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Autore: Carmen Black    18/06/2013    6 recensioni
Alex è una ragazza italiana che per motivi di lavoro di sua madre, si trasferisce a La Push. Sembra che il villaggio in cui è capitata sia desolato, a parte... un lupo che diventa il suo primo vero amico. Quando la scuola inizia si accorge che il villaggio è molto più popolato di quello che sembra e la sua attenzione sarà subito catturata da un ragazzo al quanto antipatico...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Paul Lahote, Seth Clearwater
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Chissà da quanto tempo ero immobile seduta sul mio letto con lo sguardo perso nel vuoto.
La mia stanza era immersa nel silenzio, alcune impronte di fango sporcavano la moquette e Paul stava imbronciato appoggiato al davanzale.
Tutt’intorno le foto di Fuffy si prendevano gioco di me… Ecco da dove derivava il suo sguardo intelligente.
Non riuscivo a crederci, no davvero. Nonostante le immagini di quei disgraziati minuti che avevo trascorso nel bosco – in cui avevo visto cose impossibili – non ci credevo.
Non era vero che Paul si era trasformato in un lupo e non era vero che aveva ucciso quel ragazzo facendolo a pezzi. Apprezzavo la sua gelosia, ma uccidere un essere vivente per mancanza di autocontrollo non potevo accettarlo.
Un attimo solo… ma Paul si era trasformato in un lupo? Ero davvero sicura? Forse avevo inalato delle spore velenose di qualche fungo!
Mi strofinai la faccia con le mani notando poi il mio vestito lilla ridotto uno straccio, proprio come avevo desiderato quando Paul mi aveva riaccompagnato a casa dopo aver saputo che il compleanno di Seth era stato annullato.
«Alex…».
«Tu sei…».
«Sì», disse cupo senza lasciarmi finire.
«Sì che cosa?», sbottai alterata. «Non sai nemmeno che cosa volevo dire!».
Paul si leccò le labbra incrociando le braccia sul petto. Non l’avevo mai visto così taciturno e pensieroso. «Che cosa volevi dirmi?».
«Che sei un impostore! Un traditore! Un assassino!».
Paul sollevò un sopracciglio con aria scocciata. Indossava solo dei pantaloncini ridotti davvero male, sembrava che stessero per disintegrarsi sotto ai miei occhi.
«Non essere sempre così tragica. Io non sono un assassino».
«Hai ucciso quel povero ragazzo!», dissi avvertendo un’ondata di pelle d’oca che m’investiva per intero. «Paul, hai ucciso un ragazzo», ripetei rendendomi conto della gravità di quell’azione. La mia mente stava elaborando l’accaduto poco a poco.
Lui non rispose e io mi alzai di scatto iniziando a camminare avanti e indietro per la stanza, mordicchiandomi le labbra a sangue. Con che razza di persona ero stata? Di chi mi ero innamorata?
«Vattene Paul, vattene via».
«Piantala Alex».
«Vuoi uccidere anche me?».
«Era un vampiro», rivelò senza guardarmi, con profonde ombre sotto agli occhi. Sembrava che l’avesse sputato di forza contro la sua volontà.
Quello sconosciuto era un vampiro? Uno con i denti aguzzi che succhia il sangue alle sue vittime? Un parente del conte Dracula su cui avevano fatto centinaia di telefilm di cui andavo pazza?
Scoppiai a ridere con le lacrime di paura che mi traboccavano dagli occhi, finché non mi accasciai sul pavimento e le risa svanirono lasciando il posto solo al pianto ininterrotto.
«Non è vero, mi stai prendendo solo in giro».
«No… e lo sai bene».
«Ma non sono in quel modo i vampiri!», singhiozzai battendo un pugno in terra.
«Ah no? E dimmelo tu come sono».
«Non hanno gli occhi rossi in primis!», risposi stizzita. «E quello lì non aveva nemmeno i denti appuntiti!».
Paul si mise una mano sulla faccia scuotendo la testa in senso negativo. «La realtà è ben diversa da ciò che mostrano in televisione. E poi hai mai visto ragazzi con gli occhi rossi?».
«Certo! Alle feste…».
«Non usava lenti a contatto».
