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Autore: Antares    03/01/2008    4 recensioni
Shiori Rukawa ha appena lasciato il liceo Ryonan per trasferirsi allo Shohoku, il liceo di suo fratello. Un paio di occhi blu potranno forse farle dimenticare l'ormai ex ragazzo Akira Sendoh?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Hisashi Mitsui, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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HOLD ON TO YOU

HOLD ON TO YOU

 

 

1.

Il tramonto di quel giorno di aprile portava ancora con sé i colori e i profumi degli ultimi residui dell’inverno.

Il vento fresco faceva danzare in terra alcune foglie gialle ed arancione cadute dagli alberi e sferzava vivacemente sul viso della ragazza che stava in quel momento varcando l’entrata del liceo superiore Ryonan.

Shiori Rukawa si strinse le braccia al petto anche se non faceva affatto freddo e sospirò fermandosi nel mezzo del piazzale. Si costrinse a raddrizzare le spalle ed avviarsi verso la palestra di basket da cui giungeva, ovattato, il rumore della palla che rimbalzava sul parquet.

La porta scorrevole era aperta a far entrare il chiarore rossastro del sole, formando un cono di luce che arrivava fino a metà palestra e trasformando il marrone chiaro del parquet in un arancio opaco.

Gli allenamenti della squadra erano terminati per quel giorno eppure lei sapeva che avrebbe trovato ancora una persona, proprio la persona che stava cercando.

Aveva ragione: quella persona c’era.

Altezza formidabile, fisico da atleta, capelli neri sparati in aria, occhi azzurri ed in faccia stampato un ghigno canzonatorio e beffardo.

Shiori si appoggiò con una spalla allo stipite della porta e guardò l’azione formidabile del ragazzo che terminò, come da copione, in un canestro perfetto.

“Sapevo che saresti venuta.” La sua voce di solito gaia e vivace aveva assunto una sfumatura molto seria, cosa insolita per lui, lui: Akira Sendoh, l’asso del Ryonan.

“Non possiamo andare avanti così.” Fu la semplice constatazione della ragazza che si staccò con eleganza dal muro dando le spalle al cono di luce così che lui poté finalmente vederla in viso.

“Lo so!” gli occhi brillavano di comprensione, una volta brillavano solo guardandola, ma troppe cose erano cambiate, loro erano cambiati.

“È finita, Akira.” Tagliò corto Shiori incapace di sostenere ancora quello sguardo che nonostante tutto continuava a farle battere il cuore all’impazzata. Si impose di mantenere quella freddezza che da sempre la caratterizzava anche se dentro di lei gli argini si stavano incrinando.

“Lo so.” Il numero 7 del Ryonan abbassò gli occhi realizzando ciò che stava accadendo.

Erano giorni che se lo aspettava, sapeva che era giusto così, eppure anche se aveva questa consapevolezza non avrebbe mai pensato di provare quel dolore sordo al cuore.

“Non sai dire altro?” chiese la ragazza riacquistando la sua aria da donna inflessibile, aria che com’è nella sua natura è solita svanire dopo poco trasportata lontano.

“Spero che potremmo restare amici.” Non voleva perderla del tutto, aveva dato senso alle sue giornate per più di un anno, non avrebbe mai potuto sopperire a tale mancanza. Sapeva però che lei non era una che scendeva a compromessi: o sì o no, o bianco o nero.

“Contaci!” la sua risposta lo spiazzò ma si ritrovò a sorridere; allora nemmeno per lei era facile, anche per lei aveva contato qualcosa la loro storia.

La loro storia.

Un capitolo ormai chiuso, davvero un gran bel capitolo fino a qualche settimana fa, il giorno in cui una storia comincia ad incrinarsi sempre più al punto di rompersi in mille pezzi impossibili da riunire, anche con la colla più potente.

Una storia che era valsa davvero la pena di vivere per le grandi passioni che avevano condiviso, per i fantastici ricordi che avrebbero portato sempre nel cuore.

Akira si avvicinò, una mano nei capelli ad esprimere incertezza, l’altra a torturare l’orlo della canottiera blu; fulmineo si abbassò su di lei posando le proprie labbra sulle sue in un bacio di addio.

Un contatto appena accennato che metteva definitivamente la parola fine a loro due insieme.

Shiori posò le mani sul torace sodo e muscoloso di lui scostandolo da sé e fissandolo negli occhi, quegli occhi azzurri che l’avevano fatta sognare e sospirare, ridere e arrabbiare, occhi che non sarebbero più stati rivolti a lei, mai più nello stesso modo.

