Serie TV > Heroes
Segui la storia  |       
Autore: Ino chan    02/01/2008    11 recensioni
-In fondo sei o non sei il mio eroe?-
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Claire Bennet, Peter Petrelli
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Considerate questo capitolo come una sorta di finale/prologo

Considerate questo capitolo come una sorta di finale/prologo.
Finale per My Personal Hero " 
un resoconto di quello che è accaduto nell'ultimo episodio della serie, non ho cambiato nulla "e  il prologo per My personal Hero 2. Si,sono stata gentilmente invitata a continuare" a dire la verità ho rischiato di morire sotto tortura X°°°D..." ...Spero che vi piaccia e buon anno.

PS: Occhio ci sono diversi spoiler della stagione 2 di Heroes.

 

 

Capitolo 20: To be continued...?

 

La vita non può essere una sequela di fatti scollegati, un'accozzaglia di momenti scissi fra di loro, che non portano a nulla, tranne che ad una morte in solitudine dopo una vita di stenti.
 Da qualche parte, scritto nella pietra, c'è una traccia di ciò che è il sentiero della nostra vita, qualcosa di ineliminabile, odiato dall'uomo perchè privo di scappatoglie.

Libero arbitrio?Non esiste il libero arbitrio.
Qualunque cosa accada non puoi sfuggire al destino.


Quattro mesi erano trascorsi da quel 8 novembre 2008, Claire aveva perduto chi più aveva amato al mondo nella stessa esplosione che aveva cercato con tutte le sue forze di scongiurare. Peter se ne era andato, esploso in aria insieme a Nathan, senza sapere quanto lei lo amasse, di quanto avesse benedetto il cielo per averlo incontrato.

...La sciandola sola...Preda della disperazione più nera...

Tutto quello che avevano fatto era stato inutile, la bomba era sempre stato lui e non Sylar " eccolo qua il destino infame... " e lei lo aveva deluso , tirandosi indietro nel momento più importante , rifiutandosi di sparargli quando lui glie lo aveva chiesto.
Certo...Sapeva che sparandogli non l'avrebbe ucciso, ma il solo gesto, il solo
pensiero di fargli del male, l'aveva mandata via di testa. L’amore rende irrazionali " scemi per la precisione" e per la miseria, lei non faceva eccezione.

                                                        -Dimmi che c'è un altro modo...-
-
Sparami , un'altro modo non c'è...-

Present Time.

 

Dov'era finita la favola della buona notte?

Quella storiella piena di buoni sentimenti, dolce da cariare i denti e far venire il diabete che però faceva tanto bene al cuore.

Dov'era finito quel libro pieno di polvere?

E sopratutto pieno di figure fantastiche, che aveva imparato a conoscere prima di tutto, persino di se stessa, prima del mondo crudele che la circondava a sua insaputa.

Dov'era finita quella voce che parlava di storie infinite? Tutte partorite da quella mente che dall'esterno pareva solo buona a seguire ragionamenti a far di conto.

Quei racconti privi di una vera conclusione, come quelli di Sherazad delle Mille e una Notte, che si interrompevano sempre sul più bello, non tanto per un' improvviso attacco di sadismo del narratore, ma per il sonno che correva ad abbracciarla e a trascinarla di peso in quel mondo fantastico di cui lui le aveva aperto le porte.

Dov'era la sua felicità di bambina "innamorata" del suo papà?

Dov'era quella serena consapevolezza che lui ci sarebbe stato per sempre? A proteggerla anche quando lei gli urlava di andarsene, che lo odiava, che non era lui che avrebbe dovuto chiamare padre.

Dov'era?

Impacchettando la sua vita, Claire non poteva non chiederselo.

Non poteva non pensare a quel corpo che cadeva a perso morto, senza un grido a coprire il rumore dello sparo.
A quegli occhiali rotti, ai pezzi di vetro che le avevano ferito le mani quando si era avvicinata. A quel calore che il viso ancora emanava quando lei si era avvicinata e  glie lo aveva stretto fra le mani.

