…Anyway, it is an other Year.
[in Paradise]
Se solo
avesse potuto.
Avrebbe
dannatamente voluto andarsene da quella camera tinta del suo colore preferito.
Azzurro. Oh, se c’era colore che odiava di più al mondo era
quello, ma secondo sua mamma lo amava. Certo, contenta
lei. Il letto era aggraziatamente pulito, in ordine e soprattutto, non portava
alcuna piega come sua mamma sperava.
Il 31
Dicembre di quel fotuttissimo anno lo avrebbe dovuto passare dormendo.
«puoi
aspettare fino a mezzanotte, ma non di più cara mia. Massimo all’una fila a
letto»
queste
erano le parole di suo padre. Vani erano stati i tentativi di
Ino per far cambiare idea a quell’uomo, giusto per permettere all’amica
di poter passare l’ultimo dell’anno almeno con lei ed il suo nuovo ragazzo,
Sai. Totalmente inutili le suppliche di Temari che non
avrebbe voluto perdersi la serata in compagnia di tutti, ora che finalmente
poteva starsene con Shikamaru.
Ma
dopotutto, Sakura Haruno, studentessa modello dell’ultimo anno, se lo
aspettava.
Era la sua punizione, quella.
Aveva
osato disobbedire alla madre – famosa arpia. E non la sua vera madre – ritardando
di un’ora il suo ritorno a casa dopo essere uscita con
gli amici. Senza avvertire, tra l’altro.
Si, se lo
meritava probabilmente, e quella dannata oca che
tentava di ricoprire il ruolo di sua mamma – senza riuscirci – aveva scelto la
punizione peggiore, per lei.
Il letto
era intatto ed erano le undici.
Sakura
osservò la televisione dove qualche stupido presentatore annunciava la show-girl
più famosa del momento, e la musica di sottofondo erano
le classiche festive.
«bene,
mancano esattamente cinquantanove minuti al 1 gennaio, signori!» così entrava
la show-girl, che non era altro che una modella pagata per condurre un
programma così stupido, mentre gli effetti speciali della televisione, facevano
intravedere coriandoli virtuali sullo schermo.
Davvero, uno schifo di capodanno.
Sola, in
compagnia della televisione che avrebbe spento all’istante,
immersa nei rimorsi di quel dannato pomeriggio. Se solo avesse potuto
tornare indietro.
In quel
momento sentì la suoneria del cellulare ronzare per la stanza ed una speranza
le si accese nel cuore, mentre si buttava verso la
scrivania dove il telefono sostava.
Un
messaggio.
Messaggio da: Tem-chan
ehi Saku. Cosa
stai facendo?
Dici che possiamo venire a
prenderti di nascosto?
Shikamaru dice che potrebbe essere
sotto
Casa tua fra dieci minuti.
Ci stai?
Rix. Tvb.
Era risaputo che Temari non era ragazza che gettava la spugna così in
fretta.
Era
forte, determinata, decisa. Una tipa tosta, perfetta per un
ragazzo come Shikamaru.
Da quando
stavano insieme lui era decisamente più disponibile –
e Sakura sorrise vedendo che lui aveva messo a disposizione la sua auto come
mezzo incriminante – e questo non si sapeva se era dovuto all’amore cieco che
provava per la tenace biondina o per la paura di ritrovarsi con qualche osso
rotto, nonostante fosse l’ultimo dell’anno.
La
ragazza sbuffò, sentendo tentarsi da quella proposta.
Ma pensò
bene che, se fosse uscita e i suoi se ne fossero accorti, si sarebbe
sicuramente divertita a capodanno, ma per il resto di quell’anno sarebbero
stati guai.
Studiò il
display, tentando di trovare una soluzione alternativa.
Soluzione che non trovò.
Sospirando,
cominciò a scrivere il messaggio che l’avrebbe condannata
alla solitudine.
Mi dispiace Tem.
Ma se i
miei se ne accorgono sono morta. =.=”
Piuttosto, vedi di divertirti con
Shika. XD
E divertiti anche per me. Salutami
gli altri.
Bacio. Tvttb.
Lo inviò
e sentì che quel giorno sarebbe crollata dalla
disperazione.
Guardarsi il conto alla rovescia in televisione, festeggiare e
augurarsi un buon anno da sola. Infine sarebbe andata a dormire, probabilmente
piangendo, sentendo i fuochi d’artificio esplodere nel cielo con la
consapevolezza di non poterli guardare, nemmeno dal suo balcone.
