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Autore: Nimbus8069    17/06/2013    1 recensioni
Prologo.
Un viaggio.. un lungo viaggio di 365 giorni; amici; avventure; amori; litigate; ansie; gioie; dolori; divertimento. Cosa chiedere di meglio?
Nel bel mezzo della gioventù 24 ragazzi provenienti da New York, Londra e Roma e tre goffi accompagnatori intraprenderanno un viaggio di un anno intero all’insegna del divertimento: una vacanza che toccherà tutte le città più importanti del mondo. Si svolgerà non a bordo di una nave, ma a bordo della nave: la Oasis of the seas.
Molte avventure attenderanno Alexandra e Sarah Talbot, Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Justine e Danielle Jones, Fred, George, Ronald e Ginny Weasley, Vincenzo Protano, Federico Russo, Marco Scaffidi Saggio, Guglielmo Scilla, Daniel, Aj e Mia James, Gabriella Chin, Nicole Lee, Mattew Harley, Taylor Clark e Tara Cook: ma non saranno soli, i tre ‘assistenti’, per modo di dire, sulla ventina d’anni avranno l’incarico di sorvegliarli e badare affinché non combinino guai: questi sono Pasquale Rossi al fianco di Letizia Concettini e Giorgio Mucci.
Li aspetterà un anno pieno di avventure e nuove emozioni, gioie e dolori, pianti e sorrisi, tutto per completare quel quadro ancora in bianco e nero che tutti noi chiamiamo ‘adolescenza’.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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‘ziip’ ed ecco che la cerniera dell’ultima valigia color sabbia di Alexandra era pronta e impaziente di intraprendere il lungo viaggio così come la proprietaria. Era l’una di notte, il cielo nero come la pece illuminato da qualche bagliore quali le stelle. Sarah stringeva già in pugno le numerose borse e valigie davanti alla porta d’ingresso, insieme al padre Peter, nell’attesa che la sorella ritardataria scendesse.
« Manca nulla, vero » domandò l’uomo per smorzare il silenzio.
« No, nulla » ripose Sarah, gli occhi rivolti all’orologio da polso.
La partenza era imminente e loro erano in ritardo per colpa di Alexandra, come al solito. L’intera villetta Talbot era silenziosa. Tutte le luci erano spente tranne quella del corridoio d’ingresso. Ethan, il primo dei tre figli, dormiva ancora. Aveva deciso di non partecipare a questo viaggio ‘folle’ a causa degli esami da consegnare per l’università. ‘Non ho la testa così frivola da potermi permettere un anno intero di spasso e divertimenti in giro per il mondo’ ripeteva snobbandole.
Erano senza dubbio una famiglia benestante e molto ambiziosa. Ethan, ad esempio, puntava ad entrare nei servizi segreti americani. Questo significava per l’unità familiare sacrificare molti dei loro soldi per l’alloggio e i corsi del ragazzo che si trovavano fuori Londra, a Los Angeles. Alexandra, o meglio Alex, e Sarah erano ancora indecise e troppo spensierate per pensare a cosa studiare nel futuro che le attenderà. Infondo avevano solo 17 anni e mezzo, 18 a Novembre.. erano ancora delle ragazzine.. o almeno così le definiva Peter. La loro mamma, Maya, di origini tedesche, era morta anni addietro a causa di un aggressione, quando entrambe le gemelle avevano 8 anni ed Ethan 10. In seguito dovettero sopportare la seconda moglie del papà: Elodie. Una francesina molto più giovane di Peter che puntava solo ai soldi. Ma anche questo matrimonio finì dopo pochi anni. All’età di 49 anni, finalmente trovò la donna apparentemente giusta per lui, Alice. Bionda, occhi azzurri, naso all’insù, proveniente dalla Russia, anche lei molto più giovane di Peter. Entrò a far parte della famiglia quando Alex, Sarah e Ethan avevano 12 e 14 anni. Peter sembrava molto innamorato di Alice e così sembrava lei nei confronti dell’uomo. Ma c’era qualcosa che negli animi dei ragazzi non andava proprio giù nella nuova ‘mamma ‘: forse il fatto che lei non era affatto interessata a loro come lo era per sua figlia Bertha, avuta in una precedente relazione. Quest’ultima ragazza aveva la loro età, era molto viziata ed era riempita delle attenzioni di tutta la famiglia. Certe volte sembrava che anche Peter desse più importanza a Bertha che ai suoi figli di nome e di sangue. Forse per gelosia, forse per divertimento, riempivano Alice di dispetti e marachelle. C’è da ricordare che all’età di 13 anni, le due gemelle sotto consiglio del quindicenne Ethan, arrivarono perfino a versare una miscela di varichina, liquido per piatti ed altre sostanze chimiche nel bicchiere dello champagne della matrigna che non bevve per un soffio, grazie all’occhio vigile di Peter. Si buscarono una bella ramanzina e un mese di punizione ma niente sembrava giovarle quanto la soddisfazione di aver tentato.