Non poteva non pensarci.

Nonostante si fosse lanciata in quell'assurdo trasloco, proprio per snebbiare le meningi da quelle continue immagini,che sicuramente l'avrebbero condotta alle porte della follia, con tanto di camicia di forza e camera con le pareti imbottite.

Strappò una pagina dal giornale e l'avvolse attorno al terzo vaso falso cinese della giornata, poggiandolo sul fondo dello scatolone, dedicandosi poi al posa-cenere in vetro di murano, preso dai suoi genitori durante il viaggio di nozze a Venezia e alla fine  l'ovetto Faberge di cartapesta  fatto dalla piccola Molly Walker,per il compleanno di Noah.

Dovevano andarsene al più presto possibile, non sapevano quando la Compagnia sarebbe tornata a bussare alla loro porta a prendere lei dopo la vita di suo padre.

Sandra aveva organizzato la cosa in fretta e furia,  ma il terrore l'aveva più svampita del solito e si aggirava per la casa badando più ai cappottini e agli oggetti di toletta di Mr. Muggles che ai suoi due figli che ormai potevano contare solo l'uno sull'altro per un po' di conforto.

Claire la guardava trotterellare per la casa con il cagnolino che le zampettava accanto, mentre Lyle, fra un singhiozzo e l'altro riponeva gli album fotografici nella scatola fra i suoi piedi.

 

-Lyle.- mormorò dolcemente, tendendosi un po' verso di lui, portando il viso al suo stesso piano, battendo una mano sulla spalliera del divano per attirare la sua attenzione- Lyle...Dai...-

-Mi spiace Claire...- singhiozzò il ragazzino, lasciandosi cadere seduto fra  le scatole a terra, il mento incollato sul petto e gli occhi fissi ai buchi della moquette -...Lo so che non devo piangere...Però...-

 

Che poteva dirgli? Come poteva biasimarlo? Era ancora un bambino infondo e anche lui era "innamorato" del suo papà e stava soffrendo come un cane, almeno quanto lei.

-Va fuori...- disse chinandosi su di lui, sedendosi sui calcagni- Riprendi il controllo e torna...- Gli prese il viso fra le mani, asciugandogli le guance con i pollici- E sopratutto, non farti vedere da mamma.-

In quell'ultimo anno la sua vita era stata una sequela di dolori e lutti, dopo la perdità della sua normale esistenza di cheerleader spocchiosa e  stronza " come l'aveva chiamata Zack" che però lei doveva ammetterlo piaceva tanto, aveva perduto l'amore della sua vita e alla fine suo padre, ucciso da chi, fin dal primo incontro, nonostante le battute cattive e i dispetti, aveva sempre considerato una specie di fratello maggiore.

 

MOHINDER SURESH...Ora il suo odio aveva un nome.

 

Rimasta sola, Claire riprese il trasloco, senza fretta, infilando tavolette di polistirolo  e carta  da imballaggio per proteggere i vasi , brontolando sotto voce  una canzone italiana che da un paio di giorni sentiva spesso alla radio, quasi una persecuzione.

 

-Anche a me piace quella canzone...-

 

Claire si girò di scatto, laciando cadere lo scatolone in uno scroscio di cocci rotti. Sandra, che si trovava nella stanza accanto a riporre le cose di Mr Muggles in una borsa, arrivò di corsa, allarmata dall'improvviso frastuono, trovando sua figlia fra le braccia di quello che pareva proprio...

 

 

 

8 novembre 2008.

Quel giorno aveva davvero sfidato la fortuna. Affrontare Sylar con una semplice pistola, doveva essersi bevuto il cervello... Quel tipo non l'avrebbe fermato nemmeno un caccia bombardiere,

come gli era venuto in mente di sparargli? ... Quelle cinque pallottole in petto se le era cercate!

Per favore Agente Parkman non morire ...Tu sei il mio grande eroe.-

 

Molly...

