che loro due non erano una coppia, e che di romantico c’era gran poco se si pensava che erano pirati e che, parecchi metri dietro di loro, dormivano russando e ruttando tutti i loro Nakama, ancora sbronzi dalla sera precedete e dei loro bagordi.
Camminavano lenti, senza fretta, con calma e serenità.
O meglio, Nami camminava tranquilla e serena, Zoro un po’ meno.
L’aveva svegliato senza un perché, obbligandolo a seguirla in quella passeggiata alle prime luci del mattino a suon di pugni e minacce.
Routine, avrebbe potuto pensare lo spadaccino, ma non si trattava ne di shopping ne di bevute, ma di una passeggiata, il che era al di fuori di ogni indesiderata proposta della navigatrice.
Con passi lenti e svogliati, il verde la seguiva sulla spiaggia, venendo distanziato di qualche metro, fissandola confuso e assonnato.
Da un po’ di tempo la rossa si comportava in modo strano, sempre sorridente e meno collerica, più ridente e con meno scatti d’ira.
Era diventata un’altra.
“Avrà le sue cose…” si era risposto da sé lo spadaccino, non sognandosi nemmeno di cercar altra risposta, tollerando i cambiamenti che credeva fossero passeggeri.
E invece lo stato solare e ridente della cartografa continuava nelle settimane, rendendolo, seppur sollevato dalle minor dispute e litigare, nervoso e impacciato davanti a quei bei sorrisoni naturali e pieni di gioia.
Alzò lo sguardo dai suoi pesanti passi alla figura snella e slanciata davanti a lui, studiandola.
Teneva le mani intrecciate tra loro dietro la schiena, quasi sommerse dalla lunga chioma rossa e ribelle, che ondeggiava a ritmo dei passi sopra alla canottiera bianca che copriva il bikini blu elettrico della ragazza, ben visibile sotto il tessuto chiaro dell’indumento. Camminava leggera e spensierata tra la sabbia, sciacquandosi i piedi ogni tanto tra le onde della marea, osservando silenziosa e sorridente il sole alzarsi sul mare.
I suoi occhi, dorati come il caramello e dolci come il cioccolato, scintillavano alla vista dell’oceano colorato di bordò e rosa, allargandole sempre più il sorriso sulle labbra.
Zoro infossò lo sguardo su di lei, inquieto per quel suo sorriso.
Cos’era che la rendeva felice?!?
Che c’era da sorridere tanto?!?
-Si sta bene qui, vero?- domandò d’un tratto Nami, voltandosi verso di lui.
Il verde la fissò serio, abbozzando mezzo grugnito come risposta e infossando astioso le mani nelle tasche dei bermuda color cachi.
Nami non se ne diede a male e, continuando a camminare sulla spiaggia, tornò a osservare l’alba.
-Si sta bene…- sospirò, portandosi dietro un orecchio una ciocca ramata mossa dal vento -… proprio bene… sembra di essere in paradiso…-
Stavolta il grugnito di Zoro fu più deciso e baritonale.
-Ma si può sapere che hai?!?- sbottò raggiungendola con poche e poderose falcate.
La rossa tornò a voltarsi verso di lui, fissandolo stupita.
-A che ti riferisci?-
-A che mi riferisco?!?- storse le labbra, incrociando le braccia al petto nudo –A tutto!!!-
Nami alzò un sopracciglio, non capendo.
-Oh andiamo…- allargò le braccia sbuffando -… sei sempre felice!!!! Sembri una bambina la mattina di Natale, un campanellino di gioia…- storse le labbra disgustato -… si può sapere che hai?-
-Non ho niente…- alzò le spalle.
-Bugiarda!!!! Dimmi che ti prende: perché sei così felice?-
Nami scrollò le spalle nuovamente, distogliendo lo sguardo dal compare verso il mare.
-Ho i miei perché…-
-Quali?-
-Ufff… e a te che t’importa?-
-M’importa, m’importa eccome…- digrignò i denti -… è… è… è fastidioso…-
La rossa incrociò le braccia al petto, unendo le sopracciglia.
-La mia felicità ti da fastidio, Roronoa?- sibilò acida.
-No, non quella…- storse il naso -… il non sapere cosa la provoca, quello è fastidioso…-
… e il non farne parte, soprattutto.
Scrollò il capo all’ultimo pensiero, abbassando gli occhi alla marea che gli bagnava i piedi.
