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Autore: potterfanlalla17    17/06/2013    4 recensioni
La storia parte sei mesi dopo la 5x24. Ovviamente si conosceranno le sorti di Rick e Kate e soprattutto la risposta di quest'ultima alla domanda dello scrittore. Avrà accettato o no? E come sono cambiate le loro vite dopo quel pomeriggio al parco? C'è una sola certezza: nulla è mai semplice, soprattutto quando si parla di sentimenti. Spero leggerete.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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Murder, she wrote!

 

Non appena la detective Beckett mise piede in uno dei lussuosi palazzi dell’Upper Est Side, i colleghi Ryan ed Esposito le vennero incontro muniti di taccuini sui quali di certo avevano già provveduto ad annotare le prime informazioni utili sul caso.

-Allora, cosa abbiamo?

Ryan aprì il suo taccuino e lesse diligentemente: -La nostra vittima è un maschio bianco, sui 40-45 anni circa. A quanto pare è arrivato in città solo un paio di giorni fa e ha acquistato l’attico del palazzo tramite una società di intermediazione immobiliare circa tre mesi fa.

-Non sappiamo il nome?- chiese la donna dopo aver ascoltato le prime sommarie informazioni raccolte da Ryan.

-Non ancora. Abbiamo perquisito l’appartamento ma non abbiamo trovato portafogli o un qualsiasi un documento personale. Ma- continuò Esposito anticipando l’osservazione di Beckett -abbiamo già chiesto richiesto alla centrale di verificare nei registri pubblici quale immobiliare abbia trattato la vendita e chi sia il compratore. Avremo la risposta a breve, credo.

Kate annuì soddisfatta del lavoro già svolto dai colleghi, anche se non aveva mai nutrito dubbi sulla loro professionalità.

-Chi l’ha trovato?

-Il portiere. Era arrivato un pacco per l’interno della vittima e glielo stava consegnando.

-Causa della morte?

-Perlmutter è ancora di sopra con il cadavere, ma per quello che abbiamo potuto vedere si tratta di un colpo d’arma da fuoco che l’ha colpito in piena fronte.

-Un’esecuzione?- suggerì la detective.

-Difficile da dire, Beckett. È stato sparato un solo colpo, ma questo non è sufficiente né a confermare né ad escludere l’ipotesi di un tiratore esperto- concluse Esposito attingendo alla sua esperienza nelle forze speciali.

La detective raccolse tutte queste informazioni immagazzinandole mentalmente dentro di sé, ma evitando di elaborarle: per ora si era limitata a registrare ogni dettaglio che le potesse essere utile per tenere la mente libera da qualsiasi pregiudizio prima di aver visto il cadavere.

-Ok. Grazie, ragazzi. Voi continuate con i soliti rilievi del caso. Parlate con gli altri inquilini del palazzo: anche se è qui da pochi giorni, magari qualcuno lo conosceva o ha visto qualcuno di sospetto aggirarsi qua attorno. Io, intanto, salgo da Perlmutter!

-Auguri!- rispose di rimando Ryan. -Oggi è più intrattabile del solito. Ed è tutta colpa della tua ragazza!- disse rivolto all’ispanico.

-Ehi! Lanie è occupata con l’organizzazione del matrimonio, non può fare turni doppi o straordinari!

-Potevi offrirti di fare tu qualcosa per le nozze- suggerì Ryan il cui unico intento era quello di provocare l’amico.

-credi che non ci abbia provato? Ogni volta che ho mosso un dito, le mi idee sono state miseramente bocciate. Quindi, passo la mano, amico!

-Ok, ragazzi. Ci penso io a Perlmutter! So come tenerlo a bada!

Kate fece per dirigersi verso l’ascensore quando venne raggiunta da Esposito.

-Ehi, Becks! Posso…posso parlarti un secondo?

-Ma certo! Di che si tratta?