“Grazie…” sussurrò piano prima di voltarsi e correre fuori dalla palestra nella luce rossa del tramonto.

“Grazie a te…” rispose lui sorridendo e guardando la sua figura alta e slanciata lasciare la palestra mentre il suo familiare profumo creava una scia dietro di lei, mentre il sottile filo che li legava si scioglieva e volava via trasportato dal vento frizzantino di aprile.

 

                                                                        ***

 

“Sono a casa!” la voce atona e profonda di Kaede Rukawa risuonò nell’ingresso buio della villa di famiglia.

Si diresse in cucina deciso a bersi un bel bicchiere di succo di frutta dopo tutti quegli allenamenti di basket.

Strano, si ritrovò a pensare, possibile che sua sorella non fosse già impegnata a preparare la cena?

Diede svogliatamente un calcio alla propria borsa degli allenamenti spostandola in un angolo dell’ingresso, fece per attraversare il salotto diretto verso le scale che collegavano i due piani quando, con la coda dell’occhio, notò una sagoma seduta sul dondolo della veranda.

Lo sguardo basso, i lunghi capelli neri a coprirle il volto, le spalle curve... non ci voleva un genio a capire che non stesse bene, e anche se lui un genio non lo era, era comunque suo fratello.

"Shiori?"

La vide alzare il viso di scatto, nel movimento brusco i capelli si spostarono indietro rivelando il suo viso, pallido constatò.

"Kae... non ti ho sentito entrare..." fece confusa ma lui la zittì, inginocchiandosi davanti a lei e prendendole una mano.

"Che ti è successo?"

"Niente!" rispose lei con un sorriso forzato prima di alzarsi in piedi di getto "Cavolo, ma che ore sono? Ho perso la cognizione del tempo, sarai stanco e avrai fame! Corri a farti una doccia mentre preparo la cena!!"

Kaede si alzò a sua volta e afferrò la propria sorella prima che scappasse in cucina "Cosa-ti-è-successo?" scandì piano fissandola negli occhi.

Shiori non riuscì a reggere lo sguardo della persona a cui voleva più bene al mondo; non voleva farlo preoccupare, lui poi avrebbe pure gioito, odiava Sendoh più di chiunque altro, addirittura forse più che Sakuragi.

Il bel moretto, che cominciava a preoccuparsi davvero, la scosse per le spalle cercando di farla reagire.

"Sendoh?" ringhiò adirandosi.

Sentì qualcosa di bagnato scivolare sulla propria mano e capì di aver azzeccato.

Con una mano voltò il viso della sorella, non stava piangendo, ma quell'unica lacrima l'aveva tradita e lei lo sapeva bene.

"L'ho lasciato!"

Shiori si aspettò di vedere il proprio fratello cominciare a gioire e rimproverarla con un "Io te l'avevo detto che era un mentecatto quello!" invece, inaspettatamente la prese per le spalle e la strinse forte. La ragazza per un attimo spalancò gli occhi sorpresa da tanta comprensione poi si decise a rispondere a sua volta a quell'affettuoso abbraccio.

"Stai bene?" la sua voce uscì dal groviglio dei capelli di lei su cui aveva appoggiato la guancia.

Quella semplice domanda unita all'abbraccio furono come un balsamo lenitivo per lei che si ritrovò ad annuire senza nemmeno rendersi conto: era vero.

Stava bene.

Stava bene con se stessa, davvero bene.

Sapeva di aver fatto la scelta giusta.

Era finita.

Finita.

Che senso aveva continuare?

Continuare a sorridere, a fingere con gli altri che andasse tutto bene, che fossero la stessa coppia felice di un anno prima?

Non era più così e mai più lo sarebbe stato.

Fine.

Capitolo chiuso ed archiviato.

"Sì Kae, sto bene." sussurrò sul petto ampio del suo 'fratellino' accarezzando con le mani aperte la sua schiena.

Kaede sciolse l'abbraccio e si fermò a scrutarla negli occhi ancora una volta.

Le ombre scure le offuscavano lo sguardo da qualche settimana erano svanite e davanti a lui c'erano nuovamente quegli occhi viola che adorava così tanto, che aveva sempre visto, che erano la sua giuda, la sua casa.

"Sì, ora stai bene, sei di nuovo la sorellina che conosco!" affermò, sorridendo leggermente e arruffandole i capelli.

 

                                                                        ***

 

"Oddio, tesoro! Quanto mi dispiace!"

