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Autore: Antares    05/01/2008    4 recensioni
Shiori Rukawa ha appena lasciato il liceo Ryonan per trasferirsi allo Shohoku, il liceo di suo fratello. Un paio di occhi blu potranno forse farle dimenticare l'ormai ex ragazzo Akira Sendoh?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Hisashi Mitsui, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Uahhhh!! E’ un disastro, una vera tragedia!!!!"

Ayako si gettò in lacrime sul tavolo del bar, i suoi bei ricci le ricoprirono interamente il viso e le braccia, si vedeva solo la schiena che sobbalzava a causa dei singhiozzi. In men che non si dica la sua migliore amica Shiori si alzò in piedi e la scosse preoccupata dalla sua reazione.

"Ayako, tesoro, cos'è successo?!"

"Tuo fratello..." singhiozzò incomprensibilmente.

"Kaede? è successo qualcosa a mio fratello?!?" urlò attirando l'attenzione di tutti gli avventori del bar.

"Sì!! Quel disgraziato ha fatto scappare anche questa manager!!!" Shiori, risollevata ma anche un po' arrabbiata, le mollò una sberletta sulla testa e tornò a sedersi.

"Ahio!"

"Cavoli tuoi, impari a farmi preoccupare per niente!!"

"Niente?? Sono di nuovo la sola ed unica manager e tu lo chiami niente?" alzò due occhioni esageratamente pieni di lacrime sul punto di cadere.

"Sì, va beh, scusa se non ho compreso la tragedia!!"

"Certo, continua pure a sfottere, per me è una vera tragedia e se Kaede avesse accettato l'appuntamento di Yuri ora non sarei in questa condizione!"

"Ma scusa, non eri stata tu a dirmi 'Oh, Yuri è forte, mica è qui per sbavare sui maschioni, tiene davvero alla squadra!' qualche tempo fa?"

"Sì, ma si è rivelato tutto un piano ben congeniato!" Ayako si avvicinò all'amica al di sopra del tavolino "Ha finto interesse per la squadra, poi di soppiatto... tiè, gli ha chiesto l'appuntamento a tradimento!"

"Che, ovviamente, mio fratello ha rifiutato!"

Ayako annuì.

"E così, domani mi tocca fare tutto da sola, proprio adesso che sono state sorteggiate le squadre del campionato..."

"Davvero? E contro chi siamo?" domandò distrattamente mescolando il proprio tè alla menta.

"Miuradai..." Shiori sollevò lo sguardo fissando l'amica negli occhi.

"L'ho sentito nominare da Aki, pare che l'anno scorso abbia dato del filo da torcere al Kainan!"

"Sì, ma quest'anno con l'arrivo di tuo fratello e il ritorno di Mitsui siamo i più forti, te lo dico io!"

"Ah, e come va con Mitsui dopo tutta quella storia? Ho chiesto a Kae com'è e mi ha risposto 'nh'"

"Ma Rukawa risponde sempre 'nh'!"

"Sì, ma solitamente io li so decifrare, questo era proprio 'nh'!"

"Mh! Comunque va bene, è un fenomeno e Kaede ha già capito che dovrà contendersi con lui il ruolo di migliore della squadra!"

"Beh, in mancanza di Akira con cui prendersela... almeno non dirmi che la capolista è il Ryonan!"

"No, è lo Shoyo di Fujima!"

"Mhhh... no, non credo di averlo mai visto, però il nome non mi è nuovo... boh!" fece pensierosa la ragazza.

"Beh, non sarà una partita facile, comunque ora l'obiettivo è vincere la partita contro il Miuradai! Ah, dimenticavo... mi faresti un favore?"

"Certo..."

Il viso di Ayako si aprì in un ghigno inquietante.

"Ehm, volevo dire... dipende..."

"Fregata!!! Ti sei appena offerta di fare da seconda manager della squadra!"

"CHE COSA?!? No, no, no, no Aya, questo proprio no!!"

"Ma perché no? Conosci bene il basket, conosci le squadre e i giocatori, non sbavi dietro a tuo fratello, e ci mancherebbe, sei perfetta!!"

"Ma io non voglio!!!"

