Questo
capitolo parla di Paige e Austin :) premetto che non aggiunge nulla alla
storia e non seguirà i periodi di Falling
in love ma
avrà propri periodi, propri cicli.
Capitolo 2
Quel pomeriggio aveva cancellato tutti gli
impegni sull’agenda, l’unico che c’era scritto a caratteri cubitali era:
RIPETIZIONI A STEPHAN.
Non sapeva davvero se ci avrebbe messo tutto il pomeriggio per quelle ripetizioni,
iniziava ancora quel giorno e da quello che le aveva detto Austin brevemente,
qualche giorno prima, le sembrò che promettesse bene.
Aveva insistito affinché Austin non la venisse a prendere perché non ne trovava
il motivo, ma il ragazzo imperterrito si era fatto trovare sotto il portone di
casa sua quindici minuti prima, così da non poter sfuggire.
<< La strada che faccio di solito per abbreviare la distanza da casa è
chiusa per lavori, ci toccherà quella più lunga e trafficata.. >> parlò
Austin quando entrarono in macchina.
Furono le uniche parole che vennero dette, poi silenzio.
Paige si limitò ad annuire sorridente e poi voltò lo sguardo dall’altro lato
del finestrino.
Potevo andare a piedi e fare prima,
pensò la ragazza.
Nessuno dei due pronunciò più alcuna parola, era un silenzio imbarazzante,
troppo per i suoi gusti. Austin sembrava tranquillo come se non fosse accaduto
nulla quella notte a Las Vegas tra loro due. Ma per lei non era per niente
nulla, anzi..
Paige si addormentò con la testa posata
sulla spalla di Austin, solo quello ricordò, poi vuoto. Era così stanca che era
crollata nel sonno più profondo. Quella stessa mattina però quando aprì gli
occhi si ritrovò abbracciata ad Austin come abbracciava i suoi pupazzi
quand’era bambina. Stretta a lui come una sanguisuga con le gambe intrecciate
nelle sue, le braccia strette vicino al petto del ragazzo mentre la cingeva con
un braccio dietro la schiena e uno che le circondava la vita. Sentiva il suo
respiro, leggero e riposato, non riuscì ad assicurarsi se dormiva o era sveglio
come lei, perché il capo di Paige era posato sul suo petto, ma riuscì comunque
a orientarsi con l’orario, dal sole che entrava nella stanza doveva essere
mattina inoltrata.
Come era finita in quella situazione??
Paige fece una piccola smorfia e allontanò leggermente il capo dal petto di
Austin per osservarlo in volto e lo vide riposare beatamente.
Con un’espressione serena e appagata. Paige si morse il labbro inferiore
osservando il ragazzo dormire beatamente e pensò che fosse davvero carino ma
poi pensò al peggio e sbarrò leggermente gli occhi sperando che
quell’espressione non fosse frutto di una nottata che lei in realtà non
ricordava affatto.
Ricorda ragazza, ricorda, dannazione!!
Stava parlando con Austin ma le palpebre erano troppo pensanti e iniziò a
chiuderle per riposarle un po’ continuando comunque a sentire cosa avesse da
raccontare Austin, poi.. vuoto. Non ricordava più nulla e non si sentiva
affatto tranquilla.
Quando si distaccò di qualche altro centimetro per allontanarsi da Austin
delicatamente senza svegliarlo, quest’ultimo emise un leggero sospiro e stringe
Paige ancora più vicino al suo corpo.
Oh no.
<< Oh, non sapevo fossi sveglia.. >>
Quando Austin aprì gli occhi la osservò e parlò con voce impastata dal sonno.
Una voce così profonda che le provocò brividi in tutto il corpo, ma si ridisse,
affermando invece che non potessero essere per la sua voce ma perché in realtà sentiva
freddo.
<< Buongiorno. >> sorrise leggermente imbarazzata Paige scostandosi
da Austin quando il ragazzo la lasciò andare, e inizialmente provò davvero
fresco sul corpo.
<< Buongiorno a te. >> convenne lui sorridente. << Sei
sveglia da molto? >>
<< No.. mi sono appena svegliata.. >> mentì la ragazza portandosi
seduta aggiustandosi i capelli in modo nervoso.
Quando Austin si svegliò completamente, vide Paige muoversi in modo nervoso e
portarsi seduta il più lontano da lui.
