Murder, she wrote!
Non
appena la detective Beckett mise piede in uno dei lussuosi palazzi dell’Upper Est Side, i colleghi Ryan ed Esposito le vennero
incontro muniti di taccuini sui quali di certo avevano già provveduto ad
annotare le prime informazioni utili sul caso.
-Allora,
cosa abbiamo?
Ryan
aprì il suo taccuino e lesse diligentemente: -La nostra vittima è un maschio
bianco, sui 40-45 anni circa. A quanto pare è arrivato in città solo un paio di
giorni fa e ha acquistato l’attico del palazzo tramite una società di
intermediazione immobiliare circa tre mesi fa.
-Non
sappiamo il nome?- chiese la donna dopo aver ascoltato le prime sommarie
informazioni raccolte da Ryan.
-Non
ancora. Abbiamo perquisito l’appartamento ma non abbiamo trovato portafogli o
un qualsiasi un documento personale. Ma- continuò Esposito anticipando
l’osservazione di Beckett -abbiamo già chiesto richiesto alla centrale di
verificare nei registri pubblici quale immobiliare abbia trattato la vendita e
chi sia il compratore. Avremo la risposta a breve, credo.
Kate
annuì soddisfatta del lavoro già svolto dai colleghi, anche se non aveva mai
nutrito dubbi sulla loro professionalità.
-Chi
l’ha trovato?
-Il
portiere. Era arrivato un pacco per l’interno della vittima e glielo stava
consegnando.
-Causa
della morte?
-Perlmutter è ancora di sopra con il cadavere, ma per quello
che abbiamo potuto vedere si tratta di un colpo d’arma da fuoco che l’ha colpito
in piena fronte.
-Un’esecuzione?-
suggerì la detective.
-Difficile
da dire, Beckett. È stato sparato un solo colpo, ma questo non è sufficiente né
a confermare né ad escludere l’ipotesi di un tiratore esperto- concluse
Esposito attingendo alla sua esperienza nelle forze speciali.
La
detective raccolse tutte queste informazioni immagazzinandole mentalmente
dentro di sé, ma evitando di elaborarle: per ora si era limitata a registrare
ogni dettaglio che le potesse essere utile per tenere la mente libera da qualsiasi
pregiudizio prima di aver visto il cadavere.
-Ok.
Grazie, ragazzi. Voi continuate con i soliti rilievi del caso. Parlate con gli
altri inquilini del palazzo: anche se è qui da pochi giorni, magari qualcuno lo
conosceva o ha visto qualcuno di sospetto aggirarsi qua attorno. Io, intanto,
salgo da Perlmutter!
-Auguri!-
rispose di rimando Ryan. -Oggi è più intrattabile del solito. Ed è tutta colpa
della tua ragazza!- disse rivolto all’ispanico.
-Ehi!
Lanie è occupata con l’organizzazione del matrimonio,
non può fare turni doppi o straordinari!
-Potevi
offrirti di fare tu qualcosa per le nozze- suggerì Ryan il cui unico intento
era quello di provocare l’amico.
-credi
che non ci abbia provato? Ogni volta che ho mosso un dito, le mi idee sono
state miseramente bocciate. Quindi, passo la mano, amico!
-Ok,
ragazzi. Ci penso io a Perlmutter! So come tenerlo a
bada!
Kate
fece per dirigersi verso l’ascensore quando venne raggiunta da Esposito.
-Ehi,
Becks! Posso…posso parlarti un secondo?
-Ma
certo! Di che si tratta?
-Del
matrimonio. Il fatto è che…beh, io…
-Vuoi
invitare Castle- concluse Kate evitando all’amico di
dover pronunciare il nome dell’uomo. -Tranquillo, Javi.
Lo capisco ed ho già detto a Lanie che per me va
bene. Davvero!
-Oh…allora
è tutto ok?
-Sì.