Temari
rispose più in fretta del solito.
Messaggio
da: Tem-chan
Porca Puttana… è.é
Va beh Saku, io ci ho provato.
Ti chiamo domani mattina, così
parliamo un po’, ok?
Ti saluta Shikamaru. E anche Ino e
gli altri.
Gli unici che non sono ancora
arrivati sono quel baka di Naru e Sasuke.
Boh, e pensare che Hinata è qui…-.-‘
Va beh, ciao! Kiss.
Sakura
assunse un’espressione perplessa.
Né Naruto
né Sasuke c’erano. Era strano, dopotutto se Hinata era
lì, per forza di cose anche il suo baka di ragazzo doveva stare con lei. Sasuke
probabilmente si era accuratamente astenuto dal
festeggiare.
Non era
una cosa strana, dopotutto.
Sentì un ticchettare contro il vetro e si girò perplessa verso la finestra
saldamente chiusa, per non fare entrare il freddo. Si
morse il labbro, lasciando andare il cellulare sulla scrivania.
Avanzò
verso la finestra e scostò la tenda, tentando di adocchiare nell’oscurità della
notte, qualcuno che le avesse lanciato i sassolini
contro il vetro. Non riuscendo a vedere bene, si convinse di
aprire la finestra e di affacciarsi un poco, giusto per vedere chi fosse.
Lasciò
che i capelli scivolassero lungo il davanzale e che gli occhi scrutassero
l’ombra.
«ma…chi
diavolo è?» si domandò, corrucciando le sopracciglia. Sentì un fastidioso
pizzicare sulla fronte, sentendo poi avanzare il dolore, segno che un sassolino
l’aveva colpita in fronte.
«ahia! Ma
chi diavolo è?!» sbottò contrita.
«baka! L’hai colpita!» una voce bassa e tenuta lievemente roca
fece voltare la ragazza verso destra, e intravide due ombre sul marciapiede.
Probabilmente colui che aveva parlato aveva appena
tirato un pugno in testa all’altro, sentendo le esclamazioni non proprio
delicate.
«taci
razza di emo-boy. Non l’ho mica fatto apposta!»
Sakura
sorrise divertita. Quei due si facevano sempre riconoscere.
«Naruto!
Sasuke?!» chiamò a bassa voce, sperando di non farsi sentire dai suoi genitori.
Le due ombre sul marciapiede smisero di litigare, rivolgendo
lo sguardo verso l’alto.
«Sakura-chan!
Sono venuto ad accompagnare questo emo-boy dato che
non ha un grammo di coraggio, io scappo. Io la ragazza ce l’ho!» affermò Naruto
risoluto, tirando una gomitata a Sasuke Uchiha che gli stava di fianco. Manco a
farlo apposta, quei due le si erano materializzati
davanti senza nemmeno dalre il tempo di pensare. E fu
una sensazione di sollievo, di speranza.
«tsk. Un
regalo di capodanno glielo potresti fare. Tipo lasciarla. Credo che stare
lontani da te sia il più bel regalo che si possa
ricevere». Con un classico gesto sprezzante, Sasuke arricciò gli angoli della
bocca in un sorriso derisorio. E così cominciava lo scontro di battutine idiote
fra loro due: spettacolo da non perdere!
«ovviamente.
E io ti regalo il singolo della canzone “lamette” così ci mettiamo
a cantare quello che vorresti fare quotidianamente, né, emo-boy?!»
«piantatela!
Se vi sentono i miei vi fanno fuori…e fanno fuori anche me!» si
irritò Sakura senza trattenere quel sorriso ironico. Sentire litigare
Sasuke e Naruto faceva morire dal ridere. Tiravano fuori di
tutto e alla fine finivano per picchiarsi. L’unica
cosa strana era che uno non poteva fare a meno dell’altro, alla fin fine.
«ok. Io vado perché Hinata mi aspetta. E presumo mi voglia uccidere.
Però lei è troppo buona. Credo lo farà Temari al posto
suo. Vado a firmare la mia condanna, bye!» salutò
Naruto distogliendo l’espressione ebete con la quale aveva parlato e rivolgendo
un’occhiata all’amica che lo fissava perplessa e a Sasuke che scoteva il capo
mesto.
