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Autore: AxXx    17/06/2013    6 recensioni
Un esperimento fallito porta poteri a diversi ragazzi nel mondo. L'ONU istituisce la I.S.A. (International Security Agency) E, nel presunto tentativo di fermare i nuovi terroristi Omega, cerca di distruggerli, rendendo loro legali l'uso della violenza e dell'uccisione.
In fuga da tutto e tutti, alcuni Omega si ritrovano a combattere contro criminali e forze dell'ordine, spesso anche tra loro tutti con un obbiettivo importante da raggiungere.
Salvarsi, aiutare, sacrificare, combattere: tutto si risolve in una cosa sola; fare una scelta.
Quale prenderanno?
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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                              GUARDIE E LADRI

 
 
 
 
 
 
 
 
 
[Registrazione chiamata: al capo dei Carabinieri di Francesco Lo Duca, di stanza a Palermo. Distretto 5, dal soggetto WK07. Vero Nome: Benedetto Bigniami.]
 
 
 
 
F.D.: Pronto? Chi parla?
B.B.: Nessuno di importante… vi informo che dovete raggiungere immediatamente il magazzino sul molo quarantuno. Lì troverete qualcosa di interessante… e non dimenticate i documenti nell’ufficio. Sono importanti.
F.D.: Aspetti! Chi è lei? Cosa vuole?
B.B.: Nessuno di importante. Ma attenti, se non lo fate potreste pentirvene.
 
[L’intercettazione ha rivelato che il soggetto ha chiamato da un telefono pubblico. La segnalazione ha portato a dieci arresti, tutti esponenti della mafia locale, e al sequestro di un imponente carico di droga]
 
 
 
 
 
