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Autore: soulofthemusic    19/06/2013    11 recensioni
La gioia lo invase come se fosse luce e lui un grande rosone, tavolozza di colori vivi. Si girò e abbracciò Noemi lasciandole una miriade di baci sui capelli. Lei si avvicinò al suo orecchio e mormorò: «Sei mio, ricordi?». [...] Noemi lo guardò, era una visione celestiale, era tutto il mondo che da quel momento avrebbe imparato a conoscere. Si avvicinò alle sue labbra esitante e vi posò un leggero bacio che la fece trasalire. Sì, aveva fatto la scelta giusta. Ora aveva trovato il pezzo mancante nella sua vita e poteva permettersi l’illusione della felicità.
[...]
Parliamoci chiaro: questa non è la solita storia di dolci parole e amori felici. No. Qui si parla di vite complicate, vite vuote, avvolte in una crisalide di dolore. Si parla di amori. Malati, bugiardi, ingannevoli, amori veri che ti consumano dentro. Lo sfondo poi è una guerra tra Bene e Male. Cosa volevate che ne uscisse fuori?
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I.

 

Noemi era così: donava amore e attenzioni a tutti, che loro ricambiassero o meno, che se lo meritassero o meno. Era una di quelle persone che con la sua semplicità e innocenza riusciva a sciogliere anche i cuori più gelidi, un sole che faceva breccia nelle giornate più nuvolose. Non aveva molti amici, ma grazie a Gael conosceva  molte persone. Tutti quelli a cui era stata presentata si ricordavano di lei: la ragazza piccola, con gli occhi verdi e il tatuaggio. Non se lo spiegava, ma rimaneva come un marchio nella testa delle persone. Lei che non aveva niente a distinguerla dalle tante altre ragazze che giravano intorno al suo migliore amico, lei che non si piaceva, lei che si trovava mille difetti. Lei che si sapeva imperfetta.
«Buon giorno piccolo angelo, il sole stanotte è scappato dai tuoi occhi ed è già in cielo.»
 Parole sussurrate nel buio della sua stanza, mani che le accarezzavano i capelli, labbra che le sfiorarono la fronte. Gael.
«Buon giorno tesoro.» disse stiracchiandosi e regalando un sorriso al suo migliore amico.
 «Grazie amore.» Gael si sentiva speciale quando Noemi gli sorrideva, quando donava un sorriso solo a lui, perché era unico, speciale. Come lei. Il ragazzo si allontanò così Noemi si alzò piano e andò a scostare le tende che coprivano tutta la parete vetrata della sua stanza, ed eccola lì. Neve. Lo spettacolo più affascinante che l’inverno potesse offrire. La sua città quel giorno era avvolta da un manto bianco, un manto freddo che abbracciava ogni cosa e che il sole rendeva luccicante, pieno di riflessi. Ed ecco ancora una volta la sua mente vagare tra gli stretti corridoi dell’infanzia, attenta ad evitare i ricordi dolorosi, quelli che ormai avevano vestiti di polvere per arrivare al ricordo bianco, quello fatto di mille riflessi, come la neve.
 La ragazza si portò istintivamente la mano dietro all’orecchio, là dove due piume nascevano per morire a metà del suo collo.
 Pochi secondi dopo una dolce melodia la riportò alla realtà, era un messaggio di sua madre, il buon giorno senza cui Noemi non usciva di casa.
Buongiorno principessa... leggeva sullo schermo.
«Buon giorno regina.» mormorò la ragazza sollevando gli angoli della bocca.
 Noemi si vestì con calma poiché la fretta non faceva parte di lei, non la caratterizzava e non l’avrebbe mai fatto perché considerava la calma come un lusso nel mondo in frenetica agitazione di cui faceva parte. Si sistemò i capelli color cioccolato come meglio poteva e andò in cucina dove l’aspettava un bicchiere di acqua fredda. Ecco la premura di Gael, i piccoli gesti fatti di grandi dimostrazioni. Lui però era in camera, così la ragazza ne approfittò per prendere il pacchetto che aveva preparato di nascosto la sera prima e lo infilò furtiva nello zaino, poi bevve l’acqua ed entrò nella camera dell’amico. Abbracciandolo da dietro Noemi sussurrò: «Andiamo?» Il