“Ogni volta che lo riterrai opportuno,
accendi un sogno e lascialo bruciare in te.” — William Shakespeare
Bae/Wendy.
Quando il
giorno lasciava il posto alla notte, Bae si rifugiava
sulla cima della montagna più alta dell’Isola, lontano dal disperato pianto
degli altri bambini, si accendeva un fuoco e stringeva con forza al petto la
vestaglia che la signora Darling gi aveva donato.
Chiudeva gli
occhi Bae e sognava di essere ancora Londra: poteva sentire il profumo di pulito
delle lenzuola, la morbidezza del pane appena uscito dal forno sulle labbra e
naso bagnato di Nana sul viso.
Vedeva il
sorriso estatico di Wendy mentre gli raccontava i
mille e mila sogni che le affollavano la testa.
I sogni di Wendy erano come il fuoco che accendeva ogni notte: caldi e
ardenti, spettacolari e in grado di illuminare qualsiasi cosa, persino la vita
buia di Bae.
A volte si
chiedeva se Wendy riuscisse a vedere dalla sua
finestra, di notte, il fuoco che accendeva per lei sulla montagna, quel suo
omaggio a lei e ai suoi sogni brucianti, ai suoi occhi azzurri come il cielo al
crepuscolo.
Lui non
aveva sogni brucianti, aveva il ricordo del calore di Wendy
e dei suoi abbracci.
Se lo
sarebbe fatto bastare.