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Autore: pillina28    17/06/2013    10 recensioni
Eva: 21 anni,studentessa di psicologia per passione e cameriera in un locale notturno per necessità. È una ragazza bella,solare,timida e sognatrice e ciò che più vorrebbe dalla vita sarebbe un po’ di serenità e….di Amore.
Diego: 34 anni,ricco imprenditore a capo di una catena di alberghi di lusso. È ricco e dannatamente bello,circondato sempre da donne bellissime e di classe,con cui ama divertirsi senza mai impegnarsi con nessuna.
Cosa succederebbe se i due si incontrassero? Se lei fosse in difficoltà e la sua unica speranza fosse accettare l’aiuto di uno sconosciuto? Un uomo che in cambio del suo aiuto vuole solo una cosa: Lei
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Un ricatto per averla: “ti aiuterò, ma in cambio tu sarai mia.. fino a quando non ne avrò abbastanza di te,mi apparterrai!”
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POV: Diego. “Mi aveva colpito dal primo sguardo,dal primo momento che i miei occhi avevano incrociato i suoi,cosi verdi e luminosi.
L’avevo vista e il mio corpo non aveva più risposto ai miei comandi. La volevo. Volevo lei… Eva.. lei era il mio peccato e io il peccatore che avrebbe usato qualunque mezzo per averla al suo fianco,anche un ricatto.”
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 1 – Gli occhi di uno sconosciuto

Roma, Star Pub,ore 23:30
 


Era stanca. Ansi era distrutta.
E anche quella sera aveva il turno fino alle tre del mattino..come avrebbe fatto domani ad essere sveglia per le lezioni?
Quella settimana si era ritrovata spesso a sonnecchiare sui banchi dell’università,perdendosi gran parte della lezione. Ormai erano due mesi che lavorava in questo locale. All’inizio non era stata troppo dura essendoci state le vacanze estive non aveva seguito i corsi universitari. Ora però le lezioni erano ricominciate e ad alcune proprio non poteva mancare. Cosi come non poteva permettersi di perdere quel lavoro. Purtroppo le cose non andavano
troppo bene da quanto sei mesi prima era stata diagnosticata a suo padre una malattia degenerativa al cervello. Da quel momento le cose non erano più state le stesse. Suo padre le aveva tenuto nascosto il fatto che stesse male cosi come le aveva taciuto i problemi economici che stavano affrontando. Il negozio non rendeva più come una volta a causa della crisi e dell’apertura di un grosso centro commerciale nella via di fronte che aveva ridotto all’osso le vendite. Suo padre aveva cercato di porre rimedio alla mancanza di denaro chiedendo dei prestiti per l’affitto della casa,del negozio e per le varie bollette arretrate pensando che fosse solo un momento passeggero e che le vendite avrebbero ripreso. Purtroppo le cose non erano andate cosi. E tre mesi fa avevano dovuto arrendersi e chiudere il negozio. Ora sua padre stava molto male e aveva bisogno di cure specifiche. E per riuscire ad andare avanti Eva era stata costretta a trovarsi un lavoro. Purtroppo l’unico che aveva trovato e che le permetteva di non rinunciare agli studi era un lavoro come cameriera in un locale notturno del centro con un viscido cinquantenne con la pancia come capo,che non perdeva l ‘occasione di farle delle avance e di guardarla con sguardo disgustoso.
Purtroppo doveva andare avanti e sopportare finché non fosse riuscita a trovare qualcosa di meglio. Non poteva permettersi di perdere questo lavoro,la cui paga,anche se bassa,le permetteva di andare avanti e pagare le medicine per suo padre.. Soffriva nel vedere giorno dopo giorno un uomo cosi forte e allegro come era sempre stato,spegnersi lentamente e perdere gradualmente il senno. Accadeva sempre più spesso che dimenticasse delle cose. a volte non ricordava neanche il suo nome. Era veramente difficile. Pero ora erano episodi sporadici,ma sapeva che le cose non sarebbero cambiate. Che prima o poi suo padre avrebbe avuto sempre meno momenti di lucidità e necessitava di attenzioni e cure costanti. Era in momenti come questo che sentiva tanto la mancanza della sua cara mamma. Lei sicuramente avrebbe saputo essere forte,avrebbe saputo cosa dirle per tirarla su. Purtroppo lei era venuta a mancare quando Eva aveva solo 16 anni,per un incidente automobilistico. Eva sentiva molto la sua mancanza. Sua madre era stata la sua forza,la sua ancora di salvezza assieme a suo padre e perderla era stato terribile. E per suo padre non era stato meno triste. Amava sua moglie con tutto se stesso e la sua perdita l’aveva irrimediabilmente segnato. Non era stato più lo stesso senza di lei. Certo si era fatto forza ed era andato avanti,ma Eva sapeva che l’aveva fatto per lei,per non farla mancare nulla,per non farla abbattere,ma vedeva ogni giorno che suo padre non era lo stesso uomo di un tempo e le si stringeva il cuore. Ed ora avrebbe perso anche lui. Troppo presto. Non era pronta per perdere anche lui. Perché era lui l’unica famiglia che aveva.
 