« Eccomi, sono pronta » disse Alex mentre scendeva le scale strascinando le innumerevoli valigie color sabbia. « Qualcuno mi aiuti! » esclamò mentre la valigia di media grandezza stava precipitando giù per le scale provocando un gran baccano.
Peter si precipitò per recuperarla e appena Alex riuscì a scendere tutti i gradini, anche se goffamente, prese le borse più pesanti sulle sue spalle e le portò nel retro del SUV.
« Io voglio stare avanti » scherzò Alex precedendo Sarah nel salire sull’auto a causa delle borse pesanti che portava con sé quest’ultima.
« No! Scendi, ci voglio stare io! » battibeccò la seconda raggiungendola.
« Tu ci sei stata ieri, oggi tocca a me! » rispose Alex alzando la voce.
« Non m’importa, sono io la più grande » disse Sarah spostando le sottili gambe della sorella giù dal sedile.
« Sei più grande solo di 15 minuti.. Aaah! Lasciami! » esclamò Alex opponendo resistenza « Papà guarda Sarah che fa! »
« Ma. » disse Sarah rivolgendo uno sguardo ‘innocente’ al padre prima di essere stoppata da lui stesso.
« ’Ma’ niente! Adesso salite in auto, muoviamoci. Siete in ritardo! » esclamò Peter chiudendo il bagagliaio.  « Sarah, lascia stare tua sorella; Alex, non provocare Sarah e tu – disse Peter indicando il loro Pastore Tedesco – tu fai il bravo e non uscire dal recinto. Seduto! » ordinò l’uomo fermamente facendo balzare da una mano all’altra le chiavi dell’auto mentre quest’ultimo si accovacciava guardandolo, sorridente.
Una volta dentro Alex si tolse lo scialle e lo appoggiò sulla borsa nera al suo fianco: una cascata di capelli dai boccoli grandi e larghi di un nero carico le scendeva quasi fin sotto alla vita. Aveva dei denti candidi e regolari e degli occhi molto particolari: erano eterocromi. Il colore che li riempiva era di un azzurro intenso accompagnato da una striscia di 45° color verde-grigia.  
Sarah stava accendendo il suo IPod e mettendo le cuffie bianche nelle orecchie. Alex e lei potevano definirsi gemelle perché nate nello stesso giorno con soli quindici minuti di differenza ma in realtà erano l’una l’opposto dell’altra. Quest’ultima, infatti, aveva lisci capelli biondi, occhi marroni, labbra carnose ed un fisico robusto. Non solo fisicamente ma anche caratterialmente avevano delle dissonanze: Sarah, la più grande delle due, era apparentemente timida con le persone nuove ma bastava conoscerla un po’ più a fondo per scoprire il carattere vivace che celava sotto quel muro di timidezza. Alex, invece, era sempre vivace, sorridente e estroversa. Sarah, e non solo lei, la definiva molto egocentrica ma Alex restava sempre dell’opinione che non era lei quella che voleva gli occhi puntati addosso ma era la gente che ‘casualmente’ la guardava e la stava a sentire, forse proprio grazie al suo bell’aspetto.
Il viaggio in auto fu relativamente silenzioso poiché Sarah era occupata a cantare le canzoni che stava ascoltando ed Alex fissava il paesaggio notturno fuori dal finestrino noncurante delle parole di raccomandazione di Peter. Pensava a cosa sarebbe successo una volta salite in nave, come si sarebbe comportata una volta che avrebbe rivisto i suoi amici e.. Harry, il suo ragazzo. Non era riuscita a vederlo da molto tempo poiché era stato fuori per lavoro. Era un cantante famoso di una band anglo-irlandese: i One Direction. Gli era stato offerto dai manager un anno di pausa e lui preferì spenderlo accanto alla sua ragazza in un viaggio di 365 giorni lungo le città più importanti del mondo.. una vera e propria sfacchinata!
Insieme a lui sarebbero venuti anche Niall Horan, Louis Tomlinson, Zayn Malik e Liam Payne, ma questi ultimi due non parteciparono perché decisero di trascorrere il loro anno di riposo con le rispettive ragazze.
L’unica cosa che Alex sperava era che i paparazzi e le fans non fossero troppo oppressivi con i ragazzi e che li avrebbero lasciati visitare le città in pace. Ma sapeva che molto probabilmente non poteva avverarsi data la fama raggiunta nell’ultimo periodo. In ogni modo, aveva tutte le intenzioni di godersi la vacanza al meglio con Harry e i suoi amici.
« ..tutto chiaro? » domandò il padre parcheggiando.
« Uhm, cristallino » mentì Alex come per scrollarsi di dosso quelle raccomandazioni ‘inutili’.
Si trovavano in quel momento difronte al porto. C’erano numerose navi attraccate alla riva della strada fissate con delle corde. Adesso il compitolo difficile era uno solo: trovare la nave giusta. Si guardarono intorno cercando di fare mente locale nel buio mentre Peter prendeva le valigie e le posava a terra.
