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Autore: MasamiRose    18/06/2013    1 recensioni
Un college che è ancora un esperimento. Rampolli dalle famiglie più prestigiosi della Gran Bretagna.
Un trasferimento improvviso, un incontro. Un conte e un professore. Un conte e il suo maggiordomo. E non solo.
-Già, noi. Non potevano chiedere anche a noi se volevamo?-
-E poi? No, diventava tutto più incasinato. Però… riusciremo a stare senza nessuno?-
-In fondo, non erano i nostri veri genitori…-
-Però, abbiamo vissuto con loro da sempre! E adesso si presentano questi due persone a caso e ci stravolgono la vita. Con quale autorità?-"
Genere: Avventura, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alois Trancy, Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giornata

 
Dopo aver coronato l’ottimo pranzo con un rinfrescante dessert (si tiene a precisare che essendoci trenta gradi all’esterno dell’edificio, e pur trattandosi di un luogo umido, anche nella sala da pranzo si moriva di caldo), Frances Midford si alzò e prese parola, abbracciando la stanza con i limpidi occhi azzurri.
-Miei cari, si può dire che il pranzo sia ormai terminato! Essendoci una temperatura non adatta al lavoro, consiglio a voi di ritirarvi nei dormitori e dedicarvi all’ozio. Se qualcuno fra voi è interessato a scambiare qualche parola con me o con qualcuno dei docenti, lo invito ad unirsi a noi insegnanti: vi avverto che dopo non sarò più disponibile, visto che farò ritorno in Gran Bretagna!- avvertì, e un nuvolo di studenti prese alla lettera il primo consiglio della donna e, alzandosi rumorosamente, si diresse all’esterno della stanza.
-Noi che facciamo?- chiese Cindy rivolgendosi all’amica.
-Io vado a fare un giro per sentire di che si discute con i prof. … potrebbe essere divertente!-
-Va bene, ti seguo!-
Un ristretto gruppo di ragazzi, soprattutto Gufo Zaffiro a quanto poterono capire, aveva accerchiato il tavolo degli insegnanti, che stancamente si stavano alzando.
-Ouf! Con la pancia piena è un vero strazio alzarsi dalla tavola!- ammise Frances, suscitando le risa dei ragazzi. Prese posto a capo del drappello di studenti e li condusse in un’altra stanza, simile a quella che avevano lasciato, ma più piccola; davanti era occupato un tavolo posizionato orizzontalmente, di fronte al quale erano sistemate ordinate file di sedie. Era l’auditorium.
Come un branco di pecore, studenti e professori presero posto; le ragazze erano riuscite ad acchiappare un posto in prima fila, esattamente al centro.
-Molto bene, da dove volete cominciare? Ma certo, presentiamoci! Professoressa, ha l’onore di cominciare! Comunque è un vero peccato che non tutti gli insegnanti siano presenti…- disse Frances Midford, rivolgendosi prima ai ragazzi, poi alla Nail.
-Bene. Io mi chiamo Victoria Nail e sarò l’insegnante di matematica, come tutti saprete, è una materia basilare, tipicamente non nobile, che a discrezione dei docenti può essere integrata all’astrologia, ma un passo alla volta! Dunque, mi auguro che tutti voi sappiate fare i calcoli, perché la matematica si basa su questo, poi naturalmente si amplierà con altre branche. Intanto pensavo, in comune accordo coi colleghi che oggi non sono qui, di iniziare somministrando alle classi un questionario, per capire da dove devono partire le mie spiegazioni, quindi non preoccupatevi!-
-Iniziamo già con le verifiche?!- commentò Adelle, sussurrando all’orecchio dell’amica, la quale annuì.
Subito dopo di lei c’era Sebastian, che prese parola:
-Il mio nome è Sebastian Michealis e sono il docente di cucina. Vi avverto fin da ora che per avere qualche speranza nella mia materia dovrete metterci l’anima, non ammetto gli svogliati e gli immotivati. Certo, non mi aspetto che capiate a fondo la bellezza dei vostri piatti… solitamente gli studenti che ho incontrato dimostravano una certa aridità…- e scoccò una veloce occhiata a Ciel.
L’uomo seduto affianco a lui decise di interrompere il suo discorso, così prese parola senza lasciar terminare il suo collega.
