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Autore: Cheshire_Blue_Cat    17/06/2013    2 recensioni
La mia prima storia di Soul Eater *felice*
Non vorrei anticipare nulla anche perché non so neppure io cosa sarò capace di scrivere O.O
Aggiungerò un nuovo personaggio, una ragazza dal passato rubato e che è stata dormiente per più di ottocento anni, la sorella di Ashura, il Kishin.
La storia è ambientata dopo la prima serie ed è basata sull'anime ^.^
... a Soul bastò solo un’occhiata per capire che quello non era per niente un comportamento da Maka oltre ad aver captato quella piccola distorsione nell’onda della sua anima.
- Maka? Non eri tu quella che correva dicendo che siamo in ritardo? - chiese prendendola per una spalla e dandole un piccolo scossone.
Lei si girò fissando un punto lontano nel deserto che circondava Death City: - Un’anima… - mormorò...
Tratto dal primo capitolo.
//Dolore al cuoricino ma *sigh* ho deciso di farlo, cambiato modo di scrivere, cambiato città, cambiato casa, ... incompiuta... ma prima o poi finirà anche questa uwu//
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Justin Law, Kishin Ashura, Nuovo Personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Il Tocco della Follia

 

La follia è una condizione umana.

In noi la follia esiste ed è presente

come lo è la ragione.

 

Forse era da settimane che non aveva incubi, svegliarsi la mattina con quell’inquietudine improvvisamente le era ridiventato estraneo.

Non era uno dei soliti: aveva sognato il tocco della Follia. Era strano persino da pensare, ma non aveva idea di come definirlo altrimenti. Aveva proprio sentito la sensazione a pelle di quel viscido tocco. Rabbrividì allungando una mano alla sua destra, l’assalì il panico quando trovò il posto vuoto. Si alzò a sedere di scatto scorgendo Justin poco più in là intento a fare le valigie. Decise volutamente di non dirgli di quel sogno.

Rabbrividì di nuovo e si lasciò cadere sul letto sfatto: - Che fai? -

- Ah! Buongiorno. - sorrise lui, più allegro del solito.

Shine sollevò un sopracciglio e lo fissò ad occhi socchiusi finché non si decise a risponderle, dopo aver chiuso la cerniera dell’ultima borsa.

- Faccio le valigie. - disse come se fosse ovvio.

Shine zompò in piedi in un attimo: - Come “fai le valigie”? Te ne stai ANDANDO?! - chiese agitata, calcando sull’ultima parola.

- Si, dopotutto sono la Death Schyte responsabile dell’Europa e ora che la Follia è stata debellata posso pure tornarmene a casa. - rispose calmo senza neanche guardarla; quindi non poté notare il rossore che andava accumularsi sulle guance di Shine.

Quando sollevò il capo lei non perse tempo e gli assestò un violentissimo pugno sul petto, quell’incubo l’aveva resa piuttosto sensibile quindi scoppiò a piangere: - Vuoi dire che mi lasci SOLA? - piagnucolò disperata.

Lui le passò indolente una delle valigie e la sorpassò: - Razza di bastardo… - si asciugò gli occhi e nel farlo lesse la targhetta sulla valigia, c’era scritto “Shine”: - Un momento… Justin! -

Nessuna risposta.

Il non risponderle proprio quella volta gli costò veramente caro. Un secondo dopo gli arrivò la valigia direttamente in testa dal primo binario.

Shine lo sovrastava con un’espressione bieca, guardò le sue labbra muoversi mentre parlava, sollevò un sopracciglio portandosi una mano all’orecchio per far intendere che non sentiva: - Eh? -

Shine gli strappò piuttosto violentemente gli auricolari e lo scosse tenendolo per il bavero: - Tu, brutto impiastro. Che diavolo vuol dire?! - ringhiò indicando la valigia di fianco alla sua testa.

Lui sorrise innocentemente: - Che vieni con me sciocchina (:3) -

Shine lo mollò di botto: - Oh… - avvampò: - Non l’avevo capito… -

- Figurati… adoro la violenza di prima mattina… - rispose lui sarcastico: - Ma che ti è preso così di punto in bianco? -

- Perché? -

- Mi hai colpito in testa… con una valigia! Sai quanto fa dannatamente male?! - le fece notare; ancora accusava il colpo.

Lei arrossì ancora di più.

- Dì un po’, cos’hai? - chiese lui squadrandola da capo a piedi.

