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Autore: ilaria69giulia69    16/06/2013    0 recensioni
(anche se scrivo tutte FF su Zayn sappiate che mi piacciono tutti e 5 Gli One Direction......)
“Tuo fratello è un bambino, non è per niente responsabile. Lo tengono loro per il momento non posso fare nulla perché sono suo padre e non posso essere il suo avvocato” disse stringendo il volante dell’auto. Poggiai la mia mano sulla sua spalla e cercai di farlo calmare.
“Avanti Papone, non pensarci si sistemarà tutto”. Sapevo benissimo che non si sarebbe sistemato niente, perché una votla uscito avrebbe combinato altro e altro ancora. Ma dovevo confortare mio padre in quel momento. Ma nonostante confortassi lui nella mia testa c’era il viso di quel ragazzo.
Arrivammo davanti casa di Kendall e lei uscì. Andammo a casa mia e salimmo in camera mia. Indossammo il costume e andammo in giardino da me. Ci sedemmo sulla sdraio e le raccontai di Josh e di quel famoso ragazzo che per tutto il tragitto il suo sguardo mi perseguitava!
“Ma lui che si faceva lì?”............................
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Come ogni giorno tornai da scuola al solito orario. Entrai a casa e salutai mio padre Will e mio fratello Ronni. Come al solito mia mamma non c’era, ma vabbè.

“Kylie com’è andata a scuola?”

“Mmh, normale”. In realtà non era normale, mio padre essendo un grande avvocato era conosciuto da tutti ed io la ragazza “perfetta” così mi chiamano, circondata sempre da tutti i ragazzi i ragazzi della scuola e dalle ragazze solo per avere una bella nomina, ma in realtà odiavo quella situazione. Avevo solo due amiche Kendall e Jenni, ci conosciamo da piccole e non ci siamo mai separate! Ho i capelli lunghissimi e castani, con gli occhi color nocciola ed ho 17 anni.

Quel giorno tornata da scuola mentre pranzavo notai che Josh, l’altro mio fratello, non era presente a casa. Il pranzo si svolse in silenzio stranamente. Avevo un bel rapporto con mio padre ma sentivo che mi stesse nascondendo qualcosa. Lo vidi che si alzò da tavola e rispose a cellulare.
Quando chiuse prese la giacca e mi prese per un polso e mi portò fuori senza dire niente.

“Papà dove andiamo?” chiesi facendomi trascinare da lui.

“Josh” disse entrando il macchina, “l’hanno arrestato”, chiuse lo sportello.

A quella frase spalancai gli occhi. Ma cosa aveva che non andava quel ragazzo? Era stupido, per lui era tutto un gioco. Arrivammo lì e quando videro mio padre si stupirono, non crevano che fosse suo figlio, ma lo era. Andammo nella stanza dove si trovava mio fratello e mio padre cercò di mantenere la calma. Si sedette tranquillamente, ma si vedeva che era deluso e arrabbiato.

“Cos’hai combinato Josh?”

“Mi hanno trovato con del fumo addosso, ma non era mio” disse con un tono così spavaldo, come se volesse fare il figo. Si prendeva gioco di mio padre, ogni giorno. Quella scena di irritò e chiamai Kendall. Uscì da quella stanza e mentre attraversavo il corridoio del carcere le mie gambe tremavano, quel posto era raccapricciante. C’erano tantissime persone e tutte mi guardavano, sicuramente si chiedevano cosa facevo io in quel posto.
Presi il cellulare e composi il numero di Kendall, ma quando misi il cellulare all’oracchio vidi un ragazzo che uscì da un0altra stanza che mi guardava attentamente. Questo ragazzo aveva i capelli neri con un ciuffo alzato, pieno di tatuaggi e con una sigaretta fra le mani. Ogni mio passo che facevo lui mi seguiva con gli occhi, era un po’ imbarazzante. Sentivo Kendall parlare al telefono ma ero immersa nei miei pensieri. Mi voltai per vedere se mi guardava ancora e si mi fisso fino a quando non mi ritrovai fuori.

“Pronto, amore ci sei?”

“Oi si, sono qua. Scusami ma adesso ti spiego, ti sto venendo a prendere con mio padre” chiusi la chiamata e pensai a quel misterioso ragazzo, un po’ mi spaventava, anche lo sguardo che aveva era raccapricciante. Tutti quei tatuaggi, però aveva gli occhi bellissimi, simili ai miei.
Quando uscì mio padre andammo a prendere Kendall.

“Perciò?”

“Tuo fratello è un bambino, non è per niente responsabile. Lo tengono loro per il momento non posso fare nulla perché sono suo padre e non posso essere il suo avvocato” disse stringendo il volante dell’auto. Poggiai la mia mano sulla sua spalla e cercai di farlo calmare.

“Avanti Papone, non pensarci si sistemarà tutto”. Sapevo benissimo che non si sarebbe sistemato niente, perché una votla uscito avrebbe combinato altro e altro ancora. Ma dovevo confortare mio padre in quel momento. Ma nonostante confortassi lui nella mia testa c’era il viso di quel ragazzo.
Arrivammo davanti casa di Kendall e lei uscì. Andammo a casa mia e salimmo in camera mia. Indossammo il costume e andammo in giardino da me. Ci sedemmo sulla sdraio e le raccontai di Josh e di quel famoso ragazzo che per tutto il tragitto il suo sguardo mi perseguitava!

“Ma lui che si faceva lì?”

“Che so Ken, mico ero lì con lui. Che domande!”

“Però devi saperne di più, perché se è una brutta persona che fai?”

Kendall aveva pienamente ragione. Ma che potevo fare? Mica potevo andare lì e fermarlo, no!
Il giorno seguente andai a scuola con Kendall e Jenni con la mia auto e ….


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