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Autore: mirie    17/06/2013    1 recensioni
Spesso è difficile mantenere una relazione che si fonda sulla coppia, figurarsi quando il rapporto è formato da tre persone.Tra crescita, gelosia ed egoismo, la threesome non è composta solo da eccitazione ed irriverenza. Naruto, Sakura e Sasuke sono impulsivi, complicati ed emotivi, ma sempre irremidiabilmemte innamorati.
[Della serie:"quando la crescita non può far altro che complicare le situazioni" ecco che ricalco le scene sfruttando fino all'eccesso il rapporto tra quei tre psicolabili del team 7 :P]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nessun contesto
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Welcome to my place: io dovrei smettere di scrivere in modo quasi compulsivo. Mi verrà sicuramente un'artrite precoce alle dita, come se già non fossero abbastanza scheletriche così u.u
Perché impegnarmi in una fanfiction che durerà, ne sono certa, più di tre capitoli? Davvero, non saprei rispondere.  Dopo il flop dell'ultima raccolta incompleta, mi è saltata in mete la balzana idea di scrivere una threesome, di quelle che riesco a creare solo io (modesti a parte xD) cioè piena zeppa di introspezione sfrangi-maroni. Ma almeno sentendola completamente mia, pur ricalcando la banalità più assoluta .-. 
Il tema principale dovrebbe essere il mutamento di una rapporto a tre raggiunta la maggiore età, ma credo di aver fatto tanta tanta confusione.
Avvertenza: il capitolo è tanto statico (e pieno di seghe mentali) perché solo un prologo, non spaventatevi :P
Nonostante la presentazione priva di senso, vi auguro buona lettura  
 
 
 
Ed è subito sera
prologo
 
 
Si ha l'errata concezione che raggiungendo la maggiore età un adolescente possa finalmente considerarsi libero. Come se il minuto che ti separa dalla mezzanotte del tuo compleanno sia capace di renderti diverso, magari anche in grado d'infonderti qualità fino a quel momento sopite.
Naruto aveva davvero creduto che per lui i diciotto anni si sarebbero rivelati una svolta, poiché falsi miti come l'essere indipendente sia per la legge che per la sanità, avevano aumentato in lui la credenza che sarebbe cambiato tutto in meglio.
Tutto invece era diventato ancora più complicato, a partire dai suoi sentimenti. La maggiore età non aveva fatto altro che fargli accumulare domande e dubbi che non riusciva più a controllare.
Cercava risposte al suo amore su Sasuke e Sakura, alla voglia che lo attanagliava appena li vedeva, alla gelosia che lo pervadeva quando loro due trascorrevano troppo tempo insieme.
Cercava un significato a quelle notti passate insieme, quando tornavano tutti e tre da qualche festa o discoteca e Sasuke li invitava a dormire a casa sua, lontano dagli sguardi indiscreti dei genitori di Sakura alla proposta di ospitare a dormire due ragazzi.
Perché quelle notti Naruto si sentiva completo, donando una metà di se stesso a due persone che amava in egual misura. Il buio era in grado di nascondere le loro incertezze su un rapporto così complicato, lasciandosi pervadere solo da sentimenti rassicuranti.
La mattina era il vero problema. Naruto dimenticava ogni volta che la notte che si concedeva a Sasuke e a Sakura  la luce del giorno li avrebbe smascherati. Durante il giorno Sasuke ignorava ciò che era successo, Sakura si limitava ad ardere, mentre Naruto era ormai a un passo dallo scoppiare.
 
 
Naruto non aveva voluto una festa per i suoi diciannove anni. Ma comunque Kiba aveva convinto tutti, lui compreso, che un compleanno senza festeggiamenti sarebbe stato deprimente.
Nonostante l'università fosse iniziata da poco più di una settimana e in tutti si percepisse l'ansia per il nuovo inizio, ognuno decise che quella sera sarebbe stata l'ultima volta in cui si sarebbero divertiti, poiché intuivano che i futuri corsi ed esami non li avrebbero permesso simili svaghi.
< Come pensi di tornare a casa, Naruto?> chiese Sakura quando lo vide sorseggiare la terza birra. L'interessato si limitò a sorridere, dicendo alla fine < Tanto ci ospita Sasuke>
Tornarono a casa a stento, aggrappati l'uno all'altro, scroccando un passaggio da un autobus che faceva il turno notturno, ridendo sguaiatamente quando imitarono un possibile controllore che li chiedeva il biglietto. Persino Sasuke, sempre serio ed arrossato persino durante le sbronze, sghignazzava, cercando inutilmente di trattenersi.
Si buttarono nell'appartamento in affitto del moro senza aspettare un attimo, senza accendere la luce, scontrando ogni mobile, travolti dalla foga che consideravano sempre sconfinato amore.
Sasuke li condusse in camera da letto, ma quest'ultimo mobile non lo toccarono neanche.
Tra le tende si faceva spazio la luce fioca del primo mattino, pallida e malata come solo d'autunno poteva essere. Quando Naruto se ne accorse avrebbe voluto smettere, staccarsi dalle gambe di Sakura e spostare dalla sua schiena Sasuke. Avrebbe voluto smettere per chiedere finalmente ai due ragazzi cosa stesse succedendo, perché il loro rapporto, nonostante fossero cresciuti, rimaneva ancora così immaturo e nascosto alla luce del giorno.
Eppure Naruto continuò a lambire le gambe di Sakura e lasciarsi toccare dalle mani di Sasuke. Era ancora incapace di potersi separare all'improvviso da loro.
 
 
La luce entrò a fatica nella stanza dopo appena un'ora dal loro ingresso. Ciò impedì a Sasuke di continuare, liberandosi con calma dall'abbraccio di Sakura.
Naruto, davanti a quella scena, si rimise i vestiti, si guardò allo specchio per constatare solo che aveva un viso troppo stanco e salutò i due amici con un sorriso tirato.
Quando erano ancora più giovani, Naruto amava l'inverno: si risvegliava insieme a Sasuke e a Sakura con la possibilità di rimanere ancora a letto ad oziare per qualche ora, finché la luce non fosse entrata fastidiosa attraverso le persiane.
Adesso li aveva lasciati soli, concedendoli quasi di continuare senza di lui. Sapeva che l'avrebbero fatto. Forse non subito, forse Sasuke si sarebbe acceso una sigaretta e Sakura sarebbe andata a farsi una doccia. Ma sapeva che comunque ci sarebbe stato un seguito: sicuramente la ragazza avrebbe trovato il moro sotto il getto dell'acqua.
Naruto sospirò. Aveva creduto che i diciotto anni gli avrebbero dato tutte le risposte, ma niente tra loro era cambiato. Aveva sperato che i diciannove anni avrebbero dissipato le domande, ma tutto tra loro sembrava ancora immutato.
La strada era fredda, le persone poche e di fretta. Lunedì avrebbe avuto corso di statistica, ma stentava a ricordarsi le altre lezioni e sessioni.
Naruto si era accorto che con la fine del liceo il suo rapporto con Sasuke e Sakura sarebbe stato meno statico, meno calcolato. Non si era però reso conto che quella nuova maturità gli avrebbe impedito di fare sempre meno chiarezza sui suoi sentimenti. E alla fine dovette constatare che forse non ci sarebbero mai state risposte, che tutto sarebbe rimasto uguale perché finito.
Ora, proprio in quel momento, al centro di un marciapiede umido, Naruto rimpianse il fatto di non essere un adolescente al quale era ancora precluso il mondo degli adulti.
  
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