Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Hermione Jane Granger    03/01/2008    15 recensioni
Un'altra notte insonne... Sola.. insonne... sola insieme al mio Fuoco.
Un sogno, per una volta, niente Incubi.

BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO! ^___^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Coppie: Ginny/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Post Mediam Noctem, Cum Somnia Vera” - Orazio


I.

Erano passate da poco le 23, e ancora una volta mi ritrovavo seduta in Sala Comune, su di una poltrona sgualcita, a guardare il fuoco, sola.
Le fiamme erano rosse e gialle e arancioni e turbinavano basse in una confusione di colori.
Gettai un coccio di legno nelle braci e tra le lingue chiare.
Il calore arrivò a me come un soffio di vento e mi diede piacere. I piedi che tenevo rannicchiati sulla poltrona, mentre mi abbracciavo le ginocchio, stretta in un pigiama smesso di Ron, erano congelati e mi ringraziarono per quel così tenero calduccio che ora arrivava fino a loro.
Sospirai.
Che cosa ci facevo di nuovo li?
Tutti dormivano, ma io no. Io aspettavo.
Aspettavo che cosa?
Ma soprattutto.. chi?
Sospirai.
Aspettavo il mio sogno? Il mio sogno ad occhi aperti?
Ero stanca di quelli vissuti soltanto nelle dolci cortine della propria mente.
Inconsapevoli.
Impotenti.
Mi strinsi più forte le gambe al petto.
Erano tre anni che sognavo.
Tre stupidissimi anni…quando finalmente ero uscita dall’involucro abbagliante che mi ero creata attorno, convinta che quello che sentivo per Harry, Harry Potter, fosse amore.
Racchiusa in quel bozzolo di attese e batticuori, sono passata ad una realtà fatta di attese e rimpianti. Attese e speranze. Attese e tentativi…
Tre anni in attesa.
Sospirai.
Tre anni in attesa di te, Hermione.

II.

Di te, Hermione.
Che ti accorgessi dei miei occhi posati su di te?
Del mio sguardo, quando mi rivolgi un sorriso?
Del mio cuore, che quando sfioro il tuo pensiero sussulta e quando ti ho accanto si ferma?
Tre anni… ad osservare farfalle che cercavano di attingere dal tuo miele.
Farfalle che si posavano lievi sui tuoi petali.
A stare zitta.. quando quelle farfalle sfioravano con le loro luride zampette il tuo polline…
E a intessere loschi intrighi per farle volare via.
Perché tu sei solo mia, Hermione.
Chi altri può amarti più di me?
Chi, può farlo come me?
Potrei darti ogni felicità. Farei di tutto per te… per un tuo sorriso…
Per colpa tua ora sono diventata egoista.
Eppure vigliacca.
Altro che Grifondoro.
Non ho mai avuto il coraggio… di rivelarti i miei pensieri, i miei sogni… quel fuoco che mi arde
dentro e brucia, ogni giorno brucia sempre di più.
E vederti sempre, sempre tranquilla… quasi non badavi alle farfalle, quasi…
Mi hai lasciato il dubbio e mi hai fatto nutrire con speranze, quel sentimento che ininterrottamente ora s’agita nel mio cuore.
Un brivido mi scosse le spalle.
Gettai un altro coccio nelle fiamme.
Queste lo avvolsero e lo lambirono cominciando a rosicchiarlo e incenerirlo.
Ecco cosa mi stava succedendo.
Sarei finita anch’io come quel coccio di legno?
Incenerita dal mio stesso amore?
Il mio sguardo vacuo imperterrito fissava quel piccolo incendio nel camino.
Un rintocco risuonò lontano. Quasi provenisse da una vecchia radio.
Erano le 23.30.

III.