Ayako, la manager del club di basket guardava la sua migliore amica di sempre con gli occhi larghi ed una mano a coprire la bocca.

Conosceva Shiori Rukawa fin dalle medie, le Tomigaoka, sapeva molto bene che dietro quel faccino angelico si nascondeva una iena e che sotto quest'ultima, finalmente, c'era un cuore... da qualche parte.

"A me no, ero stufa!" commentò la moretta mentre, con una mano a sorreggerle il viso e l'altra intenta a torturare il riso nel piatto, guardava senza interesse le persone che entravano nella mensa del liceo superiore Shohoku.

"Non ti dispiace al punto da non mangiare nemmeno i tuoi dolcetti al cocco preferiti?"

Non poteva farla a lei.

Con un braccio le avvolse le spalle "So quanto in realtà Sendoh fosse importante per te, non fingere con la sottoscritta!"

Shiori gli rivolse una smorfia bieca come ad intimarle di stare zitta, smorfia che fece aumentare il sorriso di vittoria stampato sul viso di Ayako.

"So io cosa ci fa per te, una mega giornata di shopping!!" concluse giuliva la bella ricciolina attirando su di sé gli sguardi stupiti degli studenti intenti a mangiare lì vicino.

"Ayako... sgasati..."

"Ma smettila, malmostosa!! è da tanto che non ci dedichiamo a noi stesse, ed è meglio farlo prima dell'inizio dei campionati o non avremo più tempo!!!"

Dolce Ayako, stella di sempre.

Shiori si trovò a sorridere leggermente.

"Ok, hai vinto, ma ora calmati!!"

Ayako riacquistò il suo contegno e tornò a sedersi accanto all'amica "Piuttosto... stai con noi agli allenamenti?"

"No, devo assolutamente passare in biblioteca o quell'orca arenata della bibliotecaria è la volta che mi ammazza!"

"Uffa! Mi avevi promesso che un giorno saresti venuta..." adorabile broncio con gli occhi socchiusi e le labbra corrucciate.

"Ayako... con la sottoscritta non attacca!" la rimproverò con la sua stessa frase rivoltale contro poco prima "E poi non conosco nessuno, cosa vengo a fare? A sentire le oche che sbavano dietro a quel caprone di mio fratello?"

"Appunto, gioia, c'è anche tuo fratello! E non chiamarlo caprone, poverino!"

"Ok, beh, sì in effetti non se lo merita... però se permetti preferisco non ascoltare commenti lascivi sul mio collega di cromosomi!"

"Ma smettila! Sarà per la prossima volta, però una devi venire, ci si diverte e poi mi servirebbe un aiuto manager!"

"Hai scelto la persona sbagliata!"

"No! Quelle che si sono presentare volevano solo vedere da vicino tuo fratello, tu non lo desideri di certo... e chissà che tu riesca a farlo desistere da litigare con Hanamichi!"

"Hanamichi? Chi è, il nuovo giocatore? Quello con i capelli rossi?"

"Esattamente..." sospirò la bella manager "...lui e tuo fratello continuano a beccarsi su tutto, sono insopportabili..." terminò con una mano sul viso in evidente segno di disperazione.

"Strano, Kae di solito li evita quelli così rumorosi..."

"Bah, valli a capire! Comunque finiamo alle cinque, mi aspetti?"

"Certo!"

 

                                                                                    ***

 

Kenji Fujima, capitano ed allenatore della famosa squadra di basket dell'istituto superiore Shoyo, non immaginava certo di incontrare, a suo parere, la donna della sua vita seduta nell'ultimo tavolo della biblioteca centrale di Kanagawa.

Sfoderando il suo altrettanto famoso sorriso e la sua faccina da bravo ragazzo si accostò al tavolo seduta al quale stava la ragazza. Quest'ultima aveva le mani aperte sul voluminoso tomo ma non vi stava prestando attenzione, il suo sguardo era perso oltre la finestra della biblioteca, immersa nel vivace caos della via durante l'orario di punta.

"Ciao, mi chiamo Kenji Fujima... non ti ho mai vista qui, ci vieni spesso?"

Shiori si voltò guardando gelida colui che aveva interrotto il flusso dei suoi pensieri ma, a differenza della maggior parte delle ragazze non trovava affatto interessante l'esemplare maschile che si ritrovò davanti: occhi gentili, sorriso aperto e solare... aveva decisamente chiuso con le persone che sorridevano.

Akira...

Fulminea l'immagine del suo sorriso le passò dinnanzi agli occhi prima che potesse fermarla.

