Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: Jonas_Addicted    19/06/2013    14 recensioni
“Mamma...” William mi rivolge un sorriso. “Si, tesoro?” Dico tirando su con il naso.
“Perchè piangi?” mi chiede per poi stringermi la mano.
“Perchè sto ripensando a quando ho realizzato il mio sogno...”
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Memories of a long time ago.

 
“Mamma!” William mi chiama dalla sua camera, mentre sono in cucina, intenta a lavare i piatti del pranzo. “Cosa c’è, amore?” Chiedo distogliendo lo sguardo dal lavabo e chiudendo il rubinetto dell’acqua, vedendo che nel frattempo mi ha raggiunta e si è seduto al tavolo.
“Mi aiuti a fare i compiti? Non riesco a fare queste operazioni di matematica... Hai per caso qualche appunto di quando andavi a scuola che mi può aiutare?” Mi chiede mostrandomi il suo quadreno pieno di esercizi di matematica da svolgere.
 
William è mio figlio, ha gli occhi azzurri proprio come i miei, i capelli ricci tendenti al biondo ed ha undici anni. Frequenta la scuola media ed è sempre stato un ragazzino calmo e studioso, rendendomi la madre più orgogliosa di tutte.
“Ma certo tesoro, vai a vedere in soffitta se trovi qualcosa negli scatoloni che non abbiamo portato di sotto da quando abbiamo fatto i lavori... Sicuramente troverai qualcosa.” Gli dico dandogli un bacio sulla fronte, spingendolo delicatamente con una mano sulla schiena in direzione delle scale che portano appunto, alla soffitta.
Mi squilla il cellulare, e lo prendo dalla tasca del grembiule che ho lasciato in cucina.
“Tesoro mio, io ritorno a casa per cena, ho molto da fare qua a lavoro...” È mio marito, che come al solito da anche la sua anima nel lavoro per portare a casa i soldi.
“Va bene amore, ci vediamo stasera... ti amo, buon lavoro.” Lo saluto sorridendo allo schermo.
 
Sento il rumore della ghiaia nel vialetto, segno che mia figlia maggiore Charlotte è tornata da scuola. Mora, riccia, con gli occhi azzurri, è una ragazza di sedici anni con tanti sogni e tanta voglia di vivere.
“Ciao mà!” mi saluta per posare lo zaino all’ingresso, arrivare in cucina e lasciarmi un leggero bacio sulla guacia e correre in camera sua, con le cuffiette nelle orecchie...
È proprio la copia di come ero io alla sua età.
 
“Mamma, puoi venire un attimo?” mi chiama William dalla soffitta. Sicuramente avrà trovato qualche ragnetto e mi vorrà chiedere di ucciderlo.
“Arrivo, dammi un attimo e sono da te!” Urlo per farmi sentire.
Mi lego velocemente i capelli lunghi ricci con una matita in uno chignon disordinato e mi avvio verso la soffitta.
Quando finisco di salire le scale, mi inonda un intenso odore di carta e polvere, mi ricorda molto quando ero giovane e mi rifugiavo qui per ascoltare la musica e per ballare e cantare.
“Cosa c’è? Hai trovato quello che ti serviva?” Chiedo accucciandomi sulle ginocchia vicino alla figura di William che guarda con ara interrogativo uno scatolone colorato.
“Cos’è questo?” mi chiede poi spostando i suoi dolci occhi azzurri sul mio viso.
“Non lo so, vediamo...” dico io sistemandomi per bene, seduta per terra con lo scatolone sulle gambe.
Lo apro e come succede nei film, mi spunta un sorriso sulle labbra, mentre mio figlio mi guarda confuso.
 
Comincio a vedere il contenuto. Diari segreti, giornalini e ritagli di articoli, tanti posters, una decina di CD, il mio ipod colorato scritto con il pennarello indelebile, alcuni libri e persino una maglietta.
“Allora mamma? Cos’è tutta questa roba?”
“Amore, chiama Charlotte... Devo raccontarvi una storia...” dico cercando di trattenere le lacrime, e cercando di ignorare il naso che pizzica.
 
