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Autore: Deep_Strife    02/01/2008    2 recensioni
Prima del caso Kira, un altro caso ha cambiato L... forse siste un collega quasi alla sua altezza?
Genere: Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, L
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PASSATO

10 anni prima

Bones



Stavo sfogliando svogliatamente il libro di storia, senza capirne una parola di più dell’ora precedente. La seconda guerra mondiale non ne voleva sapere di entrarmi in testa.



Questo lo ricordo bene. Se chiudo gli occhi e con la mente torno indietro a ripensare alle decine…centinaia di episodi che hanno segnato la mia infanzia, quel libro ce l’ho impresso in mente. Lo vedo ancora… le due colonne scritte in caratteri piccoli, le immagini con le didascalie ai lati e la cartina grossolanamente imprecisa in fondo alla pagina.





Avevo i capelli lunghi, che mi cadevano lisci fino a metà della schiena. Le unghie mangiucchiate e le pellicine spaccate e sanguinanti. Le maniche lunghe. Anche a casa, col caldo; coprivano le minuscole cicatrici che, sulle mie braccia, andavano rimarginandosi.

C’era un crocefisso appeso sopra il mio letto, conclusione ovvia della follia religiosa di mia madre che, nonostante le sue insistenze, non riusciva a portarmi a messa neanche una maledettissima domenico. Non so quante volte in vita mia avevo tentato di staccare quel cadavere. Staccarlo, distruggerlo, eliminarlo.

Scavavo con le unghie sul legno nel tentativo di scalfirlo; a ogni scheggia che mi entrava sotto le unghie, imprecavo e piangevo,ma non smettevo i miei tentativi. Inutili, aggiungerei. Il viso del Cristo mai una sola volta aveva smesso di fissare, assente e moribondo, il soffitto della mia stanza.

Volevo vendicarmi di lui.

Tutti i pianti che non lo avevano impietosito, tutte le preghiere sprecate.

I suoi occhi fissavano l’oblio, il vuoto.

Mi chiedevo come facesse.

Finché non diventarono opachi i miei.





Presente

L



- Ma cos…-

- Io non ho fatto niente di male!- esclamò Bones.

…e la detective impossibile con cui avevo lavorato fino a quel momento, dov’era finita? In quegli occhi angosciati non la trovavo.

- Non hai fatto nulla di male, a parte provocarmi un infarto alle coronarie…mi spieghi che hai, gentilmente?-





10 anni prima

Bones



- Marie!- trasalii. I passi si avvicinarono e io, non potendo bloccare la porta, mi accontentai di sedermi a gambe conserte sul letto.

Mio padre, John Midnight, mi squadrò con un sguardo canzonatorio e strafottente. Guai grossi, pensai. Quando mi guardava così, non andava a finire bene, mai.

- …Per fortuna che eri in chiesa, he?-

Deglutii e mi feci coraggio

- Domani mi interrogano. Pensavo che…-

- Che fosse più importante lo studio. Più lo studio che la salvezza, giusto? Tanto tu a queste cose non ci credi. Vero? Pensi che avrai una vita felice dopo la morte solo perché hai dei begli occhioni e un sorriso simpatico?-

Rimasi zitta, mentre una goccia di sudore freddo mi colava giù per la schiena. Mio padre mi guardò storto.

- Qui. – disse. A passi strascicati, estremamente a malincuore, lo raggiunsi.

Tutto, va bene tutto. Basta che mi lasci stare.

Si abbassò fino a guardarmi negli occhi. Feci per abbassare lo sguardo, ma lui mi tenne per il mento
- Sei una bella ragazzina. Ma questo lo sai, giusto?- quindi si fermo a riflettere.

- Visto che non sono il tuo vero padre – disse infine, lentamente, con un’espressione negli occhi castani che non gli avevo mai visto, - immagino che non ci siano problemi. Voglio il tuo bene Marie, lo sai. Metto a rischio la mia purezza, per salvare la tua.-

Tuttavia, mentre mi spingeva all’indietro passandomi le mani sulla schiena, e nonostante sapessi benissimo che non era lui mio padre, ma solo un uomo che quando avevo tre anni aveva sposato mia madre dandole un’altra figlia…non mi sentii particolarmente in colpa.