La piccola glie lo aveva soffiato nell'orecchio varie volete,  menre  Mohinder cercava di rianimarlo,  durante quei brevi sprazzi di lucidità in cui aveva capito che dal destino non si scappa anche se hai dei super poteri e  mentre  i paramedici lo portavano via,  aveva chiaramente sentito le sue manine stringere forte la sua, mentre faceva leva per portare il viso vicino al suo.

In quel pandemonio... Fra le grida  e il pianto di Claire, i gemiti di dolore di Bennet, le esortazioni di Mohinder a rimanere sveglio e l'eco di quel botto in cielo che si era portato via  due delle persone migliori che avesse mai conosciuto...L'implorazione di quella bambina a rimanere in vita, era stata l'unica cosa che era riuscito veramente  a raggiungerlo in tutto quel casino e  a riscaldargli il cuore.

 

-Non morirò...- aveva sussurrato da qualche parte nella sua testa - Non ti lascerò sola promesso...-

 

E così era stato. Un Dio misericordioso aveva impedito che la piccolina perdesse anche lui per mano di Sylar, regalando entrambi  quella stramba famiglia formata da loro due, un papà e una figlia che si erano scelti dal primo momento che si erano visti  e un indiano confusionario  e decisamente  paranoico, ma a cui entrambi volevano un mondo di bene....

 

 

Present Time.

 

Quanto può essere cieco l'animo umano.

Quanto può essere irrazionale, servo dell'affetto  e privo di razionalità.

Matt aveva avvertito il cambiamento di Mohinder...

L'aveva visto crescere ed evolvere ogni giorno, ma aveva chiuso gli occhi e girato la testa dall'altra parte, sperando  di essere in fallo, di stare prendendo la cantonata più grande di tutta la sua vita...

Aveva chiuso gli occhi per non vedere, ma i guai  non spariscono  se ti giri dall'altra parte...Anzi ti saltano meglio addosso...

Sapeva che cosa aveva fatto e anche perchè, ma non riusciva a credere di non aver fatto nulla per evitarlo,  di essere rimasto fermo a guardare la castastrofe compiersi...Di non aver capito in tempo.

Di essersi affezionato ad un assassino.

-Matt, mi stai facendo paura!- esclamò Molly divinconlando la mano da quella di Matt, guardandolo spaventata- Perchè non possiamo farci trovare a casa da Mohinder?-

Che doveva dirgli?

Matt si morse il labbro a sangue, mentre quegli innocenti occhi blue lo fissavano in cerca di risposta... Che chi amava come un padre non era la persona che credeva? Che molto probabilmente stava venendo lì per uccidere anche lui e ricondurla alla Compagnia? ... Che avevano voluto bene ad un demonio volta-faccia?
No...Santo Dio non poteva farlo... Non poteva togliergli quell'affetto - Ti fidi di me?- le chiese poggiando un ginocchio a terra, portando il viso al suo stesso piano.

-Si...- rispose la bambina accompagnando le parole con un cenno della testolina- ...Certo che mi fido di te...-

Le sorrise poggiandole una carezza veloce- Allora fidati tesoro mio ...Fidati.- prese la sacca da terra e le chiavi dell'auto, pronto a sparire nel nulla come gli aveva consigliato Claire a telefono qualche ora prima.

Molly strinse sotto il braccio i suoi due orsacchiotti, l'orso dottore e l'orso poliziotto , tendendo poi la manina libera verso Matt -Mohinder si preoccuperà...- disse in un sospiro contrito-...Dovremo scrivergli un'appunto, qualcosa.-


Ancora quell'espressione da...
Adesso che faccio? ...o meglio...Adesso che le dico? ...

Matt fece per parlare quando venne interrotto da una voce che roca, che gli lambi l'orecchio facendogli lettaralmente accapponare la pelle, abbassò le palpebre, mentre Molly lasciava cadere i peluches a terra per la sorpresa.

-Dove stai andando Matt?- chiese Mohinder Suresh, mano alla stessa pistola che aveva usato per uccidere Bennet.