-Del matrimonio. Il fatto è che…beh, io…

-Vuoi invitare Castle- concluse Kate evitando all’amico di dover pronunciare il nome dell’uomo. -Tranquillo, Javi. Lo capisco ed ho già detto a Lanie che per me va bene. Davvero!

-Oh…allora è tutto ok?

-Sì. Sì, è tutto ok!- rispose la detective mentre con la mano dava un piccolo colpetto sul braccio di Esposito, il quale per tutta risposta sorrise rincuorato.

Senza aggiungere altro, la detective si infilò nell’ascensore del palazzo appoggiandosi alla parete quando le porte si chiusero davanti a lei. Parlare di Castle era per lei ogni volta come ricevere un pugno nello stomaco. Era così dal giorno in cui lui l’aveva respinta…ma ora che era tornato e che era con Kyra il solo pensare a lui era una tortura. Un’autentica tortura. Anche se faceva di tutto per evitarlo, continuava ad immaginare Rick e Kyra seduti sul divano del loft intenti a guardarsi un film condividendo un cestello di popcorn caldi e molto salati, come piacevano a Rick. Oppure li vedeva in quello che era il loro letto…nella loro vasca da bagno…

Chiuse gli occhi per scacciare dalla sua mente queste immagini e solo il trillo dell’ascensore la costrinse ad aprirli. Prima di scendere inspirò profondamente per liberarsi da ogni tensione che poteva interferire con il suo lavoro e solo quando fu sicura di aver ripreso totalmente il controllo di sé entrò nell’appartamento della vittima.

Il poliziotto all’ingresso accennò con il capo alla cucina, dove la detective trovò Perlmutter ancora inginocchiato accanto al cadavere.

-Dottor Perlmutter- disse Beckett avvicinandosi al medico legale. -Può già dirmi qualcosa sulla vittima?

Quello però che vide quando si avvicinò al cadavere la confuse a tal punto da non sentire la risposta del patologo.

-Detective Beckett? È con noi?- la riprese l’uomo.

-Sì…io. Sì.

-Mmhh…aver passato del tempo con quello scrittore da quattro soldi ha leso i neuroni del tuo cervello, detective?

-Cos…? No. No. È solo che…conosco la vittima.

 

***

 

-Greg Murphy?- chiese Ryan con lo sguardo perplesso mentre la detective Beckett ancora incredula attaccava l’immagine della vittima sulla lavagna del delitto.

-Avanti, Ryan! Non dirmi che non te lo ricordi! È…beh, era il marito di Kyra Blaine!- la spiegazione di Esposito rinfrescò i ricordi dell’irlandese che annuì convinto.

-Ex marito- intervenne Kate sapendo che questa precisazione le sarebbe costata una serie di spiegazioni che avrebbero riaperto una ferita che stava cercando di tenere chiusa ad ogni costo. Decise di giocare d’anticipo con i colleghi e di raccontare tutto prima che loro potessero fare domande e quando arrivò alla fine ringraziò il cielo per il fatto che nessuno dei due osò chiederle come si sentisse dopo aver visto Kyra a casa di Rick.

-Beh, questo spiega perché abbia acquistato l’appartamento tre mesi fa. Coincide con la data del divorzio- fu ciò che disse Esposito.

Kate annotò l’osservazione sulla lavagna mentre Ryan faceva notare che c’era almeno un’altra strana coincidenza. -Guarda caso Greg è tornato a New York quasi contemporaneamente alla ex moglie. Altra coincidenza?

-Non ci sono coincidenze nei casi di omicidio, bro! E se aggiungiamo il fatto che i due stanno divorziando e che probabilmente si tratta di un divorzio da milioni di dollari…beh, ecco il movente!

Beckett avrebbe tanto voluto rincarare la dose e confermare le accuse di Esposito, ma per quanto desiderasse mettere Kyra fuori gioco per potersi riprendere Rick o almeno avere la speranza di poterlo fare, Kate restava sempre il miglior detective della città e non poteva permettere che le sue aspirazioni personali le offuscassero il giudizio.