Lo accantonò in un angolino buio, aspettando il momento buono per esaminarlo per bene, lui e quel dannato sentimento che gi bruciava il petto quando sfiorava l’argomento “Mocciosa”.
-Sono solo felice Zoro…- parlò serena la navigatrice -… il motivo non ha importanza…-
Il verde sbuffò spazientito, stringendo i pugni nelle tasche.
-Ne ha eccome!!!!!- ringhiò, facendosi sempre più vicino –Sorridi sempre, non urli più, non sgridi Rufy per la sua ingordigia, ne Sanji se prova a darti un bacio… e cosa ancor più assurda, non litighi più con me!!!!!-
Digrignò i denti, soffiando feroce per tutti quei cambiamenti.
Non avevano senso, erano stupidi e inaccettabili, soprattutto perché non ne capiva il motivo.
Nami incrociò le braccia al petto, fissandolo con un sopracciglio alzato e sorriso divertito.
-Ti stai lamentando perchè non litigo più con te?- ridacchiò con labbra arricciate.
Zoro strinse i denti per il suo tono ironico.
-No- sbottò secco, distogliendo però lo sguardo dal suo.
-E allora smettila di piagnucolare, idiota…- gli mollò uno scappellotto sulla nuca -… se sono felice sono affari miei, e se ho deciso di non gridare più lo faccio solo per la salvaguardia dei miei poveri nervi…-
Gli diede le spalle, riprendendo a camminare lungo il bagnasciuga.
-… in quanto alle nostre litigate, bhè, con questa le abbiamo recuperate tutte!!!!-
Lo lasciò lì, teso ed irritato a ringhiare contro di lei, mentre lo distanziava di una decina di passi, ancheggiando tra la sabbia.
Il verde mugugnava astioso, stringendo con forza i pugni nelle mani fin a rendere bianche le nocche delle dita, che scricchiolarono rudemente.
-Stupida mocciosa, io… io…-
… voglio sapere perché sei felice. Voglio fare parte della tua felicità!!!!
Strinse maggiormente i pugni, avanzando di un passo nella sabbia, ringhiando quei pensieri che gli arroventavano il cervello, ma che invece di uscir fuori dalle sue labbra con parole chiare e comprensibili, si mischiavano ai latrati nervosi del suo orgoglio.
Doveva, doveva assolutamente sapere il motivo della felicità della sua mocciosa.
A ogni costo, anche quello di indebitarsi con lei per un’altra stupidissima…
-… scommessa?!?-
-Come?- si voltò verso Zoro Nami, al suo leggero mormorio –Che hai detto?-
Il verde si scrollò nelle spalle, liberando la mente dalle nebbie della rabbia.
Ma certo!!! Una scommessa!!! Nami non avrebbe rifiutato…
-Ho detto scommessa…- ghignò, raggiungendola.
-Scommessa che?!?- lo fissò sbuffando, muovendo i suoi ricci scomposti.
-Una scommessa semplice semplice…- si inginocchiò a terra per raccogliere dei sassolini.
-Ma per cosa?!?- il suo tono diventava sempre più nervoso.
-Scommettiamo che, se riesco a far rimbalzare uno di questi sassi…- li fece saltellare all’interno del suo palmo -… sul mare per… diciamo… 7 volte, tu mi dirai perché sei tanto felice…-
-E se non ci riesci?- domandò secca, stringendo le labbra –Che ci guadagno?-
Lo spadaccino alzò le spalle.
-Decidi tu…-
Nami lo squadrò ben bene, studiando attenta i piccoli e piatti sassolini che reggeva nel palmo della mano prima di fissare il mare.
Non era molto mosso, anzi, poche onde arrivavano fin sulla spiaggia, il che lo avrebbe aiutato a fra rimbalzare i ciottoli, ma per ben 7 volte la vedeva dura.
Era praticamente impossibile che ci riuscisse.
Al massimo sarebbe riuscito a far rimbalzare un sassolino per 3, 4 volte se un’onda non lo affondava, ma non avrebbe mai raggiunto i 7 rimbalzi.
Uhm… una vittoria facile e sicura…
-Allora?- sbottò Zoro, richiamandola all’attenzione.
-D’accordo…- sorrise sadica -… ma se perdi, mi farai da schiavo per tante settimane quanti rimbalzi hai mancato…-
-Umpf… la solita schiavista…- ghignò, maneggiando i ciottoli nella mano.
Ne scelse solo uno, gettando a terra tutti gli altri, rigirandoselo tra le dita.