-Mohinder!- esclamò Molly correndogli incontro, buttandogli le braccia ai fianchi, sorridendo contro il velluto della sua giacca -Ben tornato!- gli prese le mani, accigliandosi quando le dita incontrarono il ferrò della pistola- Che ci fai con questa?-

Il poliziotto si tirò su lentamente, gli occhi nocciola lucidi per la consapevolezza di quello che stava per accadere. Si mosse raggiungendo il centro della stanza, portandosi di fronte all'indiano - Mohinder... - mormorò lasciando cadere il borsone sul pavimento- Fa che la bambina non assista...-

 

 

Un solo sparo rimbombò nella casa silente, a sovrastare con il suo eco le urla sorprese della bambina che cercava di tendersi verso il corpo del suo salvatore, verso il suo viso, coperto di sangue....

 

 

8 novembre 2008.

Aveva davvero rischiato di morire.

Un colpo di katana allo stomaco, una cazzata rispetto alle botte di Petrelli e ai progliettili di Parkman,  ma quel maledetto giapponesino si era rivelato più furbo del previsto. Cogliendolo

di sprovvista si era teletrasportato accanto a lui , colpendolo a tradimento, lasciandolo agonizante sull'asfalto come un cane.

Se non fosse stato per quel tombino aperto poco lontano da lui, in quel momento si sarebbe trovato nel braccio della morte con più di sei ergastoli sulle spalle e la prostettiva di morire prima dei trent'anni.

Fortunatamente il destino gli aveva riservato un'altra strada, lontana da una morte ingloriosa nelle fogne. Una donna chiamata Candice, lo aveva tratto in salvo, curato, finchè la bestia che c'era in lui non era tornata a farsi sentire, a reclamare quel meraviglioso potere di creare illusioni.

Peccato che in lui non funzionasse.

Aveva perso tutti i suoi poteri , non solo quella della donna.
Era come se la sconfitta inflittagli da Hiro, lo aveva trascinato di nuovo nel piano di normale essere umano. In lui, ormai c'era solo il suo potere originario, la comprensione di sistemi complessi.

 

Present time:

 

Elle Bishop sorrideva.

Un sorriso strano e malato.

Orribile per una ragazza tanto bella.

Eppure non poteva farne a meno, finalmente un incarico degno di questo nome, qualcosa che l'avrebbe scossa dal torpore che l'ambiente asettico della Compagnia le aveva instillato nel corpo giorno dopo giorno, assieme al suo potere, sempre più potente e incontrollabile.

Accarezzò i capelli della persona bocconi sul pavimento, seguendone con il dito il profilo magro, per poi scendere alle labbra piene e al mento, a quella deliziosa fossetta che quel sonno forzato aveva reso ancora più irrisestibile - Maya...- lo sentì bisbigliare con gli occhi socchiusi, mentre lentamente riprendeva conoscenza -Maya...Dove...?- lo sentì dire ancora mentre una mano bagnata di sangue scattava ad afferrarle la caviglia.

-No...- respirò la ragazza, chinandosi su di lui, solletticandogli la guancia con i bellissimi capelli biondo gran- Adesso ci sono io con te...Gabriel...-

Mohinder e l'Haitiano aprirono la porta del furgoncino, lanciando dentro il cassone un sacco nero di plastica lucida accanto all'altro chiuso e quello

semi-aperto di Sylar.

-E'ancora vivo?- chiese Suresh guardando l'assassino poi la ragazza che ricambiò il suo sguardo con un sorriso- Cavolo che tempra...- mormorò guardando la bambina svenuta, poggiata come un sacco sulla spalla dell'immenso uomo di colore dietro di lui.

- Non gli hai sparato in viso, ma al torace...E' normale che sia ancora cosciente.- rispose la ragazza,  avvicinandosi a lui a gattoni,  arrivando ad un soffio del suo viso, facendolo arrossire un pochino per la vicinanza improvvisa-... Non ti preoccupare. Lo terrò a bada io.-

 

 

 

8 novembre 2008.

