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Autore: Shireen    18/06/2013    3 recensioni
"Corre, corre, corre. [...] È prigioniera di un corridoio senza inizio né fine."
Genere: Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Corri!

 



Corre, corre, corre. Ansima, non ce la fa più. Eppure continua. Va avanti, perché non può fare altro.
È tutto buio attorno a lei. Si trova tra due muri, che scorrono paralleli all’infinito. È prigioniera di un corridoio senza inizio né fine.
Non riesce a respirare, perché non c’è aria nell’atmosfera. C’è solo odore di morte.
Appoggia una mano sulla fredda pietra della parete. Si ferma.
Una candela!
Le sembra di vedere un lieve barlume provenire da poco più avanti. Cammina barcollante, seguendo quella leggera promessa di speranza.
Una porta!
La luce fioca illumina, dall’interno, un piccolo uscio socchiuso fatto di un materiale che pare legno. Lo spinge cauta. Si addentra nella stanzetta che vi si cela dietro. È la sua unica possibilità per trovare un’uscita.
Cammina. La candela si trova su un comodino, e di fianco ad esso un letto. Non ci sono finestre; non ci sono altre porte. Nessun’uscita.
Deve tornare al corridoio; continuerà a correre sperando di trovare un’altra porta, e vedere finalmente l’ambita, gentile e rassicurante luce del giorno.
Si gira per uscire.
Ah, quale atrocità!
Non uscirà. Non c’è più la porta. C’è un uomo. Morto. Impiccato. Ma i suoi occhi vivono, e cercano di gridare. “Corri!” Sembrano implorare.
Indietreggia. Strillerebbe, chiederebbe aiuto, si sgolerebbe, ma non può. Non ha voce.
Non c’è aria; c’è solo odore di morte.
Urta qualcosa con la schiena. Volta la testa di scatto, e vede una piccola porticina. È stretta, e si deve abbassare se vuole passarci. Lo fa. Entra in un’altra stanza, più piccola, ma identica alla precedente.
Questa volta non ci sono candele, ma stranamente l’ambiente è bene illuminato. Da dove provenga la luce, non lo può stabilire. Eppure si sente di un passo più vicina alla salvezza.
Non fosse per quel piccolo, fastidioso dettaglio. Quell’inutile ed inspiegabile elemento.
Un altro. Sul letto, questa volta. È disteso, con le mani lungo il corpo e le gambe talmente lunghe da costringere i piedi a penzolare fuori dal giaciglio. Gli occhi chiusi: nessun messaggio.
Sente la testa girare.
Corre.
Trova altre porte. Altre stanze. Altri morti.
Distesi, in piedi, impiccati, impalati, seduti, martoriati. Volti sereni, occhi aperti, volti tesi, occhi chiusi. Sofferenza. Morte. Prigionia.
Uscirà?
No.
È un incubo. Non c’è inizio, non c’è fine, non c’è uscita. Non c’è una storia.
Cade. Si unirà a loro?
Chiude gli occhi.
Buio.
Li riapre. Buio. Non c’è più odore di morte, non è più nel corridoio, né in una delle camere.
Ma dov’è? E, soprattutto, cosa c’è attorno a lei? 

   
 
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