"Daiiiiiii, almeno finché non trovo quella definitiva! Tipregotipregotipregotipregotipregotipregoooooo!!"

"Bastaaaaa! Smettila, ok, va bene, ma SOLO finché non trovi la sostituta!"

"Grazie!!!"

"Ma promettimi che la cercherai!"

"Ma sì, ma sì, te lo prometto! Dopotutto sei la mia migliore amica, altrimenti che amica saresti se mi lasciassi nella merda nel momento peggiore?"

"Mi sto già pentendo, almeno smettila di ricordarmelo!" distrattamente guardò l'orologio a pendolo situato nella parete di fronte a lei "Oddio!! Com'è tardi, corro a casa perché Kaede starà mangiano il tavolo dalla fame!!" si alzò in piedi come un tornado, afferrò la propria borsa e diede un bacio ad Ayako "A domani tesoro!"

"Sì, a domani collega!!"

 

                                                                                    ***

 

Prima di raggiungere casa Shiori si fermò nella bottega vicina per fare un po' di spesa, tuttavia a causa di un intoppo alle casse, non si accorse che erano già passate le otto e mezza di sera, se non che il cellulare cominciò a vibrarle nella tasta della giacca.

<< Pronto? >>

<< Shiori! >>

<< Che c'è, Kae? >>

<< Ma ti rendi conto di che ore sono? Sono già passate le otto e mezza! >>

<< Occavolo! è davvero così tardi? Scusami, mi sono fermata al supermercato ma c'era una coda assurda, comunque sto arrivando! >> sorrise alla commessa che le fece segno di scusa per l'attesa e uscì dal piccolo negozio, in una mano teneva la borsina con il necessario per la cena, nell'altra la borsa di scuola, il telefono lo teneva tra la guancia e la spalla, in più cercava di infilare i soldi del resto nel portafoglio << Chiudo o non riesco a mettere via le cose! A dopo! >>

<< Stai attenta! >> si premurò la voce profonda di suo fratello prima di chiudere la comunicazione.

Una volta che ebbe sistemato tutto partì alla volta di casa, distante non più di dieci minuti a piedi, ma a quanto pareva quella non era decisamente la sua giornata fortunata.

"Ehi, bella ragazza, dove te ne vai in giro sola soletta?" Shiori sussultò e si volto in direzione della voce minacciosa appartenete ad un ragazzo corpulento vestito di pelle, seguito da altri cinque o sei ragazzi.

"Ehm... a casa?" - E adesso che cavolo faccio?-

Cercò di individuare una possibile via di fuga: anche correndo l'avrebbero presa, erano in sei e lei era carica come un mulo; forse avrebbe potuto avvisare Kaede via cellulare senza farsi scoprire.

- Ok, farò così! Merdaaaa! Ho appena messo il cellulare nella borsa!!! -

"Ahahah! Avete sentito? Va a casa!" continuò quello voltandosi verso i propri amici "Non vuoi rimanere a divertirti con noi?"

"Veramente... no!"

"Fai la spiritosa, ragazzina?" il ragazzo le si avvicinò e le afferrò in malo modo il viso voltandola verso di sé "Ma come sei carina!"

"Tu invece no!" ribatté lei liberandosi con uno scatto della testa.

Il teppista, offeso dalla risposta le afferrò le braccia facendole cadere a terra le borse e gliele girò dolorosamente dietro alla schiena.

"Ora sono certo che vuoi divertirti con noi!!" le disse guardandola dritta negli occhi e avvicinando il proprio viso al suo, cercando di baciarla.

"A me invece sembra che non voglia affatto!" una voce chiara e profonda fece voltare il ragazzo che, riconosciuto il nuovo arrivato distolse l'attenzione da Shiori pur continuando a tenerla saldamente per le braccia.

"Ancora tu! Che coraggio hai di farti vedere ancora da noi?"

"Non dire cazzate Hiyuga!" il ragazzo balzò a terra dal muretto oltre il quale era comparso "Stavo tornando a casa, mica cercavo voi!" fece scorrere i begli occhi scuri sulla scena e sulla ragazza bloccata dal teppista "Lascia la ragazza!" disse piano senza smettere di fissarlo.

"Perché, la conosci?"