Corrugò le sopracciglia e si portò seduto anche lui mettendosi al suo fianco ma
mantenendo comunque quella leggera distanza tra i loro corpi. Non lo guardava
più negli occhi e qualcosa la turbava,
come se quella Paige che aveva conosciuto la notte precedente, era scomparsa.
Non era chiaro il motivo ma forse centrava il fatto che si fosse risvegliata
abbracciata come un peluche al suo corpo senza capirne il motivo..
<< Come mai sei nervosa? Successo qualcosa? >> Cercò i suoi occhi
ma la ragazza continuava a evitare il suo sguardo.
<< Cosa?? No .. stavo solo pensando a come far parlare Laurel per farmi dire
cosa ha combinato con Trevor ieri notte.. >> sorrise la ragazza
guardandolo negli occhi per qualche secondo e poi di nuovo a evitare il suo
sguardo.
Un’altra menzogna per non farsi notare. Non amava molto dire bugie soprattutto
non amava dirlo alle persone che voleva bene e Austin era una di quelle
persone. Ma non poteva di certo dirgli: ‘Si è successo qualcosa. Come mai mi
sono risvegliata abbracciata al tuo corpo e che per di più mi piaceva un sacco
starti così vicino..??’
Eh sì. Austin aveva ragione, era nervosa e conosceva anche il motivo.
<< Ogni
riferimento è puramente casuale.. >> rise Austin
scuotendo il capo. Paige non capì il perché
di quel comportamento e così lo guardò curiosa di sapere
perché stesse
ridendo.
<< Se ti stai domandando se abbiamo fatto qualcosa ieri notte.. la
risposta.. è no! >> aggiunse Austin sorridente.
<< Oh.. no, no non.. non mi stavo domandando questo.. >>
Che bugiarda che sei!! Si stava domandando solo quello da quando aveva aperto
gli occhi e aveva visto in che condizioni era con Austin.
<< Grazie per avermelo detto..
comunque. >>
Quell’imbarazzo, anche se Austin le aveva assicurato che non fosse accaduto
nulla tra loro quella notte, anche dopo che le aveva raccontato tutto per filo
e per segno cosa in realtà era successo, continuava a esserci.
Così come nella macchina.
<< Saremo soli a casa, i miei lavorano.. >>
Austin cercò di fare conversazione in
molti modi, parlando di come fosse scuro il tempo quella sera oppure di cosa
avesse fatto quella mattina ma nulla l’aveva interessata tanto da farla
continuare la conversazione e rispondeva a monosillabi.
Paige osservò Austin e quest’ultimo subito si corresse: << Intendo saremo
solo io, tu e mio fratello Stephan.. >>
<< Oh.. e i tuoi allenamenti?? >>
<< Oggi avevamo solo la visita del medico della squadra, così posso
starti vicino in caso Stephan decidesse di comportarsi come al suo solito.
>> fece una piccola smorfia Austin in riferimento al comportamento del
fratello.
<< Stai parlando di tuo fratello come se fosse un criminale pronto a
infrangere tutte le regole, secondo me non andrà poi così male! >>
ammiccò la ragazza.
Austin sorrise svoltando in una piccola stradina per uscire dal traffico.
Non era passato molto da quando erano tornati da Las Vegas, ma lei comunque si
sentiva in imbarazzo dinanzi a Austin, che al contrario, sembrava sentirsi
totalmente a suo agio.
In pochi minuti arrivarono a casa del ragazzo e per fortuna tutto
quell’imbarazzo svanì e fu costretta a pensare a solo una cosa. Stephan. Ora il
ragazzo aveva la priorità.
Quando entrarono in casa, un buon odore di fresco e di pulito, insieme a una
forte fragranza maschile, le invase le narici e la fece rilassare.
<< Pulce!! >> urlò Austin.
<< Pulce vieni subito qui, è arrivata Paige! >>
All’inizio Paige non capì a chi fosse riferito in nomignolo pulce poi quando
vide un ragazzo scendere le scale a passo lento e sbuffando sonoramente capì
che si riferiva a Stephan.
Quando le si presentò dinanzi, vide un adolescente alto quasi quanto lei, né
troppo magro né troppo grasso ma era comunque uno di quei ragazzi che preferiva
più curare il corpo e l’aspetto che lo studio.
Capelli ben sistemati con un taglio all’ultima moda, una maglietta blu chiaro a
maniche corte, un jeans consumato sulle cosce e delle scarpe con i lacci in
fuori.
