Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: PleaseBeMyLiam    18/06/2013    0 recensioni
Non l'ho mai sopportato.
Era sempre lui quello in gamba, quello che vinceva sempre alla play, l'orgoglio di mamma e papà.
Io ero il povero Niall, il fratello minore, il più basso e debole, il più ingenuo.
Le ragazze lo veneravano. Io ero abbastanza popolare, ma niente in confronto a lui. È stato incoronato “re della scuola” per tutti e cinque gli anni del liceo; ogni volta in coppia con le più belle ragazze di tutto l'istituto.
Da piccolo ha vinto dieci premi, solo alle elementari. “Migliore calligrafia”, “Il piccolo meccanico”, “Miglior corridore”, “Miglior aiutante delle maestre”, “Miglior lettore” e tanti altri insulsi riconoscimenti.
[...]
Persino alla nascita si è dimostrato forte. Ha pianto solo per pochi minuti, poi si è steso su nostra madre e ha guardato il nuovo mondo, tranquillamente.
Io invece ebbi difficoltà ad uscire, e dovettero fare il cesario. Piansi per ore e pisciai addosso all'infermiera.
Genere: Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

MY BIG BROTHER






 

Non l'ho mai sopportato.

Era sempre lui quello in gamba, quello che vinceva sempre alla play, l'orgoglio di mamma e papà.

Io ero il povero Niall, il fratello minore, il più basso e debole, il più ingenuo.

Le ragazze lo veneravano. Io ero abbastanza popolare, ma niente in confronto a lui. È stato incoronato “re della scuola” per tutti e cinque gli anni del liceo; ogni volta in coppia con le più belle ragazze di tutto l'istituto.

Da piccolo ha vinto dieci premi, solo alle elementari. “Migliore calligrafia”, “Il piccolo meccanico”, “Miglior corridore”, “Miglior aiutante delle maestre”, “Miglior lettore” e tanti altri insulsi riconoscimenti.

Alle medie ha ricevuto una borsa di studio ed è stato mandato al miglior liceo della città.

Io ho cercato con fatica di seguire le sue orme, fallendo. Alla fine i miei genitori hanno pagato ugualmente la quota scolastica e vi sono entrato anche io.

Ho rischiato di venir bocciato due volte; non potete neppure immaginarvi che umiliazione è stata.

La gente quando mi vedeva per strada diceva «Guarda, il fratello di Greg Horan!». Mai nessuno che dicesse “Guarda, quello è Niall Horan!”. Io ero solo il fratello di Greg Horan.

Persino alla nascita si è dimostrato forte. Ha pianto solo per pochi minuti, poi si è steso su nostra madre e ha guardato il nuovo mondo, tranquillamente.

Io invece ebbi difficoltà ad uscire, e dovettero fare il cesario. Piansi per ore e pisciai addosso all'infermiera.

Non c'è mai stato confronto tra noi due. Lui era l'eroe e io l'aiutante. Lui era Topolino e io Pippo...ok questa potevo anche evitarla. Insomma, io ero la pecora nera e lui il cane che riportava ordine.

Adesso perché, dopo due anni che non ci vediamo, mi chiama a casa dicendomi che mi farà visita?

Partirò incominciando a raccontare da ieri mattina.

 

 

Era una normale mattina, una come tante. Mi sveglio presto, saranno state più o meno le sette.

Esco dalla mia camera. Deb e Lindsay, le mie coinquiline, dormono ancora.

Le ho incontrate un anno e mezzo fa. Cercavano un appartamento e io dei coinquilini; dopo poco sono venute ad abitare con me. Ho avuto una breve relazione con Deb, ma niente di che. Ora come ora siamo solo dei semplici amici.

Deb e Lindsay sono completamente diverse, eppure sono amiche per la pelle. La prima è aggressiva, ribelle e dice tutto quello che le passa per la testa; la seconda è dolce, sensibile e timida. Sono entrambe molto carine.

Incomincio a cucinare, l'unica cosa che mi riesce bene. L'unica che mio fratello può invidiarmi.

Sento dei rumori provenire dal salotto.

Appoggio le pentole sul piano di lavoro e vado a vedere cosa sta succedendo.

Trovo Lindsay spiaccicata sul pavimento al fondo delle scale che geme di dolore.