Sospirando cercò di allontanare dalla mente i brutti pensieri e si apprestò a servire il prossimo cliente.
<< il 10="" che="" coppia="" ordinare="" tavolo="" una="" vuole="">>le comunicò Chiara,la sua collega.
Velocemente si diresse verso il tavolo dieci e alzando lo sguardo si ritrovò a specchiarsi negli occhi dell’uomo più bello che avesse mai visto. Rimase come imbambolata osservando degli occhi meravigliosi color caramello,contornati da ciglia nere e folte. Il viso aveva tratti marcati,i capelli erano neri e sapientemente spettinati,la mascella forte e con un accenno di barba. Doveva avere sui trentacinque anni. Era stratosferico!
Anch’esso la osservava esaminandola nel particolare da capo a piedi,passando dalle lunghe gambe,lasciate scoperte dalla divisa che indossava,osservando la vita stretta e il seno prosperoso messo in evidenza dalla camicetta bianca.
E per finire scrutò il suo viso: i suoi lunghissimi capelli biondi,le labbra rosse e piene e gli occhi verde bosco.
L’esame dell’uomo che per tutto il tempo non aveva detto una parola la mise a disagio. Ma non allo stesso modo in cui accadeva con altri clienti che spesso le lanciavano occhiate lascive e bramose.. il suo era uno sguardo magnetico,ipnotizzante ed.. eccitante. Uno sguardo che le fece accelerare il battito cardiaco e imporporare le guance.
Alla fine dopo minuti di silenzio e di sguardi reciproci,Eva cercò di darsi un contegno e,
distogliendo gli occhi, notò la donna che era con lui.
Era bellissima,ovviamente. Era una mora,con capelli lisci fin sotto le spalle ed occhi azzurri. Indossava un miniabito azzurro che riprendeva il colore dei suoi occhi ed aveva diversi bracciali,sicuramente molto costosi,ai polsi. Molto bella e di classe insomma. Tipico,no?
Naturalmente un uomo cosi affascinante non può certo essere solo– si ritrovò amaramente a pensare. Sospirando e cercando di stamparsi in viso l’ennesimo sorriso finto della serata si rivolse alla coppia:
<< salve.. benvenuti allo Star Pub cosa posso portarvi?>>
<< salve..un bicchiere di vino bianco e un whisky grazie >> disse lui scrutandola attentamente con un sorriso sulle labbra. La donna al suo fianco sedeva composta,con un sorrisino plastificato sulle labbra,forse infastidita dallo scambio di sguardi.
<< puoi andare ora >> le disse acidamente la moretta.
La ragazza arrossi e dopo aver annotato sul blocco,scappo letteralmente dal tavolo,facendo un cenno col capo.
Era inutile fantasticare su tipi del genere. Belli come il peccato e vestiti con abiti su misura. Lei non aveva tempo per queste cose,doveva studiare,lavorare e prendersi cura del padre,
non voleva certo un uomo che le incasinasse di più la vita. Aveva capito che era inutile farsi delle illusioni e credere nei sogni. Forse un giorno quando le cose sarebbero andate meglio,anche lei avrebbe trovato qualcuno da amare e allora non sarebbe stata più sola. Forse.
 
                                                                           

