Anime & Manga > Inazuma Eleven
Ricorda la storia  |      
Autore: _Kiiko Kyah    17/06/2013    2 recensioni
[ Haruna-centric ] [ Ambientazione: Chrono Stone ]
La dolce insegnante dalla mossa chioma blu e dallo sguardo ceruleo e sbarazzino camminava anch’ella per i corridoi, tenendo in mano la sua preziosa e amata Polaroid;[...]
Aveva un preciso obiettivo in mente e -a costo di sembrare Akane- lo avrebbe portato a termine.
Genere: | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

::catch the moment


Haruna sorrideva allegra, osservando i suoi studenti gironzolare allegri per la scuola, a salutare gli allievi del terzo anno che quel giorno avrebbero partecipato alla loro tanto attesa festa del diploma.
La dolce insegnante dalla mossa chioma blu e dallo sguardo ceruleo e sbarazzino camminava anch’ella per i corridoi, tenendo in mano la sua preziosa e amata Polaroid; regalo di suo fratello maggiore risalente a quando aveva appena dodici anni, era una bellissima fotocamera nero-lucida. Era stata sua fedele compagna per tanto tempo, per documentare l’avventura che aveva vissuto insieme alla squadra di calcio della Raimon.
Aveva un preciso obiettivo in mente e -a costo di sembrare Akane- lo avrebbe portato a termine.


«Dai Hikaru-kun, sorridi!» incitò inquadrando meglio il suo studente dalla chioma azzurro-violacea, il quale arrossì portando le mani a coprire l’obiettivo della macchina.
«S-Scusa sensei, ma non sono bravo a posare per le foto!»
«Però io voglio immortalare tutti i miei studenti, in special modo quelli del primo anno!» replicò lei, determinata «Facciamo così: chiederò a qualcuno di scattare la foto, così poserò insieme a te! Se saremo in due sarai meno timido, giusto?» propose sorridendo gentile.
Kageyama si costrinse ad annuire, lievemente -ma non troppo- sollevato.
La donna fermò uno studente di passaggio e si accostò all’attaccante della Raimon Eleven, stringendogli un braccio intorno alle spalle e alzando due dita in segno di vittoria, sorridendo radiosa. Il ragazzino si sciolse un po’, pur rimanendo rosso, ed imitando la sua insegnante; la foto scattò, e dopo poco la ventitreenne poté sorridere soddisfatta.


Shinsuke era così piccolo e carino che tenerlo in braccio in quella fotografia fu d’obbligo per Haruna; inoltre era anche molto ben disposto ad abbracciare la sua insegnante preferita, che era sempre stata così carina e gentile.
«Sembrate proprio madre e figlio, Otonashi-sensei.» non mancò di notare Masaki, al quale era stato affidato il compito di scattare quella fotografia.
Il più basso non si trattenne dall’arrossire al commento sarcastico del suo coetaneo, che gli aveva letteralmente detto di somigliare ad un bambino.
«Cosa dici Masaki-kun, piuttosto direi fratello e sorella, no?» intervenne in suo aiuto la giovane donna, provocando una smorfia di disapprovazione al numero quindici della squadra di calcio.
Nishizono invece sorrise radioso e strinse ancora di più la blu, aspettando con efferata allegria che il flash della Polaroid li investisse di luce.


Kariya non ne voleva sapere di sorridere per quella stupida foto. Haruna sbatté le palpebre riflessiva, cercando un modo per farlo sorridere, sorridere sinceramente. Era un po’ difficile come obbiettivo, il turchese non sorrideva quasi mai -se non era Kirino a costringerlo, s’intende.
Invece a tenere la fotocamera in mano in attesa di un sincero sorriso era il nuovo portiere della Raimon Eleven, il quale si stava anche spazientendo, esattamente come l’insegnante. Quest’ultima arricciò le labbra, tuttavia quasi subito le venne un’idea più che ottima.
«Ti piace fare le boccacce, Masaki-kun?» domandò, sicura della risposta.
Lui fece l’indifferente, ma era chiaro che sì, gli piaceva. Allora la ventitreenne lo cinse con il braccio e si allungò la bocca con un dito, provocando un accenno di sorriso allo studente, che presto l’imitò.
La miglior foto con boccaccia di sempre.


«Le va di entrare con me nella foto?»
Haruna alzò gli occhi sulla giovane manager dal caschetto blu. Era già la quarta persona che necessitava quella condizione per farsi fotografare, ma non se l’aspettava davvero da Aoi. Comunque sorrise.
«Certo, Aoi-chan.» replicò gentile, e affidò la sua amata macchina ad un passante. «Posso chiederti perché?»
La ragazza sorrise mentre la sensei la si accostava. «Voglio vedere le sue capacità di modella, sensei.» ridacchiò, lasciando l’adulta perplessa.
Lo studente che stava per scattare la fotografia esibì un luccichio nello sguardo che non mancò di incuriosire le due dalla chioma blu. Quando il ragazzo chiese loro di mettersi in una posa “carismatica”, le due trattennero una risata e lo accontentarono, rendendosi solo quando la foto era già scattata di aver preso la stessa identica posa.