Sì, è tutto ok!- rispose la detective mentre con la mano dava un piccolo
colpetto sul braccio di Esposito, il quale per tutta risposta sorrise
rincuorato.
Senza
aggiungere altro, la detective si infilò nell’ascensore del palazzo
appoggiandosi alla parete quando le porte si chiusero davanti a lei. Parlare di
Castle era per lei ogni volta come ricevere un pugno
nello stomaco. Era così dal giorno in cui lui l’aveva respinta…ma ora che era
tornato e che era con Kyra il solo pensare a lui era
una tortura. Un’autentica tortura. Anche se faceva di tutto per evitarlo,
continuava ad immaginare Rick e Kyra seduti sul
divano del loft intenti a guardarsi un film condividendo un cestello di popcorn
caldi e molto salati, come piacevano a Rick. Oppure li vedeva in quello che era
il loro letto…nella loro vasca da bagno…
Chiuse
gli occhi per scacciare dalla sua mente queste immagini e solo il trillo
dell’ascensore la costrinse ad aprirli. Prima di scendere inspirò profondamente
per liberarsi da ogni tensione che poteva interferire con il suo lavoro e solo
quando fu sicura di aver ripreso totalmente il controllo di sé entrò
nell’appartamento della vittima.
Il
poliziotto all’ingresso accennò con il capo alla cucina, dove la detective
trovò Perlmutter ancora inginocchiato accanto al
cadavere.
-Dottor
Perlmutter- disse Beckett avvicinandosi al medico
legale. -Può già dirmi qualcosa sulla vittima?
Quello
però che vide quando si avvicinò al cadavere la confuse a tal punto da non
sentire la risposta del patologo.
-Detective
Beckett? È con noi?- la riprese l’uomo.
-Sì…io.
Sì.
-Mmhh…aver passato del tempo con quello scrittore da quattro
soldi ha leso i neuroni del tuo cervello, detective?
-Cos…?
No. No. È solo che…conosco la vittima.
***
-Greg
Murphy?- chiese Ryan con lo sguardo perplesso mentre la detective Beckett
ancora incredula attaccava l’immagine della vittima sulla lavagna del delitto.
-Avanti,
Ryan! Non dirmi che non te lo ricordi! È…beh, era il marito di Kyra Blaine!- la spiegazione di
Esposito rinfrescò i ricordi dell’irlandese che annuì convinto.
-Ex
marito- intervenne Kate sapendo che questa precisazione le sarebbe costata una
serie di spiegazioni che avrebbero riaperto una ferita che stava cercando di
tenere chiusa ad ogni costo. Decise di giocare d’anticipo con i colleghi e di
raccontare tutto prima che loro potessero fare domande e quando arrivò alla
fine ringraziò il cielo per il fatto che nessuno dei due osò chiederle come si
sentisse dopo aver visto Kyra a casa di Rick.
-Beh,
questo spiega perché abbia acquistato l’appartamento tre mesi fa. Coincide con
la data del divorzio- fu ciò che disse Esposito.
Kate
annotò l’osservazione sulla lavagna mentre Ryan faceva notare che c’era almeno
un’altra strana coincidenza. -Guarda caso Greg è tornato a New York quasi
contemporaneamente alla ex moglie. Altra coincidenza?
-Non
ci sono coincidenze nei casi di omicidio, bro! E se
aggiungiamo il fatto che i due stanno divorziando e che probabilmente si tratta
di un divorzio da milioni di dollari…beh, ecco il movente!
Beckett
avrebbe tanto voluto rincarare la dose e confermare le accuse di Esposito, ma
per quanto desiderasse mettere Kyra fuori gioco per
potersi riprendere Rick o almeno avere la speranza di poterlo fare, Kate
restava sempre il miglior detective della città e non poteva permettere che le
sue aspirazioni personali le offuscassero il giudizio.
-Ragazzi!
