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Autore: niallsoulkeepmesafe_    18/06/2013    3 recensioni
“…Conosco un’amica che è convinta che l’amore sia cosa da ragazzini e la cosa mi stupisce visto che è da poco entrata a far parte del mondo adulto. Sono sicuro che presto rinnegherà le sue idee, mi chiedo solo se il suo momento sia proprio adesso. Per ora devo lasciarvi, ma domani sarò ancora qui.”
E come al solito la sua trasmissione finisce con qualche perla di saggezza a me dedicata, come se fossi la sua vittima preferita o, semplicemente, pensa di farmi intenerire con cose del genere.
Come al solito mi ritrovo bloccata nel traffico londinese, la mia mente sta già pensando a qualche imprecazione coi fiocchi, ma il cellulare comincia a squillare: è Zayn.
- Ehi, come sta il mio speaker preferito? Ti diverti a raccontare di me, eh? – lo sento ridacchiare, segno che ha afferrato in pieno il mio velo di sarcasmo.
- Non apprezzi neanche le romanticherie, quante persone possono vantare di avere un migliore amico che lavora in radio e che per di più dedicano perle di saggezza?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SPEAK TO MY HEART.

1.
Piacere sono Harry




“Buongiorno, oggi è un altro giorno qui a Londra e sembra essere iniziato con un bel cielo soleggiato. Sarà che è il momento di mettere da parte le preoccupazioni e di godersi finalmente questa estate che è ormai alle porte. Si dice che l’estate porti novità, chi dice che è il momento giusto per ricominciare e chi perfino giurerebbe che è tempo d’amore. Cosa ne pensa il vostro Zayn? Non importa ma sicuramente c’è da tenere gli occhi aperti..”

 
Se il buongiorno si vede dal mattino questo è sicuramente uno di quei giorni. Vengo svegliata dalla radio ferma su di una frequenza, anzi, la frequenza, quella dove ci lavora il mio migliore amico Zayn Malik.
Mi alzo e solo dopo essere inciampata su di una bottiglia di birra capisco di non essere a casa mia. Mi guardo attorno, una stanza che non conosco e che non ho mai visto prima d’ora, sento qualcuno russare pesantemente e quasi mi viene da ridere. Stranamente ho ancora i vestiti in dosso, se non la scollatura della camicetta aperta, segno che la notte precedente non deve essere successo molto.
Silenziosamente afferro le mie scarpe e la mia borsa e scappo via.
Se c’è una cosa che mi riesce bene è scaricare le mie ‘vittime’ dopo un lento pasto, anche se stavolta devo aver avuto solo un assaggio.
Salgo in auto, accendo la radio sulla frequenza di prima e mi do una sistemata per poi dirigermi verso casa mia.
 

“…Conosco un’amica che è convinta che l’amore sia cosa da ragazzini e la cosa mi stupisce visto che è da poco entrata a far parte del mondo adulto. Sono sicuro che presto rinnegherà le sue idee, mi chiedo solo se il suo momento sia proprio adesso. Per ora devo lasciarvi, ma domani sarò ancora qu
i.”


