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Autore: betabi    17/06/2013    6 recensioni
"Dopo averci rimuginato su per settimane e settimane aveva finalmente compreso e accettato la verità. Lei, Lily Evans, 17 anni, Grifondoro, caposcuola, da un mese membro dell’Ordine della Fenice, era innamorata.
Gli prese il viso con le mani e ghermì con forze le sue labbra, baciandole.
«Lei ha visto qualcosa, Minerva?» chiese Silente con un tono velato da sottile ironia.
La donna sorrise cordialmente «Io no, e lei Albus?» rispose."
LilyXJames senza pretese. Consigli, critiche e opinioni sono graditi!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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«Sai cosa c’è Potter? C’è che sono innamorata di te».
 

 

Lily si aggiustò per l’ultima volta i capelli prima di uscire dal bagno.
Si era svegliata alle 6 e mezza per potersi lavare, acconciare i capelli e mettere quel filo di trucco che indossava solitamente senza che le altre compagne di stanza le mettessero fretta. Era un giorno speciale.
Alice Prewett si era appena svegliata e, vedendola, emise un lungo fischio.
«Ci siamo fatte belle oggi, eh Lilians?» Le disse, sorridendo maliziosamente
«E dimmi, chi è il fortunato che riceverà le tue attenzioni quest’oggi? O posso provare ad indovinare?» Continuò.
Lily arrossì violentemente. Non era quel genere di ragazza che si mette in tiro per gli altri, per farsi notare, per ricevere complimenti. A Lily importava solamente piacersi, gli altri avrebbero dovuto adeguarsi.
Quella mattina però era una mattina speciale e Lily, anticonformista e in pace con se stessa, per la prima volta in vita sua aveva deciso di essere carina per qualcun altro.
«Alice, andiamo, non mi importa molto di essere sotto gli occhi di tutti, lo sai! Perché non potrei prestare particolare attenzione al mio aspetto per il semplice piacere di farlo?» Disse, cercando di nascondere l’evidenza.
«Perché, perché, perché, mio caro fiorellino, sei appena arrossita come lo stemma dei Grifondoro! E ora, visto che il mio sesto senso di strega non sbaglia mai.. direi proprio che questo fantomatico ragazzo che ti ha fatto perdere la testa abbia un nome che inizi per “P”…»
La ragazza non la fece finire che continuò al posto suo.
«Beh, con la “P” ci sono tanti nomi, cara la mia pettegola, c’è Peter, c’è Parkinson di Serpeverde, ci sono i fratellini Prewett, c’è Paurise di Tassorosso, Pringles di Corvonero, Patrick, Prince, e poi lui.. il Grifondoro per eccellenza.. il sogno erotico di tutte le ragazze della scuola.. il ragazzo perfetto..»
Alice seguiva le decantazioni di Lily con tanto d’occhi, convinta che il suo discorso si sarebbe concluso con una dichiarazione d’amore verso il giovane capitano di quidditch della loro casa.
«Insomma, “P” per Paciock!»
La suddetta ragazza, a sentir pronunciare il nome del suo fidanzato sgranò gli occhi, e allargò le narici.
«Evans, esci subito da questa stanza o giuro che sei una donna morta!»
Lily prendendo al volo la borsa dei libri corse fuori dal dormitorio ridendo, era sempre un piacere far arrabbiare un po’ la sua migliore amica.
Aggiustando la tracolla si avviò giù per le scale per dirigersi verso la Sala Comune, a quell’ora ancora deserta. Mancava più di un ora alla colazione e decise così di ripassare la prima materia che avrebbero avuto quel giorno, Trasfigurazione.
Immersa  nella sua lettura non si rese conto del tempo che passava e solo dopo molto tempo si accorse di sentire alcuni rumori nella sala. I Grifondoro stavano andando a colazione. In procinto di alzare la testa dal libro Lily lanciò un urletto e fece cadere il libro a terra, spaventata. Davanti a lei, a pochi centimetri dal suo viso c’era un fiorente esemplare di James Potter, con tanto di sorriso a trentadue denti stampato in faccia.
«Buongiorno Lily!»
Le disse scoccandole un sonoro bacio sulla guancia morbida.
«Merlino Potter, ma sei impazzito? Mi hai fatto prendere un colpo!» Disse la rossa col fiato corto, estremamente provata dal ravvicinato contatto. Il cuore aveva iniziato a fare strane capriole e nel suo stomaco gli ippogrifi volavano più disordinati e numerosi che mai. Le guance inoltre avevano assunto una colorazione cremisi, che non aveva nulla da invidiare ai capelli della povera ragazza.
«Non sapevo di avere questo effetto anche su di te cara, mi stupisci piacevolmente, devo dire! Allora, vieni a fare colazione con noi?» Le propose James indicando se stesso e i suoi amici, i Malandrini.
«Mi piacerebbe James, ma devo aspettare le altre ragazze.» disse sinceramente la ragazza.
Remus allora prese la parola.
«Tranquilla Lily, le aspettiamo noi, vero?»
E così dicendo tirò una gomitata a Sirius, intento a sfogliare una rivista babbana.
«Cos..? Oh si, certo, certo» Annui il rampollo Black senza aver ben capito.
James così tese la mano a Lily per alzarla e, una volta fuori dal ritratto della Signora Grassa, le offrì il suo braccio, che la ragazza accettò di buon grado, appoggiandosi delicatamente a lui.