Bene, quindi esistevano i vampiri. E anche i lupi. Bene, sì. Lo sapevo che nell’aria di La Push c’era qualcosa che non andava e i miei sospetti erano fondati.
«Quindi tu… uccidi i vampiri?».
«A quanto pare».
Mi misi i capelli dietro l’orecchio tirando su col naso. «E perché devi farlo tu? Non c’è tipo, un ammazza vampiri? Come Buffy?».
«Faccio finta di non aver ascoltato», mormorò Paul serrando la mascella.
«Esistono anche gli elfi? Le fatine turchine? Dimmi che le fatine turchine sono nel bosco perché ho proprio bisogno di fare esaudire un desiderio adesso».
«E che cosa vorresti, sentiamo».
Che cavolo! E io che pensavo che fosse tutto un incubo. A questo punto potevo cominciare a ricredermi perché probabilmente esisteva anche il principe azzurro e i sette nani e io mi sarei divertita ad andare in giro con loro. «Io vorrei….», iniziai a dire fissando Paul. Rividi il momento in cui si era trasformato da umano a lupo gigante e venni colta da un scossa elettrica di paura.
Io vorrei che tu non fossi un mostro. Ecco che cosa avrei voluto dirgli, ma Paul mi fissava così intensamente negli occhi che mi fece perdere la parola.
«Intuisco quando hai paura», sussurrò contrariato.
«Io vorrei…», provai di nuovo senza lasciarmi condizionare dalle sue parole.
Io vorrei che tu non fossi un mostro. Ripetei nella mia testa vedendo Paul che si passava la mano sulla nuca quasi con disperazione.
Come potevo essere così stupida? Le lacrime cominciarono a tornare giù più copiose di prima.
Lì di fronte a me c’era Paul che in realtà era il mio Fuffy, il lupo che adoravo. E Fuffy non era un mostro. Se avessi dovuto paragonarli, il mostro era Paul perché l’animale era dolce, affettuoso e premuroso.
Mi strofinai gli occhi, non riuscivo più a ragionare bene, ero troppo confusa.
Poi due mani forti mi strinsero le spalle facendomi sollevare dal pavimento. Finalmente si era degnato di fare qualcosa oltre a starsene impalato a distanza di sicurezza.
«Alex, lo so che è difficile da credere. Anche io ero incredulo quando mi è capitato».
«Sei un lupo», piagnucolai tenendomi il viso fra le mani. «Come quello di Cappuccetto Rosso, sei cattivo».
«A essere più precisi sono un licantropo mutaforma e non sono cattivo».
I miei lamenti crebbero incontrollati e poggiai la fronte contro il suo petto duro.
«Alex non ti farò del male», disse con voce dolce accarezzandomi i capelli. «Te lo giuro, non ti farò nel male. Mai».
«Tutto questo perché mi hai riportato a casa! A quest’ora ero ancora felice e spensierata!».
«Lo sei ancora… lo sarai tra qualche minuto».
«Guardami!», esclamai scansandolo. «Sono un disastro! Il vestito strappato, sporca di fango con la mente sconvolta…».
«Hai dimenticato il trucco sbavato».
«E il trucco sbavato…», aggiunsi guardandolo inviperita.
Paul mi prese il viso con uno scatto avvicinandosi a me. Sentivo la pressione delle sue mani calde sulle guance e il suo respiro sulla mia bocca. «Prendi nota di quello che sto per dire perché non lo sentirai molto spesso».
«Che cosa?», dissi piano guardando le similitudini che avevo già notato con Fuffy, come le sue iridi brillanti e il suo odore.
«Anche se sei un completo disastro, sei bellissima».
«Bugiardo».
«Sei bellissima», ripeté baciandomi.
«Lo dici apposta, così dimentico la faccenda del lupo».
«No, io non voglio che tu la dimentichi. È ciò che sono. Mi dispiace che tu lo sia venuta a sapere così, a dire il vero doveva rimanere un segreto», disse piano sulle mie labbra, tra un bacio e l’altro.
«Alcune persone uccidono per mantenere i segreti».
«Okay, conosco un modo per ucciderti».
Mi prese cavalcioni come se stesse sollevando un pezzo di carta e mi poggiò sul letto, senza staccarsi da me.
