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Autore: White Dreamer    16/06/2013    3 recensioni
Un uomo diventa padre quando vede per la prima volta il suo bambino. E Sasuke lo capisce. Alla fine.
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SasuSaku con accenni NaruHina
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Note: Non avrei mai pensato di scrivere una SasuSaku e invece eccola qui. Credo che Sasuke sia uscito leggermente OOC, ma lascio a voi il parere finale.
Spero che gli amanti della coppia apprezzino questa shot.
 
 
 


La cose non vanno mai come credi
il cuore è pieno di lacrime rotte
il tempo è ladro di cose mai dette
e so che indietro mai più si ritorna

Vieni con me – Giorgia

 
 
 


Sasuke ticchettava i piedi a terra nervoso. Un emicrania allucinante gli pulsava nella scatola cranica. Prese a massaggiarsi le tempie.
Stava diventato nevrastenico e le urla agghiaccianti che rimbombavano nel corridoio non aiutavano.
La progenie dell’idiota biondo stava starnazzando da più di tre ore.
Davvero non capiva perché avesse insistito tanto a venire, con tutta la famiglia appresso per giunta.
 
Lo guardò con la coda dell’occhio. Tentava di tranquillizzare l’infante, con risultati penosi.
Lo teneva come un sacco di patate e le urla ben presto aumentarono di volume. Sbuffò tracotante.
Suo figlio non sarebbe stato così, nossignore. Si sarebbe comportato da Uchiha fin dal primo giorno.
Era un maschio, se lo sentiva. Gli avrebbe dato il nome di suo fratello.
Già lo vedeva. Genin a sei anni, chunin a nove e jonin a dodici. Gli brillarono gli occhi. Oh si. Un autentico prodigio, come lui del resto. La sua copia.
 
Quando Hinata uscì dalla porta, scattò in piedi trepidante.
La donna gli sorrise. “Congratulazioni Sasuke, è una femmina”.
E non poté fare a meno di gemere agonizzante.
 

Quando entrò nella stanza la sua visuale si concentrò sulla figura stesa sul letto. La ragazza lo accolse con un limpido sorriso.
Si avvicinò. “Come stai?”.
Sakura lo tranquillizzò. Sollevò poi un fagottino talmente minuscolo che non si notava neanche.
“Vuoi tenere in braccio tua figlia?”
Con un sospiro, che sapeva di rassegnazione, si allungò, prendendo la neonata. Pesava quanto una manciata di foglie. La tenne tra le sue forti braccia.
 
Buffo, quelle mani, che avevano assaporato l’odore del sangue centinaia di volte, ora custodivano una cosa tanto delicata.
La bambina aprì gli occhi e due specchi verdi lo fissarono curiosi. Un unico ciuffo rosa era poggiato a lato della testa.
La creatura prese a gorgheggiare allungando le manine minuscole verso di lui. Per la prima volta nella sua vita il genio era senza parole.

L’aveva creata lui, dal nulla.

Smosso da un insolito desiderio avvicinò quel corpicino alla suo collo. Annusò quella fragranza di neonato e quel profumo gli arrivò dritto al cervello.
Ricordi improvvisi tornarono alla mente. Troppo lontani per essere limpidi, ma non dimenticati.
 
Un abbraccio caldo. Abbraccio materno che lo cullava per farlo addormentare. Era dolce quella fragranza, sapeva di pesche mature e di gelsomini appena sbocciati.
Era al sicuro, era amato, era a casa.
 
Sasuke deglutì a fatica. Aveva il suo profumo. Lo stesso. Lo avrebbe riconosciuto tra mille. E’ una cosa che ti rimane dentro, marchiata a pelle.
Lei riprese i suoi gorgheggi e posò le sue minuscole ditina sulla sua guancia.
Tirò su col naso, cacciando indietro le lacrime.
La madre commentò serena “Non è bellissima?”.
E lui avrebbe voluto risponderle che si quella era la creatura più straordinaria che avesse mai visto, ma non gli uscivano le parole.
Dopo qualche minuto la neonata agitò i piedi scalzi, alla ricerca di nuove attenzioni.
Sasuke si riprese allora dallo stato di trance. Diavolo, quell’odore era una droga.
Si avvicinò alla moglie e si sedette sul letto con la figlia in braccio.

Era da diciassette anni che non si sentiva così sereno.
Sorrise impercettibilmente.
 
 
“Si chiama Mikoto”.
 
 
 
 

Angolo Autrice
Mah. Boh. Il risultato non mi dispiace. C’è qualcosa però che non mi convince.
E’ quasi una flash e lo stile è particolarmente dolce.
Non la sento mia.
Sarei comunque felice di sapere che ne pensate.


  
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