Che posso dire: anche con WK07 non mi sono trovato molto bene, anche se, almeno lui non si è messo a uccidere madri.
Però era troppo rigido; sfuggito all’I.S.A. si mise a fare il giustiziere, usando i suoi poteri. Non che non fossi d’accordo, ma… diciamo non vedeva di buon’occhio la mia idea di ‘libertà ad ogni costo.’ E poi non era proprio così: non ho mai ucciso finché non era necessario. Poi quando mi unii ai gruppi ‘illegali’ (potete pure controllare sulla mia scheda identificativa.) Le sue azioni si sono rivelate davvero fastidiose.
Più di un paio di operazioni finirono in malora a causa sua e, sinceramente, lo trovavo sempre parecchio rigido.
Comunque la cosa non mi riguardava: avevo altro a cui pensare.
Dopo essermi fatto un giro per la città per vedere se c’erano ancora degli agenti visibili, tornai in periferia. Mentre prendevo l’autobus mi accorsi di essere seguito da un uomo di corporatura robusta, pelle scura, capelli neri e occhi marroni. Indossava un pesante giaccone, sotto il quale avrebbe potuto nascondere qualsiasi tipo di pistola. Scesi una fermata prima del previsto, vicino ad un mercatino, cercando di confondermi tra la folla.
Intorno a me c’erano bambini, adulti, ragazzi… un paio, probabilmente ubriachi, mi salutarono allegramente (Diavolo! Era pomeriggio e c’è già gente ubriaca, in giro!?). Io mi stupii di quanto quella gente fosse all’oscuro di quanto accadeva, ma non avevo certo tempo per preoccuparmi di quello. La folla metteva certamente in difficoltà l’uomo, ma mi resi subito conto che non era il solo a seguirmi.
Probabile che ci fossero almeno altri due uomini, anche se non ero sicuro, dato che mi era solo sembrato, mentre scrutavo la folla.
Mi accostai ad una bancarella e mi misi ad osservare un po’ di monili. (Era bigiotteria, niente di che) dicendo che stavo cercando qualcosa per la mia ragazza (che non avevo). Mentre il commesso si allontanava per servire un altro cliente, fingendo di guardarmi intorno, cercai possibili segnali di pericolo.
L’uomo era svanito, ma dubitavo che si fosse arreso o che l’avessi seminato… più probabilmente era stato sostituito da un altro che ancora non avevo visto.
Girai un altro po’, cercando di sembrare più pacato e tranquillo possibile, in modo da far credere a chiunque mi seguisse che non sospettavo nulla.
Fu allora che mi accorsi di avere un nuovo potere… forse sviluppato in quegli ultimi giorni o, forse, era parte dei miei poteri e non l’avevo ancora sfruttato. Sentii come una voce, nell’orecchio: “Contatto visivo, alla mia destra.”
Voce maschile, mi voltai a sinistra.
Effettivamente c’era un uomo che stava premendo qualcosa contro l’orecchio (Un auricolare, anche se non potevo vederlo). Solo che questo non era quello di prima: era biondo e un po’ più magro e il viso era affilato.
“Ricevuto, mi sposto.” Disse una voce femminile.
Tre mi seguono: due uomini e una donna… strano… dalla voce avrei detto che era una ragazza.’ Pensai inquieto, mentre mi infilavo in un vicolo, deciso ad attirarli in una trappola.
Come immaginavo mi stavano seguendo e, credendo di cogliermi di sorpresa, mi raggiunsero. Svoltai l’angolo e, appena lo vidi alle mie spalle, mi voltai tesi la mano e rilasciai l’elettricità. Quello aveva appena fatto in tempo ad estrarre la pistola che fu catapultato all’indietro, sbattendo la testa contro il muro.
Stavo per raggiungerlo, quando, all’improvviso, spuntò l’uomo che avevo notato per primo, accompagnato da una ragazza sui diciannove anni, entrambi armati di pistola silenziata. (Molto stelth, non trovate?) Prima che potessero far fuoco, però, alzai il braccio, proteggendomi dietro un muro composto da un solido strato di elettroni che deviò i proiettili. A voi parrà strano, ma un muro di elettroni appare come un scudo ellittico completamente trasparente, eccetto per i contorni che sono azzurrini; è talmente solido che potrei fermare un missile (Una volta sono riuscito a bloccare il fuoco di tre RPG che lo colpirono quasi contemporaneamente, ma non vi consiglio di provare… non siete me.) Con l’altra mano, invece, mi preparai e, con un’agila capriola, evitai gli ultimi proiettili e colpii entrambi con una saetta facendoli svenire.
‘Non è stato difficile… anche se mi aspettavo più resistenza.’ Pensai sbuffando, mentre osservavo la ragazza dai capelli neri che si erano portati dietro.
Aveva sparato anche lei e da allora mi chiesi perché la preside della Marie-Philippe Accademy avesse accettato di mandare le sue ragazze in missione. Mi misi a controllare i corpi, alla ricerca di documenti o di altre informazioni che potessero aiutarmi a capire se vi fossero altre squadre sulle mie tracce e, se c’erano, dov’erano. Non che mi aspettassi di trovarli, in realtà. Nemmeno c’erano, ma una piccola speranza era sempre meglio di niente.
Mentre li perquisivo, fui sorpreso dal fatto che, ad un paio di vicoli di distanza, nessuno si fosse accorto di nulla. Nessuno si era spaventato o aveva dato l’allarme. Fui grato di essere un tipo sfuggente, quando e se voleva davvero esserlo. Comunque rimasi lì a perdere tempo: di documenti, nemmeno l’ombra. Mi rimaneva una sola cosa da fare: appoggia la punta delle dita sulla testa di uno dei due uomini e mi concentrai. A poco a poco, piccole scariche elettriche iniziarono a passare dalla sua fronte alla mia, usando il braccio come conduttore. Era una tecnica un po’ faticosa, ma mi permetteva di trasferire qualsiasi informazione ci fosse nella testa di quel tipo. Certo, al suo risveglio avrebbe avuto un mal di testa più forte degli altri e si sarebbe accorto di fare fatica a sentire, vedere e stare in equilibro, ma, se non esageravo, potevo far passare molte informazioni da lui a me, senza procurargli danni permanenti.
Mi ci volle un minuto, ma presi tutto ciò che mi serviva. Scoprii così che quei tre erano agenti dell’I.S.A. (lei, in realtà, era una sorta di studentessa, anche se dubito che in una scuola dove ti insegnano ad uccidere un uomo in dieci modi diversi usando una forcina, ci siano ragazze ‘innocenti’. Non capivo perché, ma era una scuola solo al femminile. Boh… contenti loro) comunque scoprii anche che in città c’erano ancora dieci squadre in borghese con l’ordine di cercarmi e dare istruzioni alla loro base operativa mobile (Una portaerei ormeggiata al largo della costa) che avrebbe provveduto a inviare squadre di soppressione e ‘epurazione’.
‘Bravi… be’, dovrete aspettare un po’ per epurarmi.’Pensai, mentre mi allontanavo per tornare al mio rifugio.
Troppo stanco anche per dormire mi misi a fare qualche appunto mentale, giusto per non perdere i fili della mia sanità mentale: mi cercavano, sapevo sentire le onde radio (in pratica posso intercettare chiamate e comunicazioni radio, anche se mi ci voleva un po’ per sapere da dove arrivassero) e avevo alle spalle una misteriosa organizzazione nota come I.S.A. che aveva la presunta missione di catturare tutti quelli come me. (dalla sua mente avevo avuto la conferma di non essere l’unico)
Be’, per prendere una decisione avevo bisogno di risorse che non avevo… mi bastava poco, ma dovevo sapere quanti e quali miei simili fossero ancora vivi. Avrei potuto unirmi a loro o cercare un rifugio da solo. L’unica cosa che sapevo era che la base dell’I.S.A. si trovava al Pentagono.
‘bravo… progetti di entrare nella fortezza più sorvegliata del mondo senza niente… be’ ormai ei in gioco, no? Gioca fino in fondo.’ Pensai, mentre facevo due conti: per arrivare negli Stati Uniti avevo bisogno di denaro… molto denaro se volevo arrivarci di nascosto.
 
