Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: lunalba    18/06/2013    5 recensioni
Hermione e Fred stanno insieme da 6 mesi e tutto sembra essere perfetto, ma una notizia inaspettata scoinvolgerà il loro equilibrio.
"Improvvisamente qualcosa si posò sugli occhi della riccia che stava per urlare, quando qualcuno parlò
-Zitta, sono io! – sussurrò la voce di Fred
Hermione sospirò e si voltò a guardare il fidanzato, bello come sempre
-Ehi come è andata la giornata? – chiese trattenendo le lacrime
-Hermione c’è qualcosa che non va?-
-Aspetto un bambino- sussurrò mentre una lacrima le rigava il viso
-Tu … cosa?-
-Aspetto un bambino … - ripeté la ragazza ormai in lacrime
-Aspetti chi? Che bambino?-
-Insomma Fred! Noi aspettiamo un bambino! Sono incinta! Ti ricordi qualche settimana fa … quando noi abbiamo…. Insomma Fred sono incinta … I-N-C-I-N-T-A! – urlò la ragazza"
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando tutto cambia... 

  

Non ci si accorge che i morti se ne vanno,

una volta che hanno deciso di partire.

Non è previsto.
Al massimo li si avverte come un sussurro o

come l'onda di un sussurro che si placa piano piano...

( amabili resti)

 

Buio. Intorno a lei c’era esclusivamente ombra. E stranamente quel buio non la intimoriva, anzi la faceva sentire sicura, protetta dall’oscurità …

Quando aprì gli occhi la luce l’ accecò e il suo corpo iniziò a tremare, quasi consapevole del rischio a cui era sottoposto. Non si trattava di un pericolo fisico, tutt’altro, ma poche parole e tutto il suo mondo poteva crollare, frantumarsi come piccoli vetri. Poche parole e tutto sarebbe cambiato … Sperava fino all’ultimo di non doverle sentire, voleva essere ottimista fino alla fine ma non riusciva a fingere con se stessa. Sapeva, sentiva cosa stava succedendo. Sentiva cosa ormai era successo, e non poteva sopportarlo.

<< Fred >> sussurrò intimorita mentre l’eco delle sue parole spaccavano in due il silenzio assoluto che dominava la stanza.

Doveva essere un incubo, un terribile incubo.

Ad un tratto i suoi occhi focalizzarono la scena che mai, mai avrebbe voluto vedere:  Fred inginocchiato con la testa tra le mani, sua madre che stringeva i gemelli come a volerli proteggere da una verità troppo crudele. Ma furono gli occhi di Molly a dargli la conferma, gli occhi di una madre a cui hanno strappato un pezzo di cuore, occhi pieni di puro dolore, dolore che solo un genitore può provare …

Non servivano più le parole, era chiaro.

Ma Hermione sapeva che erano necessarie, solo dicendole a voce alta tutto sarebbe diventato reale.

Il rosso alzò lo sguardo, si vedeva lontano un miglio che avrebbe voluto essere in qualsiasi altro posto tranne che in quello. La guardò tristemente e con la voce più cauta che riuscì a trovare in quel momento sussurrò quelle parole. Le parole standard, quelle scontate che dovrebbero addolcirti la pillola.

Era inutile dire che non addolcivano proprio niente di niente!

<< Herm … mi dispiace, il dottore dice che le lesioni erano troppo gravi … dice di aver fatto di tutto…  >> un singhiozzo improvviso lo interruppe, con la manica levò una lacrima che stava sfuggendo ai suoi occhi.

<< No… nonono… no non può essere … >>

<< Gerge è… >> riprovò a dire Fred, ma un nuovo singhiozzò glielo impedì.

Hermione attendeva. All’improvviso si sentì afferrare in modo violento da dietro, venne girata di scatto e si trovò davanti il viso di Arthur, quasi irriconoscibile. Tutto rosso come i capelli, gli occhi, le guance… tutto diventò rosso all’improvviso, la stanza non era più buia ma era diventata di un rosso sangue che rendeva il tutto quanto più macabro possibile.