-Ragazzi! È una buona teoria, ma solo una teoria. Servono delle prove. Ora…dagli interrogatori dei vicini non è emerso nulla di interessante. Inoltre, Perlmutter mi ha anticipato che l’ora della morte può collocarsi indicativamente tra le 20 e le 22 di ieri sera. Quindi, Greg Murphy è rimasto in città solo 24 ore circa prima di essere ucciso!

-Benvenuto a New York- fu il commento sarcastico di Esposito.

Beckett sorrise prima di puntare il suo pennarello di nuovo sulla lavagna per evidenziare l’intervallo della morte.

-Sarà il caso di scoprire cosa ha fatto Greg in queste 24 ore e di capire dove fosse prima di arrivare in città e soprattutto perché abbia deciso di venire qui proprio l’altro giorno. Come ha detto Espo, le coincidenze non esistono.

-Me ne occupo io, Becks- disse l’ispanico.

-Perfetto. Voglio sapere tutto della vita di Greg. Professione e vita privata, conti correnti, polizze assicurative. Tutto. Voglio sapere se conosceva qualcuno in città o se era qui per affari. Concentrati anche sulle pratiche del divorzio: Greg aveva un fondo fiduciario piuttosto cospicuo e sarebbe interessante capire a chi è andato dopo la fine del matrimonio o a chi andrà ora che è morto.

-Ho capito. Insomma, ricerca a tappeto.

-Esatto. Invece, tu, Ryan, re di tutti i dispositivi elettronici, dovresti controllare carte di credito e pagamenti delle ultime 48 ore. E fatti mandare anche le telecamere dell’ascensore del palazzo della vittima.

-Già fatto, Beckett. Anche se ho controllato: c’è almeno un altro punto di accesso al pianerottolo dove c’è l’appartamento di Greg, le scale di sicurezza interne, e quelle purtroppo non sono monitorate da nessuna telecamera. L’assassino potrebbe essere passato da lì.

-Ok, beh…tentiamo comunque.

-Un’altra cosa- aggiunse Ryan sfogliando il suo taccuino. -L’appartamento di Greg è stato ristrutturato poco prima che lo acquistasse. I precedenti proprietari hanno installato una serratura magnetica che registra ogni apertura della porta. Mi sono fatto mandare anche le registrazioni elettroniche della serratura.

-Hai fatto bene- continuò Kate allontanandosi dalla lavagna per osservare più in generale i fatti (pochi per la verità) di cui era a conoscenza fino a quel momento.

-Il cellulare? Non è stato trovato tra gli effetti personali, mi sembra.

-No, sparito come il portafoglio.

-Ma non mi sembra plausibile che si tratti di un furto- aggiunse Esposito.

Ryan scosse la testa evidentemente condividendo la conclusione dell’amico: -No, nemmeno io lo credo. Tutto l’appartamento è fin troppo in ordine a parte qualche camicia qua e là. Se fosse stato un furto, il ladro avrebbe messo sotto sopra la casa per trovare contanti o gioielli. Qualunque cosa di valore che fosse facile da rivendere. Non un cellulare, facilmente rintracciabile con il gps.

-Ok. Ryan occupati anche di questo. Vedi se Greg aveva qualche contratto telefonico a suo nome e vedi se riesci a rintracciare un numero. Inoltre, controlla le chiamate nell’appartamento. Stava lì solo da due giorni, ma di certo l’assassino sapeva che ci abitava anche se da poco tempo. Per cui…potrebbero essersi sentiti.

-Provvedo subito, capo.

Mentre Ryan ed Esposito si misero al lavoro davanti ai loro pc, Beckett stette in piedi davanti alla lavagna mordendosi l’interno della guancia, pensierosa. Il destino aveva decisamente uno strano senso dell’umorismo con lei. Le aveva fatto ritrovare Castle solo per vederselo portare via da Kyra, neodivorziata, il cui marito ora giaceva immobile nella sala autopsie del distretto.

