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Autore: Just Jude    16/06/2013    22 recensioni
"Cosa è uno dei tanti modi con cui conquisti le ragazze?" - borbottai staccandomi di scatto dalla sua presa.
"Oh no" - esclamò guardandomi - "Io con le ragazze ho chiuso!",
"Davvero?" - chiesi incredula - "Sei per caso diventato gay? Perché se così fosse non ci sono problemi" - continuai iniziando a tirare fuori un flusso smisurato di parole - "Insomma non ti giudiche .. Aspetta, dove sono finiti gli altri?" - urlai poi strabuzzando gli occhi non vedendo più nessuno di fronte a noi. Harry si girò di scatto, muovendo il suo sguardo a destra e a manca per poi passarsi una mano tra i suoi morbidi ricci : la sua bocca rimase completamente serrata mentre le sue mani si seppellirono nelle tasche dei suoi jeans scuri. Questa sua indifferenza mi dava davvero sui nervi, possibile che fosse così apatico?
*****
Ecco cos'ero: un pezzo di ferro, un piccola lamina metallica di fianco ad un magnete; per quanto resistenti possano essere le forze che si frappongono però, una calamita riuscirà sempre ad attirare a sé un pezzo di ferro, è matematico.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                            Truly

                                                                                                                                              "A dream you dream alone is just a dream.
                                                                                                                                                           A dream you dream together is reality."

                                                                                                                                             Dedico questa storia alle mie fantastiche amiche
                                                                                                                                                  con cui recentemente ho realizzato un sogno.


"Vicki" - mi chiamò mio padre - "Ti ci vuole ancora molto?".
"Ma che domande!" - esclamò mio fratello - "Se avesse iniziato ieri a prepararsi stai certo che saremmo ancora qui ad aspettare" - brontolò - "È una lumaca". 
Maschi - pensai tra me e me - i soliti e patetici maschi : insomma, checché ne dicano, hanno la strada agevolata, non trovate? Tanto per cominciare, non hanno le 'loro cose' e poi, ad esempio, quando devono prepararsi a loro basta indossare una t-shirt a caso su un jeans ed il gioco è fatto mentre noi ragazze dobbiamo fare attenzione a mille dettagli che se riguardassero loro li avrebbero sicuramente mandati al manicomio dopo un nanosecondo. 
"Smettetela di brontolare" - esclamai varcando la soglia del salotto e sistemandomi l'orecchino destro : mio padre, un uomo di mezza età con il fare ancora giovanile se ne stava con le braccia incrociate e le spalle contro la finestra, mentre quell'impiastro di Jonah era seduto sulla poltrona, con la giacca messa male e la Playstation tra le dita.
"Si può sapere che avete da guardare?" - sbottai notando che i loro occhi si erano fossilizzati su di me, quasi facendomi sentire a disagio - "Allora, rimaniamo a casa?" - chiesi poi vedendo che nessuno metteva due parole in fila.
Jonah, balzò subito in piedi e con fare scattante corse verso la porta facendo scivolare la sua esile manina sulla spessa maniglia; mio padre invece, indossò la sua giacca blu osservandosi nello specchio e, dopo aver sussurrato nel mio orecchio uno dei suoi soliti e buffi complimenti, attese che uscissi per chiudere la porta di casa alle sue spalle. Andavano bene le cose con lui, insomma riuscivamo a parlare civilmente e sapevo che potevo contare sulla sua presenza, a differenza invece di mia madre. I miei genitori avevano divorziato quando avevo dodici anni e, benché io e Jonah fossimo stati affidati a nostra madre, le cose con lei non erano mai andate a gonfie vele e non lo sarebbero mai andate : 'differenze inconciliabili' era la spiegazione che davo a chiunque mi chiedesse la ragione di questo rapporto turbolento ma, in cuor mio sapevo che l'effettivo motivo era che non riuscivo a perdonarle di non essersi presa cura di me e Jonah, i suoi figli, nel momento del bisogno. Non si era mai fatta scrupoli a scaricarci da qualche parte per starsene con il suo amichetto di turno e quello era proprio ciò che era successo quell'estate : lei era partita per chissà dove con un certo Paul mentre io e Jonah avremmo trascorso del tempo con nostro padre. 