-Buongiorno a tutti, sono Claude Faustus. Come avrete capito insegnerò letteratura inglese e storia. Non penso di essere particolarmente esigente, almeno nei primi anni, ma vi chiederò soprattutto costanza e impegno nelle verifiche, soprattutto in storia. Questo è quanto…-
Poi fu la volta della donna dai capelli argentati:
-Salve, mi chiamo Hannah Anafeloz e sarò la vostra insegnante di arte. È una materia che solitamente si insegna poco nelle scuole private; generalmente, ritengo che le sia sempre stato attribuito poco spazio… badate! Non vi insegnerò solo a disegnare, troppo ovvio, ma vi darò anche alcune nozioni di storia dell’arte che riterrò opportune. Comunque, realizzeremo anche molti progetti carini di cui potrete disporre a vostro piacimento, ad esempio regalarli. Spero di avervi incuriositi almeno un pochino…- 
Regalarli? E a chi? Non avevano genitori! E comunque non furono interessate un granché le ragazze.
Poi toccò a quella che sembrava essere un’amica della professoressa di arte:
-Ciao ragazzi, mi chiamo Angelina Durless e con me starete a contatto con gli animali. Direi che in generale è una materia abbastanza apprezzata e utile, perché vi insegnerà a riconoscere tutti gli animali che popolano il mondo, con un occhio di riguardo a quelli che vivono in Italia, e anche a come comportarvi o difendervi in loro presenza… ma non vi preoccupate, non ci sarà da farsi del male!-
Molti ragazzi alla parola “difendersi” avevano allungato il collo improvvisamente interessati, ma quando sentirono le rassicurazioni della professoressa il loro interesse svanì come per magia!
Anche Adelle si pregustava una bella carneficina in cui lei strozzava un leone con un pezzo di corda, ma i suoi sogni furono bruscamente interrotti.
La Durless passò parola all’uomo dai capelli neri, che disse di essere il professore di musica:
-Buongiorno. Io sono Lau Ryou e insegno geografia. In questa disciplina dovrete dare il meglio di voi e, non me ne vogliano gli altri insegnanti, ritengo sia tra le più importanti. Inizieremo ovviamente da zero, così che anche i ragazzi che non hanno nemmeno idea di dove si trovano ora possano essere in pari con gli altri, perciò prego chi già ha qualche competenza di essere paziente e attendere gli altri e chi non ha ancora appreso nulla di dare sempre il massimo impegno, perché in questa materia, a dispetto di ciò che si può pensare, si accede ai livelli di difficoltà superiori solo quando si hanno delle solide basi, come in un muro…-
Poi si passò all’insegnante che le ragazze giudicarono il più bello tra tutti:
-Buongiorno a tutti. Il mio nome è Agni Kadar e insegno moda ed estetica. Vi anticipo subito che è una materia difficile e impegnativa, ma terribilmente affascinante. Il perché è presto detto: saper apparire come si deve può essere allo stesso tempo utile e divertente!-
E dopo all’uomo con cui discuteva Frances:
-Salve ragazzi! Io sono Aleister Chamber, il visconte di Druitt…e vi insegnerò usi e costumi. Vi starete chiedendo cosa sia questa brutta bestia: il bello è che non lo so neanch’io! No, a parte gli scherzi, vi darò una veloce infarinata di cultura, per poi approfondire nel settore che ritengo più importante: quello della cultura popolare, delle storie e delle leggende. Il popolo ha escogitato dei modi veramente ingegnosi per intrattenersi o spiegare ciò che non è a lui comprensibile, e io vi illustrerò molto dettagliatamente ciascuna credenza e ciascun racconto . Posso anticiparvi che alcuni sono veramente favolosi e vi saranno utili nella vita, ma adesso voglio lasciarvi un po’ sulle spine…-
Beh, per fortuna dalle spine si passò alle rose!
-Buongiorno! Io sono il vostro insegnante di Musica e potete chiamarmi solo Undertaker. Ci divertiremo molto insieme, ma a patto che voi mi rispettiate; io farò altrettanto. Se ci riusciremo allestiremo anche un piccolo spettacolo per Natale, quindi: massimo impegno!-
-Salve! Sono Alexis Midford e mi avete già conosciuto all’ingresso, il vostro insegnante di pratica naturale! Vi insegnerò a riconoscere e catalogare ogni specie di pianta conosciuta e vi informerò anche sulle rispettive applicazioni. Non vedo l’ora!-
Sì… ma solo lui non vedeva l’ora! Le ragazze non avevano intenzione di diventare delle “contadine” e si rabbuiarono.