«Ma cosa diavolo hai combinato?» le chiedo. Lei alza lo sguardo per poi riappiccicare la testa al pavimento. «Deb mi ha buttata giù dalle scale!» bisbiglia. Ma porca puzzola! Possibile che quella selvaggia debba avere dei comportamenti così esagerati? Sento delle grida provenire dal piano di sopra. «Lindsay, io ti spolpo le budella e le appendo all'attaccapanni! Ti ficco la tua brutta testaccia di cazzo nella lavatrice fino a quando non diventi bella!» urla Deb comparendo in cima alle scale.

Subito dopo corre all'impazzata verso di noi, si fionda addosso alla povera sventurata e incomincia a tirarle i capelli con foga.

«Deb smettila, cazzo!» questa volta sono io quello che sbraita come un pazzo. Adesso ha incominciato anche a morderle la testa. Sembra un'assatanata! Lindsay invece urla come una disperata, le sta facendo male. Perchè non posso avere una normale coinquilina, invece di un animale indemoniato?

Devo fare qualcosa, altrimenti la povera Lindsay si ritrova con lo scalpo. Corro in cucina, prendo una padella e la tiro in testa alla pazza. Questa si stacca immediatamente dalla testa della bionda e si affloscia a terra. Ok, forse ho esagerato.

Guardo Lindsay, ha una faccia sconvolta, le lacrime agli occhi e la sua chioma bionda pare essere stata appena masticata da un cane...in effetti ci andiamo vicino.

«Ma che cosa le hai fatto? Perchè è così arrabbiata?» chiedo. Lei mi guarda stranita, come se non avesse capito la mia domanda: è ancora sotto shock probabilmente. Ripeto la domanda almeno quindici volte, poi le sembra risvegliarsi dal suo stato di trauma e si degna di rispondermi.

«Mi sono lavata i denti col suo spazzolino nuovo...ma ti giuro, io non volevo! Ero completamente rincoglionita e non mi sono resa conto di star usando il suo spazzolino!».

E con questo scoppia di nuovo a piangere. Ma qui sono tutti pazzi.

 

Dopo qualche minuto la bestia si risveglia dal suo svenimento. All'inizio sembra essersi calmata, poi incomincia a fissare malissimo Lindsay e le si fionda nuovamente addosso. «Io ti ammazzo! Troia, stronza, vai al diavolo, merdaccia e chi più ne ha, più ne metta! Ti detesto!» grida. Prima che però possa davvero aggredire la poveretta, le afferro le braccia e la schiaccio contro il pavimento. Lei cerca di dimenarsi e sembra quasi un animale vero e proprio. Dopo un bel po' si calma del tutto e si rilassa sotto la mia presa.

«Niall, ora puoi lasciarmi...non voglio più ucciderla» dice seria come se poco fa avesse davvero voluto farlo. È preoccupante questa ragazza.

«Mi dispiace, Deb...non volevo usare il tuo spazzolino nuovo» bisbiglia Lindsay. Ma dopo tutto quello che Deb le ha fatto, lei si scusa pure? È proprio una deficiente.

«Non importa Lin, scusami tu per aver desiderato la tua morte» dice l'altra.

Dopo tre secondi si stanno abbracciando amorevolmente, come sorelle. Wow.

 

Quella scena assurda viene interrotta dallo squillo del telefono. Ma chi diamine è che chiama alle nove meno un quarto di mattina? Lindsay scatta in piedi e corre a rispondere.

«Pronto? Oh...davvero? Non sapevo che Niall avesse...oh sì, io sono Lindsay Thomas, la coinquilina di Niall. Sì. Certo. Ok. Va bene. Sicuro. Ovvio che sì. Perfetto. Sicuramente. Mmmh. Esatto...arrivederci» dice la bionda rispondendo al telefono. Ma che diamine di dialogo era mai quello? E soprattutto, chi mi cercava?

«Chi cazzo era?» domanda molto finemente Deb. Lindsay le sorride gentilmente e si risiede sul divano, accanto a me.

«Era il fratello di Niall, viene domani alle due e trenta a trovarlo e rimane per tre giorni...non è stato un gesto carino da parte sua?» dice tutta contenta. Come? Cosa? Dove? Quando? Perchè?