Per questo, il giorno dopo mi presentai all’appuntamento al parco. Il tipo con cui mi dovevo incontrare era uno abbronzato, con una fascia annodata sulla fronte, tipo bandana, aveva una maglietta nera e jeans. Si sedette accanto a me, la mattina, su una delle tante panchine, mentre leggeva il giornale. In prima pagina c’era scritto:
 
Idaho, Midvale e valle locale completamente in quarantena. Militari affermano che un laboratorio locale abbia liberato un pericoloso agente patogeno. Si tenta di limitare le perdite.
 
Bella storia, come se noi non fossimo abbastanza.
“Sei tu quello che ha bisogno di grana?” Chiese, lo spacciatore, senza staccare gli occhi dal giornale.
“Sì, sai… c’è crisi…” Risposi, io facendo finta di niente. Quel tipo aveva un sorriso inquietante.
“Cosa sai fare?” Mi chiese sottovoce, ancora apparentemente concentrato sul giornale.
“Dare cazzotti ed essere invisibile… sono cose che riescono bene a chi le sa fare.” Risposi di nuovo io. (Stavo cercando di far sembrare quella una conversazione normale)
“Bene… ascolta, qualcuno è interessato a te, se proprio vuoi… ma non sa ancora se fidarsi. Sappiamo delle tue… doti… all’inizio ti avrei tenuto per te, ma il capo mi ha beccato e ti vuole nel gruppo. Ti dirò cosa devi fare.”
 
Non fu piacevole, ma dovevo solo lasciare un messaggio minatorio (Per inciso feci saltare tutte le auto del 21° distretto di polizia.) dopodiché mi dileguai, tornando al mio contatto. Non incontrai resistenza: il distretto si riconosceva bene e aprire il cancello elettronico fu uno scherzo, così come disattivare le telecamere e gli allarmi. (Be’ è uno scherzo, solo se sai manipolare l’elettricità) Dopodiché sovraccaricai le batterie che fecero esplodere i motori. Non c’era nemmeno una guardia e, cappuccio calato, mi allontanai, mentre i vigili del fuoco accorrevano. Sotto una delle macchina distrutte lascia il biglietto che mi avevano dato (probabilmente era una lettera minatoria e non vi preoccupate, avevo i guanti, quindi niente impronte).
Fu il primo di molti casini in cui mi ritrovai, ma di certo fu uno dei più strani. Sapevo che la gente con cui mi stavo mettendo insieme era pericolosa, ma non vedevo altre soluzioni.
Se dovevo, avrei lavorato per loro. Ma sapevo già che li avrei traditi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
[Registro chiamata. Da agente sul campo Maya Lee (Nome in codice: foureyes) a Dottor Wolf.]
 