"No! Però non intendo andare via facendo finta di niente! Lasciala andare!" ripeté nuovamente avvicinandosi e guardandola "Stai bene?" i suoi occhi blu si incrociarono con due occhi viola dalla forma simile a quelli di un gatto.

"Starei meglio se questo qui mi mollasse!"

"Attenta a quello..." il teppista si bloccò guardando un'altra persona giunta silenziosamente "...Tez!"

"Hei, campione, sta succedendo qualcosa per cui potrei arrabbiarmi?"

Il ragazzo dagli occhi blu sorrise e rispose "Non credo, Tez! Sempre che Hiyuga si decida a lasciare questa ragazza..."

Hiyuga guardò prima il ragazzo davanti a lui, successivamente Tez ed infine la ragazza, poi la lasciò e si rivolse ai membri della sua banda "Andiamo, non è aria stasera!" e scomparvero tutti insieme in un vicolo vicino.

"Grazie Tez!"

"Di niente, conta pure su di me quando hai bisogno, eh!" ed anche il ragazzo dai capelli lunghi e la sigaretta sparì dopo un cenno di saluto.

Shiori rimase ferma a fissare il ragazzo davanti a lei: statura notevole, fisico tonico e ben proporzionato, pelle chiara, capelli neri e occhi scuri, non avrebbe potuto definirne il colore esatto circondata da quella oscurità. Si strofinò le spalle doloranti poi si chinò a raccogliere le borse cadute.

"Ti devo ringraziare, non so come me la sarei cavata!" ammise senza però alzare lo sguardo.

"Figurati, ho dei conti in sospeso con quel tizio, me ne deve troppe!" sorrise e l'aiutò a rialzarsi "Non sei ferita?"

"No, direi che sei stato tempestivo!"

"Meno male..." la suoneria del cellulare li distrasse e Shiori aprì la propria borsa estraendolo.

<< Kae tesoro, non ti preoccupare, arrivo! No, ti spiego dopo!! >>

Quando Shiori alzò nuovamente gli occhi il ragazzo che l'aveva salvata non c'era più, era rimasto solamente il vicolo vuoto.

Sospirando riprese le proprie borse e s'incamminò verso casa.

 

                                                                                    ***

Si gettò a peso morto sul letto.

Odiava quella casa, tutto quel lusso sfrenato, l'ostentazione di ricchezza con cui si circondava suo padre gli dava il voltastomaco, suo padre stesso gli dava il voltastomaco.

Da quando era morta sua madre era stato costretto a vivere lì, non che ci avesse mai passato del tempo all'interno ma, da quando 'aveva messo la testa a posto' ce ne stava passando fin troppo, e ciò non gli piaceva.

Sospirò e si tirò a sedere.

Era incredibile come la sua vita fosse cambiata in così poco tempo, era tornato a giocare a basket, a frequentare la scuola, aveva smesso di fumare e si era addirittura tagliato i capelli, tutto questo per inseguire lo stesso sogno di sempre, un sogno che, sapeva, non avrebbe mai realizzato.

Due anni lontani dal campo di basket erano troppi, non era più allenato, non era più abituato ma, Dio, il basket era la sua droga, la sua estasi! Gli era sembrato di essere tornato a vivere, come se per due anni non avesse mai respirato, come se la sua mente ed il suo corpo avessero naufragato in un limbo pieno di ... nulla!

Guardando indietro non vedeva niente, come se la sua vita si fosse spezzata insieme ai legamenti del suo ginocchio, come se qualcuno avesse staccato la spina e l'avesse reinserita dopo due anni.

Gli sembrava impossibile sentire nuovamente il rumore delle scarpe sul parquet lucido, l'odore del legno, la consistenza ruvida della palla sotto le sue dita, il sapore della sfida, il colore della palestra inondata di sole, l'arancione della palla, il rosso ed il bianco della divisa della squadra.

Strinse la mano destra in un pugno e si stupì della propria forza, le sue dita sembravano essere tornate a funzionare dopo il contatto con la palla, come se non aspettassero altro per tornare alla vita, come la principessa che si sveglia dopo il bacio del principe.