Osservando prima Austin e poi Stephan la somiglianza era davvero incredibile,
anche se si passavano molti anni differenza, erano quasi identici.
<< Ciao, tu devi essere Stephan. Piacere io sono Paige. >> Parlò la
ragazza mostrando la mano a Stephan che era rimasto a bocca aperta per
tutto il tempo che l’aveva vista.
<< Molto piacere Paige. Sì sono proprio io, Stephan. E quindi
fratellone.. questa ragazza mi aiuterà con le ripetizioni?? >> ammiccò il
ragazzino vicino al fratello.
Austin vide Paige sorridere ma a lui non veniva voglia per niente di sorridere
e quindi aggiunse: << Verrà qui tre volte a settimana per aiutarti nelle
materie che hai più bisogno e se è necessario anche più di tre volte. >>
<< D’accordo. >> roteò gli occhi il ragazzino.
Quando Austin mostrò a Paige dove si sarebbe dovuta accomodare, la ragazza
iniziò a uscire qualche suo appunto che forse sarebbe servito durante lo
studio. I ragazzi la raggiunsero e Stephan prese quei pochi libri ben intatti e
glieli mise davanti.
<< Oh.. >> osservò la ragazza divertita così continuò: <<
Questi libri hanno l’aria di non essere mai stati usati in tutta la loro vita.
>>
Austin trovò divertente il commento di Paige ma la cosa che trovò ancora più
strana era vedere sul volto di suo fratello imbarazzo.
Si era imbarazzato per quel commento? Forse Paige avrebbe davvero aggiustato le
cose, come speravano tutti.
In tre ore avevano fatto appena due materie, ma era comunque un grande passo
per Stephan, che cercava di seguire i discorsi e le spiegazioni di Paige. E
dopo una breve pausa ripreso a studiare per qualche altra oretta.
Paige decise che per quel giorno poteva bastare.
Stephan si allungò stirandosi i muscoli dopo tutto quel tempo a stare seduti e
dopo aver posato i libri in una cartella, andò in cucina per rinfrescarsi.
<< Visto? Non è andata poi così male. >> ammiccò Paige guardando
Austin che era seduto al suo fianco.
Sbalordito disse: << Non è andata poi così male?? Vorrai scherzare è
andata benissimo. È la prima volta che vedevo mio fratello così preso dalla
spiegazione di qualcuno! >>
Paige rise sistemando anche le ultime carte con gli appunti che erano serviti
per spiegare alcune cose e poi rivolse la sua completa attenzione al ragazzo al
suo fianco.
<< Tuo fratello ha un quoziente intellettivo non male, potrebbe essere
più intelligente anche di te.. >> ammiccò lei.
<< Adesso non esageriamo, tesoro. >> si vantò il ragazzo con una
smorfia, Paige rise e si passò la lingua sulle labbra per rinfrescarle un po’.
Dopo tutte quelle ore a parlare aveva davvero bisogno di qualcosa di fresco.
<< Sarai assetata, ti porto
qualcosa da bere? >> fece Austin come a leggerla nella mente.
<< Oh, si grazie. >>
Austin si alzò e si avviò verso la cucina, dove trovò suo fratello poggiato
contro il tavolo intento a bere Coca-Cola.
<< Dove la tenevi nascosta una ragazza come quella? La volevi tutta per
te, eh fratellone? >> ammiccò il ragazzino bevendo anche l’ultimo sorso
della bibita.
<< Falla finita! >>
<< Dico l’hai vista? È uno schianto di ragazza! Una come lei me la posso
solo sognare a scuola dove vai io! >> ammise il ragazzino accigliato.
Austin continuò a cercare le bibite senza dargli retta.
<< Com’è che si chiama..? Paige giusto? >>
Austin annuì distrattamente e così Stephan aggiunse sovrappensiero: <<
Paige.. bellissima! >>
<< Ma la smetti di fantasticare su di lei!? >> parlò Austin senza
farsi sentire troppo dalla ragazza, che era nella stanza affianco,
rimproverando il fratello.
<< E che fantasticherie!! >>
Stephan ricevette un pugno sul braccio e con ‘ahi’ si massaggiò dove Austin
l’aveva colpito poi disse: << Comunque.. se non fosse fidanzata con te,
le avrei già chiesto di uscire, uno.. due baci e poi qualcosa che non posso
dirti perché non capiresti, fratellone. >> fece spallucce e diede un
piccolo buffetto sulla spalla del fratello.
