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Autore: _Kiiko Kyah    18/06/2013    3 recensioni
[ friendship!AkaneMidori ]
-Tu sei la mia migliore amica, sai?-
-Credo di essere anche l’unica amica femmina che hai, Akane-
-E cosa c’entra?-
-Come posso essere la migliore se non ho nessuno con cui paragonarmi?-
-Perché tu sei la ragione per cui sorrido, Midori-chan-
-Come sei stucchevole, Akane-
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akane Yamana, Midori Seto
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Smile // The reason why


Appesa ad un robusto ramo di un enorme albero, le cui larghe fronde facevano ombra al terreno proteggendolo dai micidiali raggi bollenti del sole estivo, un’altalena rustica e rudimentale dondolava sotto la spinta delicata di una bambina la quale, seduta sulla tavola di legno che formava il sedile, canticchiava cullata dal movimento lento e ritmico del dondolo.
Era una bambina di appena sette anni, dalla carnagione chiara e rosea e dai grandi occhi viola; il suo sguardo esprimeva tranquillità quasi mesta, le sue iridi non erano profonde o espressive, bensì piatte e prive di quella vitalità tipica dei bambini. Il suo sorriso lieve trasmetteva un barlume di malinconia che non sembrava poter appartenere a quella creaturina così fragile e delicata.
I suoi boccoli castano corteccia chiaro, così chiaro da sembrare innaturale, ricadevano delicatamente sulle sue spalle, con un fiore bianco intrecciato in una ciocca alla sinistra della sua fronte coperta da una frangetta mossa eppure ordinata. Accarezzando la fotocamera rosa che era posata sul suo grembo coperto da un fresco abito bianco, la piccola Yamana Akane guardava le fronde dell’albero muoversi al vento, cantando una leggera melodia.
Era una canzoncina che sua madre le aveva insegnato tempo prima, eppure lei se la ricordava tutta benissimo, come se fosse rimasta fermamente impressa nella sua mente. D’altra parte, non aveva grandi cose da memorizzare, lei. Non doveva ricordarsi nomi, cognomi, età, parole di altri bambini, né tantomeno di adulti o ragazzi più grandi; tutto ciò che non dimenticava mai erano i sorrisi che imprimeva nella sua macchina fotografica, e quella canzone che le piaceva così tanto da farle dimenticare i suoi problemi.
-Oh, allora sei tu che canti!- notò qualcuno a voce abbastanza alta da interrompere bruscamente il flusso dei pensieri della castana.
Quest’ultima abbassò lo sguardo, smettendo di cantare, e strinse la presa intorno alla fotocamera quando vide una bambina che aveva sicuramente la sua età. Era ciò nonostante più alta di lei, e indossava una blusa giallo canarino e dei pantaloni verde palude; aveva dei lunghissimi capelli rosso salmone affumicato legati in una coda alta da un nastro di stoffa verde che si chiudeva in un fiocco per niente frivolo sulla testa. La sua carnagione ambrata era in netto contrasto con quella chiara dell’altra, e in tutto e per tutto sembrava l’esatto opposto di Akane. Non sembrava quasi una femmina.
-Non ti ho mica detto di smettere- osservò ancora la nuova arrivata, mettendosi i pugni sui fianchi e avvicinandosi all’altalena, che smise di dondolare trovandosi senza la spinta delle sottili gambe della castana.
-Però io ho smesso- replicò semplicemente, sbattendo le palpebre.
La smorfia mista di stupore, preoccupazione e timore che si formò sul viso dell’altra bambina non stupì Akane. Era la stessa espressione che si dipingeva sui volti di chiunque le parlasse, anche se non aveva mai capito perché. Pensò che adesso se ne sarebbe andata, come tutti gli altri bambini, che la chiamavano “strega” senza che lei capisse cosa aveva fatto di male.
-Sembra che tu non abbia emozioni!- sbottò invece la rossa, scombinando tutte le aspettative non troppo rosee che la Yamana aveva formulato nella sua mente plastica e tranquilla, ma non per questo felice e spensierata.
-Cosa?-
-Sembra che tu non abbia emozioni- ripeté quella -Sei strana!-
Strana. Nessuno l’aveva mai chiamata così.
-Io sono... strana- mormorò riflessivamente -Sono davvero strana- ripeté sentendo le palpebre inumidirsi, pizzicare.
Tuttavia non pianse. Nessuna lacrima graffiò la sua cute sensibile. La primogenita della famiglia Yamana non piangeva mai, non ne era capace e non ne sentiva mai il bisogno. Sentiva ogni tanto un pizzicore agli occhi, un bruciore che faceva inumidire le palpebre, però le lacrime non uscivano mai. Non per qualcosa collegato ai sentimenti, comunque. Ogni tanto gli occhi lacrimavano, ma la castana non scoppiava mai in pianto. Che senso aveva piangere? In special modo se nessuno se ne sarebbe mai preoccupato, visto che lei era così strana.