Era inutile negarlo, anche se per ben due anni aveva tacitato le parole del suo cuore e del suo spirito: lui era nato per giocare, lo sentiva dentro, era la belva che si impadroniva di lui quando metteva piede nella palestra, quella belva che lo rendeva spietato come solo in uno sport si può diventare, che lo rendeva inafferrabile agli altri e forse anche a se stesso.

Stava bene, stava veramente bene solamente quando giocava, la sua mente si staccava dal resto del mondo, il suo corpo lo guidava verso il canestro e la sua anima bruciava ardentemente.

Anima ardente...

...non per niente era il significato del suo nome.

Fugacemente rivide davanti a sé un altro paio di occhi che ardevano: erano viola ed appartenevano ad una bella ragazza sconosciuta incontrata in un vicolo. Non sapeva il motivo, solitamente non si era mai interessato troppo delle ragazze, aveva avuto delle storie prive di importanza ma di nessuna ricordava così perfettamente la forma ed il colore degli occhi, il corpo magro e sinuoso, i lunghi capelli neri.

- Non so perché ma ho l'impressione di averla già vista... -

Mentre sforzava la sua mente ed i propri ricordi, dei passi familiari giunsero davanti alla porta della sua stanza ed un lieve bussare interruppe il fiume dei suoi pensieri.

Sapeva già chi era, si tirò a sedere sul letto ed accese la luce dopodiché andò ad aprire la porta.

Ed eccola, la sua matrigna, bellissima in maglietta bianca e salopette nera a contenere l'enorme ventre arrotondato dalle trentasei settimane di gravidanza.

Aveva odiato quella donna dal momento in cui aveva scoperto che suo padre aveva una relazione extraconiugale, l'aveva ritenuta la causa del disfacimento della sua famiglia, la causa della sua rovina personale, ma dopo averla conosciuta bene non era stato più in grado di odiarla.

Yoko aveva più di dieci anni meno di suo padre, ma era veramente innamorata di lui, nonostante le malelingue continuassero ad affermare che il suo unico interesse fossero i soldi del signor Takeshi Mitsui; Hisashi sapeva perfettamente che non era così, e nel momento in cui lui stesso l'aveva capito, tutto era cambiato.

Aveva eletto Yoko a seconda madre, sorella maggiore, amica, gli bastava parlare con lei, chiederle un parere per sentirsi subito meglio, era una persona fantastica, per questo sorrise ampiamente quando la vide.

"Scusa, stavi dormendo?" chiese Yoko, lunghi capelli castano scuro mossi e due incredibili occhi nocciola, gettando uno sguardo sulla persiana accostata ed il letto stropicciato.

"No, tranquilla, stavo solo riflettendo!" le fece cenno di entrare ma lei si bloccò mettendosi una mano sul ventre e sorridendo subito dopo.

"Tuo fratello oggi non sente ragioni, ogni posizione che prendo non gli va bene!" disse scherzosa continuando ad accarezzarsi la pancia; Hisashi fece scorrere anche lui una mano sul ventre prominente e si abbassò per poter facilmente 'parlare' con il suo fratellino.

"Hei, Ryoki, lo sappiamo che sei un Mitsui-rompiscatole ma non stufare troppo la mamma che ne deve già sopportare due..." Yoko scoppiò a ridere annuendo convinta mentre scompigliava affettuosamente i capelli del suo figliastro e finalmente prendeva posto sulla poltrona di pelle nera.

"Su cosa riflettevi? Posso saperlo?"

"Basket!" rispose automaticamente il ragazzo sedendosi a sua volta sul letto in modo da poterla guardare in viso.

"E...?" lo incoraggiò lei per nulla convinta dalla risposta.

"E... su una ragazza che ho incontrato poco fa..." ammise abbassando gli occhi leggermente imbarazzato.

Yoko si aprì in un bellissimo sorriso malizioso. Non ci trovava niente di strano, Hisashi era davvero un bellissimo ragazzo, se non fosse per i suoi trascorsi turbolenti le ragazze avrebbero fatto la fila per poter uscire con lui.

"Oh, e chi è?"

"Non lo so, l'ho solamente incontrata in un vicolo, aveva dagli occhi spettacolari, sembravano quasi viola..." rispose sognante scatenando un moto di ilarità nella donna.