Con il sorriso sghembo sulle labbra, Zoro si piegò leggermente sulle ginocchia, alzando il braccio dietro le spalle, reggendo il ciottolo solo sulla punta di tre dita.
Nami lo osservò attenta, stringendo le braccia sotto i seni e ammirandolo in quella posa marmorea e atletica, notando come i raggi dell’alba scivolassero leggiadri e morbidi sui suoi addominali scolpiti, ombreggiando i muscoli tesi nel lancio.
Era meraviglioso, con quel ghigno sicuro e strafottente sul viso.
Arrossì, distogliendo lo sguardo e aspettando che si muovesse a lanciare il sasso.
Con un rapido gesto, lo spadaccino scattò col braccio verso il mare dinanzi a lui, lanciando sul filo dell’acqua il sassolino, che scivolò tra la schiuma biancastra, rimbalzando sull’oceano.
Uno, due, tre…
I rimbalzi si susseguivano rapidi e scattanti, schioccando contro la superficie fredda e dura delle onde, mentre il sasso saltava come se fosse stato di gomma. Scuro tra il cobalto cristallino del mare, il sassolino sbatteva la sua figura sull’acqua, avanzando di metri in metri, ma restando sempre sotto l’attento sguardo dei due pirati.
Quattro, cinque…
Nami si morse un labbro.
Aveva già fatto un rimbalzo in più secondo le sue previsioni, e non accennava a diminuire la sua velocità, men che meno di insabbiarsi tra le onde.
Sei…
Dannazione!!!!!
Che arrivasse un’onda ad affogare quel maledettissimo coso di ghisa, prima che rimbalzasse ancora!!!!
Agitata, spostò gli occhi dal ciottolo a Zoro che, braccia piegate tranquillamente dietro il capo, sogghignava divertito nel seguire il suo lancio sgusciare tra le onde.
Si morse un labbro, quando lo vide ghignare borioso, spostando gli occhi dall’alba rosata a lei, mentre un profondo ploff  s’immergeva nel mare col sassolino dopo un ultimo rimbalzo.
-Sette rimbalzi…- sogghignò, mettendosi di fronte a lei.
Come se la rossa non lo avesse capito!!!!
Strinse nervosa i pugni nelle mani, stringendo l’incrocio delle braccia al petto.
-Paga pegno, mocciosa…- la derise, infossando le mani nelle tasche dei bermuda.
-Umpf… non vale!!!!- sibilò quella –Hai… hai imbrogliato!!!!-
-Io?!?- si indicò il petto –E come?!?-
-Con l’Haki!!!!!- lo incolpò, spintonandolo sul petto –Hai usato quella tua stupidissima capacità per far rimbalzare il sasso!!!! Altrimenti non ne saresti mai stato capace!!! E andiamo: è impossibile che tu ci sia riuscito!!!!-
-Non userei mai l’Haki per certe sciocchezze…- ghignò il verde, fissandola divertito -… è stata tutta bravura… con un buon pizzico di fortuna!!!!-
-Fan culo tu e la tua fortuna!!!!- sbottò, intirizzendo le braccia lungo i fianchi e digrignando i denti.
-Su, su… non fare la mocciosa, e paga pegno…-
-Col cavolo!!!!- gli tirò una linguaccia, facendolo ghignare divertito con le mani posate sui fianchi.
-Ti stai rimangiando la parola, mocciosa?- la punzecchiò –Preferisci dirmi il motivo della tua felicità o che ti prenda in giro per il resto dei tuoi giorni?!?-
Nami corrugò la fronte, stringendo al massimo i pugni lungo i fianchi, mordendosi le labbra per niente disposta a svuotare il sacco.
-Tu…- provò a ringhiare, ma Zoro la interruppe subito, ghignandole in faccia.
-Mocciosa… su fa la brava bimba…- le pizzicò una guancia, facendola diventare bordò per la rabbia.
-Lasciami cretino!!!!- si divincolò, provando ad azzannargli la mano sul suo viso.
-E avanti…- sghignazzò quello, ritraendo la mano -… non sarà mica così tremendo e imbarazzante, no?-
-Non è quello!!!!- urlò idrofoba –È che… che…-
Girò su se stessa, dandogli le spalle e pestando i piedi a terra, ruggendo a denti stretti mentre alzava al cielo i pugni contratti, imprecando contro quel dannato spadaccino fortunato e alla sua maledettissima curiosità.
Pestò i piedi nella sabbia, urlò contro il cielo, si tirò i capelli strizzando gli occhi.