- È da ieri che… bhe… Tsubaki dice che passerà in meno di una settimana… non mi era mai successo... - ammise imbarazzata: - Scusa, ma non so più di che umore sono, cambia ogni minuto! -

- Ooh… (O.O) - si buttò ai suoi piedi: - SIA RINGRAZIATO IL CIELO! - urlò tirando un sospiro di sollievo.

Shine lo guardò storto: - Qualcosa non va? -

- Al contrario! - tentò di riprendere fiato, ormai non ci sperava più e si stava già preparando al peggio: - Non sono ancora pronto per veder gironzolare per casa un “Piccolo Me”. -

Shine sbiancò di colpo: - Che cosa?! -

- Credimi, la tua situazione è un buon segno. - aggiunse Justin allungandole una carezza sulla testa.

Lei rabbrividì al contatto: - NON MI TOCCARE!!! - strillò isterica torcendogli il polso.

Justin vide le stelle, sentendo la propria mano staccarsi allegramente dal braccio: - Forse è meglio se svegli le tue armi e dici loro che dobbiamo partire… -

- Non possono venire. Shinigami ha detto che li avrebbe addestrati personalmente; che ne io ne loro siamo pronti a lavorare insieme. - fece un gesto di stizza.

- Allora siamo solo io e te? - chiese retorico.

- Si, e sai che vuol dire? - fece Shine sfoderando un sorriso dolcissimo.

Justin sorrise a sua volta, immaginando chissà che cosa, prima che Shine gli si avvicinasse e con un gesto secco gli mollasse la propria valigia(che di certo non era leggera) in mano: - Che mi porti le valigie. -

- Ma come?! -

 

- Non è giusto che Shine vado in Europa con quel prete da quattro soldi mentre noi due ce ne stiamo qui a sfacchinare! - sbraitò Kaim mentre attraversavano il corridoio per arrivare alla Camera della Morte.

- Chissà cosa ha spinto Shinigami a volerci addestrare di persona… - cambiò argomento il gemello prima che Kaim prendesse fuoco spontaneamente pensando a Shine e Justin DA SOLI chissà dove.

- Chi lo sa, ultimamente questa scuola mi sembra strana… - fece dei gesti incomprensibili: -Sai, è tutto troppo calmo. -

Meru rise, anche se ne uscì come una risatina isterica: - Sei tu che sei troppo abituato al casino. - cercò di sdrammatizzare.

Di botto gli era venuta un’inquietudine, perché l’aveva avuta anche lui quella sensazione.

C’era sempre troppa calma, il viavai degli studenti non era più così frenetico, le missioni erano di botto diminuite, ma quello era prevedibile dato che Shine aveva eliminato la Follia, eppure era quasi irreale.

Shinigami non si faceva vedere da dopo la battaglia contro Shine, neanche per sbaglio.

Qualche giorno prima ne avevano parlato con Kid che aveva detto loro che suo padre aveva vissuto alla scuola per parecchio tempo, per tenere a bada Ashura sigillato nei sotterranei della Shibusen, ma dopo la sua distruzione per un breve periodo aveva provato a tornare a casa e ora di colpo aveva ripreso a stanziare nella Camera della Morte.

Anche lui gli aveva fatto qualche domanda e il Dio della Morte aveva liquidato l’argomento dando la colpa al fatto che ci aveva fatto l’abitudine a stare in quella stanza.

Meru si infilò stizzito le mani in tasca per impedirsi di tormentarsele, non sapeva davvero cosa aspettarsi e un po’ la cosa lo intimoriva.

Erano quasi arrivati che si udì il suono di uno specchio andare in frantumi, Meru s’irrigidì di colpo mentre Kaim corse in avanti: - Sommo Shinigami! - urlò prima di vedere il Dio chino sui frantumi del suo specchio: - Che è successo? -

Shinigami sembrò sobbalzare, come se non si aspettasse di vederli lì: - Tutto apposto ragazzi, questo vecchio specchio non ha retto una chiamata. È da secoli che non lo cambio e credo sia venuta l’ora. - ridacchiò piuttosto forzatamente e questo non sfuggì a Meru che assottigliò lo sguardo sospettoso: - Perché ci ha convocati? -

- Bhe si, lo sappiamo perché, ma… cosa intende fare? - si affrettò ad aggiungere Kaim.

Shinigami riprese il suo solito tono: - Bhe, m’incuriosite tanto e vorrei capire come funzionano due armi singolari come voi. Vorrei addestrarvi. Non vi sembrerà, ma il vostro modo di combattere pesa tantissimo su Shine, avete notato? -

Meru ammutolì: - Noi… no. Abbiamo sempre fatto così. -

- Appunto. Non ve ne sarete accorti, ma sprigionando troppo potere, come fate rischiate di gravare troppo sulla piccola Shine che, per autodifesa, chiede aiuto alla Follia che ha dentro di se un po’ troppo spesso. -

I due gemelli abbassarono la testa: - La ascoltiamo. -

 

- Shine ha detto che starà per un po’ in Europa. - spiegò Maka quando le chiesero della moretta.