Con quell’ultima frase Stephan aveva superato il limite. Austin aveva compreso
bene cosa avesse in mente il ragazzino in quel momento e non avrebbe chiuso un
occhio facendo finta che in realtà non avesse detto nulla. Prima che il
fratello riuscisse a uscire dalla cucina lo afferrò e se lo portò talmente
vicino da sentire il suo respiro sulla pelle.
Non poteva permettergli di dire una cosa del genere su Paige, non davanti a
lui. Paige era una sua amica e dopo quello che aveva passato con il suo ex che
la pensava proprio come Stephan, non avrebbe permesso a nessuno di parlare in
quel modo di lei.
<< Stammi a sentire molto bene, Stephan. Se ti azzardi a dire anche solo
un’altra minima cosa su Paige in quel modo, ti rovino quel bel faccino che ti
ritrovi. Ci siamo intesi? >>
Era una minaccia e anche il ragazzino lo sapeva bene. Austin si arrabbiava con
lui sì, ma quando diceva il suo nome per intero era più che serio e quella
volta avrebbe ubbidito a quella minaccia.
Annuendo il ragazzino si allontanò dal fratello per ritirarsi in camera, dopo
aver salutato Paige e averla ringraziata per il suo aiuto.
Dopo essersi rinfrescati, si accomodarono sul divano e mentre parlavano,
sentirono alcuni miagolii venire verso di loro. Paige corrugò la fronte e non
ebbe nemmeno il tempo di chiedere cosa fosse che un piccolo gatto spuntò da
dietro il divano.
Sobbalzò quasi quando vide quella folta palla di pelo venirle incontro.
Era un bellissimo gatto bianco con alcune macchie nere e per di più era un
cucciolo. Lei amava i gatti, erano coccolosi e autonomi e in più erano puliti
il che rendeva meno faticoso e fastidioso pulirli.
<< Oh, che bel gatto.. >> parlò Paige prendendolo in braccio per
accarezzarlo.
<< E’ di mia mamma, adora i gatti. Quando l’ha trovata, era in condizioni
pietose, era vicino alla spazzatura rinchiusa in un sacco nero ed era l’unica
sopravvissuta di altri cinque gatti che erano rinchiusi con lei. >>
A Paige le si spezzò il cuore nell’udire quella storia e continuò ad accarezzare
la gatta che adorava essere toccata in quel modo dalla ragazza, facendo
addirittura le fusa.
<< Quindi sei una femmina.. >> sorrise Paige accarezzandole il
dorso. << Come hai detto che si chiama? >>
<< Non l’ho detto.. non ha un nome in realtà. Mia madre non ne ha trovato
ancora nessuno di adatto.. >>
Paige osservo quella piccola palla di pelo tra le sue mani a macchie bianche e
nere e poi le venne il nome adatto! << Mou! >>
<< Cosa? >>
<< Chiamiamola
Mou! È adatto a lei per queste macchie che ha sul corpo,
non trovi?? >> sorrise dolcemente la ragazza. Austin la
scrutò
attentamente e poi osservò il cucciolo tra le sue mani e
pensò che non fosse
una cattiva idea chiamarla Mou e a sua madre non sarebbe dispiaciuto se
qualcun'altro avrebbe assegnato il nome al suo gatto al posto suo.
<< E’
perfetto! >> Concordò Austin osservando le due figure
dinanzi a lui con
uno sguardo dolce. Paige era bellissima con quella sua aria innocente e
dolce.
Lei che stava ancora accarezzando Mou però, si accorse del silenzio che si era
creato tra loro e scorse il momento adatto per parlare. << Credo.. sia
meglio che vada, si è fatto tardi. >> Austin che era ancora nei suoi
pensieri, la osservò e quando ebbe afferrato, annuì alzandosi per accompagnarla lui stesso a
casa, nonostante Paige continuasse a declinare l’offerta. Non appena aprirono
la porta per uscire, un forte temporale li travolse.
<< Bene, adesso non potrai più dire di no, almeno. >> sorrise
Austin.
Ripercorsero lo stesso tragitto per tornare a casa di Paige mentre il temporale
sembrava non voler finire, ma peggiorare. Quando arrivarono sotto casa della
ragazza, Austin fermò la macchina e parlò prima che Paige scendesse. <<
Grazie ancora Paige.. >>
<< Per cosa? >>
<< Per quello che hai fatto oggi pomeriggio con Stephan. >> Paige
sorrise divertita e parlò: << Ancora? Suvvia Austin è ancora il primo
giorno abbiamo ancora moltissimi incontri, mi ringrazierai alla fine. >>
ammiccò.