Cado giù dal divano, mi aggrappo alla tovaglia del tavolino in centro al salotto per non cadere, questa scivola via e il vaso di fiori appoggiato sulla superficie del tavolino mi si rompe in testa.

Non vedo più un cazzo. Probabilmente sono svenuto.

 

Quando mi risveglio mi ritrovo in una stanza completamente bianca. Sento il rumore metallico di alcuni macchinari. Sono in un letto, all'ospedale. Fuck.

Ma cosa cavolo mi è successo? Sento un dolore tremendo alla testa. Ma certo.

Quel fottuto vaso di fiori mi è caduto in testa e adesso la mia nuca è circondata da una garza spessa dieci centimetri.

Mi guardo intorno. Non c'è nessuno. Mi hanno abbandonato al mio destino con la testa rotta?

Sento dei fruscii. Alzo il capo, ma è troppo pesante per via delle bende e ricade subito sul cuscino che pare fatto di roccia.

«Ouch!» sento. C'è qualcuno allora!

Impiego tutta la forza che possiedo per sollevare la testa che peserà millenovecentocinquantaquattro chili e mezzo. Mi appoggio ai gomiti e cerco di capire da dove proviene quel rumore.

All'improvviso una sagoma mi si butta addosso in tutto il suo peso. Io urlo, un po' per lo spavento e un po' per il dolore. Quando riapro gli occhi vedo che una bambina obesa è spaparanzata sopra di me. Ma che cazzo?

«E tu chi cazzo sei, brutta cicciona?» urlo cercando di avere più tatto possibile. Questa non mi risponde, anzi incomincia a saltellare sulla mia pancia.

Io emetto urli soffocati. Ma cosa sta succedendo? È un incubo, non c'è altra spiegazione!

Ad un certo punto atterra più in basso all'altezza di Pino: il mio coso. Lo schiaccia con tutto il suo peso. Io ululo di dolore. Probabilmente mi hanno sentito anche in Kirghizistan.

La porta si spalanca ed entra Lindsay, seguita da Deb. La prima prende in braccio la cicciona e la seconda viene in mio soccorso.

 

Dopo un ora mi dimettono dall'ospedale. Non ho riportato ferite gravi alla testa.

E riguardo a quella bambina...era una paziente dell'ospedale. Doveva essere operata al cervello ed era scappata alle infermiere. Adesso capisco tutto.

Ho dormito per cinque ore e intendo tornare a casa e dormirne altre venti.

«Niall, dobbiamo riordinare la casa, tra meno di ventiquattro ore arriva tuo fratello!» mi ricorda la cara Lindsay. Tra poco cado dal marciapiede, ruzzolo in strada e una macchina mi investe.

Io odio mio fratello! Non voglio che venga a trovarmi, altrimenti pure Lindsay e Deb si innamorano di lui!

Succede sempre così: le ragazze che in qualche modo sono legate a me, mi vengono sempre allontanate dal suo terribile fascino acchiappa donne.

«Io vorrei proprio vedere qualche sua foto invece!» annuncia Deb. Perchè questa adorata selvaggia non si tappa mai la bocca? Ho delle foto scattate in compagnia di Greg, ma io sembro una bambina accanto a lui.

«Non credo che potrebbe piacervi» dico. La mora mi guarda male e mi scruta a fondo con i suoi occhi color ghiaccio. «Di' un po' Niall...è a noi o a te che non potrebbe piacere tuo fratello? Da quando ha chiamato sei diventato parecchio strano: ti fai cadere un vaso di fiori in testa e adesso a momenti non ti investe una macchina. Non lo sopporti vero?»

Colpito e affondato.

Mi ha scoperto. Ma si chiama per caso Edward Cullen di secondo nome?

«Ma cosa dici?!? Certo che vi faccio vedere le sue foto! Pensavate per caso che potessi diventare geloso di mio fratello soltanto perchè lui è figo, alto, in gamba e perchè è il preferito di mamma e papà? Bene, vi sbagliate di grosso!» urlo isterico. Ok, così butto solo benzina sul fuoco!

 

 

Apro la porta di casa spazientito. Le ragazze sono eccitatissime. Vogliono vedere le foto di quel bastardo di Greg, che i miei genitori mi hanno presentato come fratello maggiore. Solo Dio sa quanto lo detesto. Ah no, pure Blacky, il nostro vecchio cane defunto. Da piccolo gli raccontavo tutte le mie disgrazie.