Quel giorno aveva perso tutto...

Tutto quello in cui aveva creduto...

Tutto quello per cui aveva lottato...

E soprattutto tutto quello che aveva amato...

Sua moglie e i suoi figli, la sua carriera e suo fratello.

Parevano essere scoppiati in aria assieme all'esplosione che si era portata via il suo adorato fratellino, lasicandolo come svuotato, privo di quello che era stata la sua personalità di squalo,

di uomo politico capace di passare anche sulla pelle di suo fratello e di sua figlia pur di arrivare alla meta.

 

Present time

 

-Ci hai mai amati?-

Angela Petrelli non sapeva cosa fare.

Era la prima volta che la situazione le sfuggiva di mano in quel modo, ma soprattuto quella era la prima volta che suo figlio le si rivolgeva in quel modo, con quell'odio malcelato e quell'arroganza nella voce -Nathan sei...-

-Rispondimi mamma...E' semplice...Hai mai amato i tuoi figli?-

Non sapeva che dire, si vedeva lontano un miglio, Nathan scosse leggermente il capo, lasciando cadere le braccia sconfitto.

Aveva commesso delle vere atrocità nei confronti di suo " fratello" e della sua stessa figlia. Se li avesse aiutati prima molto probabilmente Peter non sarebbe mai arrivato a scontrarsi direttamente con Sylar e l'esplosione non si sarebbe mai avverata-Non ti voglio più vedere...- disse recuperando la solita bottiglia di alcool che si portava appresso da mesi.

-Nathan...Tesoro...-

-VATTENE VIA!-

Rimasto solo, l'ex-avvocato si lasciò cadere seduto , faccia fra le mani.

Avrebbe dovuto farlo mesi prima, mandare a quel paese quel demonio che si ostinava a chiamare madre ed aiutare chi gli aveva sempre dimostrato amore.

 

-Nathan Petrelli...- disse aprendo il cellulare e poggiandolo all'orecchio.

-Ciao.-

L'uomo spalancò gli occhi azzurrissimi, saltando in piedi.

Immediatamente la mano libera andò a colpire la bottiglia di super-alcolici accanto a lui, mandandola ad infrangersi sul pavimento.

-Sei...Sei tu?- chiese fissando il liquido ambrato che si spandeva lungo le piastrelle candide.

-Si...- rise dolcemente l'altro, poggiando il gomito al materasso accanto a cui era seduto e su cui la ragazza che per mesi aveva sognato stava riposando per riprendersi dallo schook subito-Come ti senti? Non ci vediamo dal giorno dei "fuochi d'artificio"...-

 

 

 

Continua...

 

Anticipazioni;

 

Profumo di caffè...Fresco aleggiava per la stanza, solleticandole dolcemente le narici. Poteva ancora sentire il ticchettio della pioggia sulle strade, coperto appena del respiro dell'altra  persona presente nella camera.

Girandosi su un fianco, Claire, socchiuse gli occhi su una figura seduta accanto al suo letto, intenta a soffiare sulla tazza di ceramica verde che teneva stretta fra le mani...- Non può essere...- si disse alzando lentamente la testa le spalle dal cuscino, puntellandosi al gomito per meglio sostenersi-...Allora non ho sognato.-

 

 

 

Volevo ringraziare tutti coloro che hanno recensito, letto e messo fra i preferiti questa mia fan fiction. Sono davvero felice che sia tanto piaciuta e spero che seguirete ancora le mie storie.

 

 

Un ringraziamento particolare a :

 

Videlbra91

Hiromi

mojojojo:certo che voglio sapere che succede al mio piccolo Matt! Oddio che ansia, che succede al mio orsacchiottone ciccioso!!?°o°

miss nina

Mala_Tenera

kibachan

PsYcHoGIRL_SYLARtheBEST

la scrittrice.

 

 

   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Heroes / Vai alla pagina dell'autore: Ino chan