 
 
M.L.: Dottor Wolf, ho quello che voleva, la documentazione è completa. Gliela invio sul computer.
D.W.: Oh… grazie, Maya… mi servivano proprio… so che ti stai esponendo parecchio per me, consegnandomi questi dati…
M.L.: Lo so, ma a me non dispiace… medico o no, ho già visto abbastanza di quegli orrori. Non sopporto quello che fanno alla gente, lì dentro.
D.W.: Lo credo bene… ma non possiamo agire senza prove concrete. Se facciamo un passo falso, finiremo anche noi da qualche parte. Vorrei evitarlo. Mi chiedo come mai Ritcher si comporti in questo modo: dal database non viene menzionata nessun indole razzista.
M.L.: Immagino che lei non sia a conoscenza della storia del generale… e di sua figlia.
D.W.: Il generale ha una figlia!? Ma… i suoi dati dicono che non ha parenti e che non si è mai sposato!
M.L.: Un tempo lo era… ma le cose non andarono molto bene… anche a causa di A01. Era un problema ancora prima di diventare un Omega.
D.W.: So che è capo di un’organizzazione terroristica… ma cosa c’entra con il generale?
M.L.: deve sapere che, prima del progetto Omega, il generale, quando ancora aveva l’incarico sul campo di Comandante, fu inviato in missione con una squadra di fidatissimi uomini in Cile, dove si era scoperta una base della C.A.O.S. A01 era lì e uccise tutti gli uomini di Ritcher, prima che questi lo ferisse.
D.W.: Questo non spiega il suo odio verso gli Omega.
M.L.: Quello che nessuno sa è che il generale all’epoca aveva una figlia. A01 era pazzo e, per vendicarsi della ferita, cercò Ritcher a casa sua, ma, non trovandolo, si sfogò sulla figlia violentandola e uccidendola.
D.W.: Oh… signore…
M.L.: Da allora Ritcher odia A01 con tutto se stesso e, dopo il fallimento del progetto omega…
D.W.: Vede tutti gli Omega come complici di A01.
M.L.: Esattamente.
D.W.: Ora capisco… ma come mi sul database non c’è scritto niente di tutto questo?
M.L.: Lui cancellò personalmente quei dati, una volta raggiunto il grado di Generale… non so perché, ma, forse, lo vedeva come un modo per tagliare i ponti con il passato.
D.W.: Capisco… grazie, signorina Lee. Rimanga in contatto con Spectre.
M.L.: Ci conti.
 
Be’… non posso dire che non mi dispiaccia per Ritcher. Non era un tipo simpatico, ma un po’ capisco perché voleva sparare ad ogni Omega che vedeva. Ho un altro paio di registrazioni da farvi sentire, quindi portate pazienza… le troverete molto interessanti e rivelatrici.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
[Registrazione chiamata dall’Agente sul campo Marlene Wihte (Nome in codice: Lancer-709) Al Generale Ritcher (Nome in codice: Prometheus-001)]
 
 
 