- Oh, perché? - chiese Patty.

- Mi sembra ovvio, per starsene col suo fidanzato. - ridacchiò Liz.

- Perché? Ha il fidanzato? - chiese ancora la più piccola.

- Patty, mi sembra ovvio. Shine sta insieme alla Death Schyte. -

- Tu dici? - chiese Maka mentre Patty saltellava da una parte all’altra cantando una di quelle sciocche canzoncine sugli innamorati.

- Più che sicura. Andiamo, si vede lontano un miglio. -

Maka rise lanciando un’occhiata a Soul e vide Kid avvicinarsi, di umore più tetro del solito: - Qualcosa non va? -

Il giovane Shinigami si riscosse: - No, niente di particolare. - sorrise un po’ forzato: - È solo che… non trovate che sia un po’ strano ora che non c’è più la Follia? -

- Una fregatura vorrai dire! Ora come cavolo faccio a mettermi in mostra? - sbraitò Black*Star.

- Su su, Black*Star non dire così… - cercò di ammansirlo Tsubaki.

- In effetti ai ragione. - disse Soul togliendo le scarpe dal banco: - Forse non siamo più abituati a non fare niente. - ghignò in direzione di Maka: - Bhe, secchiona? Ora sai cosa si prova a starsene con le mani in mano come faccio di solito io. Non è fantastico? - sospirò stravaccandosi nuovamente sul banco neanche fosse il divano di casa sua.

- MAKA… CHOP!!! -

- Dimenticavo… - mugugnò Soul massaggiandosi la testa e ripromettendosi di pensarci due volte, la prossima volta che la offendeva o almeno di essere ad almeno un miglio di distanza.

Era finita la caccia alla Follia, ma di certo le abitudini non cambiavano affatto.

 

- Ha capito quello che ti chiedo di fare no? - gli afferrò la maschera, sapendo benissimo quanto lo spaventasse toglierla, ormai non lo faceva neanche per dormire: - Questa maschera cadrà e con lei tu. Non vuoi far vedere alla tua scuola il tuo volto? - la smosse un poco, disincastrandola dalla solita posizione e facendola scivolare.

L’uomo fu subito a terra coprendosi la faccia: - N-no… ti prego… -

 

Inghilterra, poche miglia a Nord da Lancaster, poco sotto i Monti del Cumberland. 5.47 p.m.

- Shine! Invece di startene fuori potresti anche darmi una mano! - urlò Justin sotto il portone.

- Scordatelo! È la prima volta che vedo la… come l’ha chiamata? - chiese lei fermandosi di botto.

Lui si passò stancamente una mano sul viso: - Neve, si chiama neve… e io odio la neve, detesto il freddo… - neanche a dirlo che un mucchio di neve gli si schiantò sulla faccia.

- Allora perché vivi qui? - chiese lei pulendosi le mani già piene di geloni.

- Perché… - ringhiò il prete spolverandosi lo strato di ghiaccio dalla faccia: - Sono la Death Schyte responsabile dell’Europa… - aggiunse facendo un lungo sospiro: - E da qualunque parte io vada fa sempre un freddo boia! - si lamentò esasperato. Shine ridacchiò: - Allora c’è un motivo particolare del perché “proprio qui”. - insinuò dando un’occhiata all’edificio in cui Justin si era sistemato in tutti quegli anni.

Era una vecchia chiesa gotica abbandonata chissà da quanto e uno dei pinnacoli che cingevano l’entrata era crollato mentre le vetrate più alte erano mezzo distrutte, ma il pian terreno sembrava in buone condizioni.

Erano in mezzo al nulla, se non fosse stato per la zucca di Blair probabilmente sarebbero morti assiderati prima di arrivarci. Almeno dentro la chiesa Justin si era preso la briga di installare il riscaldamento.

- Perché così isolato? - chiese ancora.

- Ti basti sapere che il villaggio qui intorno è crollato tempo fa. Sarà sotto la neve da qualche parte. - rispose da dentro.

- Quanto tempo? - si avvicinò all’entrata portando dentro una ventata di nevischio.

- Bho… 17… 20 anni fa? - disse piuttosto incerto facendo spallucce: - Ma non hai freddo? - chiese dopo averla vista e provando un brivido da parte sua.