-N-nami…- si preoccupò il verde, alzando una mano a sfiorala per calmarla un po’, ma quella si voltò verso di lui come una furia e, alzato un pugno sotto il suo naso, ringhiò rabbioso.
-Così non è affatto romantico!!!!!- digrignò i denti.
-No è così che doveva andare…- batté ancora i piedi a terra -… non così…-
-Ma di che… io ti ho solo chiesto il motivo della tua felicità, mica un rene!!!- sbottò incrociando le braccia al petto Zoro.
Nami lo fulminò, vogliosa di saltagli al collo e di chiudergli per sempre quella sua stramaledetta boccaccia.
-Tu non capisci!!!!- ringhiò.
-Ed è per questo che ti ho chiesto di spiegarti…- sbuffò, alzando gli occhi al cielo -… ho dovuto costringerti con una scommessa, figurati te…-
-Tu, tu…-
-Oh insomma… me lo dici o no, perché cavolo sei sempre così felice?!?-
-Lo vuoi sapere davvero?!?- gridò a pieni polmoni contro il suo volto serio.
-Certo… E SMETTILA DI URLARE!!!!-
-IO URLO QUANTO MI PARE E PIACE, SAPPILO!!!!-
-E ALLORA URLA, URLA PURE, MA DIMMI QUEL DANNATO PERCHE’!!!!-
-IL PERCHE’, IL PERCHE’… STUPIDO BUZZURRO DALLA TESTA QUADRA, ECCOTELO IL PERCHE’: MI SONO INNAMORATA DI TE!!!!!!!!-
La bocca di Zoro si zittì, lasciando le parole in gola e spalancandosi davanti al viso scarlatto di Nami, furibonda e spolmonata davanti a lui.
Che aveva appena detto?!? Che cosa gli aveva appena urlato in faccia?!?
Boccheggiò un paio di volte, fissandola frastornato.
La rossa, anche lei muta, cercò di ricomporsi, sistemandosi i capelli dietro alla nuca, ma non riuscì a calmarsi minimamente, ma anzi, strinse ancor di più le labbra raggrinzite di collera tra i denti, sentendosi la rabbia ribollire nelle vene.
-Accidenti…- si morse un labbro -… non doveva andare così…-
Si strinse nelle spalle, abbracciandosi le braccia e abbassando lo sguardo ai piedi, bagnati dalla spuma di mare.
-Doveva essere romantico…- borbottò mogia -… una dichiarazione studiata e dolce, romantica ma non troppo… come quelle nei romanzi…-
Calciò un grumo di sabbia, sentendosi l’occhio di Zoro fisso su di lei.
-Non dovevo espormi per prima io…- tirò su con il naso -… dovevi dirmi tuo per primo i tuoi sentimenti, dovevi fare il galante… il romantico!!!!-
Alzò con furia lo sguardo dalla spiaggia, rivelando i suoi occhioni bagnati di lacrime.
-E che cavolo!!!!- gridacchiò –Ero così felice di essermi innamorata di te, e ora non puoi rovinare tutto così!!!!-
Gli diede un calcio su uno stinco, smuovendo nella sua paresi lo spadaccino, che traballò scosso, sbattendo un paio di volte le palpebre confuso.
-Non dovevi estorcermi la mia dichiarazione!!!! Dovevi dirmelo tu per primo, dichiararti romanticamente, che so, portandomi fuori a cena, a passeggiare sotto il chiaro di luna, un giro per un paesello, quattro passi per la Sunny insieme… Kami del cielo, anche un gelato andava bene!!!!! Avrei pagato pure io!!!!-
Prese fiato, trattenendo per orgoglio le lacrime.
-Mi bastava anche un fiorellino di campo, un grugnito, e invece hai rovinato tutto!!!!- gli mollò un secondo calcio, estorcendogli un’imprecazione di dolore –Ti odio, ti odio… ti amo e ti odio, soprattutto quando fai così!!!!-
Gli diede le spalle, decisa ad allontanarsi, pestando ben bene i passi sulla sabbia bagnata.
-Mi hai estorto la dichiarazione con una scommessa: dimmi te dov’è il romanticismo?!?- alzò le mani al cielo, soffiando come un gatto arrabbiato –Così non è romantico per niente, proprio per niente!!!! Ti costava tanto usare un po’ d’educazione per questa volta?!? Essere un po’ meno buzzurro del solito?!?-
Si voltò a fissarlo, lì fermo e immobile con gli occhi persi su di lei.