Lo trovammo morto un pomeriggio: aveva mangiato qualcosa di velenoso. Probabilmente si era suicidato per la disperazione che gli infondevo con le mie storie. Come biasimarlo, povero essere!

Lindsay e Deb si buttano sul divano, io le raggiungo con un album di foto in mano.

Incomincio a sfogliarlo. Le prime quattro pagine rappresentano solamente lui, e tutti i suoi trofei. Quello era un album di famiglia. Alla faccia! Nella quinta facciata, finalmente appaio anche io.

«Chi è questa bimba accanto a tuo fratello?» domanda Lindsay. Ma vaffanculo! Sono io brutta deficiente! «Ha i tuoi stessi occhi!» grida Deb. «Se non fosse un femmina potrei benissimo dire che sei t-» si interrompe appena vede il mio sguardo inceneritore.

«Avevo otto anni, mia madre non voleva portarmi dal parrucchiere perchè diceva che lo shampoo da loro utilizzato è chimico e provoca la perdita di capelli...sembravo una bambina» bisbiglio. Lindsay mi guarda con sguardo triste e risentito, Deb invece scoppia a ridere come una sclerotica. Si accascia per terra e le incominciano a lacrimare gli occhi.

Incazzato marcio, vado in cucina, prendo una padella e gliela rilancio addosso. Lei sviene.

«Ma come faceva allora lui ad avere quei bellissimi capelli corti e curati?» chiede la bionda.

«Aveva imparato a tagliarseli da solo...» sussurro.

Lindsay annuisce con fare comprensivo. Continua a sfogliare l'album e davanti a qualche fotografia si mette a ridere, ma niente di che. Lei sembra capirmi. Che cara ragazza.

Odio il solo pensiero che Greg possa portarmela via. Anche Deb, non deve azzardarsi a toccarle.

 

 

Il giorno dopo.

 

Questo è il giorno peggiore della mia intera vita, accidenti! Perchè quel coglione di Greg non poteva starsene a casa sua a vincere premi con uno schiocco di dita?

Deb è esuberante. Stamattina non ha buttato Lindsay giù dalle scale fortunatamente. Lindsay è sveglia dalle sei di stamattina, non smette di spolverare un attimo.

Sono le due, Minchia-Greg dovrebbe arrivare tra poco e io ho i gorilla che ballano la macarena nello stomaco. Insomma, mi sento come un culo che non viene lavato: una merda.

Sbuffo, la bionda sembra notare il mio sconforto e mi viene vicino. «Niall, sei nervoso?» domanda.

«No Lindsay, sto solo di merda...» dico scocciato.

«Secondo me dovresti preparare qualcosa a tuo fratello...cucini così bene! Ti invidierebbe persino lui. Fidati!». Mi sorride e torna a fare le pulizie.

Ha ragione! Mi fiondo in cucina, e cerco di preparare qualcosa che mi riesce davvero bene.

 

Il campanello suona all'improvviso. Nessuno apre. Suona nuovamente. Nessuno apre. Suona altre quattordici volte e alla fine Deb, che si stava facendo la doccia, va tutta incazzata ad aprire la porta.

«Ma chi cazzo sei?» strilla come una pazza. Mi viene quasi un infarto appena vedo la persona sulla soglia della porta. Io sono in mezzo al salotto, ho la mia bellissima teglia di lasagne in mano, questa mi cade e si rovescia sul tappeto bianco.

In quel momento non riesco a disperarmi, sono troppo impegnato a guardare terrorizzato mio fratello, sulla soglia di casa. Pure Deb e è rimasta fulminata, infatti sta sorridendo come un'ebete e si sta sistemando i capelli corvini fradici.

«Oh mio Dio, Niall! Sono appena arrivato e tu crei già disasti! Ringrazia piuttosto questa bellissima signorina per essermi venuto ad aprire la porta con così tanta gentilezza!» Cosa? Gentilezza? Ma prende per il culo? Ma se a momenti gli mangiava la faccia!

Lo spilungone del cavolo entra in casa MIA, senza permesso. Si avvicina al disastro delle lasagne e mi guarda con compassione.