«Otonashi-senseiiiii!» il nuovo capitano della Raimon Eleven arrivò di corsa alla sua insegnante, travolgendola in un abbraccio per il quale dovette dare un piccolo slancio al suo salto per arrivare alla stessa altezza della donna.
«Tenma-kun, ciao!» salutò altrettanto allegramente lei.
Senza staccarsi, l’esuberante numero otto la scrutò con occhi luminosi.
«Volevo salutarla prima della cerimonia di fine anno!» la informò sorridendo ampiamente e provocando le risatine di Aoi e del ragazzo che aveva ancora in mano la fotocamera di Haruna. «A proposito, è vero che sta facendo una foto con tutti i suoi alunni?» domandò inclinando la testa.
L’interpellata annuì, e il flash che investì i sorrisi dei due -ventitreenne e tredicenne- fu la conferma alla sua risposta affermativa.
Tenma si staccò dalla donna con un’espressione preoccupata. «No, aspetta, non ero pronto, ehi!»
Purtroppo, le risate dei tre presenti non gli permisero di farsi sentire.


L’espressione statica di Tsurugi dava sui nervi. Aveva accettato di farsi fotografare, sì -sempre che quel grugnito accompagnato da uno stanco gesto d’assenso del capo si potesse definire col verbo accettare- ma adesso non stava neanche provando a sorridere.
Era lì, mani in tasca, a scrutare con occhio critico la sua insegnante, la quale stava cercando in tutti i modi di mantenere il suo sorriso allegro. Non era facile, però. E poi non poteva stare tutta la giornata con Kyousuke, aveva ancora qualche studente da fotografare.
«Kyousuke-kun, ti costa sorridere?» chiese sorridendo sinceramente.
L’interpellato si accigliò. «, sensei.»
La donna corrucciò lo sguardo e domandò ad un suo collega di passaggio di scattare la foto al posto suo. Si avvicinò a Tsurugi, il quale fece una smorfia contrariata, ma prima ancora che la donna arrivasse lo sbrigativo sensei scattò la foto. Haruna sbuffò. Tutto sommato andava bene anche così.


La sorella minore di Kidou Yuuto sorrise allegra. «Ah Kinako-chan, sei molto fotogenica!»
«Grazie Otonashi-sensei, ma sono sicura che tu lo sei di più!» squittì allegra, avvicinandosi alla donna e uscendo così dall’inquadratura della macchina fotografica.
Solo allora Haruna si accorse di aver scattato un po’ troppe foto della fotogenica numero settantotto dal carattere allegro e spensierato.
«Ideona!» sbottò d’un tratto la calciatrice «Scattiamo una foto insieme, così vediamo chi è più fotogenica fra noi due!»
La blu sbatté le palpebre confusa, poi accettò con vero piacere. Chiesero a Kirino che passava di lì di fare loro una foto e il rosato fu felice di accontentarle. Le due si presero per mano e accostarono i visi, sorridendo.
Sì, erano entrambe molto fotogeniche.


«Guarda niisan, ho scattato un sacco di fotografie ai miei alunni!» mostrò la donna, orgogliosa del proprio talento da fotografa.
Kidou sorrise osservando le foto che la sua sorellina gli stava mostrando con tanto orgoglio; come naturale, la sua attenzione fu attirata da quelle poche foto in cui appariva anche la blu, oltre ad un alunno.
«Come mai gli studenti del primo anno che frequentano il club di calcio hanno una foto diversa dagli altri?»
Haruna non seppe come rispondere. Non aveva notato che aveva partecipato alle foto di tutti i membri del club di calcio del primo anno. Non l’aveva... davvero notato...
«Perché gli unici membri del club di calcio che sono anche miei alunni sono loro, no?»
Sorrise radiosa e lanciò un’occhiata alla sua fedele Polaroid.




Angolo della Kyah
Che schifo è questo? E’ una fic che mi andava di scrivere.
A dire il vero mi mancava scrivere qualcosa in cui non c’entrassero oc vari, perché anche se ho “~limbo” in corso qualcosa di nuovo ci voleva.
Comunque, spero vi sia piaciuto.
Sono stata non troppo vagamente ispirata da questa fanart.
E’ carina, vero? Ultimamente sono troppo ispirata dalle immagini... ho visto anche un paio di fanart che mi hanno ispirato un’idea per una long, ma ovviamente ho altre cose da fare quindi aspetterò prima di mettere giù quest’idea.
E aspettatevi una RanTaku prima di quanto possiate immaginare, perché ho trovato una fanart per-fet-ta
Comunque niente, scrivo sempre troppe volte la parola “comunque”(?)
Ora vado via, mi dileguo, che ho un capitolo da scrivere per le mie long.
Baci,
Anna. 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: _Kiiko Kyah