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Autore: Yuna Shinoda    31/12/2007    6 recensioni
Questo è uno sclero totale di fine anno... come festeggeranno Edward e Bella questo 31 dicembre? ^^ spero recensirete, buon anno a tutti!
In macchina eravamo soli. - Dove stiamo andando, Edward? - - Sorpresa. –
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Forks, 31 dicembre 2007

 
Oggi finalmente si chiude un altro anno.
Devo dire che è stato davvero tosto e pieno di avvenimenti ad alta tensione: il periodo che ho vissuto lontano dl mio Edward fino allo scorso aprile, la morte della terribile Victoria, il bacio con Jacob e… La proposta di matrimonio di Edward.
Dopo tempo, ci siamo sposati in agosto, dove il clima era più congeniale e soprattutto prima del mio diciannovesimo compleanno. Edward all’inizio non voleva trasformarmi, ma grazie ad Alice  adesso sono anche io parte integrante della famiglia Cullen: sono stata vampirizzata ma non ho abbandonato le mie vecchie abitudini da umana… Sono sempre goffa e combina guai, e stranamente quando il mio Edward mi bacia, sento ancora il cuore impazzire, anche se chiaramente, non in senso reale.
Dopo esserci sposati io e Edward ci siamo trovati una casa vicino a villa Cullen, in modo che potevamo vederci ugualmente passando inosservati tra le felci della foresta, soprattutto dopo che io ero vampira e non potevo stare ancora molto tempo accanto a degli umani.
L’ultimo giorno dell’anno, Alice, mi supplica di passare il pomeriggio con lei, ed io, impossibilitata dai suoi occhi dolci, accetto.
Si sa, quando Alice Cullen ti chiede di stare con lei in un giorno di festa, non puoi uscire sana e salva da casa sua senza avere qualche boccolo in testa e un viso truccato a party, oltre ad un abito costoso e ad un paio di scarpe griffate. Quando si tratta di occasioni speciali, io per Alice divento come “Barbie”, d truccare e pettinare.
Che noia! Sanno tutti che odio le feste ma nulla, nemmeno Edward sono riuscita a convincere che Alice mi avrebbe torturata, lui come al solito alle mie parole, sogghignava.
Ed eccomi qui di fronte ad uno specchio, davanti alla piccola Alice, compiaciuta.
- Sei bellissima! Te l’ho detto che non te ne saresti pentita! – mi disse.
- Si, Alice, mi piace molto… - mentì.
Non stavo molto male, Alice mi aveva fatto un’acconciatura alzata con dei boccoli che cadevano dallo chignon, dietro. Mi aveva dato un abito blu notte senza spalline, che mi arrivava fino al ginocchio. All’inizio, decisi di non pensarci, ma adesso mi sentivo veramente a disagio ignara di dove saremmo andati dopo, tutti insieme.
Edward, intanto non era ancora arrivato, il che mi faceva pensare che sotto a questa cosa ci fosse anche lui.
Gli avevo esplicitamente chiesto di festeggiare per una volta, da soli, senza balli, senza feste e roba varia ma non mi aveva minimamente ascoltato.
Intanto si erano fatte le 22.
- Bella, andiamo! – mi disse Alice, prendendomi per un braccio e portandomi al piano di sotto, dove arrivai con un tonfo poiché la sua velocità mi aveva fatto sbattere vicino al corrimano delle scale, involontariamente, come al solito.
Caddi con il sedere sulla moquette, e una mano gelida i si parò davanti, gentile.
- Come posso fare con te? Va a finire che anche da vampira puoi farti male. -
Edward.
Mi limitai ad ammiccare, timida, e gi offrì la mano per aiutarmi a rimettermi in piedi.
Lui mi offrì il braccio, che afferrai prima di inciampare nelle mie stesse scarpe con il tacco mentre lo sentivo ridere sotto i baffi.
- Dannazione queste scarpe! – dissi.
In macchina eravamo soli.
- Dove stiamo andando, Edward? -
- Sorpresa. –
- Uffa, tu e le tue sorprese! Hai visto cosa mi ha fatto? Non mi trovo proprio così. –
- Invece io ti trovo meravigliosa. Se non fossi ancora come me, mi sa che ti mangerei. – si voltò per rivolgermi un sorriso dolce e sincero.
Arrivammo davanti ad un grosso edificio di marmo grigio,Edward mi condusse all’interno, era quasi come una reggia.
Raggiungemmo una stanza grande e adornata di coriandoli e quadri d’epoca, Edward in quella cornice sembrava davvero un personaggio ottocentesco.
Non c’era nessuno, tranne lui ed io, ovviamente.
Estrasse un piccolo telecomando dalla tasca interna dello smoking e partì una leggera melodia: non sapevo cosa fosse, ma mi era familiare il modo di suonare.
Edward aprì il braccio e mi invitò a ballare.
- No… Lo sai che non so ballare, Edward. Per favore, già al nostro matrimonio hai voluto che ballassi ma qui… -
- Vieni, che ti porto io. – sfoderò il sorriso ammaliante a cui non potevo dire di no, nemmeno adesso che avevo più forza e che in teoria non sarei dovuta più andare in iperventilazione.
Lui conduceva ed io mi limitavo solo a spostare i piedi in maniera disconnessa al suo minimo passo, troppo elegante e felino per i miei discordanti e fiacchi.
- A che devo questo martirio? – dissi.
- Stiamo festeggiando, ricordi? –
- No. A casa avremmo dovuto festeggiare. Mi sento così fuori luogo… -
- Sciocchina. – e si fermò, portandomi vicino alla grande vetrata della sala.
- Non sei affatto fuori luogo. Adesso sei mia moglie, sei parte di me. Come tale, è come se possedessi una parte di me anche tu, che ti rende speciale. – sorrise.
- Come mai mi hai portata qui? –
- Visto che in una sala gremita di gente avresti tentato di uccidere qualcuno nella tua situazione, ho deciso di portare la festa da te. –
- Non solo per questo immagino. –
- No. –
- Dai, prima che diventi isterica, che altro c’è che devo subire? –
Si voltò, frugò nella giacca dello smoking ed estrasse una piccola scatoletta nera di velluto.
Porgendomela, mi chiese di aprirla, con il sorriso stampato sulle labbra.
- Cos’è? -
- Se non apri non lo saprai mai. –
Con forza, cercai di aprire la piccola scatola nera, trovandomi davanti due anelli: uno piccolo, con tre diamanti incastonati sopra, d’ora bianco, mentre l’altro, più largo e senza diamanti, fatto dello stesso oro argenteo.
- E questi? – chiesi, sbigottita. Avevo accettato di buon grado l’anello di sua madre al nostro matrimonio solo perché era come dire, riciclato, ma gli avevo imposto di non spendere un centesimo in diamanti e roba varia.
Già con la questione del danaro dopo il matrimonio mi fissai che se avessi avuto bisogno di qualcosa, gliel’avrei chiesto, quindi era inutile spendere soldi per nulla, solo per il gusto di farlo.
- Non iniziare con la solita ramanzina, Bella. Questi sono il mio personale regalo a noi due. Sono un augurio per il nuovo anno, oltre che per i quasi sei mesi che siamo sposati. – riecco il sorriso che preferivo.
- Edward, io… Non so se posso accettare, non sono tipo da queste cose… - il suo sorriso era troppo ammaliante, anche da vampira – ma… lo indosserò, per te. –
- Ti amo, Bella. –
E avvicinò le labbra fredde sulle mie, per unirci in un dolce bacio passionale, timido e sincero, mentre in lontananza numerosi fuochi d’artificio scoppiettavano in città per dare inizio al nuovo anno.

  
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