[ You-ou said “hey
What’s your name?”
It took one look and
Now I’m not the same. ]


La rossa incrociò le braccia e inarcò un sopracciglio. -Senti tipa strana, io mi chiamo Midori- si presentò con scarsa delicatezza -Tu?-
Akane si chiese perché non se ne fosse andata. Non le era mai capitato di arrivare a quel punto della conversazione con qualcuno. Presentarsi. Si sarebbe dovuta presentare per nome e cognome? O forse prima il cognome? Oppure solo il nome? Come faceva a sapere se Midori era il nome o il cognome di quella bambina? Come faceva a sapere cosa dirle poi?
-A...kane- mormorò sentendosi lievemente arrossire.
-Uh, nome carino- constatò quell’altra -Ma sei comunque strana- sorrise e ridacchiò un po’. L’interpellata non seppe come rispondere a quella risata.
Non aveva mai visto un suo coetaneo ridere. Stava ridendo per lei. Non era mai successo prima.
-Hai anche dei bei capelli Akane- si avvicinò leggermente -Hai mai pensato di legarli?-
-Legarli?- inclinò la testa; il suo sguardo, che voleva esprimere perplessità, si tinse di una nota malinconica e tersa tale da far rammaricare chiunque.
-Sì!- avanzò ancora verso la nuova conosciuta -Quando i capelli sono belli, puoi pettinarli in modi sempre più complicati per vedere come stai. Certo, anche tenerli sciolti è bello- considerò -Ma secondo me i tuoi capelli sembrano troppo quelli di un fantasma per rimanere così sciolti-
-Io ti sembro un fantasma?-
Midori rise ancora. -La verità?...Sì-
Ancora, la sua interlocutrice non seppe cosa provare, come rispondere, cosa sentire nei confronti di quella ragazzina così diversa dalle altre. Aveva un atteggiamento così diverso da quello che conosceva, non era in grado di avere a che fare con lei, non sapeva come risponderle.
-Comunque canti bene, Akane- continuò imperterrita la rossa -E questa?- si sedette davanti a lei e toccò con l’indice la macchina fotografica. L’interpellata si ritrasse d’istinto.
-E’ la mia fotocamera- replicò intimidendosi ancora di più-
La bambina sorrise -Ah, sei una fotografa!- esclamò sorridente. -Ci sono belle foto salvate qui dentro?- chiese ancora.
Click. -Adesso sì- senza che potesse impedirlo, l’angolo della bocca si incurvò a malapena in un accenno di sorriso storto.
Di sicuro Midori non si aspettava di essere investita così repentinamente dal flash di quella macchina fotografica.
-Sei veloce!- si ritrasse di scatto per la sorpresa, impressionata.
L’incurvatura delle labbra della castana si accentuò lievemente. Allora anche una apparentemente sicura e particolare come la rossa non sapeva come comportarsi in certe situazioni. Beh, c’era da dire che nessuno sapeva come comportarsi con la strana Yamana Akane.
Click. Click. Click.
-Smettila, Akane!- sbraitò posando il palmo sull’obbiettivo, il soggetto delle foto.
-Scusa- il sorriso della bambina si spense -Però sei fotogenica-
Le iridi verdi di Midori ebbero un tremito, però la settenne sorrise -Se vuoi essere mia amica devi imparare che non si scattano foto se il soggetto non vuole, che sia fotogenico o meno-
Il cuore della castana perse un battito alla parola “amica”, e il suo cervello smise di ascoltare. Midori aveva appena detto che erano amiche?
-Akane, sei veramente strana- disse ancora la rossa accorgendosi dell’aria assente della nuova amica, schioccandole le dita davanti agli occhi -Oppure sei semplicemente psicopatica?-
L’interpellata avvertì come entrambi gli angoli della sua bocca si stessero incurvando di nuovo in quella strana espressione che non ricordava di aver mai rivolto a qualcuno in particolare. Yamana Akane stava sorridendo come una persona normale.
-Cosa vuol dire “psicopatica”?- domandò innocente, e l’altra sbuffò.
-Ora ti spiego... ma non ti piacerà-


