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Autore: SiriusBlack91    19/06/2013    2 recensioni
Una nuova isola. . .nuovi segreti. . .nuovi orrori!
La trama tratta di una spedizione della Ingen su una terza isola dove effettuano esperimenti sui dinosauri; cronologicamente mi baso sulla storia dei libri di Chricton, quindi avviene dopo l'incidente al Jurassic Park del primo libro e prima dell'avventura di Malcolm e gli altri su Isla Sorna del secondo libro. Spero vi piacerà la storia, la quale premetto che sarà piena di sorprese, intrighi e ovviamente dinosauri! Buona lettura a tutti :)
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Episodio 10 – Fino alla morte
Il terzo dei quattro giorni della missione su Isla Muerte iniziò con le imprecazioni in russo di Dmitri, il quale era salito sul tetto del rifugio per tentare di creare una connessione col satellite permettendo al Cap. Krauser di mettersi in contatto con Ludlow.
Doveva parlargli urgentemente, voleva chiedergli se era al corrente di esperimenti segreti condotti sull’isola, e il fatto che Ludlow avrebbe potuto nascondere qualcosa lo mandava in bestia.
Gabriel stava davanti al suo pc e aveva appena avuto una comunicazione con l’altra squadra: Frank gli aveva detto che potevano metterci più tempo del previsto ad arrivare al loro rifugio, così aveva deciso di anticiparsi nello scoprire informazioni su quel laboratorio sotterraneo e, magari, avrebbe cavato qualcosa anche da quello strambo di Ray.
Quei due soldati, Ray e Hicks, non davano affatto una buona impressione ne molta sicurezza a Gabriel, avevano sempre un’aria sospettosa e il fatto che la notte li aveva sentiti discutere nella loro stanza dove dormivano non aveva di certo attenuato le sue preoccupazioni.
Proprio in quel momento Hicks passò davanti la sua porta dirigendosi all’esterno del rifugio, strofinandosi il collo con una mano e facendo una smorfia di dolore. Prese una sigaretta dal pacchetto che teneva nel taschino sinistro, la poggiò sulle labbra e fece per accenderla quando un forte colpo alla nuca lo spinse in avanti facendogli cadere la sigaretta a terra.
“Hey!” sbottò Hicks girandosi alle sue spalle.
“Ma che diamine hai in testa eh?” gli urlò contro Gabriel guardandolo severo.
Hicks si abbassò per accogliere la sigaretta e lanciò uno sguardo di incomprensione a Gabriel. Si chiese se quell’uomo lo facesse apposta o gli veniva naturale farsi odiare dagli altri.
“Quegli animali hanno un olfatto supersviluppato, sentirebbero l’odore della sigaretta per chilometro!” spiegò Gabriel indicando col dito la foresta intorno alla radura dove si trovavano.
Hicks si alzò rimettendo a posto la sigaretta.
“Ho sempre fumato da quando siamo arrivati qui!” disse alzando le spalle, come per giustificarsi che non ci vedeva nulla di male.
“Allora non mi sorprendo che siate stati attaccati dai raptor!” rispose sprezzante Gabriel, girandosi verso il tetto del rifugio. “Dmitri! Piantala di bestemmiare e vedi di far funzionare quello schifo di radio! Giuro che se ne usciamo tutti interi strangolo quel verme di Ludlow, sia dannato lui e la sua tirchiaggine!”
“Ehm. . .signore. . .forse dovrebbe venire quassù a vedere una cosa!” disse Dmitri con voce tremante.
Gabriel e Hicks si scambiarono uno sguardo interrogativo, poi salirono entrambi dalla scaletta sul tetto.
Tre metri più in alto avevano una visuale panoramica della foresta intorno a loro, alcuni alberi erano molto più alti di loro ma in linea generale riuscivano a vedere un ampia zona. Dmitri volgeva il braccio destro nella direzione frontale all’entrava del rifugio e voltandosi anche i due soldati videro ciò che l’aveva allarmato.
Le fronde di alcuni alberi a due/tre chilometri di distanza si agitava convulsamente come scossi da un forte vento. Solo che quella mattina era afosa e umida, di vento nemmeno un soffio.
“Cosa credete che sia?” chiese Dmitri, posando gli attrezzi e imbracciando il suo fucile.
“Hey. .hem. .io la sigaretta non l’ho accesa! Non prendetevela con me!” balbettò Hicks con tono ironico e alzando le mani.
Dal punto in cui guardavano, provenne un lungo, profondo terrificante ruggito seguito da pesanti passi che intensificavano con l’avvicinarsi della creatura alla loro posizione.
“Io direi” disse Gabriel avvicinandosi alls scaletta “di prepararci a un guaio di quelli veramente grossi!”
In quell’istante Ramirez, Johnson e Ray uscirono fuori dal rifugio puntando i fucili verso gli alberi di fronte a loro mentreGabriel saltò giù dal tetto e si diresse verso l’entrata.
“Signore, ma che sta. . .?” iniziò a chiedere Johnson verso Gabriel, ma questi lo ignorò completamente dirigendosi dentro e uscì quasi subito imbracciando il suo fucile di precisione.