Doveva fare qualcosa o avrebbe finito per impazzire, Ayako aveva perfettamente ragione.

"No, e non ci verrò più! Scusa, ma ora devo andare!"

Raccolse la propria borsa posata sulla sedia accanto e, senza rivolgere un ulteriore sguardo al ragazzo, gli voltò le spalle incamminandosi verso l'uscita.

A differenza di quanto si possa pensare Kenji Fujima non fu per niente deluso da una risposta simile, anzi, sorrise.

'Bene, quella ragazza è proprio il mio tipo! Prima o poi ci rivedremo e a quel punto non mi sfuggirà più!'

 

                                                                                    ***

 

“Uffa!! Ma che fine ha fatto Ayako?” Shiori se ne stava fuori dalla palestra con le spalle posate contro il muro, la borsa a tracolla in terra tra i piedi e il braccio sinistro con l’orologio davanti agli occhi.

Erano già le cinque e venticinque, possibile che gli allenamenti non fossero ancora finiti? Eppure era lì da ben tre quarti d’ora!!

- Adesso entro!! – si disse decisa ma poi si bloccò – Naaa! Che vergogna!! -

Sbuffando incrociò le braccia al petto imbronciata.

Il cielo color arancio stava sfumando nel consueto rosso del crepuscolo, una leggera brezza spostava le foglie cadute in terra in piccoli vortici circolari, alcune voci di ragazzi giungevano da altre parti della scuola spezzando quel desolato silenzio.

Diciassette e trentacinque.

Con una mano andò a sistemarsi una ciocca di capelli nera dietro l’orecchio mentre la porta si aprì improvvisamente facendola sussultare.

Un uomo abbastanza alto ma anche piuttosto grasso con i capelli bianchi e gli occhiali uscì saltellando, evidentemente non l’aveva vista…

“Oh oh oh oh!! Quest’anno non ci batterà nessuno! Oh oh oh oh!!”

E così dicendo continuò a trotterellare in direzione dell’edificio scolastico, lasciando dietro di sé la ragazza un po’ perplessa che lo seguì con gli occhi finché non fu sparito.

- Ma qui la demenza dilaga!! – si ritrovò a pensare passando in rassegna nella sua mente tutti i giocatori di basket che aveva conosciuto – Questo sport fa male ai neuroni! Ora ne ho la certezza!-

“Oh, Shiori scusami tantissimo!!” la voce ansante di Ayako le fece distogliere lo sguardo dalla scuola.

Stava per rimproverare la ragazza ma quando notò un segno rosso sulla sua guancia la rabbia svanì lasciando posto alla preoccupazione.

“Oh, che ti è successo alla guancia, ti ha colpita una palla?”

Ayako sbuffò mentre si allacciava il cappotto leggero e si ravvivava i capelli costretti da ore in un laccio “Macché! Una rissa!”

“Una cosa?”

“Sì, una rissa! Ti prego, andiamo a fare due passi lontano da qui che intanto ti racconto tutto!!” prese a braccetto l’amica anche se più alta di lei e insieme si diressero verso il centro della città.

 

“Quindi mi stai dicendo che questo tizio, Mitsui, è un nuovo giocatore?” chiese la moretta dopo aver appoggiato la tazza di tè sul piattino.

Quello era il loro bar preferito, piccolo, luminoso e caldo, quante volte si erano fermate lì a gustarsi le migliori brioches della città e a raccontarsi di tutto; quel bar l’anno prima, che avevano trascorso in scuola separate, aveva rappresentato il loro punto d’incontro, un appuntamento irrinunciabile, abitudine che era rimasta anche ora che si vedevano tutti i giorni.

Ayako si sistemò meglio sul divanetto arancione, pulendosi la bocca con un tovagliolino e alzando gli occhi al cielo.

“Non è un nuovo giocatore, ci aveva già giocato due anni fa, al suo primo anno, poi però si era rotto per due volte i legamenti crociati del ginocchio sinistro, e aveva lasciato!”

“Ho capito, ma perché scatenare una rissa? Non poteva tranquillamente presentarsi alle selezioni all’inizio dell’anno?”

“Beh, sì, ma lui non è in un bel giro… beh, alla fine i suoi compari si sono dimostrati anche fin troppo sensati coprendosi a vicenda e non facendo ricadere la colpa sulla squadra!”

Shiori fece una piccola smorfia contrariata “Comunque sia, questo qui ha fatto del male a te e a Kaede, per fortuna che il mio fratellino ha la pellaccia dura!!”