suo tono non era spazientito o rude, era soave e leggermente assonnato. Restò stupita quando Gael si voltò, con il viso a pochi centimetri dal suo. Si guardarono negli occhi, il cioccolato fronteggiava lo smeraldo, lo smeraldo rifletteva il cioccolato finché, per paura di sgretolarsi a causa della dolcezza del cioccolato, gli occhi color smeraldo si chiusero e affondarono nella spalla del ragazzo, lì dove le labbra lasciarono un bacio delicato. Quando Noemi si scostò provò freddo, già le mancava il calore del corpo davanti a sé, ma si girò e andò in salotto per lasciare a Gael il tempo di finire di prepararsi.
Quando fu pronto i due si avviarono alla fermata del pullman, ma quando salirono sul mezzo c’era solo un posto libero così Gael si sedette prendendo in braccio Noemi, che gli ricordò tanto una  bambina e gli fece sussurrare: «La mia piccola.». Arrivati a scuola la ragazza fu subito tratta in disparte da una studente un po’ più alta di lei, con i capelli spettinati e biondi e gli occhi azzurri. Gael lasciò la sua mano a malincuore e andò dai suoi amici continuando a guardarla.
 «Allora? Novità?!» chiese la bionda.
«Ti riferisci alla storia inesistente che c’è tra Gael e me, Evelin?» chiese pazientemente Noemi. L’amica le chiedeva ogni giorno con più entusiasmo come procedeva tra lei e Gael, ma tra loro non c’era niente e Noemi cominciava a stufarsi della continua insistenza di Evelin.
«Dai Emi, è da un mese che non va con nessuna! Questo come me lo spieghi?»
«Semplicissimo: magari si è stufato di andare con tutte quelle che gli capitavano e si sta prendendo un periodo di pausa!» nonostante il suo tono deciso gli occhi tradivano dell’insicurezza che Evelin percepì subito.
«Quindi non ti ha detto niente eh, chiediti il perché Noemi e apri gli occhi ti prego. Sareste una bellissima coppia!»
«In effetti hai ragione, glielo chiederò quando saremo soli, ma adesso per favore smettila e andiamo dagli altri altrimenti si capirà il motivo per cui mi hai rapita.»
Evelin si rassegnò così le due ragazze si diressero verso il tavolo nel cortile interno dov’era seduto Gael con i suoi amici. Appena arrivò il ragazzo prese la mano di Noemi attirandola a sé e facendola sedere in braccio a lui per scaldarla, cominciando a baciarle i capelli.
«Allora venerdì vieni alla Rosa, Gael?» chiese un ragazzo piuttosto alto e snello, i capelli ricci e castani.
Gael scostò il viso dai capelli di Noemi e sorridendo disse: «Solo se viene anche lei.» indicando la ragazza tra le sue braccia.
«Lo sai che venerdì lavoro tesoro.» disse rivolta a Gael.
«Ma dai sarà fantastico! Noe, lui ci deve essere!» disse il ragazzo di prima.
«Tranquillo Adam, lo convinco io.» così dicendo fece l’occhiolino a Adam e sorrise a Gael. La campanella suonò e tutti si diressero alla propria classe.
Non appena Noemi si sedette al suo posto vide Gael discutere con la sua compagna di banco e sorrise pensando che Evelin aveva torto marcio, ma proprio quando si girò per guardare fuori dalla finestra due braccia la strinsero contro un petto familiare.
«E come staresti pensando di convincermi ad andare venerdì?» chiese una voce soave vicino all’orecchio della ragazza baciandone poi il lobo.
«Ad esempio potrei convincere Cassia a venire con te, che ne dici?» affermò Noemi pensando di avere la situazione in pugno.
«E cosa ti fa pensare che se Cassia venisse con me io ci andrei?» rispose la voce un po’ stranita.
«Beh, non la stavi invitando prima, scusa?»
«Stavo semplicemente barattando il mio posto con il suo e qualcosa mi dice che non le dispiace affatto.» mentre parlava Gael sorrideva.
«Non dirmi che.. davvero?!?» esclamò Noemi sciogliendo l’abbraccio e girandosi sorpresa verso l’amico.
«Credo proprio di sì: alla tua compagna di banco piace Martin. Sorpresa?»
«Beh Martin è un bel ragazzo, ma non pensavo che le piacesse.»