 
M.W.: Generale, ho i rapporti delle operazione degli ultimi due giorni.
G.R.: d’accordo, agente, sono tutto orecchi.
M.W.: Per ora siamo riusciti a catturare dodici Omega fuggiaschi, ma ancora diverse decine sono latitanti. I comandanti sul campo sono ottimisti e credono che, entro la fine della settimana, avremo la situazione sottocontrollo. Abbiamo rilevato una certa difficoltà a rintracciare il soggetto WK07. Attualmente si trova in una posizione sconosciuta, ma, negli ultimi tempi a contattato la polizia locale di Palermo, consegnando in tutto cinquanta esponenti del crimine organizzato locale e circa 780.000 € tra materiali e denaro trovato in loco. Inoltre ha portato al ritrovamento di alcuni documenti che hanno portato al sequestro di diversi beni immobili del valore di circa due milioni di euro.
G.R.: Interessante. Un giustiziere. C’è altro?
M.W.: Sissignore, sfortunatamente, ci sono cattive notizie: il soggetto WK43 è fuggita, coadiuvata da un civile di diciannove anni che ha distratto le guardie, permettendo a lei di fuggire.
G.R.: Cosa!? Come cazzo ha fatto un ragazzino a distrarre tutte le guardie al camion blindato!?
M.W.: Non ci crederà, signore… ma ha aggredito i nostri uomini, ferendone diversi. Attualmente il soggetto è disperso.
G.R.: Merda… c’è altro!?
M.W.: Sissignore… ieri, a Roma, una delle nostre squadre ha rintracciato il soggetto WX01, ma è stata neutralizzata con efficacia. Il soggetto è ancora latitante. Stesso dicasi per il soggetto WY01… anche se i suoi metodi per neutralizzare i soldati sono a dir poco più… ‘decisi’… di quelli di X01. Stiamo ancora cercando i pezzi dei tre agenti.
G.R.: … D’accordo… grazie per le informazioni. Invii i rapporti al ministro della difesa, come al solito e al consiglio di sicurezza. C’è altro?
M.W.: In realtà… sissignore. Ho una domanda: ho saputo quello che è successo alla nostra base vicino a Midvale. Come procede?
G.R.: non sarei autorizzato a parlarne… avevo detto che WX02 era una pazza furiosa. La sua capacità di controllare veleni e tossine era fin troppo pericolosa, ma qualche capocciata voluto tenerla in vita. Alla fine è riuscita a liberarsi e ha infettato l’intera valle costringendoci ad una quarantena. L’unico lato positivo è che la maggior parte degli Omega in quella base sono morti. A parte un gruppetto al seguito di WK15 e WJ32 gli altri sono andati.
M.W.: Aspetti… che vuol dire: li ha infettati? Ne ha preso il controllo mentale, o qualcosa del genere?
G.R.: No… semplicemente sono pazzi: in quella valle sono diventati tutti dei maniaci assassini dannatamente furbi. Diverse mie squadre sono cadute in imboscate a causa loro. Ma presto la troveremo. È rintanata nella base e non si sposterà di lì.
M.W.: Grazie, signore. Mi scusi, ma devo fare rapporto, signore.
 
 
 