<< No sul serio sei stata incredibile, sei una ragazza dolce e non
pensavo riuscissi ad avere questi risultati in così poco tempo. >>
Tutti quei complimenti a Paige non la fecero di certo sorridere
volontariamente, anzi si impose quasi di sorridere. Molte volte Peter parlava
così quand’erano soli nella loro camera, la lusingava essere trattata in quel
modo da un ragazzo molto più grande di lei, la faceva imbarazzare, sapeva come
trattarla, anche a letto e poi.. Peter l’aveva tradita. Era più forte di lei a
volte ricordare il passato così in fretta e non potersi godere il presente con qualcun
altro.
<< Qualcosa non va Paige? >>
parlò il ragazzo accorgendosi quel cambiamento in Paige. La ragazza negò
con il capo non volendo dare una sgradevole impressione, ma tutti quei
complimenti l’avevano fatta innervosire parecchio. << Paige, ti prego
parlami. >> aggiunse Austin stringendole la mano e lei la scostò in
fretta.
<< Non.. non è successo niente Austin. Grazie per il passaggio. >>
E uscì di corsa
dalla macchina. Austin la guardò andare via, correre sotto la
pioggia fin sotto il portone di casa sua
e sbatté la mano contro il volante. Non capiva perché non
gli aveva detto da
cosa derivasse quell’agitazione improvvisa e Austin si
sentì impotente con una
donna per la prima volta in tutta la sua vita. Paige gli piaceva molto
ma c'era qualcosa che non andava e lui doveva scoprire cosa le fosse
accaduto.
Non si era comportata nei migliori dei modi con
Austin, né dopo il passaggio in macchina quella sera né nei giorni a seguire.
Si era completamente rinchiusa in se stessa e si odiava per quel suo modo di
reagire in quei casi. Parlava a monosillabi e a volte si sentiva confortata che
con loro ci fosse anche Stephan, così che Austin non potesse uscire nuovamente
quel discorso e chiederle del suo passato ma Austin non si sarebbe arreso. Nonostante
tutto, in qualche modo lei doveva farsi perdonare quel suo atteggiamento da
vera idiota.
Quel pomeriggio si recò con Kate agli allenamenti della squadra. Ovviamente lei
poteva entrare liberamente senza essere fermata da qualcuno perché la sua migliore
amica era un membro della squadra e inoltre aveva familiarità con quel luogo
che tutti, quando la vedevano, la salutavano e le chiedevano anche come stava.
Dopo aver chiesto alcune informazioni della squadra a una ragazza che era nella
hall che si occupava di tutti gli appuntamenti dei ragazzi, raggiunse il campo
esterno diretta verso gli spogliatoi.
Alcuni ragazzi marciavano in direzione opposta alla sua ed erano appena usciti
dallo spogliatoio. Conosceva alcuni di loro così domandò dove poteva trovare
Austin e loro le indicarono proprio lo spogliatoio.
Quando arrivò vicino la porta rimase ferma immobile a fissarla. Deglutì nervosa
e pensò. Pensò se fosse meglio entrare o aspettare che uscisse lui. I ragazzi
le avevano detto che era rimasto solo lui nello spogliatoio perché come sempre
era l’ultimo a cambiarsi, ma non voleva comunque entrare per paura di
ritrovarselo nudo o per di più nudo e gocciolante. A quel pensiero sentì un
improvviso calore spargersi in lei e sbatté le palpebre più volte scuotendo il
capo non credendo a ciò che era appena successo. Si era eccitata immaginando
Austin nudo e gocciolante??
In quel momento voleva essere proprio come Kate, sfacciata a tal punto da
entrare nello spogliatoio dei ragazzi senza timore di ritrovarseli nudi o
quant’altro. Alla fine pensò che dopo tutto quel tempo a pensare a cosa fosse
meglio fare se entrare oppure no, Austin sicuramente si era già sistemato ed
era vestito, stava solo tentennando ancora un altro po’ nello spogliatoio.
Perciò decisa, bussò alla porta.