-Ti costava tanto essere romantico, per una sola volta?!?- chiese tristemente, iniziando a muoversi.
Era tutto rovinato.
Tutto.
E dire che era disposta ad aspettarlo in eterno per una dichiarazione con i fiocchi. Era certa che lui l’amasse, che ricambiasse i suoi sentimenti.
D’altro canto, se Zoro non era innamorato di lei, con tutti i suoi attacchi di gelosia contro Sanji, le notti di compagnia, le bevute e le scaramuccia, assieme agli sguardi maliziosi e ai sorrisi mal trattenuti in sua presenza o le piccole carezze sui capelli che le donava quando credeva che dormisse durante i turni di vedetta, se non l’amava, allora era scemo fino al midollo osseo.
Maledizione!!!!
Aveva frainteso tutto, e ora aveva anche rovinato tutto, esponendosi per prima e guadagnandoci, oltre che ad una scommessa persa, pure una patetica figura da strillante moccios…
-Dove vai?!?-
Senza preavviso, Zoro l’afferrò per un polso, stringendola forte con la sua mano e fermandola nel suo scappare vergognoso e imbarazzato.
-Non scapperai mica, no?- la ritrasse indietro, strattonandola con forza.
Nami si sentì trascinata con forza controllata e superiore dallo spadaccino, fino a finirgli addosso, urtando con la schiena i suoi perfetti addominali.
Con il braccio libero dal trattenerla ferma, il verde l’abbracciò per la vita, costringendola a stringersi nelle spalle e a schiacciarsi contro i suoi pettorali, mentre la racchiudeva nella morsa ferrea e inscindibile delle sue braccia.
L’immobilizzò contro di se, ghignando divertito e malefico, incrociando le braccia sopra alle sue, strette sui seni con le mani incrociate all’altezza del ventre, bloccandole ogni via di fuga e strusciandosi maliziosamente contro di lei.
-Ecco, così non scappi più…- le soffiò in un orecchio, ghignando per il suo imbarazzo.
Nami non ebbe fiato per risponde.
Se ne stette ferma e immobile tra quelle braccia possenti e calde, che l’accerchiavano possessive e forti, scottandole la pelle chiara e fresca con la loro pesante e bruciante presenza.
Si sentiva avvampare nel sentire la pelle dura e bronzea di Zoro sulla sua, come se il fuoco le stesse arrostendo i sensi, infiammandole non solo il viso, ormai purpureo d’imbarazzo, ma anche il basso ventre, infuocato da quel nuovo contatto tra loro.
-Che c’è?- le sussurrò all’orecchio il verde, spostando con la punta del naso alcune ciocche di capelli a lato del viso.
-Non urli più ora?- le mordicchiò il lobo, facendola sussultare.
La rossa deglutì pesantemente, scattando con il viso verso l’alto e spalancando gli occhi quando la lingua di Zoro prese a scivolare dal lobo giù per la pelle tesa della sua gola.
Tremò febbrilmente, schioccando le labbra in un muto ansimo.
Le mani di Zoro scesero ad accarezzarle i palmi, stringendole con forza prima di lambirle le braccia e giungere fino alle spalle, che scaldò con delle leggere carezze.
-La vedi l’alba?- le soffiò contro i capelli, alzandole il viso verso il mare con la punta di due dita.
-È bella, vero?-
Nami annuì, ammutolita dal tono basso e vibrante del ragazzo, che strusciò la punta del naso sulla sua guancia, posandole le labbra contro la pelle tesa e lucida di sudore fresco.
-Rossa, luminosa… rischiara ogni ombra della notte…- le parlò muovendo le labbra sulla pelle, facendola rabbrividire a ogni singola parola -… profuma anche, di salsedine e sabbia bagnata…-
Spostò le labbra sul collo, dove le fece scivolare lentamente fin sulla spalla sinistra, spostando, con un tocco di lingua, la brettellina della canotta bianca, giocherellando con quella cobalto del reggipetto.
-Alcun dicono che non ce cosa più bella al mondo di un’alba…- alzò il capo e lo portò a posarsi, con la fronte, contro quella di Nami, che si fece scappare un gemito di sorpresa nell’incrociare con lo sguardo l’occhio nero e penetrante dello spadaccino, che ghignò a labbra sghembe.