                                                                                                           *****
 
 
Finalmente il suo turno era finito!
Non ce la faceva più a correre da un tavolo all’altro pulendo e prendendo ordinazioni. Per tutto il resto della serata era stata tesa. Aveva sentito su di se uno sguardo insistente e aveva fatto di tutto per ignorarlo ma in un paio di occasioni si era ritrovata a fissare quegli occhi stupendi,che la scrutavano da lontano e sembravano volerla bruciare. Era una sensazione  destabilizzante.
Non riusciva a togliersi dalla testa l’immagine di quel viso e soprattutto di quegli occhi cosi intensi.
<< Eva il capo ti stava cercando >> disse Chiara affacciandosi negli spogliatoi << dice di raggiungerlo nel suo ufficio. Subito >> e sparisce di nuovo dalla porta.
Era una ragazza strana.
Eva aveva cercato di dialogare con lei, per cercare di fare un po’ amicizia,ma lei rimaneva molto sulle sue. E aveva notato che era infastidita dalle attenzioni che il capo le riservava. Come se temesse che si creasse tra loro troppa confidenza.
“ può tenerselo quel viscido bastardo. Odio vederlo e parlare con lui. Il modo il cui mi guarda non ha niente a che vedere con lo sguardo del bellissimo sconosciuto di questa sera. Oh dio! Ci sto ripensando! Non devo! Assolutamente! Meglio pensare che finalmente riceverò la paga di questo mese e forse riuscirò a pagare qualche bolletta arretrata.
Meglio sbrigarsi a raggiungere quell’essere prima di essere sgridata e poi finalmente potrò andare a casa a controllare papà e a riposare qualche ora-“
 