<< Ragazzi lo sapete che non c’è bisogno di bussare per entrare nello
spogliatoio.. oh! Ciao Paige. >> un grosso sorriso si disegnò sul viso
del ragazzo quando dinanzi a lui anziché trovarsi una mandria di ragazzi si
ritrovò proprio lei. La ragazza per tutta la settimana lo aveva evitato.
Paige tirò un sospiro, sollevata nel vederlo coperto per lo meno le zone
interessanti.
<< Non pensavo fossi tu.. è successo qualcosa? >> chiese il ragazzo
prendendo una fascia bianca e un po’ di disinfettante sul mobiletto alle sue
spalle. Una visione degna di essere venerata, pensò la ragazza sentendo le
guance avvampare. Indossava solo dei boxer neri, il resto del corpo era nudo e
perfetto in ogni sua forma. Una schiena muscolosa con due leggere fossette di
venere che s’intravedevano sul fondoschiena, un bellissimo culo sodo e due
gambe muscolose.
Riprenditi idiota, ti sta fissando!!
<< Sì beh.. ma tu sei ferito?? >> Paige sviò lo sguardo sulla
caviglia del ragazzo quando Austin prese a disinfettarsi. Fece qualche passo
nella sua direzione e si avvicinò per osservare meglio da vicino cosa avesse
alla caviglia.
<< Oh, non è nulla di grave, un ragazzo mi ha colpito sulla caviglia con
i tacchettini per rubarmi la palla, c’è solo un po’ di dolore, metto la benda
per non far gonfiare la caviglia e tenerla ben stretta.. >>
Paige si offrì di sistemare lei stessa la benda e nonostante le proteste di
Austin riuscì comunque a fare quello che doveva.
<< Grazie.. >> borbottò Austin lasciandosi curare. Di solito erano
i medici a fare quel lavoro ma non era nulla di grave perciò sarebbe stato in
grado di farlo lui stesso, ma quando Paige iniziò a sistemargli la benda non
poté che provare un senso di piacere nel farsi curare dalla ragazza. Quei
movimenti decisi come chi sapeva fasciare una gamba, lo sorpresero ma non più
di tanto, ormai Paige non faceva altro che sorprenderlo. Era diversa dalle
altre ragazza, era speciale, intelligente, dolce e anche molto.. bella. Sexy.
<< Devi aver curato molte persone in questo modo.. >> parlò Austin
con voce con profonda che la fece eccitare.
<< Bhe io.. >> si schiarì la gola per non apparire imbarazzata e
poi continuò: << Fare la baby sitter implica anche curare i bambini se si
fanno male, no? E loro si fanno male spesso. >>
Austin non sapeva che Paige badasse a dei bambini. Lui adorava i bambini e
immaginare Paige prendersi cura dei piccoli gli fece gonfiare il cuore che
prese a battere forte.
<< Ecco qui.. così non dovrebbe farti male mentre cammini. >> aggiunse
la ragazza alzando lo sguardo e incontrando quello del ragazzo che le sorrideva
e subito si sentì in imbarazzo come sempre quando era con lui. Non riuscì a vedersi
in volto ma sapeva con certezza che aveva le guance in fiamme!
<< Adesso invece mi dici perché sei entrata nel mio spogliatoio? Non penso che i ragazzi ti abbiano chiamato
apposta per dirti che ero ferito.. >>
Lei rise e aggiunse: << No, in effetti, ero qui per un altro motivo.
Ammetto che in questa settimana non mi sono comportata nei migliori dei modi..
>>
<< Vero. >>
<< Ecco appunto.. perciò per farmi perdonare vorrei invitarti a uscire.
>>
<< Quando? >> chiese il ragazzo trovando allettante l’idea di un
invito da parte di Paige.
<< Non so.. domani sera potrebbe andare? >>
<< Facciamo questa sera e l’affare è chiuso! A patto che vieni con me in
un posto dove cucinano cose buonissime! >>
<< Ok ci sto. >> rise la ragazza.
Non era andata poi così male pensò Paige quando lasciò Austin nella sala centrale del club perché aveva un
appuntamento con il mister.
Per Austin invece non poteva andare meglio. L’aveva di nuovo sorpreso quella
ragazza come sempre da quando si conoscevano.
Si rimproverò con se stesso per non averci pensato lui prima a invitarla a
uscire, ma l’avrebbe comunque portata in un luogo che a lui piaceva moltissimo
facendole vivere una serata magnifica.
Paige indossava una camicetta bianca
trasparente sul retro, lasciando intravedere l’intera schiena, un pantalone
nero elegante e delle decolté anch’esse nere.