È una buona teoria, ma solo una teoria. Servono delle prove. Ora…dagli
interrogatori dei vicini non è emerso nulla di interessante. Inoltre, Perlmutter mi ha anticipato che l’ora della morte può
collocarsi indicativamente tra le 20 e le 22 di ieri sera. Quindi, Greg Murphy
è rimasto in città solo 24 ore circa prima di essere ucciso!
-Benvenuto
a New York- fu il commento sarcastico di Esposito.
Beckett
sorrise prima di puntare il suo pennarello di nuovo sulla lavagna per
evidenziare l’intervallo della morte.
-Sarà
il caso di scoprire cosa ha fatto Greg in queste 24 ore e di capire dove fosse
prima di arrivare in città e soprattutto perché abbia deciso di venire qui
proprio l’altro giorno. Come ha detto Espo, le
coincidenze non esistono.
-Me
ne occupo io, Becks- disse l’ispanico.
-Perfetto.
Voglio sapere tutto della vita di Greg. Professione e vita privata, conti
correnti, polizze assicurative. Tutto. Voglio sapere se conosceva qualcuno in
città o se era qui per affari. Concentrati anche sulle pratiche del divorzio: Greg
aveva un fondo fiduciario piuttosto cospicuo e sarebbe interessante capire a
chi è andato dopo la fine del matrimonio o a chi andrà ora che è morto.
-Ho
capito. Insomma, ricerca a tappeto.
-Esatto.
Invece, tu, Ryan, re di tutti i dispositivi elettronici, dovresti controllare
carte di credito e pagamenti delle ultime 48 ore. E fatti mandare anche le
telecamere dell’ascensore del palazzo della vittima.
-Già
fatto, Beckett. Anche se ho controllato: c’è almeno un altro punto di accesso
al pianerottolo dove c’è l’appartamento di Greg, le scale di sicurezza interne,
e quelle purtroppo non sono monitorate da nessuna telecamera. L’assassino
potrebbe essere passato da lì.
-Ok,
beh…tentiamo comunque.
-Un’altra
cosa- aggiunse Ryan sfogliando il suo taccuino. -L’appartamento di Greg è stato
ristrutturato poco prima che lo acquistasse. I precedenti proprietari hanno
installato una serratura magnetica che registra ogni apertura della porta. Mi sono
fatto mandare anche le registrazioni elettroniche della serratura.
-Hai
fatto bene- continuò Kate allontanandosi dalla lavagna per osservare più in
generale i fatti (pochi per la verità) di cui era a conoscenza fino a quel
momento.
-Il
cellulare? Non è stato trovato tra gli effetti personali, mi sembra.
-No,
sparito come il portafoglio.
-Ma
non mi sembra plausibile che si tratti di un furto- aggiunse Esposito.
Ryan
scosse la testa evidentemente condividendo la conclusione dell’amico: -No,
nemmeno io lo credo. Tutto l’appartamento è fin troppo in ordine a parte
qualche camicia qua e là. Se fosse stato un furto, il ladro avrebbe messo sotto
sopra la casa per trovare contanti o gioielli. Qualunque cosa di valore che
fosse facile da rivendere. Non un cellulare, facilmente rintracciabile con il gps.
-Ok.
Ryan occupati anche di questo. Vedi se Greg aveva qualche contratto telefonico
a suo nome e vedi se riesci a rintracciare un numero. Inoltre, controlla le
chiamate nell’appartamento. Stava lì solo da due giorni, ma di certo
l’assassino sapeva che ci abitava anche se da poco tempo. Per cui…potrebbero
essersi sentiti.
-Provvedo
subito, capo.
Mentre
Ryan ed Esposito si misero al lavoro davanti ai loro pc, Beckett stette in
piedi davanti alla lavagna mordendosi l’interno della guancia, pensierosa. Il
destino aveva decisamente uno strano senso dell’umorismo con lei. Le aveva
fatto ritrovare Castle solo per vederselo portare via
da Kyra, neodivorziata, il
cui marito ora giaceva immobile nella sala autopsie del distretto.