La mente della rossa lavorava frenetica ed impazzita. Quella era una giornata speciale, si. Dopo averci rimuginato su per settimane e settimane aveva finalmente compreso e accettato la verità. Lei, Lily Evans, 17 anni, Grifondoro, caposcuola, da un mese membro dell’Ordine della Fenice, era innamorata.
Innamorata di lui,l’ultimo su cui avrebbe scommesso, il ragazzo più testardo e vanaglorioso che avesse mai conosciuto, il ragazzo senza peli sulla lingua, spigliato e coraggioso, intraprendente e sempre pronto ad aiutare gli amici, anche se questo significava rischiare una volta al mese la vita per il suo compagno con un “piccolo problema peloso”. Il ragazzo che, in tre uscite ad Hogsmeade a altre numerose per i giardini di Hogwarts aveva dimostrato di essere una persona completamente diversa da quella che aveva odiato per 6 anni, una persona migliore, capace di amare e di farsi amare. Una persona che le aveva rubato il cuore nonostante tutto.
E proprio quella mattina Lily aveva deciso di dichiararsi, rivelare una volta per tutte i suoi sentimenti.
Che gran bella cosa. Il problema era, come fare?
Lily, persa nei suoi pensieri era arrivata in Sala Grande sottobraccio a James e si era diretta verso il tavolo dei Grifondoro, senza aver pronunciato parola durante tutto il tragitto. Prese un calice e si versò del succo di zucca, continuando a pensare, gli occhi vitrei, immersa in un’altra dimensione.
«Lily.. ti.. amo..» disse James con la bocca piena.
La rossa sputò tutto il succo davanti al povero Remus e iniziò a tossire spasmodicamente, annaspando in cerca d’aria.
«Tu.. cos.. che hai detto Potter?» dopo i mesi passati a conoscersi, aveva ancora l’abitudine di chiamarlo per cognome, quando le girava.
James scoppiò a ridere e prendendo un tovagliolo le asciugò dolcemente la bocca.
«Ho detto, bellissimo Lama, che non ti ricordavamo così silenziosa e taciturna! Quasi quasi ti preferivo quando mi affatturavi per i corridoi!»
Lily si rilassò sul sedile. Le era quasi sembrato di capire che..
Ah, non importa, ora o mai più. E che Morgana sia con me! Si disse e alzandosi prese per mano uno sconcertato James, trascinandolo lontano dal tavolo e fuori dalla Sala Grande sotto gli occhi di tutti gli studenti.
Usciti dalla stanza, lo spinse verso il muro accanto, incapace di fare un altro passo.
«Cosa vuoi farmi Evans, stuprarmi?» sorrise  il Capitano.
Eh, magari.. pensò la giovane.
«Io..io devo parlarti Potter, ora, adesso.» disse prendendosi la testa fra le mani e appoggiandosi al muro, imbarazzatissima.
E ora, cosa avrebbe detto, cosa avrebbe fatto?
James la guardò preoccupato e, avvicinandosi, le alzò il mento per portare lo sguardo verde della ragazza dentro il suo, nocciola.
Merlino, quant’ è bella. Riuscì solo a pensare.
«Cos’hai Lily? Cos’è successo? Cosa ti far star male?» le chiese, tormentato alla sola idea che la ragazza che amava potesse stare male.
La rossa si perse in quel mare castano che la fissava, incapace di pronunciare parola. Poi, illuminata forse da Godric Grifondoro, Merlino, Morgana e tutti i maghi della storia gli prese il viso con le mani e ghermì con forze le sue labbra, baciandole.
Per alcuni secondi James rimase in balia dello sgomento, non era possibile, non poteva essere Lily Evans la ragazza  che lo stava baciando in quel modo. Ma, prima che potesse pensare altro, una bestia nel suo stomaco ruggì di piacere (e, forse, anche un amichetto un po’ più in basso) e mosse le mani che aveva precedentemente abbandonato lungo i fianchi, prendendo il bacino di Lily e poggiandolo al muro, schiacciando il corpo contro il suo.
Il ragazzo chiuse gli occhi e ricambiò il bacio, assaporando quelle labbra che aveva immaginato così tante notti.
Poi entrambi, simultaneamente, socchiusero la bocca per permettere all’altro di esplorarsi.
E fu un tripudio di lingue che si toccavano, si sfioravano, si conoscevano.
Saliva che si scambiava, si adattava, si fondeva.
Sentimenti che fuoriuscivano, si scoprivano, si rivelavano per quello che erano veramente.
Fu il tripudio d’amore, di due ragazzi che si accettavano per quello che erano, con i loro difetti, i  loro pregi, le cose che odiavano e quelle che amavano dell’altro, i mesi di distanze troppo grandi, e la frustrazione di vicinanze che non volevano essere accorciate.
Erano solo due ragazzi, ma in quel momento a nessuno importava, perché l’amore non ha età, non ha significato se non siamo noi a darglielo.
«Sai cosa c’è Potter?» disse Lily col fiato corto «C’è che sono innamorata di te».
James la prese in braccio e Lily attorcigliò le gambe al suo bacino, allungando il collo per permettere al ragazzo di baciarle la pelle candida.
 

*

Dalla porta della Sala Grande uscirono il Preside e la Professoressa McGranitt diretti verso i loro uffici. Richiamati da alcuni deboli suoni si girarono verso sinistra e, con un sorriso sulle labbra, entrambi videro i due giovani, che finalmente avevano deciso di darci un taglio con fatture e scherzi per dedicarsi ad altro.
«Lei ha visto qualcosa, Minerva?» chiese Silente con un tono velato da sottile ironia.
La donna sorrise cordialmente «Io no, e lei Albus?» rispose.
Dopotutto, avrebbero trovato altri motivi per cui mettere quei due in punizione.
 
 
 
 

  
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