-Detective Beckett. Le posso parlare?- Victoria Gates era spuntata dal suo ufficio non appena si era resa conto che la consueta riunione di aggiornamento tra Kate e la sua squadra era terminata.

La donna senza rispondere si diresse nell’ufficio del capitano chiudendo poi la porta alle sue spalle in attesa che la Gates parlasse.

-Detective, mi risulta che lei conosca già le persone coinvolte nel caso.

-Diciamo che ho avuto a che fare con la vittima in passato per un altro caso di omicidio, signore, ma non direi che la conoscevo.

Gates annuì mentre scrutava una Kate sempre più a disagio.

-Signore, per quale motivo mi ha convocata qui?- Beckett odiava sentirsi sotto torchio soprattutto se a torchiarla era il capitano Gates.

-Ho rintracciato la moglie, detective. E pare che al momento alloggi a casa del sig. Castle. Lei questo lo sapeva?

Kate serrò ancora più saldamente la mascella prima di rispondere: -Sì, signore. L’ho scoperto poco fa.

-Crede che la sig.ra Murphy possa avere a che fare con la morte del marito?

-Non lo so, signore. Non ho ancora nessun elemento per affermare o escludere la sua responsabilità.

Una nuova pausa di silenzio annunciò a Kate che il capitano stava per arrivare al nodo della questione.

-Lei sa che nella maggior parte dei casi gli omicidi hanno motivazioni passionali e familiari. I coniugi hanno sempre un posto speciale nelle liste di sospettati.

-Sì, lo so signore.

-Il fatto che questa donna sia un’amica del sig. Castle influenzerà la sua indagine, detective?- Kate colse il particolare accento con cui la Gates aveva appena definito Kyra un’amica di Rick. Il significato sottointeso era abbastanza palese per chiunque, ma non era da Kate lasciare che qualcuno potesse mettere in dubbio la sua professionalità.

-Signore, se Kyra Blaine è colpevole, mi assicurerò che paghi per il suo crimine. Chiunque frequenti in questo momento.

-Dunque, è come sospettavo. La sig.ra Murhpy e Castle

-Non lo so, signore.

Victoria Gates annuì, fingendo di credere all’imparzialità di Beckett: del resto, ogni volta che un’indagine l’aveva toccata personalmente, Kate non aveva dimostrato di saperla gestire nel miglior modo possibile; ma nonostante questo, Beckett era il suo uomo migliore.

-D’accordo, detective. Mi auguro che non lascerà al sig. Castle la libertà di seguire le nostre indagini come in passato, visto che a quanto pare è coinvolta una persona a cui è…legato.

-No, signore.

-Può andare, detective.

-Sì, signore.

 

***

 

Per la seconda volta a poche ore di distanza Kate Beckett si ritrovò parcheggiata davanti al palazzo di Castle. Solo la sera prima lei non sapeva cosa l’aspettava una volta varcata la soglia del loft dell’uomo che solo sei mesi prima le aveva chiesto di sposarlo; ora sapeva che salendo avrebbe trovato Kyra, magari seduta per la colazione accanto a lui in compagnia di Martha e Alexis. Una famiglia.

Esattamente quello che Rick desiderava.

Esattamente quello che anche Kate desiderava.

 

 

Angolo dell’autrice:

chiaramente per Castle e Beckett non c’è modo migliore per riavvicinarsi se non un bel cadavere che spunta dal nulla. E perché non il cadavere dell’ex marito di Kyra complicando ancora di più le cose?

Posso anticiparvi che nel prossimo capitolo ci saranno un po’ di chiarimenti sulla situazione Rick-Kyra nonché il primo incontro della nostra coppietta. A presto!

Laura

   
 
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