«da
quando Temari sta con Shikamaru è più buona. Se corri
credo ti perdonerà» rivelò pacato il moro alla schiena dell’Uzumaki che alzò
una mano in segno di comprensione. Infatti nemmeno il tempo di rivolgere lo
sguardo altrove, Naruto si era già messo a correre.
«allora…posso
salire?» domandò Sasuke infastidito da quell’attesa. Sakura
rivolse lo sguardo degli occhi colore del bosco sul ragazzo, fissando la sua
figura alta e slanciata.
Era vestito con un paio di jeans scuri, e la maglietta era coperta dal
cappotto nero.
Il suo solito vestiario, dopotutto. Sasuke Uchiha non aveva mai avuto un
particolare bisogno di risaltare per i suoi vestiti, e non aveva mai avuto cura
di apparire bello per le marche.
Era già
bello di suo.
Non per
questo non si vestiva bene, certo.
Lo sbuffo
seccato del ragazzo, che aspettava ancora una risposta, la fece
sussultare. Si morse più forte il labbro, sentendo il
cuore battere all’impazzata. Se solo i suo padre – o meglio, sua madre – si fosse accorto di Sasuke, sarebbero stati guai. [e sarebbe rimasta sola con lui]
«dalla
finestra. E in fretta» sussurrò in modo tale da farsi sentire solo dall’Uchiha
che assunse un cipiglio interrogativo.
«dalla
finestra?!» borbottò contrariato, scotendo il capo verso sinistra, come se gli
stessero chiedendo di bruciare la sua maglietta preferita.
«beh. Se vuoi entrare dalla porta e dire “ehilà, non fate caso a
me, sto giusto andando da vostra figlia che dovrebbe stare a casa da sola senza
uscire e vedere qualcuno, ma fate come se non esistessi” a mio padre, fa’ pure.
Poi vediamo cosa succede» si stizzì Sakura guardandolo torva. L’Uchiha parve
prendere per davvero in considerazione l’idea di fare quello che gli aveva
suggerito la ragazza, ma il buonsenso prese possesso di lui prima che potesse
cominciare a camminare. Alzò gli occhi al cielo, rabbrividendo appena alla
freddura della notte e si avvicinò lentamente al muro,
escogitando un modo per poter entrare in camera dell’amica.
Fortunatamente la stanza di Sakura era al primo piano e davanti alla
finestra c’era un albero di ciliegio fatto piantare apposta per abbellire il giardino. Peccato che
quell’albero avesse un uso dedito più comunemente alle fughe
della piccola Haruno e anche di quella ormai quasi adulta.
L’Uchiha si morse il labbro, studiando il muro e l’albero.
«avanti, se cadi non ti dovresti fare male, non è alto» commentò
Sakura osservando l’ombra del ragazzo dall’alto, in cuor suo la speranza che
lui non abbandonasse l’idea di stare con lei.
«va
bene. Apri del tutto la finestra, altrimenti non ci passo!» brontolò Sasuke con
il suo solito tono irritato, socchiudendo gli occhi e cominciando ad
arrampicarsi agilmente sui rami dell’albero.
Sakura
lo fissò attentamente, sperando che lui non cadesse e, soprattutto per sua
stizza, non facesse troppo rumore. Una volta vicino
alla finestra, l’Uchiha si aggrappò al davanzale, entrando lentamente nella
camera.
«credo
che non lo farò mai più» commentò una volta dentro,
studiando quello che la ragazza aveva predisposto nella camera per festeggiare
l’anno nuovo.
Un pacchetto di patatine, coca-cola, un bicchiere e un
piattino di carta.
«è
tutto quello che sono riuscita a fregare. Sai quell’arpia mi tiene sottocontrollo come se fossi malata. Malata di mente. Ovvero
quello che è lei, quanto la detesto!» biascicò
l’Haruno guardando con desolazione quel poco che aveva poggiato sulla
scrivania.
«va beh, ci accontenteremo. Non avevo voglia di stare con gli
altri a guardare i fuochi d’artificio. Non ora che anche
Shikamaru è occupato»
Sakura
storse il naso, sedendosi sul letto con le gambe incrociate, guardando l’amico
ancora in piedi vicino alla finestra che si era
premurato di chiudere.