-Per me sbagliano…- sussurrò contro le sue labbra, sfiorandole con le parole -… perché c’è al mondo una cosa ancor più rossa dell’alba, ancor più luminosa dell’alba, che rischiara ogni ombra e paura con più forza, portando un incantevole profumo di… mandarini…-
Nami ansimò, sentendosi il respiro accelerare insieme al battito cardiaco, che impennò drasticamente la sua corsa, mozzandole il fiato.
Respirava affannosamente, alzando e abbassando il torace con velocità, annegando nello sguardo nero e notturno di Zoro che, ghigno sghembo sulle labbra, la osservava divertito.
-Vuoi sapere cos’è?- la fece voltare verso di lui, addossandosela con i seni contro il petto.
-Ah…- gemette, annuendo fievolmente.
Il verde socchiuse l’occhio buono, arricciando le labbra in un ghigno malefico e tentatore.
-Mi apre ovvio…- le alzò il volto puntando due dita sul suo mento, avvicinandoselo dolcemente -… tu-
La baciò con slancio, mangiandole passionale le labbra, mentre la stringeva a se abbracciandole la vita con un braccio e spingendole con dolcezza il volto verso il suo.
Nami si sciolse su quelle labbra, avvampando di rossore e tremando scossa dalla presa forte e possessiva di Zoro su di lei.
Si era sforzato come non mai in quei piccoli attimi.
Aveva abbattuto il suo mutismo ossessivo e il suo orgoglio insormontabile, sforzandosi di essere romantico per pochi minuti, parlando e sfiorandola come un esperto casanova.
E tutto solo per lei.
Nami non riuscì a trattenere un sorriso di pura gioia e, ripresasi dallo stupore e dall’affanno del momento, si aggrappò alle possenti spalle dello spadaccino, alzandosi con la punta dei piedi fino alla sua altezza per baciarlo meglio.
-… Zoro…- ansimò contro la sua bocca, affondando una mano tra i suoi capelli e spingendogli il capo verso di se.
Infilò lesta la lingua tra le sue labbra sottili, ammorbidite in un ghigno vittorioso, sgusciando umida su quella del compagno, lambendola per tutta la lunghezza fino a sfiorargli il palato, sfregandolo con la punta della lingua.
Zoro ghignava per il trasporto passionale e vizioso che il bacio aveva acquistato, afferrando saldamente per i fianchi Nami e stringendosela al petto.
Le accerchiò la vita snella e appena coperta dalla canotta bianca, sollevandola da terra, mentre con la mano libera scivolava con le dita tra i capelli ramati dai riflessi dell’alba.
-La mia mocciosa…- biascicò, mordendole un labbro e strappandole un gemito di piacere.
La ragazza si addossò totalmente a lui, allacciandosi alle sue spalle e abbandonandosi come peso morto sul torace mascolino, appesantendo il povero spadaccino che, in men che non si dica, si ritrovò senza equilibrio e col sedere a terra tra la sabbia dorata.
-Scema!!!- le inveì contro, abbracciandola con maggior forza affinché non si facesse male nella lieve caduta –Pesi come una balen…mm!!!-
Le carnose e rosee labbra della cartografa lo avevano ammutolito, tornando a chiudendogli la bocca in un ben poco casto bacio, succhiandole con ingordigia.
-Ah… buzzurro…- si strusciò col corpo contro di lui, portando le mani attorno al suo volto e costringendolo a ricambiare il bacio.
Si mise a cavalcioni sul suo bacino, obbligandolo a reggerla contro il torace, addossandosi con i soli gomiti sulla spiaggia mentre le posava le mani sui fianchi, in movimento su di lui, alzandosi ritmicamente la canotta dal ventre.
-Ti amo…- ansimò alzando la bocca dalle labbra lucide del verde, solo per spostarsi qualche ciocca rossa dagli occhi, prima di riportarla a baciarlo lascivamente.
Scese con le mani sui pettorali, graffiandoli a fior di pelle, mentre sfiorava con bocca socchiusa le labbra di Zoro, leccandole con la punta della lingua.
-Ti amo… ti amo e… e… ti voglio…- sussurrò in un gemito, strusciando le mutandine turchesi contro la patta beige dei bermuda, spingendo i seni contro il petto del samurai.
-Ti voglio… ora… qui… subito…-
Ansimò indecentemente, iniziando a baciarlo su tutto il viso e sulla gola, mordicchiandolo dove la pelle era maggiormente tesa e dura.
-Uhm… richiedere una prestazione sessuale così, non è affatto romantico sai?- la prese in giro con un ghigno Zoro, stendendosi sotto di lei e incrociando le braccia dietro il capo, allontanandosi dai suoi baci.