«Vammi a prendere uno straccio, e dell'acqua. Userò lo sbiancatore da me inventato. Non fallirà, ve lo assicuro!» Deb ridacchiò come una deficiente. «Ne sono convinta!» dice sorridendo. Entra in salotto pure Lindsay.

«Oh Niall, scusami...ha suonato qualcuno vero?» bisbiglia. Appena vede Greg il suo volto si blocca. Sembra quasi una statua e a momenti le cade la bava dalla bocca. Ma è davvero così affascinante? Insomma, io sono molto meglio! Ok, non è vero.

Sono stanco di vedere questa scena fastidiosa. Corro in cucina e cerco quello che lo sfrontato mi aveva chiesto.

Appena torno in salotto lo trovo sdraiato sul divano, accanto a lui ci sono le ragazze che sembrano due prostitute dei pub. Quelle squallide che per un dollaro potrebbero fare chissà cosa. Ridacchiano e fanno ondeggiare le chiome. Devo dire che sono entrambe parecchio puttanose: Deb ha solamente un asciugamano allacciato al corpo, mentre Lindsay è in tenuta da lavoro che consiste in un grembiulino cortissimo che le copre a malapena le mutande. Che scena raccapricciante.

«Greg, non volevi testare il tuo grande smacchiatore?» chiedo con impertinenza. Lui mi fulmina con lo sguardo.

Poco dopo si alza e svolge il lavoro. Devo dire che ha fatto miracoli, tutto il sugo che macchiava il tappeto è scomparso.

 

Il resto della giornata fu una noia mortale, io me ne stavo in un angolo mentre quei tre facevano scintille. Sembravo un ragazzo autistico che stava ai margini della società, ignorato dal mondo intero.

È ormai sera. Quei pazzi guardano la televisione avvinghiati sul divano, io sono per terra mentre messaggio con qualche amico. Niente di più palloso. Ok mi sono proprio rotto i maroni.

Prendo il telecomando e con foga cambio canale. Ne metto uno a caso: trasmettono “La Corazzata Potemkin”. Ok, cagata peggiore non esiste. Decido comunque di fare l'antipatico e mi tengo il telecomando nelle mutande, sotto il culo, per impedire ai festaioli sul divano di cambiare.

Deb salta giù dal divano, mi viene vicino e mi prende per l'orecchio.

«Vedi di cambiare immediatamente canale, altrimenti ti faccio diventar donna!» ringhia. Rabbrividisco. Sembra una bestia feroce!

Sotterro ancora di più il telecomando sotto il mio culo e lei mi tira un pugno su Pino. Ma perchè non me lo lasciate stare? Rischio di non riuscire più a riprodurmi! Ululo nuovamente di dolore e Greg ridacchia di gusto. Brutto bastardo del cazzo.

Mi alzo in piedi di scatto. Non lo sopporto proprio più, ha superato ogni limite! Sono ancora mezzo piegato su me stesso perchè Pino ha riportato seri danni.

«Io me ne vado!» urlo furioso. Deb mi guarda. Si alza pure lei e mi viene vicino, sembra quasi che voglia abbracciarmi. Che cara ragazza: ha capito di aver esagerato e vuole scusarsi con un abbraccio. Io apro le braccia e lei ci corre dentro. Il gesto d'affetto dura sì e no due secondi. Lei si stacca e mi sorride maliziosa. Ha il telecomando in mano!

«Ora te ne puoi davvero andare!» sibila. Brutta tro- mi fermo perchè potrei spararne di tutti i colori.

Salgo dubito le scale di corsa. Possibile che un anno e mezzo di convivenza sia andato a farsi fottere in una sera? Odio Greg, odio Deb e mi dispiace dirlo ma odio pure Lindsay.

 

 

Sento bussare alla porta. Non so che ore sono, è molto tardi. Non ho neppure il tempo di rispondere che mi vedo apparire davanti Lindsay. Io grugnisco e mi rigiro nel letto.

«Niall, sono venuta qui per chiederti scusa...» sussurra. Non le rispondo. È troppo facile così. Scommetto che domani sarà di nuovo avvinghiata allo spilungone. «So che a te da fastidio che tuo fratello sia qua e io mi sento parecchio in colpa...è per colpa mia se adesso Greg è qua, sono io che ho accettato la sua visita. Mi dispiace anche per averti ignorato tutta la sera...». Sbuffo.