L’avvicinò a sé e poi la spintonò a terra in modo disperato. Chiuse gli occhi aspettando il violento impatto.

Dio…

<< George è morto!! E’ tutta colpa tua!! >>

 

 

Luce. Si c’era luce. Niente buio, niente rosso, niente urla…

Hermione ci mise un po’ a capire che era stato tutto un incubo, per fortuna.

Sbuffo dall’esasperazione e si asciugò dalla fronte il sudore che le aveva causato quel terribile incubo. Era la terza notte di fila che sognava sempre la stessa scena, il suo tormento non le dava veramente più pace.

Di fianco a lei Fred si mosse, probabilmente avvertendo il risveglio agitato della fidanzata. Si stirò le braccia e nel farlo le accarezzò dolcemente la schiena.

<< amore stai bene? >> La riccia si tirò su e lo guardò tristemente, gli occhi del fidanzato erano incavati e tristi, la pelle pallida, i capelli scompigliati. Per giorni aveva corso da una stanza all’altra, assicurandosi che suo suocero e suo fratello stessero bene e poi tornava da lei portando sempre la stessa notizia :

“ condizioni critiche, bisogna vedere come reagiscono alle cure”.

Sempre le stesse parole che volevano dire tutto e che allo stesso tempo non volevano dire niente.

Hermione non poteva far altro che starsene nella sua stanza, a pregare e sperare …

Le infermiere avevano gentilmente sistemato delle culle nella sua stanza, in modo che i gemelli potessero stare con lei. Tutti erano stati gentili, ma naturalmente questo non riusciva a scatenare sorrisi veri sul volto dei due giovani. Solo una cosa sarebbe riuscita a farlo: il risveglio.

<< forse se portassimo George al Sam Mungo … >> azzardò Luna speranzosa.

<< ho già chiesto, neanche con la magia si può svegliare una persona dal coma … >> rispose Fred guardando fuori dalla finestra.

Si era sempre chiesta che cosa volesse dire essere apatico. Ecco… ora lo vedeva sul volto di Fred, non piangeva, non mostrava nessuna emozione. Solo dalle occhiaie impossibili da nascondere si poteva intuire ciò che provava.

I giorni passavano, il padre della giovane aveva passato bene l’operazione e le sue condizioni si stavano lentamente stabilizzando, ma la situazione di George non subiva nessun cambiamento, i dottori dicevano che era come se fosse fermo in un limbo:

“ in queste situazioni bisogna solo pregare in un risveglio a breve termine, più tempo passa e più le possibilità di un risveglio diminuiscono … “ disse un dottore il terzo giorno dopo l’incidente.

Hermione si tormentava continuamente.

<< perché? Perché loro si sono feriti e io invece sto bene? Perché ? >> chiese la riccia scoppiando a piangere, una botta in testa e qualche giorno sotto osservazione  non erano niente a confronto a quello che stavano passando suo padre e George …

 << loro sarebbero felici di sapere che stai bene, sono sicuro che questo gli darebbe forza … staranno bene, vedrai si sistemerà tutto >> le rispose il fidanzato con un debole sorriso. Voleva rassicurarla, fare la persona forte ed ottimista, ma si vedeva lontano un miglio che non credeva nemmeno lui in quello che diceva.

I giorni passarono e finalmente il signor Granger si svegliò dando un po’ di gioia ai famigliari sempre più pessimisti sulle condizioni di George …

La polizia iniziò a tempestare sia Hermione che il padre di domande, bisognava avviare una denuncia, e ci sarebbe stato un processo, ma era l’ultimo dei loro problemi, la priorità era George.

<< ehi cognato… >> lo salutò la mora avvicinandosi al suo letto. Il rosso era sdraiato, la sua espressione impassibile, le sue labbra inespressive, avevano bisogno di essere bagnate e non mostravano nemmeno l’ombra del suo solito sorriso. Non sembra nemmeno lui, e questo la spaventava.