Ma scusate un attimo… che stava succedendo? Mi resi un attimo conto della situazione: le mie gambe intorno ai suoi fianchi, il suo petto contro il mio, la sua lingua… Okay va tutto bene, niente di preoccupante.
Sentii uno strappo, ma non me ne curai e infilai le dita nei suoi capelli, decidendo di partecipare a qualsiasi cosa avesse in mente di fare. Tenendomi impegnata almeno non ripensavo a ciò che avevo scoperto, rischiando di diventare pazza.
Paul scese a baciarmi sul collo così colsi l’occasione per prendere un po’ di respiro. «Paul che stai facendo?».
«Ciò che avremmo dovuto fare a casa mia, se non ci fosse stato nessun intoppo», disse con voce rauca.
Sentii un colpo allo stomaco dall’agitazione.
«Non c’è bisogno di agitarsi», mi disse tornando a baciarmi sulle labbra.
«Ti sembro agitata?», protestai con difficoltà.
«Mi accorgo quando menti», disse soddisfatto. «E sento il tuo corpo».
Oh mio Dio! E se mi fosse venuto mal di pancia avrebbe sentito i miei rumori intestinali? Santo cielo, era un mostro!
Tossicchiai imbarazzata. «Non mi sembra il momento di fare questo…», dissi indicando la nostra posizione compromettente, poi notai che il mio vestito lilla era scomparso e per poco non ci rimasi secca.
Paul mi accarezzò una coscia e si piegò di lato liberandomi dal suo corpo, ma stringendomi più forte di prima. Aveva il viso immerso nei miei capelli.
Non eravamo mai stai così vicini e non parlo solo di fisicità. Avevo scoperto un grosso segreto che eliminava molti ostacoli fra di noi.
«E allora non faremo niente», disse accondiscendente.
Dio, ma perché si arrendeva così presto? Mamma mia…
«Ora che so una cosa molto importante di te, devo rivelarti anche io un paio di segreti», iniziai abbracciandolo.
Lui mi baciò la punta del naso e poi di nuovo le labbra soffermandosi e respirandoci sopra. Mi faceva impazzire quando lo faceva.
«Sentiamo, dimmi uno di questi segreti indicibili».
«Un giorno a scuola ho lanciato un uovo dalla finestra con l’intento di colpire la prof d’italiano».
«Hmm… cavoli che coraggio», mi prese in giro. «E l’hai colpita?».
«No».
«Poi?».
«Ho rubato dieci euro a mia madre».
«Wow… ho una fidanzata proprio ribelle», continuò a prendermi in giro, così gli tirai una gomitata. «Ti ho lasciato! Non stiamo più insieme!».
Paul mi guardò negli occhi con serietà, i capelli che gli sfioravano appena la fronte e le labbra umide e rosse.
«Stai approfittando della mia pazienza, piccola bambina italiana».
«Tz, bambino ci sarai tu».
«Sei tu che ti comporti come tale, sempre!», mi gettò un’occhiata addosso e io tentai di coprirmi, visto che ero spudoratamente in intimo. «Per fortuna non hai quei pupazzi disegnati sulla biancheria».
Betty Boop perdonalo per ciò che ha detto!
«Senti Fuffy…».
Paul mi guardò truce. «Mi deprimi con quel nome del cavolo. Perdo tutta la mia mascolinità».
Scoppiai a ridere e salii su di lui lasciandomi avvolgere dalle sue braccia. «Aspetta che te la faccio tornare…».
Ripresi a baciarlo sempre con più foga con qualcosa che si agitava nello stomaco, ma nel mio caso non erano farfalle, ma qualcosa di più grosso, scoiattoli forse. Si trattava di Cip e Ciop, sì.
Gli accarezzai il torace per poi ritornare con le mani fra i suoi capelli. Oddio… perché avevo una voglia così matta di dirgli ti amo?
Idiota che non sei altro, Alex ripijate!
Avevo appena scoperto che il mio fidanzato era un lupo e io volevo rivelargli i miei sentimenti. Che cosa avevo in testa, zucchine?
Però… volevo dirglielo! Non so perché, ma volevo, qualcosa dentro di me mi spingeva a farlo.
«Ti amo».