Quanto tempo passò da quando quel pendolo aveva suonato?
Quanto tempo passò, prima che mi accorgessi della tua presenza?
Voltai di scatto la testa, come risvegliata da una trance.
Con la coda dell’occhio, il mio cervello aveva registrato un movimento.
Eri lì, silenziosa. Immobile.
La tua mano poggiata sulla dura pietra dell’arco che conduceva ai dormitori.
Eri scalza.
Ecco perché non ti avevo sentita.
Prima che riuscissi ad accorgermi della “O” di stupore della mia bocca, e dell’espressione ammutolita del mio viso, avevi già fatto qualche passo, sorridendomi. Avvicinandoti.
Mossa sbagliata, Hermione.
Ebbi un tuffo al cuore, che però ricominciò a battere quando ti sedesti sulla poltrona vicino alla mia, rannicchiandoti per salvare quel calore che ancora ti trascinavi dalle lenzuola tiepide.
Fissavi il fuoco.
Io fissavo te.
“Come mai ancora sveglia, Ginny?” mi chiedesti, spostando lo sguardo su di me.
TUM -----------------------
Il mio cuore andò a farsi benedire. Non riuscivo ancora a credere che si potesse amare qualcuno in un modo così… forte.
Avevi la voce un poco addormentata, roca.
Presi fiato.
Doveva arrivare aria, o sarei morta.
Misi insieme la prima cosa che mi venne in mente.
“Non riuscivo a dormire” dissi, controllandomi. “E tu?” aggiunsi però con malcelata curiosità.
Rimanesti ancora un attimo sul mio viso, prima di voltarti verso il camino.
“Neanche io” c’era sincerità nella tua voce, ma anche qualcos’atro.
Tristezza? Si, tristezza.
I capelli non erano scompigliati ma neanche tanto in ordine.
Questo voleva dire che non avevi dormito molto.
Non ce la feci. Non resistetti a quella tentazione.
“Come mai?” innocente. Sinceramente preoccupata. Curiosa, in fondo.
Una parte di me voleva sentirti rispondere che ero io la causa della tua insonnia. Ma l’altra parte di me schiaffeggiò l’altra riportandola alla realtà.
Fu così che le tue parole mi colpirono in faccia come un vero schiaffo e mi mozzarono il respiro come un pugno.
“Sono innamorata”

IV.

“Sono innamorata, Ginny” i tuoi occhi, mentre mi guardavano, erano pieni di uno strano dolore. Ansia? No, sofferenza.
“I-Innamorata?” borbottai sorpresa. Anche troppo.
Tu annuisti solamente, abbassando il capo.
“Oh” riuscii solo a sussurrare, abbassando lo sguardo anch’io.
Il tappeto era bello, ma un po’ logoro agli angoli.
Il mio esatto opposto.
Bello fuori e logoro dentro.
“Ma sono triste, Ginny” la tua voce mi risvegliò. Non esprimeva affatto tutto quel mare che ti avevo visto dentro.
“Perché?” trovai la forza di domandare.
Staccai gli occhi dal tappeto e li riportai su di te.
Non la facevo a distogliere lo sguardo per troppo tempo.
Tu fissavi ancora il tappeto, senza vederlo.
Un sorriso amaro che non ti avevo mai visto spuntò sulle tue labbra, sempre così leggere, e quando finalmente ti girasti, una lacrima sostava nei tuoi occhi lucidi, sempre così dolci.
“Non sono ricambiata” mormorasti con voce rotta.
Assolutamente.
Era troppo per me.
Eri così indifesa, così fragile… il dolore nel tuo sguardo era così profondo…
Non ce l’ho fatta.
Come potevo lasciare che i tuoi occhi piangessero davanti al mio cuore senza sentirlo morire?
Come potevo?
Anche solo sperare di non soffrire nel sentire la tua voce così carica ma allo stesso tempo vuota?
Niente.
Semplicemente, non potevo.
E fu un attimo.
Con delicatezza, ed urgenza nascosta nei miei gesti, presi il tuo viso tra le mani e premetti piano le mie labbra sulle tue.

V.

Chiusi gli occhi quasi subito.
Avevo paura di quello che potevo leggere nei tuoi.
Anzi, che sicuramente avrei letto.
Così mi concentrai sulla tua bocca. Che non era assolutamente come me l’aspettavo…
Era di più.
Ma quando sentii il sapore salato, e tra le dita, la scia di una lacrima, con la morte nel petto mi preparai a separarmi da ciò che per tre anni avevo ignorato e per i successivi tre avevo agognato. Sentivo il pianto premere furioso contro le mie palpebre serrate e la mia gola chiusa.
Avevo il magone.
E di nuovo riuscisti a fermare il mio cuore, come se arrivassi direttamente al suo interruttore.
E di nuovo il mio cuore si fermò, quando sentii le tue mani tiepide e fredde posarsi sulle mie, trattenendomi, e con la bocca cercare quel bacio che non era mai cominciato.
I rintocchi della Mezzanotte risuonarono nella stanza, e poi nella mia mente, come un eco.
Piena di te, e del tuo amore che colava caldo dalla tua bocca giù, giù nella mia gola, riuscii a formulare un solo pensiero.
Dopo mezzanotte… quando i sogni diventano realtà.

THE END



Salve ^_^ fic molto smielata e senza pretese partorita ieri notte alle 4.20.. un regalo in ritardo ^___^
HjG
  
Leggi le 15 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Hermione Jane Granger