Indossava una maglietta a maniche lunghe leggerissima color lavanda, un paio di jeans pieni di spifferi e le immancabili All-Star verde pistacchio.

Scosse la testa entrando dentro insieme all’ultima valigia e permettendogli finalmente di chiudere il portone.

Shine sorrise guardandosi intorno: - Sembra una casa dei fantasmi. -

- Ti piace? -

Annuì correndo ad esplorare il piano terreno: l’entrata conduceva ad un’ampia pianta a tre navate con i soffitti interminabili, di cui una completamente ingombra di macerie.

Da una porta a destra si accedeva alla sagrestia, altrettanto grande, che Justin aveva trasformato in un salotto; la tv era un po’ attempata, certo, ma era spazioso e con un camino abbastanza grande. Le scale per il piano di sopra erano ben nascoste da un divano e da un tavolo.

Era adiacente ad una stanza adibita a cucina e le altre due porte conducevano una al bagno e l’altra ad una camera da letto. Incuriosita, Shine entrò proprio lì, andando a ficcare il naso un po’ ovunque e non poté fare a meno di notare che di letto ce n’era uno e per di più piccolo.

Tornò indietro e andò verso le scale che prima aveva visto solo di sfuggita appoggiando il piede sul primo gradino che gemette sotto il suo peso e, più cercava di appoggiarvisi cautamente più faceva rumore.

- Non salire di sopra. - l’ammonì Justin, comparendole dietro.

- Kya! - sobbalzò lei facendo un salto indietro e cadendogli addosso. Fecero un frastuono terribile sui pavimenti scricchiolanti della chiesa: - Eh eh… scusa… perché no? - azzardò lei sorridendo innocentemente.

- Perché è pieno di polvere e ci sarà un casino da far spavento. - spiegò lui serafico tentando di rialzarsi.

- Invece di buttarmi giù la “casa” potresti andare a prendere la legna per il fuoco da fuori? - chiese gentile.

Lei annuì uscendo fuori senza obbiettare: era da quando erano arrivati lì che le era saltato all’occhio. Justin era straordinariamente freddo e di certo non era perché fuori c’erano si e no 7° sotto zero.

Non le era sfuggito neanche quel sospiro fin troppo triste che aveva rivolto al portone quando si era ritrovato davanti per aprirlo.

Rientrò tenendo tre grossi ceppi tra le braccia e li scaricò direttamente nel camino poi si sedette sul divano.

Justin doveva essere in cucina a giudicare dall’odore che cominciava ad aleggiare e agli improperi rivolti ai fornelli che non ne volevano sapere di accendersi.

- Mi dispiace, ma non posso fare di meglio dato che in dispensa abbondano solo i ragni. - annunciò il ragazzo comparendo dalla cucina con due piatti di riso in bianco. Ne porse uno a Shine direttamente sul divano e posò l’altro sul tavolo, lei lo seguì con gli occhi verso la camera; ne uscì con due coperte dall’aria molto pesante e le gettò sul divano.

Accese la tv e si sedette accanto a lei a mangiare: - Fai sempre così? - chiese lei divertita mentre lo guardava raggomitolarsi nella sua coperta.

- Quasi sempre. Non è male e la televisione tiene compagnia. -

Una violenta ventata gelida fece tremare le vetrate e il portone: - Stanotte ci sarà una bufera di neve. - predette lui tirandosi la coperta fino al collo.

- Una curiosità: dove dormo io? - chiese lei posando il piatto sul tavolo.

 

Quella ragazza...

Più ci pensava più gli ricordava Ashura, ora più che mai.

L'ultima volta la Follia l'aveva ingannato con un semplice specchio, stavolta non glielo avrebbe lasciato fare; infatti lo ruppe con un pugno ancora prima di riuscire a vedere la propria immagine riflessa.

Il vetro s'infranse con un verso stridulo, come se dentro ci fosse qualcosa di vivo. Ghignò scrollando la mano: quella ragazza coi capelli neri, aveva un'estrema voglia di dissezionarla. Pezzo dopo pezzo, senza anestesia.

Già ci godeva delle sue grida di dolore, ma prima... aveva bisogno di liberarsi di chi l'aveva bloccato l'ultima volta.

La Morte era fatta per distruggere, aveva sempre trovato patetiche il fatto che Shinigami cercasse con tutte le sue forze di ostacolare la distruzione.

 

- Crona! Brutto stupido! Dove credi di andare? -

- Fai silenzio Ragnarok. -

Si appoggiò al muro di quella via deserta.