Aveva lasciato i capelli mossi e liberi come una chioma selvaggia, proprio come
piacevano ad Austin. Quando il ragazzo la vide, quando la andò a prendere per
portarla a cena, rimase a bocca aperta per quella magnifica visione. Era una
bomba sexy bellissima.
Il pantalone stretto metteva in risalto tutte le linee delle gambe lunghe e
snelle e dei fianchi, e la camicetta trasparente sul retro metteva in mostra la
sua bellissima schiena... Aah, se solo sapesse cosa avrebbe fatto Austin con la
lingua su quella magnifica schiena..
A quel pensiero qualcun altro in basso prese una via verso l’alto..
<< Tecnicamente ti ho invitato io a uscire questa sera, non dovrei
portati io in un ristorante? >> parlò Paige mentre entrambi
s’incamminarono.
<< Non questa sera, piccola. >> sorrise Austin cingendole la vita
con un braccio e tirandosela a sé.
I due pranzarono in un ristorante alla moda ma comunque tranquillo, lontano dal
chiasso della città e dei pub.
A Paige piacque molto il cibo che le fu servito ed entrambi trovarono
divertente quando un cameriere lasciò loro, prima di uscire dal locale, un
bigliettino con scritto un numero telefonico. Senza dubbio era il numero del
cameriere ed era indirizzato a Paige.
Austin affittò un motorino e insieme raggiunsero la spiaggia più vicina. I
capelli le volarono e il vento che le trapassava il corpo rendeva quel momento
speciale e unico.
<< Oh mio dio. >>
Ma nulla poteva reggere in confronto al magnifico sfondo che vide quando
raggiunsero insieme la spiaggia. Una luna piena, bianca come il latte si
elevava nel cielo circondata da miliardi
e miliardi di stelle che illuminavano quella notte. La luna in alcuni angoli
era nascosta dalle nuvole e il tutto rendeva l’atmosfera.. magica. Da rimanere
senza parole.
Austin parcheggiò il motorino si tolse
il casco e osservò sorridente Paige. Aveva un’espressione sorpresa, sicuramente
non aveva mai vissuto un momento come quello in vita sua.
<< E’ bellissimo.. >> parlò la ragazza con voce emozionata.
<< Sapevo ti sarebbe piaciuto. >>
Paige gli rivolse un sorriso e poi togliendosi le decolté immerse i piedi nella
sabbia fresca che le fece rizzare i peli dietro la nuca e un brivido lungo la
spina dorsale.
Raggiunsero il posto più vicino al mare e si accomodarono sulla sabbia osservando
il paesaggio intorno mentre il rumore delle onde che s’infrangevano con la
superficie della terra faceva da sottofondo.
Paige chiuse gli occhi e inspirò la brezza marina che c’era nell’aria.
<< Ci uscirai con quel cameriere? >> domandò d’un tratto Austin
ossarvandola sorridente. Paige volse lo sguardo nella sua direzione e lo scrutò
a fondo cercando di capire perché avesse tirato in ballo quell’argomento,
soprattutto in quel momento!
<< Dovrei? >> chiese lei.
Per qualche strana ragione Austin pensò a una sola risposta logica. No, non dovresti. Ma infondo non poteva
di certo risponderle in quel modo, non era il suo fidanzato, era solo un amico
e un amico non si comportava in quel modo.
<< Sembra un bravo ragazzo. >> aggiunse lui facendo spallucce.
Paige non cercava altro. Solo un bravo ragazzo che le sarebbe rimasto affianco
per tutta la vita.
<< Allora dovrei considerare buona la sua offerta di chiamarlo quando
voglio.. >> costatò la ragazza rivolgendo lo sguardo verso il mare e il
cielo. Ma Austin non fece lo stesso, rimase a fissarla. Fissò i lineamenti del
suo viso e di come appariva sempre più bella. Paige con la coda dell’occhio
vide la mascella di Austin contrarsi, appariva nervoso e forse era per quel
cameriere, non sapeva e non capiva il motivo ma doveva cambiare discorso o
quella magnifica serata sarebbe diventata orrenda.
<< E’ tutto così magnifico.. >>
Austin parve addolcirsi e aggiunse: << Ti avevo promesso una serata
magica, e io mantengo sempre le promesse. >>
Paige voltò lo sguardo per fissarlo e gli sussurrò un dolce: << Grazie.