E come al solito la sua trasmissione finisce con qualche perla di saggezza a me dedicata, come se fossi la sua vittima preferita o, semplicemente, pensa di farmi intenerire con cose del genere.
Come al solito mi ritrovo bloccata nel traffico londinese, la mia mente sta già pensando a qualche imprecazione coi fiocchi, ma il cellulare comincia a squillare: è Zayn.
- Ehi, come sta il mio speaker preferito? Ti diverti a raccontare di me, eh? – lo sento ridacchiare, segno che ha afferrato in pieno il mio velo di sarcasmo.
- Non apprezzi neanche le romanticherie, quante persone possono vantare di avere un migliore amico che lavora in radio e che per di più dedicano perle di saggezza? – ed eccolo che ricomincia –
Comunque sto tornando a casa, ci vediamo tra un ora allo Starbucks, ci sono anche gli altri.
- Ho altra scelta? – chiedo con aria supplichevole.
- No, Becks e torna a casa a farti una doccia che sono sicuro che puzzi di dopo-sbronza – replica attaccando la conversazione.
Zayn è l’unico a conoscermi davvero bene, così bene da poter essere in grado di giudicarmi ma la cosa che mi piace di lui è che, nonostante tutto, non lo ha mai fatto. Non mi ha mai detto che il mio modo di fare fosse sbagliato, semplicemente che non lo condivideva a pieno. Non mi ha mai imposto di cambiare, mi ha sempre accettata per quello che sono anche se sono fatta male, anche se sbaglio spesso.
Ad accomunarci è il nostro modo di affrontare una relazione, cercare di farla durare il meno tempo possibile per far sì che non diventi niente di serio. ‘Perché se una cosa diventa seria allora sei davvero fottuto’ dice spesso, e io sono d’accordo. Meglio nessuna complicazione, cosi eviti di starci male.


 
Pensavo che dopo il traffico in città la giornata sarebbe continuata a meraviglia. Mi sono illusa.
Apro la porta di casa e mi ritrovo un branco di ragazzini che dormono nel mio salotto, uno sul tavolo in cucina e non immagino cosa ci sia al piano di sopra.
Comincia a sbattere forte le mani – Svegliatevi tutti e uscite subito da casa mia! – urlo svegliandoli tutti. In meno di dieci minuti sono tutti fuori, cosi corro al piano di sopra cercando mia sorella.
La trovo in camera sua a dormire con un tizio di cui sicuramente non conoscerà nemmeno il nome.
- Hanna, si può sapere che diavolo è successo qui stanotte?! – sbotto svegliando entrambi. Si strofina bene gli occhi prima di guardare il tizio che ha accanto – E tu chi sei? – gli chiede, ma tutto quello che si limita a fare il ragazzo è prendere le sue cose e andarsene.
- Si può sapere che cavolo avevi in mente? Hai la minima idea di come sia ridotto il mio salotto?
- Pensi di potermi fare la ramanzina dopo che tu hai fatto la stessa cosa solo non in casa tua? – replica lei, incrociando le braccia.
- C’è una differenza abissale tra me e te, signorina. Io ho diciotto anni, tu sedici. Io sono maggiorenne e tu no – comincia a sbuffare – Ora vado a farmi una doccia ed esco. Sarà meglio che al mio ritorno la casa torni come prima o te ne torni diritta da mamma e papà. Intesi?
Non le do neanche il tempo di rispondere che già sono fuori dalla sua stanza.
Odio dover fare la parte della sorella cattiva, ma con Hanna non ho altra scelta. So benissimo che, in fondo, si comporta come mi comporto io ma proprio perché non voglio che diventi come me la tratto cosi.
 