-Detective
Beckett. Le posso parlare?- Victoria Gates era spuntata dal suo ufficio non
appena si era resa conto che la consueta riunione di aggiornamento tra Kate e
la sua squadra era terminata.
La
donna senza rispondere si diresse nell’ufficio del capitano chiudendo poi la
porta alle sue spalle in attesa che la Gates parlasse.
-Detective,
mi risulta che lei conosca già le persone coinvolte nel caso.
-Diciamo
che ho avuto a che fare con la vittima in passato per un altro caso di omicidio,
signore, ma non direi che la conoscevo.
Gates
annuì mentre scrutava una Kate sempre più a disagio.
-Signore,
per quale motivo mi ha convocata qui?- Beckett odiava sentirsi sotto torchio
soprattutto se a torchiarla era il capitano Gates.
-Ho
rintracciato la moglie, detective. E pare che al momento alloggi a casa del
sig. Castle. Lei questo lo sapeva?
Kate
serrò ancora più saldamente la mascella prima di rispondere: -Sì, signore. L’ho
scoperto poco fa.
-Crede
che la sig.ra Murphy possa avere a che fare con la morte del marito?
-Non
lo so, signore. Non ho ancora nessun elemento per affermare o escludere la sua
responsabilità.
Una
nuova pausa di silenzio annunciò a Kate che il capitano stava per arrivare al
nodo della questione.
-Lei
sa che nella maggior parte dei casi gli omicidi hanno motivazioni passionali e
familiari. I coniugi hanno sempre un posto speciale nelle liste di sospettati.
-Sì,
lo so signore.
-Il
fatto che questa donna sia un’amica del sig. Castle
influenzerà la sua indagine, detective?- Kate colse il particolare accento con
cui la Gates aveva appena definito Kyra un’amica di
Rick. Il significato sottointeso era abbastanza palese per chiunque, ma non era
da Kate lasciare che qualcuno potesse mettere in dubbio la sua professionalità.
-Signore,
se Kyra Blaine è colpevole,
mi assicurerò che paghi per il suo crimine. Chiunque frequenti in questo
momento.
-Dunque,
è come sospettavo. La sig.ra Murhpy e Castle…
-Non
lo so, signore.
Victoria
Gates annuì, fingendo di credere all’imparzialità di Beckett: del resto, ogni
volta che un’indagine l’aveva toccata personalmente, Kate non aveva dimostrato
di saperla gestire nel miglior modo possibile; ma nonostante questo, Beckett
era il suo uomo migliore.
-D’accordo,
detective. Mi auguro che non lascerà al sig. Castle
la libertà di seguire le nostre indagini come in passato, visto che a quanto
pare è coinvolta una persona a cui è…legato.
-No,
signore.
-Può
andare, detective.
-Sì,
signore.
***
Per
la seconda volta a poche ore di distanza Kate Beckett si ritrovò parcheggiata
davanti al palazzo di Castle. Solo la sera prima lei
non sapeva cosa l’aspettava una volta varcata la soglia del loft dell’uomo che
solo sei mesi prima le aveva chiesto di sposarlo; ora sapeva che salendo
avrebbe trovato Kyra, magari seduta per la colazione
accanto a lui in compagnia di Martha e Alexis. Una famiglia.
Esattamente
quello che Rick desiderava.
Esattamente
quello che anche Kate desiderava.
Angolo dell’autrice:
chiaramente per Castle e Beckett non c’è modo migliore per riavvicinarsi se non un bel cadavere che spunta dal nulla. E perché non il cadavere dell’ex marito di Kyra complicando ancora di più le cose?
Posso anticiparvi che nel prossimo capitolo ci saranno un po’ di chiarimenti sulla situazione Rick-Kyra nonché il primo incontro della nostra coppietta. A presto!
Laura