C’erano numerose persone che facevano da guida, che vendevano biglietti e che offrivano un viaggio in taxi. Afferrati i bagagli, insieme al papà, le due gemelle si misero in cammino.
« Tu l’hai vista? » domandò Alex alla sorella.
« No » rispose quella.
« ..nemmeno io » continuò la mora «tu papà?»
« mmh.. no. Chiediamo informazioni a quel signore laggiù » suggerì Peter. « Mi scusi.. » disse alzando l’indice verso l’uomo calvo «  ..mi potrebbe per caso dire dove si trova la Oasis of the Seas » porgendogli una foto della nave.
Rimase qualche secondo a guardare Peter, poi, rivolgendosi alle gemelle ed in seguito anche al papà disse « Dovete partire? »
Alex e Sarah si guardarono stranite, poi risposero facendo cenno di sì con la testa.
« Veramente.. è già partita » rispose aggrottando le ciglia.
Le gemelle sgranarono gli occhi. Si guardarono preoccupate, poi guardarono il padre (forse più in agitazione di loro), poi il signore dalla testa pelata e poi si riguardarono.
« C-cosa? » domandò Alex incredula, sperando di aver capito male.
«E’ partita da cinque minuti.. ma credo che si possa fermare, siete ancora in tempo» consigliò l’uomo.
Fecero tutti un cenno con la testa e quello chiamò con una radiolina la nave.
« Salve, sono Jack Bass, capitano della pattuglia del porto di Londra.. ci sono tre signori che sono arrivati in ritardo, hanno prenotato il viaggio con la Oasis e devono entrare in nave.. ah-ah.. okay.. afferrato… quanto? Ah, perfetto, riferirò subito. Grazie, arrivederci » Disse l’uomo, poi girandosi verso di loro continuò « mi hanno riferito i conducenti della nave che si fermeranno, non sono molto distanti. Manderanno una navetta a prendervi.. seguitemi »
Alex e Sarah tirarono un sospiro di sollievo e, prese le valigie, seguirono Jack.
Le portò vicino ad uno yatch e disse « aspettate qui, arriveranno a momenti.. ». Nemmeno il tempo di finire la frase che ecco, una navetta bianca sprizzava acqua da una parte e dall’altra avvicinandosi all’attracco.
« Notte comandante » disse un ragazzo che si trovava sopra la piccola navetta mentre tentava di tenersi in equilibrio «siete voi i ritardatari eh?» continuò in modo scherzoso rivolgendosi ai tre Talbot.
« hm, veramente solo noi due » si fece avanti Alex indicando lei e la sorella.
« Oh, due ragazze! Allora non fa niente.. ahah » ironizzò. « mamma quanti bagagli! » 
« Ehm, 365 giorni non sono mica pochi! » esclamò divertita Alex mentre passava una delle tante valigie.
Intanto Peter ripeté per l’ennesima volta ciò che era consueto o meno fare alle due gemelle.
« Ed ecco l’ultima.. ci entrano a stento » Disse il ragazzo moro in piedi sulla navetta facendosi scappare una risata. « Adesso tocca a voi.. aggrappati a me se non ce la fai, ok? »
« O-ok. » Disse Alex imbarazzata.
« Hoplà! Bel lancio » si complimentò il ragazzo. « Adesso tocca a te, vai »
« Mmh.. » indugiò Sarah «h-ho paura»
Peter le diede una pacca sulla spalla e un bacio sulla fronte. «Non avere paura, puoi sempre aggrapparti al ragazzo se non ce la fai»
Sarah prese un lungo sospiro, fece per buttarsi e.. rimase ferma sul posto.
« Ahah allora salta al mio tre okay? » disse il ragazzo, i capelli che svolazzavano da una parte all’altra a causa del vento.
La bionda inghiottì la saliva e annuì con la testa.
« Perfetto.. allora.. uno, due.. tre! » ed ecco che anche Sarah riuscì a saltare sulla barchetta, facendola ondeggiare. « Okay,  tutto bene, brava. Adesso però dobbiamo scappare, datevi un ultimo saluto e.. vi rivedrete l’anno prossimo! »
« Ciao papà! Ci mancherai!  esclamarono all’unisono Alex e Sarah « salutaci Bobby! » dissero riferendosi al cane.
Il papà ricambiò il saluto con la mano mentre vedeva la navetta allontanarsi. « erto! Vi voglio bene! » urlò a causa del trambusto provocato dal motore della navetta.. ma la sua voce non fu percepita. Si fece sfuggire una lacrima. « Come farò senza le mie gemelle?» disse sottovoce con un tono tra l’allegro e il rammaricato.
« Su, su non si preoccupi! » lo consolò il capitano « se la caveranno benissimo. Ormai vedo che sono abbastanza grandi da gestirsi da sole. Forse non la penseranno nemmeno ahah » disse il capitano, forse osando un po’ troppo.

Peter abbassò lo sguardo e tornò in macchina. 
  
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