Spaventata, sì. Terrorizzata.

Ma.. chi era stata maltratta, picchiata e sminuita in tutti quegli anni? Io.

Chi veniva puntualmente ignorata nella vita quotidiana? Io.

Chi era considerata la progenie del peccato?...Mai la mia sorellastra Cecile. Solo io.

Quelle attenzioni..per quanto perverse, mi sembravano dovute.





Presente

L



- Cosa…-

- Tornò più volte…ma…io…- le si spezzò la voce, facendo terminare la frase in un pianto silenzioso e straziante.

Le poggiai una mano sulla spalla.

- Cosa non fu colpa tua?-

Mi guardò con gli occhi lucidi, prese fiato e cominciò.





Passato

Bones



La sindrome di Stoccolma è una condizione psicologica nella quale una persona vittima di un sequestro può manifestare sentimenti positivi (in alcuni casi anche fino all'innamoramento) nei confronti del proprio rapitore. Viene talvolta citata anche in riferimento ad altre situazioni simili, quali le violenze sulle donne o gli abusi sui minori e tra i sopravvissuti dei campi di concentramento (wikipedia)





Violenza sulle donne. Era stata violenza? Era stato…

Che cosa mi viene in mente

…era stato stupro?

Smettila. Smettila subito.

Di sicuro non si era premurato che per me l’esperienza non fosse traumatica.

E nemmeno le successive.

Chiusi il libro e lo buttai in un angolo.

Avevo la sua attenzione, non mi offendeva più. Questo bastava.





Presente

L



…Tirò fuori tutto, come un dente orribilmente guasto che la anneriva. La ascoltai, in silenzio.





Presente

Bones



- …e quando lui veniva da me..una parte di me capiva che la cosa era orribile, ma era impotente. Ma…ma l’altra parte di me, quando lui arrivava…era…-

Compiaciuta.

- …era…-

Contenta…basta prenderti in giro da sola, ti prego…

Deglutii e ricominciai. Ero determinata a farcela.

- Quando veniva da me – ripetei lentamente

- Una parte di me…- chiusi gli occhi

- …una parte di me era felice.-



L



- Ma poi arrivò il giorno in cui mi svegliai, e dissi no, no, no, no. E il risultato…- le si spense la voce, e mi mostrò semplicemente i palmi delle mani.

Cicatrici che le attraversavano i palmi da parte a parte.

Stigmi.





Bones



Avevo quasi detto tutto

- Tuttavia…- ripresi. Ero stremata.

- …da quel giorno non mi tirai più indietro…perché tutti sapevano che la sua preferita era Cecile, ma quando veniva da me, ero io la sua preferita. Ero io quella che amava di più.





L



Ormai Bones non lacrimava più, anzi, stava quasi per tornare alla sua normale espressione. Il dente era uscito, il mistero svelato. Il carattere pungente spiegato. Spiegato perché quando mi avvicinavo per controllare i risultati dal suo computer, lei si allontanava un poco. Spiegati i momenti di mutismo.

- Bones…- chiesi, titubante

- …sicura che vuoi lavorare al caso?-

Lei mi guardò stupita

- Non capisci?...questo caso è la mia vendetta, la mia salvezza. Non ti mollo adesso che ce l’abbiamo quasi.-

Fece un sorriso nervoso, un po’ forzato

- E poi, ammettilo, se siamo arrivati fin qui è solo grazie a me.-

…eccola, è tornata.







Heilà, tribù di lettori! ^^ …tribù…esagerata che sono!!!! Spero che questo chappy vi sia piaciuto e vi abbia chiarito un po’ le idee…mi rendo conto che sto trascurando L in un modo vergognoso..ma mi farò perdonare, questo è l’ultimo capitolo in cui Bones ha l’esclusiva…giuro ^^ Lasciatemi qualche recensioncina per dirmi se vi è piaciuto…e per suggerirmi cosa scrivere nel prossimo. Grazie tantissime a quelli che mi recensiscono, vi adoro un sacco…grazie ^^
  
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