Entro allo Starbucks che i ragazzi sono già tutti al tavolo, faccio l’occhiolino a Zayn e gli indico il bancone facendogli capire che vado ad ordinare la mia colazione. Lui mi sorride e continua a parlare con Louis.
Arrivata al banco sto per ordinare quando un ricciolino al mio fianco mi passa avanti.
Bene, Emily, tieni i nervi saldi. Oh, ma al diavolo!
- Ehi, tu, c’ero prima io! – il riccio si volta e mi squadra dalla testa ai piedi sorridendomi come solo un coglione può fare – Oh, davvero? Non ti ho vista – fa spallucce continuando a sorridermi.
- Quando hai finito di spogliarmi con gli occhi, avrei un caffè da ordinare – il ragazzo coglie il mio velo sarcastico e mi lascia passare avanti, ma dopo aver ordinato il mio caffè mi accorgo che è ancora accanto a me.
- Si può sapere che diavolo vuoi? – sbotto nervosa.
- Uh, qualcuno ha il ciclo – ridacchia. Avrei voglia di tirargli un ceffone, ma le ordinazioni arrivano e con un finto sorriso me ne vado verso gli altri.
Mi siedo affianco a Zayn, sorseggiando il mio caffè quando alzo gli occhi e mi ritrovo il riccio di prima seduto di fronte a me, affianco a Louis. Quasi non strozzo, mentre quel coglione ridacchia.
- Che diavolo ci fai seduto qui?! – esclamo sotto gli sguardi stupiti di Zayn e Louis, e le risatine di Liam e Niall.
- Potrei farti la stessa domanda.
- Ehm, che succede? – domanda Louis guardano l’amico con sguardo omicida.
- Succede che il nostro caro speaker si diverte a parlare degli affari miei a milioni di persone, il traffico è uno schifo, mia sorella ha dato una festa a casa mia e come se non bastasse il tuo ‘amico’ mi passa davanti per fare l’ordinazione – dico tutto d’un fiato e tutto talmente veloce che tutti rimangono a fissarmi quasi in apnea, senza respirare per qualche decimo di secondo.
- Wow, parli addirittura più veloce di me – afferma Liam.
- Tieni, i dolci calmano i dolori mestruali – aggiunge Niall passandomi un pasticcino.
Zayn si limita ad abbracciarmi, mentre Louis tira uno schiaffo sul collo del riccio – Certo che sei qui da due giorni e già ti fai riconoscere, scommetto che ci hai anche provato. – sbuffa – Chiedile scusa –  ma lui scuote i ricci e fa cenno di no col capo.
Stanca di assistere a quella scena al quanto stupida ed infantile mi alzo, afferrando il mio caffè e me ne vado. Entro in auto, sto per partire quando qualcuno apre lo sportello e si siede al mio fianco.
Ancora il riccio di prima, ma che vuole?
Ce ne stiamo in silenzio per qualche minuti: lui con gli occhi fissi verso la strada, io fissi sul volante aspettando che si muovesse a dire qualcosa e mi lasciasse tornare a casa.
Con la coda dell’occhio lo guardo, di profilo sembra pure più carino se non fosse che ha l’aria da ragazzino viziato e capriccioso. Dev’essere un figlio di papà o qualcosa che ci si avvicina parecchio.
- Hai intenzione di dirmi cosa vuoi? Sai avrei da fare – sbuffo io tornando a guardare il volante.
- Bella auto.
Solo questo? Mi fa perdere venti minuti per dirmi “Bella auto”? Vuole farmi girare le ‘bolle’ per caso?
- Piacere sono Harry – aggiunge voltandosi verso di me e porgendomi la mano. Scruto attentamente la sua mano, poi il suo volto, con aria scettica per poi tornare a guardare la strada – Emily.. – borbotto facendo spallucce. Devo quasi trattenermi dal ridere perché lui è rimasto come un coglione con la mano porta verso di me. Il suo sorriso di tramuta in una smorfia fastidiosa.
- Gentile, eh?
- Parli tu di gentilezza? – replico – Tu non mi conosci – aggiungo infastidita.
- E tu non conosci me – incrocia le braccia.
- Giusta osservazione, adesso puoi scendere dalla mia auto?
Mi volto verso di lui aspettando una risposta, ma quest’ ultimo fa finta di non avermi sentito o forse si diverte a farmi innervosire. Probabilmente deve essere un gran rompi scatole, e non mi stupisce che sia amico di Louis.
- Ti va di uscire insieme? – improvvisamente se ne esce con questa domanda. Come se fosse la cosa più normale del mondo infastidire la gente, entrare nelle loro auto, presentarsi e poi pretendere che voglia uscire con te. Questo ragazzo deve avere dei seri problemi mentali, non c’è altra spiegazione.
Non mi da neanche il tempo di rispondere che già è uscito dall’auto, si affaccia al finestrino e sorridendomi mi dice – Grazie per aver accettato – e scappa via rientrando nel bar.
No, cioè, ma che cavolo? 



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Spero vi piaccia, commentate. Grazie. 
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