>> per poi avvicinarsi e lasciargli un leggero bacio sulla guancia, ma
quasi non volendo andò a baciarlo proprio sull’angolo sinistro della bocca.
Quando si accorse di quello che aveva fatto, Austin la stava fissando
intensamente con una luce diversa negli occhi scuri e profondi, che la
incantavano. La sua mano le aveva sfiorato la guancia e come paralizzata da
quello sguardo non riuscì più a muovere nessun muscolo, l’unica cosa che poteva
fare in quel momento era sentire le labbra di Austin che sfioravano le sue.
Non riusciva a spiegare che effetto aveva Austin su di lei.. sapeva solo che
quando lui premette di più le labbra per approfondire quel bacio, lei gli diede
libero accesso. Le loro lingue si toccarono, si unirono e i sapori si
mescolarono. Era caduta in un vortice di passione di cui non conosceva
l’uscita. Tutto dal bacio all’atmosfera per finire con Austin, le piaceva in
quel momento. Non sarebbe voluta essere in nessun altro luogo, neanche con quel
cameriere, voleva essere solo lì. Ma qualcosa, qualcuno le ricordò cose sgradevoli
del suo passato. Chissà perché la sua mente le tirava un brutto scherzo quella
sera e ricordò.
Sono tutti uguali, maledizione.
Ricordò le sue parole urlate contro Kate la sera del fatto, quando sorprese
Peter con quella puttana.
Così si allontanò di scatto da Austin.
Quando lui vide i suoi occhi preoccupati, parlo. << Io.. mi dispiace
Paige, non avrei dovuto. >>
Paige abbassò lo sguardo e subito, Austin cingendole la vita per avvicinarla a
sé e alzandole il volto con una mano, aggiunse: << Senti Paige. C’è
qualcosa che non va. L’altra sera sei fuggita dalla macchina dopo che ti ho
ringraziato del lavoro che hai fatto con mio fratello e adesso questo.. se il
problema sono io, ti prego dimmelo perché sto impazzendo non so più cosa
pensare! >>
No, no.. tu eri perfetto, il bacio era
perfetto, tutto. Sono io la stupida che non riesce a lasciarsi il passato alle
spalle!!
<< La colpa non è tua.. >> scosse il capo Paige abbassando
nuovamente lo sguardo. Ma in quel momento, dopo le parole che le aveva detto Austin
non riusciva più a mentire, non poteva e voleva dirgli tutto. All’inizio
pensava di potersi fidare e ora lo sapeva con certezza. Così gli raccontò di
Peter, della promessa che le aveva fatto prima di andare a vivere insieme, dei
momenti magici, dei complimenti e di come la lusingava rendendola sempre
speciale e unica e poi la fatidica notte.. il tradimento.
Austin non disse nessuna parola, non imprecò contro Peter per quello che aveva
fatto. Semplicemente le baciò la fronte, la sollevò dai fianchi e se la portò
in grembo, abbracciandola e stringendola forte.
A Paige le si riempì il cuore per quel gesto e se pensava che Austin fosse
diverso, ora ne aveva la conferma.
Il fatto che Paige si fosse confidata con lui quella sera lo rendeva felice e
orgoglioso. Certo non negava che se mai avesse incontrato quel Peter
gliel’avrebbe fatta pagare grossa, ma in quel momento Paige era più importante
e lo sarebbe sempre stata. Perché si conoscevano ormai da mesi, tanti, e gli
piaceva.. e forse anche più di un semplice
piacere, forse c’era anche qualcos’altro, qualcosa che Austin conosceva bene,
ma per il momento Paige non avrebbe dovuto sapere.
Buon pomeriggio ragazze :D eccovi postato il secondo capitolo della mini storia, spero che anche questo come il primo vi piaccia e se vorrete lasciare anche un piccolo commento io sono qui, sempre se volete ovvio ;) nello scorso capitolo non ci sono state recensioni spero che non vi siate annoiate :(.. spero che questo vi sia piaciuto un po' di più.
Sto concludendo anche questa mini storia perché come vi ho già detto è di 3 capitoli ma premetto che non so ancora come andrà a finire il prossimo capitolo perciò potrebbe anche allungarsi e diventare di 4 capitoli come Take me :D spero solo che non vi stiate annoiando troppo nel leggerla.. :)
Ripeto, per chi vorrà lasciare una recensione io sarò qui a leggerla.
Vi mando un grosso bacio!
Betta <3