«Lindsay, non ti devi affatto scusare, anzi ti capisco. Mio fratello è bello e affascinante. È perfetto, l'uomo che ogni donna vorrebbe al proprio fianco. Io non sono niente, la mia unica dote è la cucina, e proprio quando stavo per dimostrare a Greg le mie capacità, quelle fottute lasagne mi scivolano di mano sporcando tutto il tappeto. Sono un completo disastro, un fallimento.»

Lindsay si sdraia vicino a me sul letto e sospira. «Credo di essere stata accecata anche io dal suo fascino, ma standoci insieme mi sono resa conto del mio sbaglio. A dirla tutta io preferisco di gran lunga te...» bisbiglia. Come? No, ho capito male. Devo aver capito male, è ovvio.

«Come scusa? Non credo di aver capito bene quello che hai detto...»

«Ho detto che preferisco te a tuo fratello!» dice seria. Ok, svegliatemi da questo sogno! Se sono su candid camera, smascherate le telecamere, lo scherzo è durato anche troppo!

Mi giro e guardo in faccia la bionda. Non sta affatto scherzando, ha un'espressione seria in volto.

«Seriamente? Dimmi perchè, è impossibile!»

«Ecco vedi...tuo fratello è affascinante, muscoloso, bello, alto, intelligente, romantico e divertente»

Stavo per ribattere quando mi tappò la bocca con la mano. «È proprio per questo che ti preferisco. Tu sei vivo! Lui sembra quasi un automa: non ha difetti, è troppo perfetto. Tu sei pieno di problemi, sei imbranato, sciatto e pure ingenuo, ma sei umano. Mi sento meglio al tuo fianco, non provo quel senso di sottomissione che provo con Greg. Mi fai sempre ridere, mi proteggi, colmi sempre il vuoto della tristezza e poi scommetto che tuo fratello non sa cucinare bene come te!» afferma sorridente.

Rimango stupito da quelle parole: Lindsay ha ragione. Greg è perfetto e ha così tante qualità che alla fine diventa noioso. Anche se sono sempre stato il peggiore tra i due fratelli, io mi sento vivo, umano.

«Sono convinta che anche Deb la pensi così, devi solo lasciarle un po' di tempo in più...lei è lenta a capire le cose, ma è speciale anche per questo» sussurra. Lindsay è una ragazza meravigliosa, riesce a vedere del bene nelle persone anche quando si tratta di casi disperati come me e Deb. Non ha mai cattive intenzioni, e quando sbaglia cerca sempre di rimediare.

Senza pensare la abbraccio. Le voglio davvero bene, è come una sorella per me. Voglio bene anche a Deb e anche se detesti ammetterlo ne voglio pure a Greg. Mi dispiace per aver detto di odiarli, perchè non è affatto vero.

Ci addormentiamo dopo poco, l'uno accanto all'altro.

 

Il mattino dopo veniamo svegliati da un fracasso infernale proveniente dal piano di sotto.

Vetri rotti, tonfi improvvisi e grida.

Io e Lindsay scendiamo in tutta fretta per vedere cosa diamine sta succedendo. Tra un po' il mento mi cade a terra da quello che vedo.

Greg è steso a terra e geme di dolore. Ha un occhio nero, praticamente chiuso; i capelli sembrano appena essere stati masticati da una belva; il pigiama sbrandellato. Sul pavimento c'è un vaso rotto. Di Deb non c'è traccia.

Guardo Lindsay, i suoi occhi azzurri sprizzano terrore. Ma sono venuti i ladri?

«Deb! Deb, dove cazzo sei?!?» urlo con tutto il fiato che ho in corpo. Sentiamo un tonfo in bagno, la porta si apre e ne esce Deb. Ha in mano il sapone liquido.

Ringhia e si getta su Greg. Gli prende il volto in mano e gli fa bere tutto il sapone.

«Stronzo! Ti faccio crepare!» sbraita come una matta. Ho un déjà vu. Ma certo, è già successo due giorni fa!

Lindsay corre dalla belva e da mio fratello che pare senza vita. Riesce, non so come, a levare Greg dalle grinfie di Deb. Io corro ad aiutarla e come in precedenza prendo Deb per le braccia e la schiaccio per terra. «Lasciami coglione! Io devo ucciderlo! Ha usato il mio rasoio nuovo per farsi la barba! Io lo decapito, lo strozzo, lo affogo nel fango, gli faccio ingoiare un tacchino intero! Ora come cazzo mi depilo io?» sembra un'assatanata. Di nuovo.