-Ciao ragazzi, io sono il vostro insegnante di scherma, il mio nome è… Charles Grey…-
Prima il silenzio generale, stupore anche fra i docenti, poi sussurri e infine un fracasso di domande:
-Lei è quello che lavora per la regina?-
-Mamma mia! Ma così giovane?-
-Ma com’è lei dal vivo? Non partecipa mai ad eventi pubblici!-
Grey tentò una risposta evasiva: -Guardate che non avrete bisogno di vederla dal vivo: è ben informata e lavora sodo ogni giorno anche senza apparire in pubblico! Comunque avremo tempo di conoscerci più avanti…- che sembrò bastare alla folla, ma i ragazzi come i professori erano rosi dalla voglia di sapere, di parlare con lui, cosa che lo mise in evidente imbarazzo e che divertì terribilmente Sebastian.
-Molto bene, direi che possa bastare. Allora, che cosa siete curiosi di sapere, miei cari?- interruppe Frances.
La discussione che seguì fu trovata noiosa dalle sorelle: si era parlato degli orari delle lezioni, che iniziavano alle nove, poi si interrompevano per la pausa pranzo e ricominciavano alle tredici, poi che là avevano anche un fiume dove andare a rilassarsi, l’Arno… che si disputavano gare a cavallo tra le case, ma quell’anno si sarebbe disputate singolarmente per via dei pochi studenti… della posta consegnata dallo staff… che alcune materie tradizionali non si sarebbero fatte (si parlò del francese eccetera)… che c’era un reparto dove si curavano eventuali ferite… che il supervisore era italiano e quindi parlava poco la lingua.. ronf ronf…
Sì, le ragazze si erano assopite, ma non si erano perse un granché. Si ridestarono quando Frances annunciò la sua imminente partenza per la Gran Bretagna assieme ad Angela Blanc.
-Senti Adelle, io voglio stringergli la mano! Ma se vedono che gli andiamo incontro, lo faranno anche gli altri, perciò aspetteremo che sia uscita e poi andremo anche noi con la scusa che dobbiamo andare in bagno. Ti sta bene?- propose Cindy con aria cospiratrice, badando che nessuno la stesse ascoltando.
-Va bene! Ti seguo!- accordò l’amica.
Così, appena Frances Midford e Angela Blanc uscirono, le sorelline fecero lo stesso, rispondendo ai curiosi che dovevano “fare un giro in bagno”. Naturalmente si affrettarono a raggiungere la meta:
-Dai Cindy! Va bene, le chiamo io! PROFESSORESSE! PROFESSORESSE! Un momento per favore!- gridò Adelle dietro alle insegnanti, che si voltarono; Angela sembrava contenta di fare altre quattro chiacchiere, ma la collega non troppo.
-Avete ancora qualche dubbio, ragazze? Potrei sapere che cosa stavate facendo mentre noi dibattevamo?- chiese poco cortesemente la Midford.
-Visto che mentire non serve a niente… ci eravamo appisolate un attimo!- confessò Adelle che sembrava l’innocenza fatta persona.
-Ma abbiamo seguito il filo del discorso!- si affrettò ad aggiungere Cindy, meravigliata e poco contenta della risposta della ragazza.
-Allora?!-
-Ehm… volevamo chiedervi una… una stretta di mano! Non capita tutti i giorni di incontrare una signora Midford e una signora Blanc!- balbettò Adelle, che proprio non sapeva motivare il perché del gesto che volevano compiere.
-Comprendo… non vi aspettavate di venire qui, vero?- disse caparbia Angela.
-Già… si nota molto?- confermò Cindy.
-Abbastanza. Ma certo che vi stringo la mano, care ragazze. Come vi chiamate?- chiese lei.
-Siamo Adelle e Cindy. –
-Liete di aver fatto la vostra conoscenza, non è vero professoressa?-
-Certo, certo, ma ora sbrighiamoci!- incalzò la donna.
-Sì, sì, vai avanti, Frances!- disse con poca cura Angela, attirando un’occhiataccia severa della collega, che per quanto spazientita si incamminò senza di lei. –Ah, Frances… certe volte farebbe perdere la pazienza anche ad un angelo!- ammise, sorridendo e strizzando l’occhio alle “ammiratrici”, le quali risero di cuore all’inaspettata battuta.
-Siete delle care ragazze, e sento che qui vi troverete molto bene. Se permettete, vorrei darvi un consiglio: durante le lezioni di cucina, se il professore vi tormenta, voi ignoratelo, perché cerca solo un pretesto per togliere dei punti in giro… ha una strana avversione per gli amici di Phantomhive!-
-Ah, andiamo bene!-
E così si salutarono, ma non era un addio: si sarebbero rivisti alla gara di equitazione, verso la fine dell’anno.