Se quella creatura era grossa quanto sospettava lui, era sicuro che qualche proiettile del suo calibro 50 ben piazzato avrebbe risolto il problema senza troppe difficoltà.
Un urlo assordante squarciò l’aria tranquilla mattutina, indicando che l’animale era a pochissimi metri di distanza da loro e alcuni alberi si vedevano cadere mentre questo avanzava.
I soldati erano allineati a difesa del rifugio, pronti anche alla fuga in caso fosse necessario:
Ramirez quasi tremava, ancora scossa dall’attacco misterioso della notte appena trascorsa;
Johnson e Dmitri erano ai lati della ragazza, tesi e pronti ad aprire il fuoco;
Hicks e ray si tenevano in disparte, vicini al rifugio, pronti a darsela a gambe in ogni caso!
E Gabriel, infine, stava dritto davanti a tutti, fronteggiando la foresta e tenendo il fucile puntato davanti a se. Uno strano sorriso deformava il suo volto, rendendolo spaventosamente minaccioso, segno che per lui quella era una bella sfida e più grossa era la creatuta più lui si sarebbe divertito a darle la caccia!
Con un rumore secco gli alberi caddero davanti a loro, liberando uno spazio nella coltre della foresta. Di mezzo spuntava l’enorme corpo della creatura, eretta sulle zampe posteriori, la testa enorme che girava lo sguardo da un lato all’altro. Il corpo era seminascosto dagli alberi, ma era visibile una colorazine rosso scuro, quasi sangue secco, delle striature più scure sul dorso e una pelle coriacea con alcuni piccoli tubercoli sulla testa e la schiena.
Apriva e richiudeva le grosse mascelle in movimenti lenti, lasciando intravedere pezzi di carne incastrati nei denti e varie macchie di sangue, sia sulla bocca che sulle zampe anteriori, fecero intendere che aveva appena mangiato qualche sfortunata creatura.
L’animale rivolte la testa verso il basso, squadrando quelle piccole creature e producendo bassi ringhii, simili a quelli di un grosso felino. Poi fissò per un attimo lo sguardo su Gabriel e urlò con una forza tale da far dolere i timpani ai soldati.
“Correte! Via di qua!” urlò Gabriel con quanta più voce potesse, puntando il fucile verso l’animale e camminando lentamente all’indietro.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Era ormai notte fonda, circa le due, quando la squadra di Frank arrivò al rifugio dove avrebbero dovuto incontrarsi con gli altri compagni. Non avevano loro notizie da diverse ore e i sospetti di Frank si intensificarono all’arrivo nella radura.
L’aria era umida e il terreno molto fangoso, in quanti aveva piovuto fino a pochi minuti prima, ma molte erano le tracce che fecero ben capire che c’era stato uno scontro violento in quel posto. Alla luce delle torce i soldati trovarono bossoli sparsi un po’ ovunque e diverse orme andavano in ogni direzione. Alcune di queste erano visibilmente umane, mentre altre erano decisamente di un animale molto grosso.
La porta del rifugio spalancata e dopo esservi entrato, Sanders disse “Signore, sembra che qui non ci sia più nessuno! Hanno lasciato tutto dentro le stanze, devono essersene andati di fretta!”
Frank ispezionava l’area cercando di capire dove finissero le impronte umane.
Jetkins chiamò il capitano “Signore, venga a vedere cos’ho trovato!”
I soldati si diressero verso il compagno, illuminando un grosso varco nella foresta con alberi abbattuti e calpestati come fruscelli sul terreno.
“Questo doveva essere bello grosso! Un Trex forse?” mormorò Sanders.
Daniel impugnò forte il fucile guardandosi intorno e massaggiandosi le ferite inferte dai piccoli Compsognatus alcune ore prima.
Frank non rispose ma si chinò a terra illuminando una delle enormi impronte lasciate dalla misteriosa creatura e prese un oggetto ripulendolo dal fango che lo ricopriva.
Illuminandolo con la torcia si scoprì che era una fiaschetta di metallo leggermente ammaccata. Aprendola e bevendone un sorso, Frank sentì sia l’odore che il sapore di vodka, per giunta calda, sputandola immediatamente.
Rigirandola lesse a bassa voce la scritta “Fino alla morte”. Sì, era proprio la fiaschetta del suo compagno Gabriel.
Jetkins, capendo la situazione, disse “Signore, ordini?”, guardando con fare interrogativo il capitano.
Frank si rialzò mettendo la fiaschetta nel suo zaino, poi disse “La porta è spalancata, quindi come ha detto Sanders devono aver avuto pochissimo tempo per organizzarsi!”
Si diresse verso l’apertura tra gli alberi illuminando con la torcia e continuò dicendo “Cercate munizioni e viveri nel rifugio. Jetkins tu pensa alla radio e controlla velocemente i dati raccolti dal pc. Poi andremo in quel dannato laboratorio a vedere cosa hanno combinato quelli della Iongen in questo posto!”
   
 
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