Dietro di lei entrò Fred, rigido come al solito. Non era più lo stesso, dal giorno dell’incidente non aveva più sorriso, aveva detto poche parole e le uniche volte che dava segni positivi era quando teneva in braccio i gemelli o vedeva Hermione, per il resto restava nel suo mondo, una statua incapace di sorridere.

Si sedette su una sedia di fianco al letto del gemello e gli prese la mano stringendola. Capì che con lei in stanza non avrebbe spiccato parola e che aveva bisogno di parlarci da solo, così senza farsi sentire uscì.

Voleva essere forte per Fred, sarebbe crollato a breve se la situazione non fosse migliorata, ma non riusciva a non sentirsi in colpa.

Anche quella notte avrebbe avuto gli incubi.

***

 

 

I jeans, la maglietta,le scarpe, le ciabatte, i pannolini, biancheria… cosa manca?

<< Harry prenderesti Crystal per favore? >> gli chiese Hermione.  Piegare la roba con un braccio era decisamente difficile, nonostante fosse una donna e quindi un essere che possedeva la capacità di fare tante cose contemporaneamente.

Il prescelto prese la nipote e la cullò mentre la riccia preparava la valigia. Non voleva essere dimessa, avrebbe voluto rimanere li, vicino a George, ma i dottori ritenevano che stava meglio e che poteva tornare a casa.

Suo padre sarebbe rimasto in ospedale sotto osservazione e George … i suoi valori erano nella norma, ma non dava segno di un possibile risveglio. Come detto prima era in una specie di limbo, non si muoveva. Non peggiorava fortunatamente ma nemmeno migliorava e questo era sempre più preoccupante man mano che i giorni passavano.

<< Preso tutto? >> chiese Ron entrando nella stanza e afferrando la valigia sul letto.

<< si … sono pronta >> rispose la ragazza prendendo Dylan e dandogli un leggero bacio sulla fronte: si torna a casa!

<< stai bene? >> le chiese aprendole lo sportello.

<< si, starei meglio se George fosse qui … >>

<< E’ qui, è ancor qui è questo l’importante. Stai tranquilla >>

Le cercava di essere tranquilla… ma era tutto inutile.

 

 

 

***

 

 Entrare in casa fu strano, tutto era come quando era uscita, come se il tempo si fosse fermato. Eppure era tutto più triste, sembrava solo l’ombra della casa che era stata, senza le risate di George, le urla di Ginny, le lamentele di Ron … a Hermione veniva quasi voglia di scappare.

<< Hermione cara, ho preparato qualcosa da mangiare, sarai affamata … >> disse Molly abbracciando la ragazza. Dopo giorni interi passati al capezzale del figlio, i figli l’avevano convinta a  uscire da quella stanza d’ospedale.

<< grazie Molly … >>

 

Hermione stava allattando il piccolo Dylan e Fred stava cambiando Crystal quando il telefono suonò, la casa era vuota, tutti erano in ospedale quindi il rosso appoggiò il figlio sul letto e si diresse verso il telefono. La riccia dalla stanza da letto non poteva sentire chiaramente la conversazione, ma bastò il tono della voce del ragazzo a farle capire che era successo qualcosa, la voce che tanto amava e che da giorni era triste e piatta, ora stava parlando animatamente. I passi che sentì poco dopo, quasi una corsa, le confermarono che non era stata una semplice telefonata di cortesia.

Si! Cercò di non sperare e di non sorridere fin quando non fosse stata certa della sua intuizione.

Fred entrò di botto, un sorriso felice che non si vedeva già da troppo tempo.

<< Herm! Sbrigati dobbiamo andare in ospedale! George si è svegliato! >> urlò entrando nella stanza.

Non disse nulla, non servivano le parole, saltò dalla sedia e lo abbracciò stretto. Il peso allo stomaco si stava alleviando pian piano.

Uscirono di corsa, con i gemelli in braccio.