Altra gente interessante. Mi sono sempre piaciuti WK15 e WJ32. Erano entrambi dannatamente intelligenti e usavano bene i loro poteri. K15 si era messo alla testa di quel gruppo di sei Omega e li guidò per tutta la valle. All’inizio anche J32 li seguì, ma lei era più interessata a WX02: il rapporto tra quelle due era simile a quello tra me e Y01: non si sopportavano.  Anche K43 mi piaceva… forse anche troppo. Diciamo che la caccia in più guai di quanti si meritava. Anche se, forse, una parte glieli avrei potuti evitare… e un’altra se li è andati a cercare lei.
Queste sono le prime pagine del diario di WK15
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Non pensavo che potesse accadere.
Mio papà e mia mamma non volevano lasciarmi andare e, alla fine, sono stati uccisi. È passata una settimana da allora… una settimana infernale. Rinchiuso in quel campo dove l’avevano sottoposto ai più disparati e dolorosi esperimenti. Avevo perso il conto di quante cicatrici aveva: la maggior parte dietro la schiena, ma quelle non erano niente se confrontate a quelli in viso. Mi ricordavo ancora il dolore atroce che provai quando mi ficcarono quell’ago nell’occhio… non mi avevano nemmeno fatto l’anestesia. Ora non ci vedevo quasi più nella parte destra della mia visuale, anche se gli scienziati mi avevano assicurato che la cosa sarebbe passata presto. (Mi fidavo poco, visto quello che mi avevano fatto)
Credevo che sarei morto, lì dentro… o meglio, impazzito, per poi morire, ma il destino… o forse dovrei dire ‘una Omega con poteri estremamente pericolosi’ volle che io sopravvivessi un altro giorno.
Ero nella mia stanza (cella sarebbe più appropriato) e me ne stavo tranquillo in attesa che venissero a prendermi per il prossimo esperimento, quando sentii un rumore e vidi un uomo entrare nella mia stanza, buttando, letteralmente, giù la porta blindata. Era un soldato di corporatura robusta ed era curvo. Continuava a farfugliare qualcosa, mentre nelle mani teneva un coltello. Rimasi guardingo per qualche secondo, poi, con un urlo bestiale, lo vidi gettarsi su di me cercando di accoltellarmi. Sapevo difendermi, però. Concentrai tutta l’energia che aveva in un raggio di energia bianco, così potente che lo trapassai all’altezza del torace. Un colpo preciso che lo uccise sul colpo. Capii che stava succedendo qualcosa: l’intera struttura era piena di gente che urlava e sentivo in lontananza i colpi dei mitra e dei fucili. Nelle celle accanto alla mia si trovavano altri Omega morti, ma non ebbi il tempo di capire se fossero stai uccisi volontariamente dai soldati o da un orda di pazzi furiosi, anche se una serie di indizi mi fece propendere per la seconda ipotesi. (Non c’erano cartucce finite di proiettili per terra e i corpi all’interno della stanza erano troppi, come se si fossero ammucchiati). Mentre cercavo una via di fuga incontrai altri come me.
Si stavano difendendo da un gruppo di soldati e scienziati impazziti: una di loro stava usando l’acqua come barriera, costringendoli a stare lontani, mentre altri usavano ghiaccio, fuoco e altre capacità per tenere lontani gli avversari.
Non se la cavavano affatto male, ma, nonostante le loro capacità erano indeboliti dagli esperimenti e i nemici erano troppi. Due di loro morirono prima che potessi intervenire.
Uscimmo dalla base approfittando della confusione, mentre i soldati erano ancora impegnati a combattersi tra loro.
Ora siamo sei: due uomini, due donne, io e quella ragazza che sapeva manovrare l’acqua e usare la telecinesi.
Di seguito siamo: io, Mark Allow, WK15. La ragazza, Alissa Malek, americana di origini arabe, WJ32. Un uomo di trentasette anni e un di ventotto, Liam e Faust, rispettivamente WX17 e WY29. E due donne rispettivamente di quaranta e venticinque anni, Claire e Yuki (era di origine giapponese), rispettivamente WA13 e WK05.
Non ho ancora capito perché mi seguono, ma di certo ho cercato di mantenere in vita tutti, in modo da evitare le perdite. Non mi piace lasciare veder morire la gente. Si fidano di me, e ci nascondiamo. L’intera valle è stata messa in quarantena, così la città principale e i paesi circostanti, sono nel panico.
Noi ci siamo rifugiati in una vecchia casa abbandonata in una foresta di alta montagna, cercando di non attirare l’attenzione. Abbiamo un po’ di cibo, ma non durerà. So che dobbiamo prendere e andarcene. Abbiamo trovato ieri una galleria, forse una miniera, ma non so dove conduce. Se abbiamo fortuna ci condurrà dall’altro lato.
Io spero nella buona sorte.
 
 
 
 
Be’, non posso dire che non fosse ottimista, anche se non ci vedevamo di buon occhio, era una guida senza pari, degno di rispetto e coraggioso. Sapeva farsi rispettare e non mi sorprende che il resto del suo gruppo l’abbia seguito, anche dopo che si erano uniti a me.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Risalve: ho deciso di buttarmi e scrivere un po’. Ho completamente finito di ripassare i programmi di tutte le materie che ci chiederanno, ma, siccome sono ancora parecchio teso… devo assolutamente fare qualcosa per distrarmi.
Mi è venuto in mente solo una cosa: scrivere, scrivere e scrivere ancora!
Quindi rieccomi con l’ennesimo capitolo, dove, finalmente i caro WX01 e WY01, vengono affiancati da altri Omega.
A voi il giudizio, spero che vi piaccia e, ricordate: se mai qualcuno di quelli che segue/è interessato alla mia storia, volesse mandarmi il curriculum del proprio alter ego con i super poteri, io cercherò di aggiungerlo.
A presto e recensite
AxXx

  
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