In effetti vorrei tanto lasciarla andare, ma non posso. Potrebbe davvero ucciderlo, se non è già morto.

 

 

Siamo di nuovo all'ospedale. Questa volta quello nella merda era proprio lui. Deb ha leggermente esagerato col sapone e gli stanno facendo una lavanda gastrica.

«Accidenti Deb, ma non sapevi proprio cosa fare?» dico aspro. Lei, seduta vicino a me, si volta e mi fulmina con i suoi occhi color ghiaccio; sembra una tigre! Ringhia qualcosa a me incomprensibile e torna a farsi le treccine ai capelli corvini. Sbuffo. Che noia, cazzo! Guardo Lindsay, sta facendo le parole crociate.

Sembrano entrambe molto preoccupate per Greg...ovviamente sono ironico.

Io invece? Sento uno strano senso di nausea, i muscoli contratti e ho un groppo in gola. Che cosa significa? Sono per caso preoccupato per mio fratello? No impossibile.

Scatto in piedi e incomincio a camminare su e giù velocemente, con nervosismo.

Lindsay smette di scrive e mi guarda, anche Deb interrompe di farsi la sua ridicola acconciatura.

«Niall, sei preoccupato?» mi chiedono in coro. No. Non sono assolutamente preoccupato per mio fratello che è appena stato intossicato dalla mia coinquilina, con del sapone!

«Un casino» ammetto. Loro si alzano e mi abbracciano. Rimango impietrito sotto il loro tocco. Ma che cazzo fanno? Dopo poco si allontanano; Deb mi scompiglia i capelli e Lindsay mi da delle pacchette dolci sulla schiena. Sembro un deficiente con le due sorelline più grandi.

«Non devi vergognarti Niall, ti capisco, è normale...solo mi dispiace per quello che ho fatto, scusa è tutta colpa mia.» sussurra la mora. Come? Deb ha appena chiesto scusa? Datemi un pizzicotto e svegliatemi, ora! Le metto una mano sulla fronte per controllare che non abbia la febbre.

«Ambulanzaaaa!!! Infermieraa!!! Dottoreee!!! Paramedicooo!!!» urlo con tutto il fiato che ho in gola. Lei mi tira un calcio su Pino facendomi zittire. Che delicatezza.

All'improvviso, varca trionfante la porta della sala d'aspetto, un'obesa infermiera che si crede figa. Si capisce da come si atteggia e come si veste. Capelli fucsia legati in un'ultra coda di cavallo, unghie argentate tutte laccate, sulla targhetta c'è scritto “Meggie, ma voi chiamatemi Big Mama <3”, sarà alta 1.40 ma indossa delle zeppe azzurre. Il trucco è a dir poco indescrivibile.

Mi vien quasi da vomitare accidenti!

Lindsay sghignazza sotto i baffi appena la vede. Sembra una pera, povero essere. Deb arriccia il naso e dice quasi urlando Ma che schifo!»

L'infermiera (se così si può chiamare) assume un'espressione contrariata che deforma ancora di più la sua faccia raggrinzita e vecchia.

«Signorina, i suoi commenti inadeguati se li può tenere anche per se! Sono venuta ad annunciare che il signor Greg Horan è stabile adesso, e può ricevere visite!» sibila la pera. Io scatto in avanti come una saetta e la travolgo. Lei cade all'indietro e per non cercare di non cadere rovinosamente si appiglia ai miei jeans che si strappano. La madonna, manco fosse carta!

Bestemmio, ma in quel momento tutto quello che mi importa è di parlare con Greg. Corro via dalla stanza incurante di tutto e tutti. Posso ancora sentire la pera urlarmi contro con la sua voce profonda e roca da muratore.

Sguscio dentro la stanza di mio fratello, lui è appoggiato debolmente al cuscino, il viso è smunto e pallido, ha ancora l'occhio nero. Sembra quasi morto.