"Beh, se conosco bene uno dei lati caratteristici degli uomini Mitsui scommetto che farai di tutto per scoprire chi è!" affermò convinta continuando a sorridere all'espressione buffa del figliastro.

"Esatto mia cara! Anche se non ho ancora idea di come fare, troverò un modo!" sembrava più una promessa fatta e se stesso che una vera e propria scommessa con Yoko, intendeva davvero scoprire il possessore di quei fantastici occhi.

 

                                                                                    ***

 

"Ma tu sei tutta matta, che diavolo ci vieni a fare a quest'ora al club, io vorrei davvero saperlo!" esordì Shiori mentre cercava di capire dove andasse sistemata una ciocca nera che quella mattina non aveva la minima intenzione di stare al proprio posto.

Ayako l'aveva trascinata fuori dal letto alle sei e mezza di mattina e l'aveva costretta a raggiungere con lei il liceo Shohoku a quell'ora, ovviamente, deserto.

"Te l'ho detto, no? Ieri sera ho fatto il cartellone delle eliminatorie da appendere ma mi devi dare una mano perché è troppo grosso!" spiegò alzando gli occhi al cielo, Shiori nemmeno si rendeva conto di come diventasse uguale a Kaede certe volte.

"E non potevamo appenderlo all'ora di pranzo? Ieri non ho dormito un cavolo!"

"Come mai?"

"Mentre tornavo a casa dal bar dei tipi mi hanno accerchiato in un vicolo!" Ayako fece cadere a terra il tabellone e si portò le mani alla bocca spaventata.

"Oh mio Dio! Cos'è successo?" le mani di Ayako erano corse a stringere convulsamente quelle della propria amica.

"Calmati Aya, non è successo niente, cioè, un tipo ha cercato di immobilizzarmi ma poi è arrivato un altro tipo che li ha fermati!" raccontò sommariamente l'accaduto evitando di raccontare che uno dei teppisti le aveva quasi strappato le braccia nel tentativo di baciarla.

"Cavolo, che fortuna! E chi era questo qui?"

"Non lo so, sembrava li conoscesse però non parevano in ottimi rapporti, insomma, quando è arrivato questo gli altri stavano per darsela a gambe tranne quello che mi teneva ferma e che sembrava il capo... uff, solo che ho passato tutta la sera a schivare gli assalti di Kae, figurati se gliel'ho detto possessivo come è!" spiegò distogliendo lo sguardo da quello di Ayako e chinandosi a raccogliere le cose sfuggite di mano all'amica.

"Beh, dovrebbe saperlo però!" commentò Ayako chinandosi per raccogliere anche lei le puntine sfuggite e rimbalzate sul parquet della palestra.

"Certo, così poi non mi fa più uscire di casa... è successo perché ho fatto tardi al market, vedrò di stare più attenta!" terminò Shiori prendendo in mano un pallone da basket dal cesto e facendo alcuni palleggi.

Ayako rimase incantata a guardare l'amica, era sempre stata bellissima, ma quando giocava a basket era impossibile non restare affascinati dalla sua eleganza, i fratelli Rukawa erano nati per giocare a basket.

"Non capisco perché non hai continuato a giocare a basket, saresti diventata una stella!" commentò Ayako con le mani sui fianchi ed il tono di voce basso.

"Perché non era ciò che volevo... sai, l'ultima volta che ho giocato, l'ho fatto con Akira... adoravo sfidarlo..." le sue labbra si aprirono in un sorriso dolcissimo ed Ayako non poté fare altro che correre ad abbracciare la sua migliore amica che la ringraziò ricambiando il gesto affettuoso.

"Allora? Attacchiamo sì o no questo cartellone? E guai allo Shohoku se osa perdere dopo tutto lo sbattimento di palle che ti fai!" esclamò la Rukawa dopo aver sciolto l'abbraccio e tornando al suo ghigno inquietante.

"Che ci faremo, collega cara!" rincarò Ayako beccandosi la terrificante occhiata dei Principi del ghiaccio che la fece semplicemente scoppiare a ridere.

 

                                                                                    ***

 

Come poteva scoprire chi era?

Poteva essere chiunque, appartenere ad un qualsiasi istituto... un momento!!