La ragazza, infatti, non appena era stata messa al corrente dei fatti dall’amica, aveva subito telefonato al fratello per sincerarsi delle sue condizioni che fortunatamente erano buone.

“Kogure ha detto che Mitsui era stato nominato MVP alle scuole medie, chissà se ne avrà ancora le capacità?” ragionò la ricciola appoggiando pensosa il viso ad una mano.

“Caspita, so che Kae ci teneva tanto a vincere quel titolo, non è facile nemmeno se si tratta del campionato delle scuole medie!” Ayako annuì “Ma prima che uscissi tu dalla palestra ho visto Anzai andarsene saltellando e dicendo qualcosa tipo ‘quest’anno siamo invincibili’.”

“Anzai ha detto questo?! Credo che avesse investito molto su Mitsui due anni fa, pensa che quando l’ha rivisto l’ha riconosciuto anche se in quello stato e ha sorriso! Solitamente non si sbilancia affatto!”

“Bah, l’importante è che tutto si sia risolto nel migliore dei modi… piuttosto, Ryota come sta?”

Ayako fece finta di nulla ma Shiori aveva visto distintamente le sue spalle irrigidirsi un momento e sorrise.

“Sta benone, perché me lo chiedi?”

“Ma se ti ha pure difeso, povero ragazzo!”

“Ma non dire idiozie!!”

“Ma io non capisco, Aya!! Lui è pazzo di te, a te lui piace dov’è il problema?!”

“A me non piace!!”

“Sì invece, non hai fatto altro che parlarmi di lui quando era in ospedale!!”

“Uffaaaa!! Pensa al tuo di ragazzo…” Ayako si portò velocemente una mano alla bocca “Dio, Shiori, scusa!!! Dovevo fare di tutto per risollevarti il morale e invece… che stupida, perdonami!!”

“Stai tranquilla, tanto ormai è finita, perché continuare a pensarci?” spostò i begli occhi viola dal taglio felino al di fuori della vetrina, dove i fari delle macchine riempivano l’atmosfera di luce.

“Anche Kaede è preoccupato, l’ho visto sai! Quando è preoccupato è ancora più solitario nel gioco.”

“È inutile negarlo, la storia con Akira è stata bella e speciale, ma non andava più e ne soffrivamo entrambi! Comunque abbiamo deciso di sentirci ogni tanto…”

“Tu lo ami ancora!”

“Non lo so Aya, non so nemmeno cosa vuol dire amare un ragazzo! Io ho sempre avuto solo Kaede, lo amo perché è mio fratello… vedi, quando Kaede si arrabbiava per la mia storia con Aki mi trovavo a chiedermi ‘Se dovessi scegliere tra loro due, chi sceglierei?’”

Ayako la fissò attenta negli occhi “Non dovresti fare mai una scelta di questo tipo!”

“Lo so però… avrei scelto Kaede. Il fatto è che lo sceglievo senza alcuna indecisione, invece, se quello che provavo per Akira fosse stato forte e intenso come l’amore vero non sarei stata in grado di scegliere!” sospirò “Io… io non credo di aver mai preso in giro Akira, gli voglio molto bene, stavo bene con lui però… se la mia scelta era Kaede forse non ne ero poi così innamorata… mi faccio schifo!!” terminò prendendosi il viso tra le mani.

“Shiori, posso affermare di conoscerti bene, e posso anche affermare che tu non sei capace di prendere in giro le persone nei sentimenti. Non avevi deciso di metterti con Akira per un secondo fine, tu lo volevi davvero! Solo che forse non era il ragazzo giusto, non eravate compatibili, mica è colpa tua! E poi secondo me l’ha capito anche lui da come mi hai descritto le sue reazioni, altrimenti perché proporti di restare amici?”

“Forse hai ragione!” sorrise “Credo che mi ci voglia un ragazzo con cui litigare ogni tanto, un po’ come faccio con te e Kae, qualcuno per cui valga la pena mettermi in gioco, qualcuno che mi faccia perdere le staffe e poi farsi perdonare con un sorriso.”

“Mettiti con Sakuragi, quello le staffe le fa perdere a chiunque!” rise Ayako tirandosi un ricciolo con due dita.

“Ma per favore!! Dimenticavo: voglio un ragazzo con il cervello!!” terminò sbattendo leggermente un pugno sul tavolo e facendo ridere la propria amica “Ehi, stiamo rimandando il discorso ‘Ryota’!!”

“Ma smettila con questa storia!!”

“Mai e poi mai, finché non ti vedrò sistemata con il bel playmaker!!”

“Sparati!!!”

  
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