Gael non poté fare a meno di chiedersi se Martin piacesse anche a Noemi, la gelosia cominciava a farsi strada verso il suo cuore quando la ragazza lo abbracciò sussurrandogli all’orecchio «Anche perché tu sei molto più bello di Martin.». Una gioia incontenibile invase il ragazzo che ricambiò l’abbraccio immergendo il viso nei capelli color cioccolato dell’amica e  riempendosi i polmoni del suo profumo. «Ti voglio bene piccola mia.» disse. La risposta non tardò ad arrivare, flebile poiché la bocca di Noemi era appoggiata contro il maglione del ragazzo: «Anche io amore, sempre.».
 Il professore entrando si schiarì la voce e tutti si ricomposero per la lezione che stava per cominciare. Noemi tirò fuori dal suo zaino un blocco di fogli bianchi e cominciò a disegnare. Quando disegnava si sentiva libera, lontana dal mondo sensibile e più vicina al mondo platonico delle idee. Nuotava tra pensieri, parole, immagini, flash e la sua mano li trasformava in disegni. Senza nemmeno accorgersi le ore di scuola passarono e si ritrovò fuori dall’edificio in un attimo, così propose a Gael: «Hai voglia di venire al parco con me?»
 «Veramente ho detto a Martin che sarei andato con lui a vedere il nuovo tatuaggio che vuole farsi… Potresti venire anche tu visto che sei molto più esperta!»
«Peccato avevo preparato una sorpresa per te… Sarà per la prossima volta! Io vado lo stesso, ho bisogno di quanto più verde possibile. A stasera!» terminò Noemi con il suo solito entusiasmo.
«A stasera.» sussurrò Gael mentre lei si allontanava. Avrebbe davvero voluto accompagnarla, scoprire la sorpresa che aveva in serbo per lui, ridere e scherzare come solo con lei poteva fare, ma aveva fatto una promessa ed era il genere di ragazzo che manteneva la parola data.
Guardò Noemi mentre se ne andava, era bella da togliere il fiato. Piuttosto piccola, molto magra ma così aggraziata da sembrare una dea che fluttuava sulla neve senza lasciare traccia. I capelli lunghi si intravedevano nonostante la pesante sciarpa che si era messa e il capello le stava d’incanto, le dava un’aria infantile.
Forse, pensò Gael, Noemi ha un'aria da bambina perchè la sua infanzia le è stata rubata.
Sapeva la sua storia, il divorzio dei genitori quando aveva poco più di 6 anni, l’anoressia provocata dalle accuse del padre di aver fatto finire il matrimonio, l’immenso amore della madre che cercava in ogni modo di aiutare sua figlia, i sacrifici  fatti per una famiglia in rovina. Adesso suo padre si era trasferito in Francia con la sua nuova fiamma mentre lei si era spostata a Utrecht per studiare e sua madre era rimasta a Amsterdam. Gael ricordò che quando si erano conosciuti, non avrebbe mai immaginato che la ragazza dagli occhi di smeraldo avesse una storia così triste e che i due ormai migliori amici avevano in comune solo la passione per la musica, passavano ore ad ascoltare i loro artisti preferiti, cantare a squarciagola le parole dei brani che erano entrati loro nel cuore. Musica-dipendenti, così si definivano. Successivamente erano nate altre passioni comuni come il disegno, fino a giungere a un affetto che superava ogni limite, che rasentava quasi l’amore e che faceva sì che i due si sentissero completi solo in presenza l’uno dell’altra. Gael nella macchina dell’amico e Noemi per le antiche strade della cittadina, due persone a metà, due anime che soffrivano la separazione come un’astinenza.

 



Piccolo angolo della scrittrice:
Buongiorno (o buonasera) a tutti quelli che hanno letto questo capitolo. Ho mille domande per voi, ad esempio qual'è il personaggio che vi è piaciuto di più, qual'è quello che vi incuriosisce maggiormente, con quale vi identificate di più ecc. Ma vi chiedo solo un favore: recensite e fatemi sapere che ne pensate della storia, mi farebbe molto piacere sapere la vostra opinione! :) Inoltre ringrazio per le visite del prologo e per la bellissima recensione di Sofi ( spero di non aver deluso le tue aspettative <3). Un bacio, Maddy :)

 
   
 
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