-Che figura di cacca che abbiamo fatto, posso dirtelo?-
-Non ti preoccupare, era la Midford che ha rovinato tutto! Quella Angela Blanc è una tipa simpatica, non trovi?-
-Secondo me ci troveremo bene con quasi tutti i professori!-
-Ma sì, pensa positivo! E per quanto riguarda il professor Michaelis, temo che sarà difficile seguire il consiglio di Angela, ma tenteremo… non è vero?-
-Si farà quel che si potrà…-
Non tornarono dentro l’aula, ma pensarono di fare un giro fuori, al parco, per parlare un po’ e scoprirono che anche qualcun altro aveva avuto la loro stessa idea.
-Ma noi possiamo stare qui fuori, vero?- chiese Cindy al primo ragazzo che incontrò.
-Sì, l’ ho chiesto alla Midford quando è uscita. –
-Okay, grazie!-
Le ragazze scelsero con cura una panchina all’ombra degli abeti e completamente libera: avevano bisogno di confidarsi.
-Allora, che te ne pare?- iniziò Adelle.
-Niente male, mi sento già a mio agio! E anche i prof. sembrano delle brave persone!-
-Tutti tranne Michaelis. Secondo me era un bambino prodigio incompreso! Poi ha ammazzato i genitori e volendo torturare qualcun altro è diventato un professore. –
-Dunque, le lezioni sono a tempo pieno dal lunedì al venerdì, e al sabato abbiamo solo la mattinata. Secondo te, ci insegneranno equitazione da zero?-
-Certo, Ciel ci ha detto che insegnano per le gare, e per fare gare servono le basi… ma adesso che ci penso, la professoressa di equitazione non si è fatta vedere-
-Secondo me visto che oggi non dovevano far lezione sono rimasti a casa. Hanno fatto bene!-
-Sì, ma pensa se eravamo fissate con i cavalli: ci sarei rimasta un po’ male. -
-Già, hai ragione…-
-A proposito, andiamo su nei salotti, per vedere come sono!-
-Dai, sono curiosa! Speriamo solo di arrivare incolumi: questa è una gabbia di matti!-
-Se no non si chiamerebbe scuola…-
Entrarono dal portone principale nell’atrio, dove trovarono quattro cartelli con freccia che indicavano la direzione per i vari dormitori (A, B, C e D, non divisi per case) e altre cose come “Biblioteca”; il loro dormitorio era in alto a sud-est. Ma a sud-est di che cosa? Salirono l’immensa rampa di scale ricoperta dalla moquette rossa e capirono: dinnanzi a loro si ergeva un’immensa bussola, con le indicazione dei punti cardinali. Era rotonda, ricoperta di metallo dorato nella parte posteriore e di vetro trasparente davanti; i punti cardinali erano indicati con un filo d’oro lavorato con calligrafia molto elegante e il nord era segnato da un ago probabilmente d’argento.
-Sud-est, eh? Allora, io credo che dovremo dirigerci direttamente verso est, perché siamo già a sud. Quelli che invece dovranno andare a nord dovranno proseguire dritto… perché da quel che ho letto, tutti i dormitori sono in questo piano…  I dormitori sono tutti collegati: siamo dentro ad un grande quadrato! Che forza!- constatò Adelle.
-Prima vediamo il nostro e i salotti vicini, poi facciamo un giro per vedere quanto sono lunghi questi corridoi!-
Così si diressero verso est e incontrarono una porta bassa e tozza, al di là della quale doveva trovarsi il salotto sud-est principale. Quello della zona D; tentarono di aprirla, ma si accorsero che  che c’era una piccola serratura.
-Deve essere chiusa a chiave! Hey, dall’altra parte! Fateci entrare!- incalzò Adelle.
-Se non avete la chiave non potete passare!- Rispose una voce ridacchiante dall’altro lato.
-Oh, magnifico! Adesso che si fa?- chiese Cindy.
-Salve! Dormite nella zona D?- disse una voce, che le ragazze indovinarono appartenere al supervisore, perché l’accento era fortemente italiano.
-Ehm, sì. Lei è il supervisore? Potrebbe darci una mano?-
-Ma certo! Eccovi le chiavi.-
-Grazie! Ma ogni dormitorio ha un salotto privato, quindi?- chiese incuriosita Cindy.
-Sì, sì!-
-In pratica sono circoli privati?!- continuò.
-Sì, sì!-
-Ma se non hai la chiave?-
-Eh… credo che ti resti fuori!-
-Ma qual’è il tuo nome?-
-Il mio nome? Io sono Paolo Necitto!-
-Necitto? Bel nome!-
-Grazie, signorina! E buona giornata!- e così dicendo Paolo se ne andò.