Dopo aver indossato velocemente i suoi jeans al posto della minigonna dell’uniforme,si diresse velocemente verso l’ufficio del capo,infondo al corridoio,dietro la sala.
Dopo aver bussato delicatamente,senza attendere risposta apre la porta e l’uomo che si trovava a leggere dei fogli dietro la scrivania,alza lo sguardo.
Dominik Morteli, cinquantatreenne basso,grassottello e con un incipiente calvizie. E si! Anche uno sguardo da pervertito.
<< Siediti Eva,non mordo tranquilla >> parla con un sorrisetto molesto e sguardo lascivo. Davvero disgustoso!
<< Buonasera,signor Morteli.. mi ha fatto chiamare per la paga mensile? >> chiede lei cercando di velocizzare i tempi.
<< Come siamo impazienti signorina.. e poi lo sa.. può chiamarmi anche Dominik quando siamo soli.. non voglio tutta questa formalità. Non da lei. >>
<< Ma signor Morteli io… >>
<< faccia >> la interrompe lui brusco << gli cara="" contestare="" di="" do="" eviti="" io="" le="" li="" mie="" ordini="" qui="" siamo="" signorina.="">>
La ragazza intimorita dal tono alto e brusco abbassa un po’ il capo,annuendo piano.
Soddisfatto l’uomo riprende << Sa,lei è davvero graziosa.. non dovrebbe essere sempre cosi sulla difensiva. Si sa cosi non si ottiene mai niente. Dovrebbe essere un pochino più malleabile. Infondo sono il suo capo no? Penso potremo trovare un accordo che soddisfi entrambi,che ne pensa? >>
<< Che cosa intende signor Dominik? >> chiede lei perplessa e un po’ disgustata dal tono usato dall’uomo.
Sorridendo accattivante (o almeno tentando di farlo con scarso risultato) l’uomo si appoggia con le braccia sulla scrivania avvicinando il suo volto ad Eva.
<< Vede lei.. mi piace molto signorina. Mi piacerebbe estendere la conoscenza,visto che lei qui a lavoro è sempre schiva e di fretta. Che ne pensa? Magari potremo salire insieme nel mio appartamento e rivedere insieme alcuni suoi atteggiamenti. Sono sicuro che si dimostrerà collaborativa,se tiene al suo impiego. Non so se mi spiego. Mi è giunta voce che lei ha un disperato bisogno di questo lavoro,a causa di suo padre e del fallimento del vostro negozio di famiglia. Credo sia saggio per lei cercare di accontentarmi. Non vorrà perdere il lavoro vero? Il capo va sempre accontentato e soddisfatto,nelle sue richieste >>.
Il sorriso disgustoso e vittorioso che mostra è in netto contrasto col colorito sempre più pallido della ragazza,che cerca i qualche modo di non mostrare il suo turbamento.
<< mi sta per caso minacciando? >> la voce esce stranamente decisa e non mostra affatto il suo turbamento interiore.
<< la mia non è certo una minaccia tesoro,più un consiglio,perché so che tieni molto a questo lavoro. Non vorrai certo contrariarmi no? Sappi che non ci guadagnerai nulla,facendo la preziosa. >> dicendo queste parole si alza lentamente dalla sedia,avvicinandosi ad Eva che si trova ancora immobile,seduta sulla sedia, e si porta dietro di lei,poggiando le mani grassocce sulle sue spalle.
Cercando di reprimere dei brividi di disgusto,cerca di allontanarsi dall’uomo che però stringe maggiormente la presa,immobilizzandola e avvicinandosi al suo orecchio per sussurrarle qualcosa a voce bassa << Sa,da quando l’ho vista ho pensato che fosse davvero bellissima. Vederla con quella gonna tutti i giorni è una vera tortura.
Ora lei farà la brava,salirà in casa con me e insieme ci divertiremo un po’,cosi domani le firmerò l’assegno per lo stipendio. >> cosi dicendo comincia ad accarezzarle le braccia,per poi appoggiare le mani sotto al seno.
Alzandosi in fretta spaventata e disgustata,cerca di allontanarsi il più possibile dall’uomo che velocemente la afferra per un braccio e la sbatte contro il muro.
Cercando di divincolarsi,la ragazza comincia a gridare: << mi levi subito le mani di dosso,sono qui pagata per servire ai tavoli,non per servire lei! Mi lasci subito! È veramente disgust… >> non riesce a concludere perché uno schiaffo le colpisce violentemente la guancia facendole voltare il capo,mentre una mano si poggia sulla sua bocca per coprirla e per impedire che urli ancora. Tenendola ferma,imprigionata con il peso del suo corpo addosso,l’uomo cerca di sbottonarle la camicetta mentre lei si divincola cominciando a piangere. Facendo scappare un urlo più forte,fa innervosire ancora di più l’uomo che in preda alla rabbia le tira un altro schiaffo e le afferra entrambe le mani,cercando di bloccarle per poter proseguire ciò che stava facendo. La ragazza in preda al panico,riesce ad assestare un calcio tra le gambe dell’ uomo,che gemendo di dolore,lascia le sue mani,permettendole di allontanarsi. Più in fretta che può, abbandona l’ufficio tenendosi i lembi della camicetta aperta e corre fuori dal locale prima che quell’uomo orripilante la raggiunga. Gira l’angolo per raggiungere la sua macchina,ma va a sbattere contro qualcosa di solido e tempestivamente due mani l’afferrano prima che cada a terra. Ancora scossa da quando accaduto,sentendosi afferrare cerca di divincolarsi gridando ma l’uomo misterioso mantiene la presa << si calmi! Non voglio farle male! La smetta di agitarsi la prego,va tutto bene! >>
Ancora avvolta dalla nebbia della paura Eva alza lo sguardo e fissa direttamente gli occhi sul viso dell’uomo che la tiene ancora tra le braccia.
Spalanca gli occhi incredula riconoscendo in lui,l’uomo che per tutta la sera ha invaso i suoi pensieri,quegli occhi stupendi che l’hanno ossessionata durante tutto il turno di lavoro.
Incapace di dire qualcosa si limita a rimanere immobile a fissarlo,mentre l’uomo diventa improvvisamente serio notando lo stato in cui si trova la giovane,scrutando il suo volto bagnato di lacrime,gli occhi dilatati e impauriti,le mani tremanti e.. la camicetta mezza strappata e del tutto aperta.
Stringendo la mascella,capendo cosa fosse successo si rivolge dolcemente alla ragazza facendole una leggera carezza sulle braccia:
<< che cosa ti è successo? Chi ti ha fatto del male,piccola? Stai bene? >> chiede preoccupato.
Come se si fosse riscossa da uno strano torpore la ragazza comincia a tremare violentemente, a causa della tensione accumulata e senza neanche pensarci due volte,senza riflettere sul fatto che si trovi di fronte ad uno sconosciuto,si getta piangendo tra le braccia dell’uomo che dopo un attimo di smarrimento la stringe dolcemente a se.
<< stai tranquilla piccola, è tutto finito. Non permetterò a nessuno di avvicinarsi e farti male piccina… ok? Smettila di piangere ora.. >>
Rassicurata e cullata dalle sue parole la ragazza si abbandona sul petto del suo salvatore,sentendosi finalmente al sicuro,protetta da un perfetto sconosciuto.
<< ti prego.. non lasciarmi da sola..>> sussurra prima di svenire tra le braccia dell’uomo dai meravigliosi occhi dorati.




Angolo autrice:
salve a tutti! sono su EFP da molto tempo come lettrice e finalmente ho trovato il coraggio di pubblicare una mia storia.
spero appreziate lo sforzo xD
Questo primo capitolo della storia è narrato in terza persona,ma probabilmente nel corso della storia ci saranno capitoli o parti raccontate in prima persona dai protagonisti.
Spero che la storia vi sia piaciuta e vi abbia incuriosito almeno un pò!
"Star Pub" è un locale di mia invenzione xD
Accetto qualsiasi commento e critica (costruttiva).
Grazie a chi vorrà leggere. Al prossimo capitolo.
By Pillina28



 
   
 
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