Indossava la divisa dello Shohoku, non ci aveva prestato attenzione perché era abituato a vedere ragazze con la divisa del suo stesso liceo, se avesse indossato una divisa diversa gli sarebbe saltato all'occhio!

Era anche vero però che le divise si assomigliavano un po' tutte, il vicolo era scarsamente illuminato e sarebbe stato facilissimo scambiare un fiocco arancio per uno rosso o una giacca blu per una nera...

"Uffa..." Hisashi sbuffò e scosse la testa scoraggiato, con una mano andò a scompigliarsi i folti capelli scuri... non era abituato a portarli corti e a volte se ne dimenticava!

Fece vagare lo sguardo sul cortile della scuola ancora deserto, dal tetto riusciva a vedere la palestra silenziosa e buia, i campi di calcio e pallavolo sui quali giacevano solo palloni abbandonati, su una panchina un maglietta dimenticata svolazzava leggermente.

Era presto, ma lui non era uno che dormiva a lungo, aveva pensato di fare due tiri al canestro ma il suo organismo aveva cominciato a richiedere a gran voce una dose di nicotina, che ovviamente non poteva soddisfare, e aveva quindi deciso di andare a disintossicarsi sul tetto, dove tirava un'arietta salubre.

Si mise in bocca una di quelle cicche che aiutano a smettere di fumare, il suo organismo si stava alterando, ma i suoi polmoni lo stavano ringraziando accorati; beh, era più saggio ascoltare questi ultimi, ultimamente li aveva trascurati parecchio sfogando su di essi tutti i suoi risentimenti e dolori.

Era proprio ora di tornare a respirare.

Non aveva ancora smesso di pensare a lei: chissà come si chiamava, che classe faceva, se aveva già il ragazzo...

Sbuffò nuovamente.

'La troverò... certo, è una parola! Sai quante ragazze ci sono nella prefettura? Mettiti l'animo in pace!' eppure il suo animo in pace non ci voleva proprio stare.

Incapace di starsene seduto si appoggiò alla ringhiera continuando a masticare quella cicca che nonostante tutto stava acuendo il suo disperato bisogno di nicotina.

Sentì una risata femminile e più per riflesso che per vero interesse si ritrovò a cercare con lo sguardo la provenienza del suono nel grande cortile e... era lei!

La ragazza che occupava i suoi pensieri da più di dodici ore, impedendogli anche di dormire era lì, nel cortile che camminava insieme ad un’altra ragazza, proprio quella che aveva riso attirando la sua attenzione.

Senza perdere tempo corse a perdifiato giù nell'atrio ma la strada gli fu sbarrata dai primi studenti che arrivavano, così perse tempo a schivarli e quando raggiunse il punto esatto in cui aveva visto le due ragazze, di loro non c'era più traccia.

"Dannazione!" imprecò dando un leggero calcio ad una delle colonne quadrate poste all'ingresso dell'istituto.

"Ehi, Mitsui, cosa ti ha fatto quella povera colonna?" la voce calma di Kogure lo distrasse momentaneamente dall'imprecare contro la propria sfiga.

"Niente, lascia perdere..." certamente l'argomento ragazze non era nella lista di argomenti preferiti da quel secchione di Kogure "Che ore sono?" chiese invece notando che il cortile si stava affollando di studenti.

Il numero 5 della squadra si sistemò gli occhiali con cura poi guardò il proprio orologio da polso "Le sette e cinquanta, sarà ora di entrare e ripassare la lezione scorsa! A dopo Mitsui!" Hisashi si limitò a muovere svogliatamente la mano in cenno di saluto.

Cavolo, era così vicino!

Allora non si era sbagliato, era una studentessa dello Shohoku. Era lei, ne era certo!

Avrebbe riconosciuto ovunque quelle gambe lunghe, quei lucenti capelli neri ed il taglio felino degli occhi.

I suoi occhi cominciarono ad ardere mentre in cuor suo sperava di scoprire al più presto chi fosse quella magnifica visione.

 

 

Un saluto speciale a Kiru che mi ha lasciato una graditissima recensione, e che spero continui a seguirmi! Grazie!

Un bacio!

  
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