-Che tipo! Allora… Ecco. Entriamo.- disse Adelle e la porta si aprì senza far rumore.
L’interno era molto carino e accogliente: il pavimento era in pietre nere, come gran parte dell’arredamento tranne i mobili, c’erano una serie di poltrone imbottite, un camino enorme ma spento (meno male!), dei tavoli di legno massiccio e un listello di legno sottile appoggiato alla parete la cui funzione doveva essere quella di bacheca. Sulla stanza si aprivano due rampe di scale, una a destra e l’altra a sinistra del camino; le ragazze scelsero quella a destra, guidate dalle voci delle compagne. Iniziarono a salire i gradini e dopo non molto arrivarono ad una porta simile a quella da cui erano entrate, ma quella si aprì subito: quella era una delle due zone del dormitorio. Era una stanza rettangolare sviluppata in lunghezza occupata in gran parte da porticine aperte. Ogni porta dava su una stanza con dei letti a baldacchino di fianco ai quali c’erano dei comodini che reggevano delle candele…
-Ciao ragazze! Se cercate le vostre cose sono dentro al vostro armadio, di fronte al vostro letto! E le valige sono ai piedi del letto!- le informò Alois, che era accucciato sul suo letto insieme ad altre tre persone.
-Grazie, Alois! Dunque, spero che il mio letto sia quello nella tua stanza!- disse Cindy, ed effettivamente era così: la sua roba era contenuta ed ordinata nel piccolo armadio di fronte al letto vicino a quello di Alois.
-E’ proprio quello, perché c’è la tua valigia! E quello di fianco deve essere il posto della tua amica… - ridacchiò un amico di Alois. –Piacere, io sono Joanne!-
-E noi siamo Doll e Maurice!- gli fecero eco gli altri due.
Joanne era alto e magro, con i capelli lisci a caschetto e gli occhi chiari; indossava un completo nero sotto il quale portava camicia azzurra e delle scarpe che sembravano leggere.
Doll era invece meno alta, ma snella, con i capelli castani e non troppo lunghi; indossava una gonna pomposa a motivo floreale e camicia bianca piena di balze e aveva l’aria di persona seria.
Infine Maurice, era di media altezza e di carnagione estremamente chiara con i capelli biondissimi a boccoli ed era molto carino nel suo completo migliore.
-Piacere! Noi siamo Adelle e Cindy. L’avete già incontrato il supervisore? Simpatico, vero?-
-Sì, è stato lui a darci la chiave. Ho sentito dire che la cambiano ogni mese!-
Fecero un po’ di conversazione, durante la quale si scoprì che Joanne veniva da una famiglia antichissima e parecchio influente e che Maurice aveva antenati in Scozia; vennero così le sette di sera, e Joanne avvertì che era ora di cena. Scesero tutti insieme (furono tra i primi) e si sedettero, a intervallo di un posto, al tavolo di pranzo. I professori erano già tutti schierati al loro posto, e ne doveva essere arrivato anche qualcun altro, perché il tavolo sembrava più affollato rispetto all’ora di pranzo.
-Ma lo sapete chi è il nostro insegnante di scherma?- disse improvvisamente Cindy.
-No, chi è?!- risposero in coro Joanne e Doll.
-Beh, è Charles Grey!- annunciò Adelle, al che mancò poco che Joanne svenisse.
-Davvero? Ma come fate a saperlo?-
-Eh…-
-E dai!-
-Siamo andate con Frances Midford in auditorium e lì l’abbiamo imparato. – rispose evasivamente Cindy.
A poco a poco arrivarono tutti, e i tavoli si riempirono di cibi e bevande.
Quando tutti furono sazi e le forchette posate, Aleister Chamber si alzò invitando i commensali al silenzio.
-Avete mangiato a sazietà?- chiese, e tutti annuirono. -Molto bene. Consiglio a tutti voi, per i primi tempi, di recarvi alle lezioni in gruppo, giusto per non perdersi. Intesi? Bene, potete andare! E per i più dormiglioni, buona notte!-
Finalmente tutta la stanchezza della giornata si fece sentire e dopo un’altra breve partita a chiacchiere, giusto per arrotondare le nove, ognuna delle ragazze si coricò e sprofondò nel sonno.        






GRAZIE PER LE VISUALIZZAZIONI! 
SPERO CHE QUESTO CAPITOLO SIA ALL'ALTEZZA!
GRAZIE MILLE ANCHE PER LE RECENSIONI, MI FANNO FELICISSIMA!
LOVE,
MASAMI
  
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