«beh…magari
conoscevi qualcun altro. Dopotutto non dovevi stare per forza con loro che
sicuramente avrebbero passato – e passeranno – il
tempo a sbaciucchiarsi. E poi, Kiba? Dov’è finito?»
«i suoi
l’hanno
costretto ad una cena di famiglia. Poco male dato che si è premurato di
riferirmi che ha due cugine di qualche grado sconosciuto decisamente
carine»
Sasuke
fece spallucce, togliendosi il giubbotto e poggiandolo sulla spalliera della
sedia per poi avvicinarsi al letto di Sakura e sedersi di fianco a lei,
portando lo sguardo sulla televisione ancora accesa. Guardò,
senza vederle, le ballerine del programma cimentarsi in quello che avrebbe
dovuto essere un balletto.
In
pratica si spogliavano e basta.
«interessante.»
sussurrò inarcando le sopracciglia, alzando il volume
della televisione per non far sentire la sua voce. Sakura ghignò assumendo
un’espressione diabolica.
«ehe, Sasuke-kun! Allora anche tu non sei immune alle debolezze maschili
come tutti credevano!» mormorò con voce tenuta
appositamente bassa, tirando lievi gomitate al compagno che prima s’indignò,
poi arrossì.
«ma
smettila. Era ironico» la liquidò con quelle poche parole, distogliendole lo
sguardo di dosso.
Non era
mai stato un gran genio con le donne, decisamente No.
Addirittura era arrivato ad evitare qualsiasi tresca
femminile, facendosi affibbiare da Temari il nomignolo che usava anche con Shikamaru,
ovvero “Misogino” e da Naruto, “emo-gay”.
Soprannome che l’Uzumaki usò solo una volta. E ne portava ancora i
segni.
Però,
in quel momento, si concesse di indugiare giusto un
momento sulla scollatura del pigiama di Sakura, ormai già arresa alla tenuta da
notte, di seta color panna. E le sue guance divennero rosse, mentre spostava
nuovamente lo sguardo sulla televisione.
“debolezze
maschili” le chiamava lei.
Beh, quelle debolezze sono le cose che un maschio, volente
o nolente, nota.
Conosceva
da molto tempo Sakura, fin da quando avevano si e no
sette anni. Da quando lei era una petulante bambina da strani capelli rosa con
una fronte gigantesca, fonte di nomignoli poco carini.
Da
quando lei aveva un corpicino fine, che difficilmente avrebbe attirato
attenzioni maschili. Tutt’altro da grande dove le sue linee
sinuose facevano voltare quasi tutti i ragazzi, e i suoi capelli non erano più
guardati male come una stranezza, ma come una particolarità. E quella
fronte era stata giudicata adorabile. Almeno, per Ino e
Temari, lo era.
E Sakura era colei che Sasuke considerava come una sorella…
«allora
Sasuke. Manca una mezzora a capodanno…avrai portato
qualcosa, spero!» esclamò speranzosa Sakura sporgendosi verso il ragazzo, come
a volergli frugare nelle tasche.
«ehi,
sta buona. Non sono venuto qui per farmi insaccare da te!» si lamentò, come
Sakura aveva diligentemente previsto, l’Uchiha indietreggiando sul letto.
«avanti!»
si protese lei mettendosi in ginocchio sulle lenzuola
e tendendo un agguato al moro. In suo soccorso arrivò lo squillo del cellulare
di Sakura che, posato sulla scrivania, era ormai stato dimenticato dalla
ragazza.
Ed il
tempo passava, veloce e lento… come conveniva a loro…
Messaggio da: Ino-pig
Sakuuu! Accidenti, mancate solo tu e
Sasuke!
Lui è lì con te, vero? L’ha detto Naruto,
prima che Temari
Gli chiudesse la bocca. Passando oltre.
Manca pochissimo e, dato che non sono lì con
te,
ti auguro da ora un buon anno nuovo.
Spero almeno che quello che sta a venire sia più fortunato di questo.
Per te, ovvio. Sai mi ha portata sul terrazzo
di casa sua da poco.
È bellissimo. Va beh, ti lascio che è arrivato ^.^
Bye Saku, tadb!
Lesse
il messaggio battendo ciglio un paio di volte.
«Ino si
è proprio sistemata bene, con Sai. Beh, sono felice per loro, tu no?» domandò
Sakura rivolgendo un’occhiata curiosa a Sasuke che aveva afferrato il pacchetto
di patatine con un sbuffo.