Corsero per tutto il tragitto, per fortuna l’ospedale non era lontano. Corsero ignorando la gente che li guardava come se fossero due alieni, continuarono a correre anche quando una vicina li chiamò a gran voce chiedendogli cosa stava succedendo: niente aveva importanza, dovevano solo arrivare in ospedale il prima possibile.

Quando arrivarono avevano il fiatone, salirono le scale due alla volta e probabilmente la signora Granger e Luna dovevano aver sentito i loro passi “ leggeri” sulle scale perché gli andarono incontro.

<< calma! Datemi i bambini, gli altri sono in sala d’aspetto, adesso il dottore lo sta visitando >> disse tutto d’un fiato bloccando sul nascere le mille domande che i due ragazzi le stavano per rivolgere.

Affidarono loro i bambini e corsero dagli amici. Harry, Ginny e Ron erano nella sala d’aspetto e li accolsero con un grande sorriso.

<< Mamma e papà sono dentro, si è svegliato! >> urlò Ginny abbracciandoli di slancio.

Fred si catapultò nella stanza del fratello seguito da Hermione.

La stanza non era più ferma, non era più grigia, non era più triste. George sorrideva e riusciva ad illuminare l’intera stanza.  Era circondato da fili e monitor e li guardava come se fossero videogiochi. Molly sembrava volesse mangiarlo con lo sguardo e Arthur gli stringeva la mano come se avesse paura di vederlo scomparire.

Accanto a lui c’era un dottore che controllava il suo stato di saluto, ma dall’espressione non sembrava ci fossero cose di cui preoccuparsi. Sembrava troppo bello per essere vero.

<< Ragazzi, posso farvi restare solo per pochi minuti poi dovete andarvene, ha bisogno di riposare … >> poi uscì dalla stanza.

<< George! >> quasi urlò Fred abbracciando il gemello.

<< ehi fratellino calma, niente smancerie, sto bene >> sorrise il rosso con una voce roca. << Non sono molto sicuro di sapere ciò che è successo ma sto bene, così dice il medico >>

<< ma … come siete vestiti? >> aggiunse poi guardando i due ragazzi.

Solo in quel momento Fred e Hermione si resero conto di essere usciti in pigiama e con le pantofole, Fred con le sue amate ciabatte a forma di leone e Hermione con quelle di topolino …

Hermione rise , ma scoppiò contemporaneamente a piangere.

<< Idiota! Sempre a farmi preoccupare! Guardati te? Con quel camice bianco da paziente sfigato! >>

George preso in contropiede si guardò gli abiti e rialzò lo sguardo inorridito.

<< Devo cambiarmi!! Questi orribili abiti non fanno onore al grandissimo George Weasley!! >>

E finalmente, dopo quello che sembrava un secolo, iniziarono a ridere, risero per il risveglio di George, per la loro immancabile sbadataggine, per la felicità di essere con la loro famiglia, e soprattutto per la vita che anche dopo mille difficoltà ti regala sempre un sorriso.

E in quel momento Hermione ricordò una frase che suo padre le ripeteva nei momenti bui

“  i momenti brutti ci servono per goderci di più quelli belli”

E capì che era proprio cosi, ora sarebbero stati più uniti di prima.

  

 

Il legame che unisce la tua vera famiglia non è quello di sangue,

ma quello del rispetto e della gioia per le reciproche vite.

Di rado gli appartenenti ad una famiglia crescono sotto lo stesso tetto.

( Richard Bach)

 

 

 

CIAO A TUTTI!!! CHIEDIAMO UMILMENTE PERDONO PER QUESTO IMMENSO RITARDO. È INUTILE RIPETERE QUANDO LA SCUOLA ABBIA INFLUITO SUGLI AGGIORNAMENTI -.- MA ADESSO è ESTATE E NOI

AVREMO MOOOOLTO TEMPO PER SCRIVERE =)

AVETE VISTO, GEORGE STA BENE =)

Oggi non abbiamo tempo di rispondere alle vostre recensioni ma promettiamo che nei prossimi giorni  provvederemo =)

A presto

Vale e Bianca  

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: lunalba