Non usciva mai da solo, solitamente era sempre insieme a Maka e gli altri.

Sentì rumore di passi poco distante, si sporse e vide una ragazza bionda: sembrava Maka, se solo si fosse sciolta i codini.

Arrossì dimenticandosi di colpo come si parlasse con una ragazza; se la mattina dopo avrebbe incontrato Maka, Tsubaki, Liz o Patty a scuola non avrebbe saputo neanche salutarle.

Odiava trovarsi in difficoltà.

Strinse il pugno richiamando la Spada Magica: - Crona, che diavolo fai? - sibilò l'arma.

- Voglio vedere se la sua anima assomiglia a quella di Maka... - mormorò stringendo l'elsa. Uscì fuori dal cono di oscurità che c'era in quel vicolo tenendosi il braccio come non era solito fare da parecchio tempo e la ragazza si bloccò vedendolo.

Gli si avvicinò: - Che ci fai qui di notte? - sorrise per sembrare rassicurante.

Crona abbassò la testa e, senza neanche lasciarle il tempo di urlare, menò un ampio fendente con la spada.

L'anima si librò a mezz'aria lattescente. Il ragazzo la prese tra le mani: era calda e pura, certo, ma non assomigliava affatto a quella di Maka.

Gli faceva schifo.

- Crona? Posso mangiarmela? - chiese Ragnarok tirando fuori la lingua

- No. - rispose fermo avvicinandosi l'anima alle labbra.

Gli venne da sorridere, non ricordava che le anime fossero così piacevoli da ingoiare anche perché era sempre Ragnarok a mangiarsele.

 

Sapeva che Shinigami rimaneva anche la notte alla Shibusen.

Nonostante questo era il buio più totale, ma ormai conosceva a memoria quel corridoio e ogni singola ghigliottina che pendeva dall'alto. Mentre camminava le contava.

Chissà com'era poi il Dio della Morte sotto quella maschera. Ci avrebbe potuto fare un trofeo con la sua faccia... ammesso che ce l'avesse.

Si vedeva chiaramente il baluginio dello specchio della stanza, di quei pochi frammenti rimasti attaccati e qualcos'altro che ci si rifletteva.

Vide quella maschera riflettersi.

Tirò fuori il bisturi mirando come si fa nel tiro a freccette e lo lanciò. Forse fece il grande errore di lasciarsi scappare una risatina prima di colpire il bersaglio.

Shinigami scivolò di lato e la lama andò a conficcarsi sul vetro, aprendo un altro intrico di fessure. Si voltò e poté vederlo chiaramente: impugnava due armi.

Ghignò lasciandosi atterrare e puntare l'artiglio alla gola e bucare il ventre dallo spuntone: - Stein. - ringhiò Shinigami serrando la mandibola da sotto la maschera.

Stein scoppiò a ridere sporcandogli la maschera bianca di sangue: - Shinigami... - fece di rimando: - Sospettavo che neanche tu resistessi. - gli sputò in faccia: - La Follia è troppo bella... - gongolò.

Si picchiettò il centro della fronte con un dito: - E ha il nome di quella ragazza. -

Entrambi sapevano benissimo a chi si riferisse: lei col viso angelico e l'anima di un demonio.

 

Si svegliò di colpo: qualcosa non andava.

Strinse delle lenzuola fredde, non erano le sue. Era in un letto singolo da sola, ce la doveva aver portata Justin dopo che si era addormentata sul divano.

Che brutta sensazione... si strinse nelle spalle rabbrividendo. Una ventata fece tremare le finestre e scatto in piedi tesa. La stanza s'illuminò solo un secondo, un lampo passò su tutta la parete di fronte e non proveniva da fuori.

Ancora quella carezza gelida.

 

 

SPAZIO ME XD

Buongiorno anime ;D

Manco da un pezzo, accidenti...

Capitemi: è finita la scuola, sono in ansia per gli esiti, due giorni fa la festa di fine anno e ho passato due giorni sveglia. O.O

Della serie che, quando sono tornata a casa mi hanno chiesto: - Hai dormito? - e io: - Dormire? Qual'è il significato di questa parola sconosciuta? O.O -

Il tutto detto con una faccia allucinata.

Bhe... ho finito di dire scempiaggini :D

Ancora poco e finisco la storia *LIKE A BOSS*

 

SOUNDTRACKS: Imagine Dragons-It's Time, Maroon 5-Daylight, Rihanna-Disturbia.

 

 

Bye Bye e, già che ci sono, buone vacanze! :D

*incrocia le dita* fa che non mi rimandino in matematica *facile.it facile.it facile.it*

  
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