«Hey...» bisbiglio. Lui si volta quasi impercettibilmente ed emette un ruggito profondo e roco. «Come va?» chiedo. Ma che coglione! Ruggisce di nuovo. «Si lo so...sono un deficiente ad averti chiesto una cosa del genere. Volevo dirti che mi dispiace. Mi dispiace per tutto, e solo ora che ti sei sentito male, mi rendo conto che sei importante per me e che ti voglio bene!» dico tutto d'un fiato. Lui smette di ruggire. Mi oltrepassa con lo sguardo.

All'improvviso il suo volto si piega in una smorfia orribile e informe. Il suo occhio nero rende il tutto ancora più terribile. La smorfia si trasforma subito in una risata. Che bravo, ridi pure. Aspetta...sta ridendo? Brutto bastardo!

«Niall, sei ridicolo! Mi vergogno davvero di te! Guarda come mi hai ridotto! Osi addirittura chiedermi scusa? Vattene, non mi interessano le tue ridicole scuse! Non ti ho mai potuto sopportare, sin dal primo momento in cui ti ho visto. Ho subito compreso che dovevo superarti in tutto, dovevo umiliarti davanti a tutti, io dovevo essere migliore di te! Tutti i miei successi e trofei li ho dedicati in parte a te! Ma a te non importava, a nessuno interessava! Eri popolare con le ragazze, andavi discretamente a scuola, mamma e papà ti amavano e avevi tanti veri amici. Io non li ho mai avuti, erano solo tante persone che erano interessati ai miei soldi e alla mia popolarità. Un branco di idioti! È per questo che cercavo di rubarti tutte le ragazze e i tuoi amici. Non volevo che tu fossi più felice di me! È anche per questa ragione che sono venuto a trovarti: volevo allontanare da te le tue coinquiline!» urla e dopo poco incomincia a tossire rumorosamente.

Rimango impietrito dalle sue parole. Lui mi odia. Stranamente non mi sento triste, deluso e depresso. Una strana sensazione di sollievo si fa spazio dentro di me. Mi sento come più leggero e libero e un pensiero mi invade la mente: Greg in realtà mi ha sempre invidiato!

Questa volta sono io che mi metto a ridere, rido come un pazzo. Mio fratello mi guarda malissimo.

«Non pensavo che tu fossi davvero così infantile Greg, sei tu che mi deludi! Sei solo uno sciocco, sai? Come puoi tu odiarmi a tal punto? Sei mio fratello, cazzo: siamo sangue dello stesso sangue! In realtà io ti ho sempre ammirato, sei sempre stato una specie di punto di riferimento, ho sempre desiderato essere come te! Poi adesso, all'età di vent'anni scopro che tu in realtà sei solo un idiota che accecato dalla gelosia si è costruito una vita che neppure a lui stesso piaceva! Ha proprio ragione Lindsay: sei finto, non sei umano!» dico con più calma del dovuto. Sorrido maliziosamente e gli tiro un pugno dritto dritto nelle palle.

Dopodichè, giro i tacchi, esco dalla stanza, prendo per mano Deb e Lindsay che nel frattempo erano state occupate ad aiutare quell'essere chiamato infermiera ed esco dall'ospedale fregandomene dei miei pantaloni strappati. Non sono triste, anzi. Mi sento pieno di felicità e libertà.

«E tuo fratello?» domanda Deb.

«L'ho mandato a quel paese. Finchè non verrà a chiedermi personalmente scusa, per me lui è un estraneo!» dico sorridente. Entrambe ridacchiano al mio fianco.

«Sei un grande Niall!» gridano in coro ridendo. Mi aggiungo presto alla loro risata.

 

Mi sento meglio, Greg non è più un peso. Ora non sono più inferiore a nessuno e ho Deb e Lindsay al mio fianco. Sono sicuro che rimarremo per sempre amici.

Amici: Persone fantastiche che Greg non ha!







  CIAOOO!!!!
Allora...questa è la mia prima OS e parla di Niall.
L'ho scritta insieme ad una mia amica ed è uscita una cosa lunghissima!!! Spero solo che non sia anche noiosa!
In alcuni punti è abbastanza irrealistica e ridicola, ma è proprio questo il bello di questa OS!   XD
Qua sotto metto le gif dei protagonisti.
Spero che sia riuscita a strapparvi almeno un sorriso...vi prego, ditemi cosa ne pensat, è importantissimo!!!
Grazie a tutte e baci! <3




Niall



Lindsay



Deb

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: PleaseBeMyLiam