Quella sera, Cecile, ci aveva invitati a cena : lei e mio padre erano amici da una vita e, capitava spesso che mangiassimo tutti insieme come una vera famiglia e non vi nascondo che a volte ci avevo anche fantasticato su. Sposata e divorziata, anche lei non era stata molto fortunata in amore; in realtà, avevo sempre avuto l'impressione che tra lei e mio padre ci fosse qualcosa ma, più un amore platonico che una vera e propria relazione : fatto sta che non ne avevo mai fatto parola con lui, sapevo che se ci fosse effettivamente stato qualcosa di serio me ne avrebbe parlato.
Giunti a destinazione, riconobbi i lunghi e soffici capelli di Cecile persino attraverso i vetri delle sue finestre : era bella, aveva un fisico snello e slanciato, dei grandi occhi verdi ed un sorriso rassicurante; emblema della moglie perfetta ai miei occhi, mi aveva sempre dato l'impressione di essere una madre amorevole, una di quelle che il giorno del tuo compleanno ti portano la colazione a letto e che la sera ti danno il bacio della buonanotte prima di dormire. 
"La cena è già tutta pronta" - esclamò mentre finiva di sistemare le posate su dei delicati tovaglioli dai bordini decorati  - "E il mio ometto sarà qui a momenti!". Avevo lo sguardo fisso sulle mensole della libreria, osservando attentamente le foto racchiuse in delicate e variopinte cornici poggiate lì sopra, quando una chiave girò nella serratura, provocando poi il classico cigolio di una porta che si sta aprendo : "l'ometto", che tra l'altro aveva un anno più di me, diciassette per l'esattezza, apparve sulla soglia con i riccioli scombinati come al suo solito e una scatola di gelato tra le dita. Con gli occhi verde smeraldo e lo sguardo ammaliante, Harry, era il classico tipo che non passava inosservato: alto, magro e col fisico proporzionato, l'ometto era un bocconcino niente male per la maggior parte delle ragazze del posto e, considerando il fatto che aveva un vero e proprio sorriso da bambino con tanto di fossette nel bel mezzo delle guance, sicuramente non aveva problemi a far breccia nel cuore di un qualsiasi individuo di sesso femminile. Harry ed io non eravamo amici e, se dovessi definire il nostro rapporto direi che eravamo conoscenti : non avevamo mai propriamente parlato, ci eravamo limitati ai classici 'come stai?' o 'come va?' che presuppongono una risposta vaga e poco veritiera, giusto per non dare a vedere ai nostri genitori che ci ignoravamo completamente e, a dirla tutta, la cosa non mi dispiaceva affatto, d'altronde avevo sempre avuto l'impressione che non avessimo perfettamente nulla da dirci.

Gelato, avevo sempre adorato il gelato : ne assaporavo il gusto rinfrescante masticando di tanto in tanto i pezzi di frutta che Cecile vi aveva mischiato servendo il tutto in piccole coppette color cioccolato;una strana atmosfera era piombata tra di noi e, mentre la mia mente si divertiva a fantasticare su tutte le cose che avrei potuto fare in quei tre mesi di vacanze, gli altri sembrano fin troppo catturati dal dessert per spiccicare due parole. Ci pensò mio padre però a richiamare l'attenzione di tutti noi dicendo che lui e Cecile avevano una decisione da comunicarci;
Oh mio Dio si sposano- pensai immediatamente cercando di contenere lo stupore misto all'euforia - L'avevo detto che tra di loro c'era qualcosa! Iniziai così a fantasticare a più non posso, pensando a come sarebbe potuto essere quel giorno, creando vere e proprie immagini davanti ai miei occhi.
"Campeggio?" - urlai in preda all'istinto quasi strozzandomi con un pezzo di frutta non appena il guastafeste di mio padre svelò il mistero - "H-hai detto campeggio?",
Addio sogni di gloria - pensai abbassando lo sguardo e passando nervosamente la mano tra i capelli - addio vestiti eleganti, scarpe col tacco e buoquet di fiori! 
Avrei preferito di gran lunga se ci avessero detto che si sposavano e che ci avrebbero poi buttati in mezzo ad una strada o che sarei stata costretta a vivere con mia madre dodici mesi all'anno tanto sarebbe stata una tortura lo stesso.
Tecnicamente avrei dovuto sentirmi esaltata da quell'idea o almeno questo era ciò che mio padre e Cecile si aspettavano da me ma proprio non ci riuscivo; insomma, avevano parlato di campeggio il che implicava l'uso della tenda e del sacco a pelo, poca pulizia, animali assassini,la natura incontaminata, i rumori inquietanti e ancora animali assassini; non era affatto il mio habitat, nè tantomeno faceva parte dei miei piani per quelle vacanze. No,no e ancora no : non se ne parlava neanche, non faceva per me e non avrei potuto resistere!
"Sarà divertente" - disse mio padre sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi rassicuranti che però in quel momento non facevano che irritarmi maggiormente : divertente? - mi chiesi - cosa c'è di divertente nel fare i senza tetto in un posto pieno di animali che potrebbero aggredirti quando meno te lo aspetti? Il nulla più assoluto! 
Zuccheri,avevo bisogno di una bella dose di zuccheri per tirarmi su di morale - mi dissi afferrando celermente il cucchiaino ed immergendolo con forza nel dessert ; così, tra l'euforia di mio fratello e l'indifferenza dell'ometto, io me ne stavo in silenzio ingurgitando nervosamente il mio gelato sperando che mio padre mi dicesse che era tutto uno scherzo, di poco gusto ma pur sempre uno scherzo : quando però disse che saremmo partiti tra un paio di giorni, capii che ormai la frittata era fatta e che l'unica cosa che mi rimaneva da fare era architettare un piano efficiente per riuscire quantomeno a sopravvivere. La domanda ora era : ce l'avrei fatta a resistere?





- My Corner -
Hii ragazzuoli! Non avevo mai fatto caso a quanto fossero complicate le presentazioni finchè non ne ho scritta una qui su EFP e, siccome al momento non ho molte idee, vado dritta al sodo dicendo due cose molto importanti:
- Vorrei ringraziare la mia amica
Giuletta la quale, raccontandomi delle cene a casa dell'amica del suo papà, mi ha fatto venire l'idea per questa FF,
- Aggiornerò ogni
5/7 giorni, in base ai miei impegni!
Spero davvero che questa storia vi piaccia e, in tal caso,
vi prego di lasciare una recensionciiiina! Adoro leggere cosa pensano le persone di ciò che scrivo!

Vi lascio un ricordino di
Harry il quale, in questa storia è considerato come era ai tempi di Up All Night!

Bacini!


Jude.



                                   

 

  
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