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Autore: noir choco    19/06/2013    1 recensioni
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Dopo cortissime frasi distanti attimi interminabili di imbarazzante silenzio, non ricordo chi, probabilmente Pansy disse: “E Vincent?”
Già, e Vincent?
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Gregory Goyle, Pansy Parkinson, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Mesi dopo la guerra, mi misi in contatto con i miei vecchi compagni. Tanto ormai, a che servivano i litigi.

Un giorno, per caso, ci ritrovammo cinque o sei di noi, della solita cricca a cui piaceva fare i bulli.

Ricordo che era una stanza vuota, grigia. Adatta a un Serpeverde. Non ricordo bene perché ero lì, e non voglio nemmeno ricordarlo.

Dopo cortissime frasi distanti attimi interminabili di imbarazzante silenzio, non ricordo chi, probabilmente Pansy disse: “E Vincent?”

Già, e Vincent? Sentii lo sguardo gelido di Zabini, di cui notai solo in quel momento la presenza, affranto, che mi fissava, confuso.

Io lo guardai, cercando di non ricordare. Ma il sudore dell’imbarazzo, lo sentii ugualmente.
Mi accorsi dopo che il sudore non era provocato dall’imbarazzo e dalla tensione. Sentivo caldo, il ricordo delle fiamme si faceva sempre più vivo.
Chiusi gli occhi e scossi la testa, per mandare via quei pensieri. Ma non ci riuscivo, il ricordo si sentiva troppo, e cominciavo a sentire caldo. Allargai il coletto della camicia, perché cominciava a strozzare.

“Allora? Dov’è?”

Qualcuno notò il fastidio, mio e di Blaise, ma non disse nessuno niente, per un bel po’, spiazzato. E io volevo terribilmente che qualcuno rompesse quel ghiaccio, più di quanto non lo facesse sciogliere quel caldo arrogante.
Sentivo dei singhiozzi soffocati. Nessun Serpeverde vuole farsi vedere affranto. Daphne e Pansy avevano capito tutto.

Theodore Nott andò via, velocemente. Seguito da Gregory. Io li guardai uscire da quella stanza, che diventava sempre più piccola e soffocante.

Poi un gemito. Un tonfo. Pansy Parkinson si accasciò a terra. La mani sulla bocca, per sottomettere meglio i singhiozzi. La raggiunse Daphne, lacrimante anche lei. Arrivò a consolarla, cosa che non avrebbe mai fatto.

E fu lì, che capii, che capimmo tutti, che volevamo tutti bene a Vincent Tiger. Con lui avevo fatto gli scherzi che sarebbero rimasti nella storia. Ci siamo divertiti, i primi anni.
Ora chissà cosa sarebbe successo.

Decisi di andarmene al più presto. Mi congedai con uno strozzato: “Ci vediamo al matrimonio, Daphne…”



















 
 
  
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