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Autore: Ely_fly    19/06/2013    1 recensioni
Sono tornata con una nuova fic... Non odiatemi!
Stavolta si tratta di una Robin X Raven.
Raven viene ferita gravemente durante un attacco e la sua guarigione sembra impossibile. Riuscirà Robin a rassegnarsi o farà di tutto per salvare la sua "amica"?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3 ANNI DOPO

 

«Raven? Posso entrare?» chiese esitante Starfire, bussando alla porta della sua amica.

«Vieni pure, Star» le rispose la voce soffocata della maga.

Con delicatezza, l’aliena aprì la porta e scivolò nella stanza. Si trovò davanti una visione che mai più avrebbe avuto occasione di vedere: Raven in abito bianco. Anzi, meglio: Raven in abito da sposa.

Era un vestito semplice, a sirena, che abbracciava ogni centimetro del corpo della maga, fino ad aprirsi come un fiore dal ginocchio in giù, di un bianco abbagliante. I lunghi capelli della ragazza erano sciolti sulle spalle.

«Starfire! Meno male che sei arrivata! Ti prego, aiutami a pettinarla e a truccarla! Questa pazza non vuole assolutamente che io lo faccia!» esclamò Bumble Bee, quasi abbracciando la ragazza dai capelli rossi.

«Come? Non vuoi truccarti?» si stupì l’aliena, guardando con cipiglio severo l’amica.

«No! A Richard vado bene così come sono, non gli piace il trucco» decretò Raven.

«Questo perché non ha ancora visto il mio trucco. Fidati di me, ci penso io» decise Starfire, mettendo mano alla trousse dei trucchi che Bumble Bee aveva portato nella stanza di Raven nella speranza di usarla.

«Starfire! Non osare! Cosa stai facendo?!? Nooo!»

 

«Credete che vada tutto bene?» chiese Robin, agghiacciato dalle urla provenienti dalla camera della sua fidanzata.

«N-Non saprei…» ammise Beast Boy, preoccupato al pari del suo amico.

«Che dite, vado a vedere?» domandò Cyborg, alzandosi.

«Meglio. O il ragazzo-meraviglia, qui, ci lascia le penne» gli rispose il mutaforma verde, indicando il ragazzo in questione, che sembrava davvero ad un passo dal restarci secco.

«Ricevuto.»

 

Il mezzo-robot raggiunse la camera della sua sorellina adottiva e bussò con forza alla porta.

Le urla non diminuirono di un decibel e la porta si aprì di qualche millimetro, rivelando il viso sudato di Bumble Bee.

«Serve qualcosa, Sparky?» chiese la ragazza.

«Ehm… Ci chiedevamo se fosse tutto a posto. Robin si sta per far venire un infarto, quindi ho pensato di venire a controllare» spiegò il cyborg, cercando di sbirciare nella stanza e non riuscendoci.

«Tutto a postissimo! Meglio di così non potrebbe andare! Ci vediamo in chiesa, ciao!» rispose lei, chiudendo la porta e lasciandolo con un palmo di naso.

Il ragazzo guardò perplesso la porta, ma poi decise di rinunciare. Torno giù dai suoi amici e raccontò brevemente quel che era successo. I due non sembravano per nulla rassicurati, ma decisero di seguire il consiglio di Bumble Bee e di andare alla cappella in cui avevano deciso che si sarebbe svolta la cerimonia.

 

«Ecco fatto, visto? Niente di terribile!» esclamò Starfire, ammirando la sua opera. Ci aveva messo tutto il suo impegno, ma era venuta fuori una vera opera d’arte, doveva ammetterlo.

«Niente di terribile?!? Starai scherzando, mi auguro!» strillò Raven, guardandosi allo specchio. Non poteva credere che fosse davvero lei quella che la guardava dal riflesso.

«Non diciamo cavolate e muoviamoci. Siamo in ritardo» intervenne Bumble Bee, aiutando la maga ad infilarsi le scarpe e poi conducendola verso la porta. Starfire si affrettò dietro di loro e qualche istante dopo la torre fu deserta.

 

 

 

 

 

 

 

«Robin?»

«Che c’è, Speedy?»

«Non per renderti ancora più nervoso, ma… Sta arrivando Raven.»

Il cuore balzò in gola al ragazzo, che deglutì vistosamente, con gran divertimento del ragazzo dai capelli rossi, che era anche, sfortunatamente, il suo testimone di nozze.

«Rilassati, amico. Andrà tutto bene» gli disse il ragazzo, battendogli una mano sulla spalla. «Robin? Dovresti girarti.»

«Oh, certo» rispose nervosamente il moro, girandosi e trovandosi davanti uno spettacolo mozzafiato: Raven avanzava verso di lui, al braccio di Cyborg, splendida nel suo abito bianco, i lunghi capelli viola raccolti in un semplice chignon, cui sfuggivano due ciocche sulla fronte e poi… Era truccata. Non l’aveva mai vista così, aveva sempre pensato che le donne con il trucco non gli piacessero, ma doveva ammettere che truccata così Raven era semplicemente divina. I grandi occhi erano evidenziati da una linea nera ed illuminati da un ombretto chiaro. Le labbra erano rosa pallido, piene e morbide, come sempre.

Se non fosse stato per il fatto che già l’amava a dismisura, si sarebbe innamorato di nuovo di lei, ne era certo.

A piccoli passi, la ragazza percorse tutta la navata e lo raggiunse all’altare, rivolgendogli un piccolo sorriso.

Lui ricambiò, certo di non poter fare altrimenti. Si guardarono negli occhi, ma il loro momento venne interrotto dal piccolo prete davanti a loro, che si schiarì la voce e cominciò la cerimonia.

 

«Vuoi, tu, Richard, prendere in sposa la qui presente Rachel, in salute e in malattia, finché morte non vi separi?»

«Sì, lo voglio.»

«Vuoi, tu, Rachel, prendere in sposo il qui presente Richard, in salute e in malattia, finché morte non vi separi?»

«Sì, lo voglio.»

«Scambiatevi gli anelli. Io vi dichiaro marito e moglie. Puoi baciare la sposa.»

Richard si abbassò delicatamente verso Raven, posandole un lieve bacio sulle labbra. Ci sarebbe stato tutto il tempo dopo, per approfondire il loro rapporto.

Tutto intorno a loro si udirono le acclamazioni dei loro amici e i due ragazzi si voltarono, radiosi in volto. Robin prese per mano la moglie (quanto era contento di poterla chiamare così!) e la condusse verso l’uscita della chiesa. Lì furono raggiunti dai loro amici e fu soltanto nella sicurezza della macchina che li avrebbe portati al luogo del ricevimento che i due ebbero un istante di tranquillità.

«Sei felice?» chiese Robin, prendendo il viso della ragazza tra le mani.

«E come potrei non esserlo?» rispose lei, sporgendosi verso di lui e baciandolo appassionatamente. «E tu?» chiese, quando si staccarono.

«Se questa è la premessa , come potrei essere infelice?» rispose lui, riallacciando le loro labbra.

 

 

 

Your words are my food, your breath my wine. You are everything to me.

[Sarah Bernhardt]

  
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