«già.
Meglio per lei e peggio per lui» commentò con il suo solito fare distaccato,
aprendo disinvolto la busta e rovesciandone il contenuto sul piattino.
«…intendo
peggio per lui perché tu ed Ino siete uguali» diede
come risposta allo sguardo perplesso dell’amica che sospirò contrita.
«ti ho
mai detto che sei uno stronzo?»
«quotidianamente»
«grazie,
per essere qui» Sakura sapeva che quello specie di battibecco sarebbe finito
con una litigata coi fiocchi. E decise di interrompere
il tutto nei migliori dei modi e, a vedere dall’espressione sorpresa del
ragazzo, ci era riuscita. Si avvicinò al letto,
prendendo una patatina e volgendo lo sguardo – divenuto stranamente imbarazzato
– alla televisione.
«se ti
affacci alla finestra i fuochi d’artificio li vedi lo stesso» rivelò pacato l’Uchiha, alzandosi in piedi per spegnere il
televisore lasciato accesso come copertura ma che era divenuto ormai un peso
guardare. C’era ben altro, da fare.
Sakura sorrise
a quel modo velato “prego”. Sarà congenito o una
particolarità di Sasuke, quella di non riuscire a fare complimenti e a
dimostrarsi gentile con tutti non lo sapeva, ed era quello che la
intrigava di più di lui. O forse i capelli nerissimi e sottili, lunghi quasi a
toccare le spalle ma che non risultavano mai “di
troppo” oppure per quei occhi scuri d’ossidiana che risaltavano alla perfezione
sulla pelle diafana.
L’aveva capito ma taceva.
Si era innamorata di lui.
Perdutamente.
Tanto d’arrabbiarsi ogni santa volta che una ragazza faceva
degli apprezzamenti su di lui e non erano pochi. Per questo, forse, era così
isterica.
Il
tempo passava. Andando incontro all’anno nuovo.
«mancano
due minuti alla mezzanotte. Elettrizzante» si sentì di aggiungere Sasuke abbozzando
un sorriso, avvicinandosi alla finestra e scostando le tende. Il cielo era
completamente nero e per fortuna, non pioveva e non nevicava. Erano ben
visibili le luci dei lampioni in strada che illuminavano fiocamente, insieme al
brillare della Luna, la notte.
«vieni
qui, Sakura» la chiamò a bassa voce, sempre attento a non farsi sentire,
porgendo una mano in sue direzione. L’Haruno strinse
le labbra camminando lentamente verso la finestra.
Corrucciò le sopracciglia e, con decisione, allargò le braccia di Sasuke poggiandosi sul
suo petto.
Lo
sentì sospirare, ma sembrava che se lo aspettasse. La schiena di lei premeva
contro il suo addome, permettendogli di sentire l’andamento ansante del
respiro. La cinse in vita, girandola verso la finestra.
«un capodanno passato in casa in punizione. Questa si
che è bella» sussurrò Sakura imbronciandosi, guardando fuori il cielo plumbeo.
Sasuke sorrise, baciandole la testa. Gesto a cui lei non era estranea, ma
sicuramente non compativa come fraterno. E alla fin fine, nemmeno Sasuke lo
vedeva in quel modo.
[Sakura era una
sorella, una ragazza con cui parlava tutti i giorni. Eppure, non riusciva a vederla tale. Sakura era molto, molto di più.]
«beh,
almeno siamo insieme. Guarda il lato positivo».
L’Haruno annuì distrattamente, portando le mani su quelle di lui che la stringevano ancora.
Era lì che stava cominciando tutto.
Da quei
piccoli gesti che, entrambi sapevano, li avrebbe portati ad altro.
Da
quelle frasi semplici che nascondevano con velata placidità quello che avrebbero voluto dirsi.
Sakura
si voltò verso di lui, quanto quella posizione le
permetteva e sentì il capodanno così vicino quanto quelle labbra pallide ma
assurdamente desiderate. Sentì il suo respiro battere sulla
bocca, sentì l’istinto chiuderle gli occhi. Decise che avrebbe parlato per interrompere, forse, quello che stava
accadendo.
«già,
insieme…» e le parole le morirono in gola come sulle labbra di lui che, quasi
con timidezza, erano andate a cercare quelle di lei, unendole in un bacio.
Quando si toccarono, non ci fu lo scoppio dei fuochi
d’artificio a rendere magico quel momento. Non ce
n’era bisogno.