[ And that’s why I smile.
It’s been a while
Since everyday and everything has felt this right ]


Sette anni dopo, le due erano compagne di classe alla Raimon, ed erano entrambe manager del club di calcio. La castana era diversa dal primo incontro con Midori; certo, il suo sguardo trasmetteva ancora quella perenne sensazione di tristezza, la sua voce era ancora sottile, il suo aspetto era ancora spiritico e nella maggior parte delle situazioni non sapeva come fare. Però sorrideva, ed era felice. Tutto per merito di Midori Seto, quella ragazza che l’aveva sempre definita “strana”. Non che lei lo fosse di meno.

-Midori-chan-
-Dimmi Akane-
-Tu sei la mia migliore amica, sai?-
-Credo di essere anche l’unica amica femmina che hai, Akane-
-E cosa c’entra?-
-Come posso essere la migliore se non ho nessuno con cui paragonarmi?-
-Perché tu sei la ragione per cui sorrido, Midori-chan-
-Come sei stucchevole, Akane-

[ And suddenly you’re all I need
The reason why,
I-i-i, I smi-i-i-ile. ]


-Voglio più bene a te che alla mia fotocamera-
-Ne dubito fortemente-
-Se mento che si cancellino le foto di Shin-sama dalla memory card-
-...okay, ti credo-
-Oh, è arrivato Shin-sama! Devo scattare tante foto!-
-E’ davvero il tuo unico pensiero-
-...-
-E ora che c’è? Perché hai smesso di scattare?-
-Midori-chan, chi è la tua migliore amica?-
-Sei tu, che domande-
-Davvero?-
-Perché dovrei mentirti, stupida-
-Non sei molto dolce, Midori-chan-
-Dai, scatta foto a Shindou e lasciami guardare l’allenamento in pace-
-Shin-sama è così carino... a te piace qualcuno?-
-No-
-Non è possibile che non ti piaccia nessuno!-
-E invece è possibilissimo, Akane-
-Va bene, va bene, sto zitta-
-Brava-
-...ti voglio bene, Midori-chan-
-Anche io te ne voglio, anche io te ne voglio... e ora sta zitta-
-Sei arrossita-
-E allora?!-
-Così, tanto per dire-
-Tu sei troppo strana, amica mia-
-Nessuno è perfetto. E adesso sorridi!-
Click. Il flash investì la ragazza dalla chioma rosso salmone affumicato, quella persona che era riuscita a smuovere il cuore strano e quasi psicopatico di Akane Yamana, quella stessa persona che odiava la rapidità della sua amica nello scattare foto a tradimento. La fotografa sorrise delicatamente e tornò a fotografare il suo bel capitano del quale si divertiva a storpiare il nome.




Angolo della Kyah
Che dire, avevo promesso a me stessa di scrivere una RanTaku e invece ho qui questa bomba di fluff per quella psicopatica di Akane e quel maschiaccio di Midori.
Io sono sicura, sicura, sicurissima che loro sono amiche del cuore. Il modo in cui si comportano, il modo in cui Midori le parla -la stuzzica, la rimprovera, eccetera- è un chiaro segno di amicizia.
E so che in fondo si vogliono taaaaanto bene ♥
Poi ho storpiato il significato della canzone Smile di Avril Lavigne. Lei parla ad un ragazzo, mentre in questa fic è l’ho interpretata come rivolta ad un’amica, nel caso di Akane l’unica amica femmina -perché si suppone che i membri della Raimon Eleven siano suoi amici, almeno credo- e ovviamente la fic è ambientata prima dell’ingresso di Aoi nello staff del club di calcio, perché altrimenti non avrebbe senso.
So che l’ottanta percento delle persone qua odiano Akane -so che non siete tutti non vi accanite su di me- perché è una stalker, ma io personalmente la adoro come personaggio. L’ho detto nella fic, lei anche quando è felice, seria, pensierosa e ogni qualvolta esprima una qualsiasi emozione, trasmette quella vena malinconica che secondo me è dovuta al suo essere così... psicopatica. Andiamo, lei è pazza.
Però in qualche modo mi piace così tanto... ♥
E’ un personaggio davvero niente male, ecco.  Okay, la smetto di elogiare la nostra stalker di Shindou preferita.
Anche perché mi piace anche Midori, cosa credete... anche se l’idea era partita da una Akane-centric.
Beh, sapete cosa? Ora vi saluto.

Baci e abbracci vari,
Anna♥
  
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