Il respiro mi si bloccò in gola quando sentii quelle parole pronunciate dalla voce flebile di Paul. L’aveva sussurrato fra un bacio e un altro – e una palpata e un’altra – e io ero completamente… stralunata!
«Che cosa hai detto?», chiesi evitando che perdesse il ritmo di ciò che stava facendo. Piacere e dovere possono anche camminare insieme, non per forza uno viene prima dell’altro.
«Che ti amo», disse slacciandomi i gancetti del reggiseno.
«Emh… non credo di aver capito».
«Hai capito benissimo invece», disse minacciandomi con gli occhi.
«Il fatto è che io non capisco bene l’inglese, lo sai».
«Sì, come no», soffiò come un gatto attirandomi di nuovo a lui. Wow com’era… ma perché era così irruento! Maledetto lupo indiano!
«Invece posso dirti ti odio in italiano?», chiesi facendo gli occhi a cuoricino e mantenendo fermo il reggiseno al suo posto.
«Sentiamo», disse stringendomi un fianco.
Respirai a fondo. «Ti amo».
Paul gemette sulle mie labbra e mi rubò l’ennesimo bacio. «Hmm… suona bene. Questa parola è fatta apposta per noi».
«Visto?», gongolai.
«Credo che potrei ripeterla all’infinito».
«Fallo».
«Ti amo», disse in italiano e il mio cuore si spezzò e si ricompose mille volte. «Ti amo e per questo che ti ucciderei volentieri».
Sì, uccidimi pure mille volte, a queste condizioni ci sto. Passarono degli istanti in cui rischiai di andare letteralmente a fuoco, era come una lenta e infinita agonia in attesa… stavo aspettando qualcosa di più, un piacere più forte.
Paul all’improvviso sospirò. «Alex, io ti voglio per cui deciditi…».
Che romanticismo, quello che avevo sempre desiderato insomma. «Ho scelta?».
«O sì o no», disse sbrigativo.
«Ho cambiato idea, stavolta non la voglio la scelta. È sì e basta», dissi tutt’un fiato con l’impressione che mi stessi riducendo di dimensioni pian piano, sarei diventata una formica. I lupi non mangiano le formiche, giusto?
Paul non disse più niente, ma si trasformò… non in lupo naturalmente, ma in un ragazzo vero, premuroso e amorevole.
Mai i suoi tocchi e baci erano stati più dolci e intensi. Mi sentivo morire… ma stavamo veramente per…
Oddio! Non ci volevo pensare!
Avevo l’ansia e lo stomaco si contraeva in continuazione però sapevo che era la cosa giusta. Stavo per fare l’amore con Paul ed era la cosa giusta. La più giusta che avessi mai fatto da quando ero a La Push, quella che sembrava più naturale persino del mio stesso parlare.
Mi baciò il collo e le spalle mentre scorrevo con le mani sulle sue braccia delineando la forma dei suoi muscoli affusolati.
Capii quando era il momento giusto e lo capì pure lui, non so come…
Si unì a me lentamente, sostenendosi sui gomiti, forse pensando che fosse troppo pesante per me, ma lo tirai in avanti in modo che il suo corpo aderisse al mio e non ci fosse nessun tipo di distanza fra di noi.
Repressi un gemito in gola, ma mi piacque quell’insieme di sensazioni, un misto di piacere e dolore.
Ero felice di fare quella mia prima esperienza con lui. Il mio Fuffaul o Pauluffy.
Lo amavo da morire. Oddio… e ci sapeva fare.
So che aspettate che vi racconti qualche particolare piccante, ma adesso non mi sembra proprio il caso. Magari vi accennerò qualcosina la prossima volta, se sarò ancora viva. Bye bye.



Angolino Autrice

Ciao a tutti :D come va? Ecco l'ultimo capitolo prima dell'epilogo in cui non sembra che Alex sia poi così sconvonta... secondo appena superata la sorpresa sarà felicissima di fare parte di quel mondo fatto di magia. 
Spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto, sono consapevole che è un po' più lungo rispetto a tutti gli altri, ma dovevo spiegare un po' di cose.
Rigrazio tutti voi lettori e ci leggiamo alla prossima, ovvero l'ultimo capitolo :(
Un bacione <3

  
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