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Autore: michaelgosling    17/06/2013    2 recensioni
1935. Una bambina olandese di nome Henny viene mandata a vivere in America perchè in pericolo: sebbene non sia qualcosa a cui Hitler è contrario rischia molto per via di qualcosa di segreto che riguarda il padre.
1947. Henny si ritrova ad essere testimone di una serie di omicidi: è l'inizio di una catena di eventi riconducibili a quel segreto a lei nascosto per anni e che la porteranno ad essere nuovamente in pericolo.
Si svelerà mai questo segreto? E perché qualcuno la vuole morta?
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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trf CAPITOLO 2. 1947, UN PESSIMO INIZIO.

"Perchè non vai?"
Henny alzò lo sguardò e incontrò quello di Bill Merkley, il suo datore di lavoro, un uomo anziano e dallo sguardo severo, ma dall'animo nobile.
"Posso restare." si affrettò a dire lei.
"Sei bella e giovane. Non dovresti passare il venerdì sera a lavorare in una libreria. Vai. Qua ci penso io." continuò lui, accendendo un sigaro.
Henny sorrise, chiudendo il libro che stava guardando: si tratta di un libro di viaggi sull'Olanda.
Quando non c'erano clienti e la situazione in libreria le permetteva di concedersi una pausa, lo sfogliava per tornare indietro nel tempo e ripensare alla sua amata Olanda, che mai avrebbe voluto lasciare, nemmeno per una città ricca di confort e di tecnologia come New York.
"Non ho niente di meglio da fare." mormorò lei, come se ne provasse vergogna.
All'infuori di Peyton, con la quale si vedeva ogni tanto, la sua vita sociale era altamente scarsa.
Era una bella ragazza, ma era troppo acqua e sapone per una città come New York: non aveva amici all'infuori di Peyton, e tantomeno un ragazzo, sebbene avesse già venti anni.
A volte si sentiva un po' sola e spesso anche a disagio, ma se per uscire da quella situazione avrebbe dovuto diventare come tutte le altre ragazze di New York, con vestiti stretti, tacchi e tre kilogrammi di trucco in viso, preferiva restare sé stessa.
E invidiava gli uomini.
Cavolo quanto li invidiava, e soprattutto invidiava i loro pantaloni.
Sembravano così comodi.
C'erano in giro anche dei pantaloni da donna, ma non erano un granchè.
Non vedeva l'ora di andarsene a casa e togliersi lo scomodo abito che portava (uno dei più comodi che si trovava in negozio) per sostituirlo con una larga camicia da notte.
Era come se quel tempo e quel luogo non facessero per lei.
"E' un ordine!" insistette Merkley.
Henny prese il cappotto ed uscì dal negozio, salutando l'uomo con la mano.
Era sera, e il marciapiede era affolato di persone che lo attraversavano per recarsi in un locale o semplicemente per sgranchirsi le gambe e guardare le vetrine.
Qualcuno di loro si accorgeva di Henny, e della sua diversità.
I capelli spettinati, il viso privo di trucco,..
Non era una vista che capitava spesso a New York, e chi notò la ragazza non parve apprezzare il suo distacco dalle coetanee.
Henny non ci fece caso.
Non le faceva piacere, ma ormai ci era abituata.
Salì su un autobus e guardò fuori dal finestrino pensierosa.
Aveva un brutto presentimento su qualcosa, ma non riusciva a capire di cosa si trattasse.
Qualche mese prima Stefan Saunders, l'uomo che praticamente l'ha cresciuta, era morto in seguito ad un infarto, e da quel momento la visione che la ragazza aveva della vita era più cupa.
Ricordò che quando aveva quattordici anni, l'uomo le aveva mostrato la lettera nella quale Lars gli chiedeva di protteggere la figlia, e da allora ogni sera, prima di andare a dormire, la ragazza la rileggeva.
Era diventato una specie di rituale, come la preghiera serale.
Era ovvio che Stefan conoscesse il segreto del padre, ma era stato molto chiaro con lei.
Non aveva la minima intenzione di dirglielo, perchè così facendo l'avrebbe messa nuovamente nei guai e tutti gli sforzi del padre sarebbero risultati vani.
La giovane era cresciuta passando gran parte del suo tempo a trovare una spiegazione.
Un qualcosa che potesse aiutarla a capire da sola quel segreto, ma niente: non aveva molti elementi su cui basarsi.
Presa da quel strano presentimento che la tormentava, scese dall'autobus e tornò verso la libreria.
Se fosse stato tutto a posto sarebbe tornata a casa.
Contrariamente a poco tempo prima, il marciapiede era vuoto: sembrava una zona isolata.
La luce della libreria era spenta, il che significava che Bill aveva già chiuso il negozio e che era andato a dormire nel suo appartamento, al piano superiore.
Si infilò in un vicolo cieco per dare da mangiare ad un cucciolo di cane, che stava vicino all'immondizia.
"Ti sei perso, piccolino?" gli sussurrò, accarezzandolo dolcemente.
Aveva dedicato pochissimo tempo a quel cagnolino, ma era bastato.
Quello che temeva si avverò.
Sentì un esplosione, e quando si voltò verso il negozio era troppo tardi: l'edificio stava letteralmente andando a fuoco.
Era completamente in fiamme, e anche l'appartamento del signor Merkley.
Anche se lo sembrava, Henny non era una stupida e aveva capito perfettamente che per il datore di lavoro non c'era più speranza.
Scoppiò in lacrime.
Chiunque fosse stato, doveva essere entrato in libreria i giorni scorsi e averci messo qualcosa: un'esplosione così non avviene per sbaglio.
La ragazza si accasciò al muro.
Aveva mille pensieri in testa.
Era confusa e non sapeva cosa fare.
Tutto quello che riuscì a pensare era che se l'esposione fosse avvenuta poco tempo prima, in quel momento lei sarebbe morta.
Un uomo era appena sceso in strada per vedere cosa fosse successo, e si affrettò a rientrare in casa per chiamare i pompieri.
Henny era sotto schock, ma nonostante questo riuscì ad intravedere qualcosa di molto chiaro.
Vide un uomo scappare e infilarsi in una stradina buia e poco conosciuta.
L'aveva visto da dietro, e di sfuggita: il cappello e il cappotto che portava fu l'unica cosa che riconobbe di quell'uomo.

DEVO ESSERE SINCERA, NON MI ASPETTAVO TANTO SUCCESSO! IL PRIMO CAPITOLO HA AVUTO PIU' VISUALIZZAZIONI DI QUANTO PENSASSI E GRAZIE A I LOVE PENGUIN PER AVERLA MESSA TRA LE SEGUITE! SPERO DI NON DELUDERVI ;) A PRESTO!


  
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