Titolo: Pioggia tra le iridi assenti
Fandom: Naruto
Personaggi: Kakashi (secondari: Naruto, Sakura)
Pairing: nessuno
Generi/Avvertimenti: guerra, introspettivo, malinconico
Raiting: giallo
Note: flash ambientata durante l’ultima guerra.





 

Pioggia tra le iridi assenti
di Jooles

 


La pioggia insolente gli sferzava il viso da ore ormai, così come da ore attorno a lui cresceva il numero di nemici che si accasciavano inermi.
«Sono qui», lo sbeffeggiò quella voce che inseguiva ormai da quando il sole aveva deciso di nascondersi dietro l’orizzonte, troppo impressionato dalla carneficina in atto sulle sue terre per poterle illuminare ancora per molto.
Kakashi affondò, ancora una volta, il kunai nell’intercostato del nemico, sfilandolo poi senza troppi complimenti.
«Avanti, attaccami maestro!». Kakashi soffocò una smorfia all’udire quell’appellativo uscire proprio da un essere come lui, ricordandosi solo dopo che il suo volto era nascosto dal solito lembo di stoffa nera. Nessuno, per fortuna, avrebbe notato il suo dolore.
L’inseguimento stava proseguendo ora verso il bosco. I rami scricchiolavano sotto il peso del  loro odio, lasciandosi dietro piccole schegge di corteccia come tracce del loro passaggio.
Il jonin lanciò una carta bomba oltre la testa del suo inseguito, facendo in modo di deviargli la traiettoria della fuga; come programmato, il violento impatto fece sbalzare indietro il nemico, che precipitò a terra in una piccola radura incorniciata da frondosi alberi.
Kakashi ricoprì con un balzo verso terra la distanza tra lui e il traditore, atterrandovi proprio sopra e cingendogli saldamente i fianchi tra le ginocchia, facendo in modo che non fuggisse. Il maestro si incurvò verso il suo volto, il kunai stretto alla mano puntato contro la giugulare di quello.
«Maestro, non vorrà mica uccidermi!». La finta incredulità nelle iridi del giovane annientarono ogni minima traccia di sopportazione rimasta verso quel traditore.
Il volto di Naruto sotto di lui lo supplicava di lasciarlo vivere, fantasma di una speranza che un tempo lo incarnava, ma che ora Kakashi non poteva scorgere nei suoi occhi chiari, nemmeno grazie all’uso dello Sharingan.
«Tu non sei un mio allievo» sussurrò piatto, non lasciando trapelare nemmeno la più minima traccia di disgusto nei suoi confronti; non avrebbe meritato così tanta importanza, uno come lui.
Con un colpo rapido e secco del polso, l’arma affondò nel petto di Naruto, il cui volto si contrasse in una smorfia di dolore prima di distendere i muscoli e sbarrare gli occhi. La pioggia si insinuava nelle iridi spalancate e sembrava quasi che piangesse.
I morti non piangono, Kakashi.
Quella figura senza vita sotto di lui iniziò a mutare la sua forma, e il colorito vivo di quello che doveva incarnare il suo allievo lasciò spazio al pallore di un essere muta-forma.
Kakashi si alzò e con un piede rigirò di schiena lo Zetsu impostore. Gli dava fastidio persino guardarlo in faccia.
 
«Maestro!»
«Maestro Kakashi!». Le due voci a lui più conosciute si stavano avvicinando.
«Dobbiamo tornare al campo!»
Sakura e Naruto, il vero Naruto, lo guardavano e Kakashi capì che avevano bisogno di lui.
Del loro maestro.
«Andiamo» e li seguì per tornare indietro, verso la battaglia.
Osservando le loro schiene, Kakashi si rese conto di quanto fossero più forti ora.
Forse anche più di lui.
 

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Note
Questa flashfiction ha partecipato al "Drabble&Flash Contest" di dio-niso (bellissimo contest, tra l'altro), classificandosi quinta.
Non c'è niente da aggiungere, se non che era da moltissimo tempo che volevo scrivere qualcosa incentrato sui pensieri di Kakashi sulla guerra e i suoi allievi (chissà che non arriverà qualcosa sul Team 7, ormai me lo sono promessa!).
A presto, coraggiosi lettori!