La rossa lo fissò con labbra arricciate in un musetto offeso, puntellandosi sugli addominali bronzei dello spadaccino e restando seduta a cavalcioni su di lui.
-Non ti facevo un sentimentale…- borbottò, pizzicandogli la pelle vicino all’elastico dei bermuda.
-E io non credevo lo fossi tu…- rise, prendendole una ciocca rossa e rigirandosela tra le dita.
Ci giocherellò svogliatamente per qualche secondo, prima di lasciarla libera contro il costato della rossa e spostare la mano sull’interno coscia fresco e morbido che lo sfiorava sul bacino.
-Possiamo andare sulla Sunny…- le proposte, accarezzandola voglioso sulla pelle tesa e delicata dell’interno coscia, allungando le dita verso l’intimo blu -… nella tua cabina…-
Le passò l’indice lungo il bordo delle mutandine, premendolo con maggior forza quando le sfiorò il cavallo leggermente umido.
Nami tremò vistosamente, reggendosi con entrambe le mani all’elastico dei bermuda color cachi mentre sussultava con le spalle.
-N-no…- ansimò, mettendosi gattoni sopra di lui e reggendosi con i palmi aperti a lato della sua zazzera verde -… qui…-
-Perché?- ghignò, vedendosela sopra di sé e contratta nel piacere.
-Mm…- soffiò a denti stretti, sentendo le dita del verde scivolare sul tessuto teso del suo intimo, entrando a contatto con la sua femminilità -… è… è… è più intimo…-
-Mm…- le sfiorò le labbra umide con un polpastrello, iniziando a giocherellare con il suo clitoride -… dimmi la verità…-
Pressò voglioso due dita sull’entrata umida della rossa, accarezzandola viziosamente per farla cedere, procurandole gemiti e tremiti su tutto il corpo.
-Ah… ah… ah…- si contorceva sopra di lui, stringendo nei pugni la sabbia scaldata dai raggi salari -… ah… ah…-
-Su dillo…- alzò il capo verso le sue labbra strette ad ansimare -… dillo, dillo che lo trovi più…- le infilò due dita tra le labbra bagnate -… romantico…-
Nami liberò un secco e acuto gemito di piacere, un assentire passionale di quel lieve peccato di libido chiamato romanticismo che l’eccitava tanto, rabbrividendo al solo pensiero di essere toccata e lambita dallo spadaccino su uno scenario romantico e passionale come quello che li circondava.
Si addossò debole contro le spalle rialzate di Zoro, stringendosi a lui ansimante e scossa da brividi di piacere, mentre le dita dello spadaccino si muovevano in lei.
Si aggrovigliò contro di lui, stringendo le mani tra i capelli corti e sporchi di sabbia, ansimandogli sotto l’orecchio destro, accompagnando i suoi gesti con alzate del bacino, permettendogli di affondare sempre più in lei.
-Siii…- soffiò la sua confessione, sentendolo avanzare prepotentemente in lei, mentre la baciava sul viso contratto dal piacere.
-Z-zoro…- annaspò, baciandogli la gola -… ah…-
-Ti amo…- disse tutto d’un fiato Zoro, pizzicandole i seni con la mano libera.
Le baciò una spalla, stringendosela al petto, riprendendo piano a parlarle sottovoce, con il suo timbro sensuale e vibrante.
-… voglio che tu sia solo mia…- piano le accarezzò la schiena in fibrillazione, aiutandola nei movimenti -… farò di tutto per tenerti accanto a me…- serrò maggiormente l’abbraccio, posando le labbra contro quelle ansanti di Nami, rossa su tutto il viso per lo sforzo di ascoltarlo e resistere alle scariche di piacere che le donava -… ma sappi che non sarò l’uomo romantico che vuoi…-
Tolse la mano dal suo ventre, abbassandole totalmente le mutandine e sistemandola meglio su di se, allargandole le gambe divaricate sopra il suo bacino.
-Non ti porterò fuori a cena, non ti regalerò rose rosse ogni giorno…- si aprì la patta dei bermuda, permettendo a Nami di aiutarlo nel sfilarsi il membro eretto dall’interno del tessuto, lasciandolo fuoriuscire nella sua lunghezza tra le gambe della rossa -… non ti accompagnerò nello shopping senza protestare, non ti massaggerò i piedi dopo ore e ore di scarpinate nei negozi…-
La fece ridacchiare mentre si sistemava meglio sopra di lui, accarezzandogli le basette e strusciando dolcemente le gambe contro la sua erezione.