Regnava
il silenzio e il suono pacato dei loro sospiri
confondersi, mischiarsi, divenire una sola cosa. Non c’era bisogno di fare
meglio, andava benissimo così.
Ma dopotutto, quei fuochi d’artificio non poterono fare a
meno che scoppiare in aria, colorando di tutti i colori il cielo, illuminando i
volti di tutte le persone che avevano rivolto lo sguardo vero l’alto, facendo
splendere di felicità gli occhi di quei ragazzi che avevano trovato l’amore in
quelle persone che erano sempre state al loro fianco.
Ino
Yamanaka se ne stava tranquilla fra le braccia di quel
ragazzo accettato a malapena dai suoi amici, ma che amava davvero. Sai.
Naruto
Uzumaki carezzava pieno di allegria il viso della sua
giovane compagna, sorridendole grato di averlo accettato per quello che era.
Hinata Hyuga.
Neji
Hyuga, a letto con la febbre, guardava Tenten ridere come una disperata per la
situazione in cui si era ritrovato e non riusciva a
nascondere quel sorriso imbarazzato e colpevole.
Nara
Shikamaru aveva trovato colei che gli sapeva tenere testa,
colei che era il contrario e che lo completava e che adesso, era troppo
impegnato a baciare per poter prestare attenzione al cielo. Tutto per lei,
Temari.
Inuzuka
Kiba se la spassava con le sue cugine che aveva
scoperto di quinto grado, e a lui, era andata decisamente bene.
Mentre
Sakura Haruno, non si perse un solo istante di quella
sensazione che le accalorava il corpo mentre si abbandonava a quei baci senza
badare al fatto che ormai la mezzanotte fosse scoccata, senza badare a quelle
mani che la carezzavano, facendola un po’ loro come a lei piaceva.
E anche
se aveva passato il suo capodanno a casa, lontana dagli amici, in conflitto con
i suoi genitori, si disse che quello passato con Sasuke Uchiha, era decisamente il miglior capodanno della sua vita.
DESCLAIMER: ho scoperto solo ora che è
importante metterli…*coff coff*
allora, i personaggi appartengono a Masashi Kishimoto altrimenti a quest’ora
Sasuke sarebbe a Konoha sposato allegramente con Sakura e con un numeroso clan,
Naruto sarebbe hokage sposato con Hinata, Neji avrebbe smesso di rompere con
casate principali e secondarie e si sarebbe accorto di
Tenten. Per quanto riguarda Kiba e Gaara potrebbero essere qui a casa mia
mentre Ino…poteva anche non esistere. MUHAHA! La storia non è assolutamente a
fine di lucro dato che non ci guadagno un accidenti. Fine
u.u
Spazio
di Rory_Chan che ha bisogno di commentare, comprendetela u.u:
Un po’
di sano romanticismo, ci voleva. Sono passata a
scrivere cose troppo angst (=.=”) e avevo bisogno di
questo sfogo. Che pubblico ora. Va beh. Dopotutto ho
avuto anche io il mio giorno di riposo X°D.
La
storia è ambientata in un contesto occidentale dato
che in Giappone il capodanno si festeggia più tardi…credo. Appunto per evitare
questo ho deciso che era meglio fare così XD. Ah si,
Sasuke è stra OOC, mea culpa.
Ovviamente,
dedicata
a: SakuraChan92 (volevo essere lì con te a
capodanno ç_ç!), babysil (T.T tu lo sai), e
tutto l’accenno NaruHina a Terrastoria, la dedico al mio fedelissimo braccio destro/capo Sae, a Kaeru_chan
che prima o poi conquisterà il mondo con il SasuSaku insieme a me XD, a LalyBlackangel perché
davvero non siamo mai troppi a maltrattare l’emo-gay (e Naruto ha ragione XD)
ad Arwen perché è
un genio, sono sua fan e ho in serbo una ShikaTema tutta per lei, come questi
pezzi che ci sono qui. E perché no, anche a RuKiA che prima o poi
convertirò al SasuSaku *risata malefica*.
Ho
finito il mio monologo. Sperando che piaccia a tutti, scusando eventuali
errori, Alla prossima!
Bacio e BUON 2008! (anche se un po’ in ritardo) ma
soprattutto: SASUSAKU
POWEEEEEEER! >.<