-… e soprattutto non rifarò il letto dopo averci fatto l’amore con te…-
-Sfaticato…- alzò gli occhi al cielo la rossa, massaggiandogli lievemente il membro eccitato.
-Ma…- continuò sghignazzando il ragazzo, accarezzandole i fianchi mentre le alzava la canotta per facilitare i loro movimenti -… ti prometto che non sarò mai troppo stanco per amarti…-
La baciò piano sulle labbra, leccandogliele viziosamente.
-Avrò sempre energia per ascoltarti, per volerti…- le accarezzò i fianchi, sentendosi pronto per farla sua -… mi alzerò ogni santa mattina, se vorrai, per guardare insieme l’alba… tutto solo per averti-
Nami lo fissò sorridente, ammorbidendo lo sguardo sul viso serio e pronto a tutto per averla del suo buzzurro.
Delicata, gli accarezzò il viso, accerchiandogli poi il collo e abbassandosi a baciarlo.
-Buzzurro mio…- schioccò le labbra sulle sue, abbassando il ventre su di lui e permettendogli di violarla.
Delicato, scivolò in lei, unendo i loro sessi palpitanti e vogliosi.
-N-non voglio r-romanticherie smielate ed eccessive…- iniziò ad ansimare Nami, sentendo il pene dello spadaccino farsi strada in lei, avanzando dolcemente tra le sue pareti, scivolando tra gli umori densi e umidi.
-Io voglio te…- si lasciava accompagnare dalle mani di Zoro nell’alzarsi e abbassarsi sopra di lui, seguendolo nel coito -… voglio solo il tuo romanticismo da spadaccino rozzo e sc-scemo… ah!!!-
Si morse le labbra, sentendo la cappella gonfia sfiorarle la cervice, tesa e guizzante per la posizione favorevole. Zoro ghignò, aumentando i movimenti e mordicchiando la gola alla rossa, alzando le mani dalla vita ai suoi seni, che iniziò a massaggiare vigorosamente.
-V-voglio… ah, ah, ah… te… ah!!!- si aggrappò alle sue spalle, drizzando la schiena sconvolta da mille scariche elettriche di piacere, reggendosi con le mani a Zoro -… voglio te… ah, ah, ah… voglio te…-
Zoro si spinse con forza dentro di lei, muovendosi tra i tessuti femminili tesi, ormai prossimi all’orgasmo, arrivando a spingere contro la parete più sensibile di Nami, sfregandola con forza con il suo glande gonfio e sul punto di esplodere dal piacere.
La sentì urlare il suo nome mentre raggiungeva l’amplesso, conficcandogli le unghie nella carne delle spalle reggendosi a lui, invocandolo con tutto il fiato dei suoi floridi polmoni, schiacciati contro i suoi pettorali e dalle cime turgide e rosee come l’alba che gli illuminava.
Grugnì nascondendo un ghigno di piacere nel svuotarsi in lei, bagnandola col suo seme che scese veloce lungo le loro gambe, picchiettandosi sulla sabbia bronzea.
Respirava pesantemente contro le sue labbra, che ancora avevano la forza e la volontà di bacialo, di sussurrare il suo nome.
L’abbracciò con forza, facendola accoccolare contro il suo petto, mentre la reggeva sulle gambe, lasciandola seduta sui suoi bermuda aperti e sgualciti.
I loro respiri accelerati si univano alla brezza marina che si alzava dal mare, mischiandosi allo sciabordare lento della marea.
Fissavano il sole sollevarsi sull’oceano, albeggiando su quell’isola paradisiaca su cui ancora russavano i loro Nakama. La stringeva forte a sé, scaldandola tra le sue braccia e baciandole piano le tempie.
Nami si strusciò su di lui, baciandolo sul mento e sulla gola, beandosi del silenzio mattutino e della visione tenera del sole rosso, profilante sull’orizzonte cobalto del mare.
-Si sta bene qui…- si ripeté Nami, accarezzandolo sul petto -… l’alba è davvero bella…-
Zoro le baciò piano i capelli, alzandole poi il mento per baciala sulle labbra.
-Carina…- biascicò, scrollando le spalle -… ma ho visto di meglio…-
Le accarezzò il viso, fissandola negli occhi con un ghigno soddisfatto sulle labbra sghembe.
Nami arrossì, stringendosi a lui: quello era tutto il romanticismo di cui aveva bisogno…

   
 
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