Un volta che Charlotte ci ha raggiunti, mi guarda con un’aria interrogativa “Che cosa c’è?” mi dice sedendosi vicino a me.
Io le sorrido e le faccio cenno di aspettare.
“Non vi ho mai parlato di come ero io da giovane, ma se dovessi descrivermi in pochi aggettivi mi sarei definita uguale a Charlotte: piena di sogni, con la musica nel cuore, che era sempre pronta a rischiarare le mie giornate.” Tiro fuori dallo scatolone il primo oggetto che mi capita alla mano e vedo che è un cd impolverato con la copertina chiara, che raffigura cinque ragazzi su una spiaggia che si abbracciano e sorridono.
Passo un dito per spolverare il titolo dell’album: Up All Night.
 
Tutto d’un tratto mi ritrovo a vivere un flashback.
 
“Grazie mamma!” dico scartando il regalo per il mio quindicesimo compleanno, trovandovi il CD della band che tanto amavo. Metto il disco nel mio stereo e comincio a cantare davanti a tutti i mei parenti che mi guardano divertiti.
“You’re insecure, don’t know what for, you turnin’ heads when you walk through the do-o-or!”
 
Quando William mi tocca il braccio per svegliarmi dai miei ricordi, mi ritrovo a canticchiare quel motivetto che ormai mi è ritornato in testa…
“Don’t need make-up to cover up, being the way that you are is eno-ou-ugh!”
I miei figli mi sguardano sbalorditi, non capendo cosa stia facendo e perchè mi sia messa a cantare quando avrei dovuro spiegare loro una ‘certa cosa’.
“Allora ragazzi, quando io avevo più o meno l’età di Charlotte, amavo incondizionatamente una band anglo-irlandese, gli One Direction si chiamavano... Noi fans eravamo le Directioners.
Erano questi cinque ragazzi che vedete in foto...” mostrai ai bambini la copertina del CD, e indicando i ragazzi da sinistra verso destra, dissi i loro nomi, che erano ormai rimasti incisi nel mio cuore.
“Questi sono Harry, Zayn, Louis, Liam e Niall... Sono nati come band, partecipando ad xfactor UK nel lontano 2010, e quando arrivarono terzi alla finale io non c’ero, non li conoscevo ancora... Ma diventarono subito famosissimi in tutto il mondo e io li conobbi nell’aprile del 2012, e mi innamorai subito di due di loro in particolare. Dicevo sempre che li amavo allo stesso modo, ma sotto sotto ero pazzamente innamorata di Harry e Louis...” dico poi, cercando di ricordarmi quanti più particolari possibili.
William e Charlotte mi guardano e intanto sorridono, vedendo che ho gli occhi lucidi e la voce quasi rotta dal pianto.
Subito dopo, tiro fuori il mio poster preferito, quello gigante che li ritrae in piedi tutti e cinque che sorridono sul palco del Madison Square Garden, con migliaia di ragazze sullo sfondo che popolano e che danno vita al quel concerto che ha segnato i loro cuori.
“Vedete ragazzi, ho anche scritto la data di questo meraviglioso evento, qui in basso al poster: 3 dicembre 2012... È stato il concerto della loro vita...”
Dico io accarezzando i loro visi sorridenti, stampati su quel poster ormai con gli angoli spiegazzati e un po’ strappati. Ripongo quel poster e tiro fuori un libricino... Ah no, è la versione limitata del loro secondo album... “Take Me Home”.
Riguardo la tracklist che c’è scritta all’interno, e non si sa come, a venticinque anni di distanza, mi ricordo ancora ogni singola canzone.
 
Una piccola lacrima mi scende sul viso, quando vedo le mie due canzoni preferite di quell’album, “Little Things” e “They Don’t Know About Us”.
“Guardate, queste due erano le mie due canzoni preferite, perchè la prima era dedicata a tutte le ragazze come me, che non amavano il loro corpo, e la seconda perchè parlava di una storia d’amore segreta, che nessuno sapeva...”
“Ed eravate tu e papà i protagonisti di questa canzone?” Mi chiede William cercando di capire cosa significasse il titolo.
“No, tesoro... In quel periodo non conoscevo ancora vostro padre, anzi... Tutte noi ragazze sognavamo di sposare loro, e ci piaceva immaginarlo, scrivendo storie in cui noi eravamo le protagoniste e vivevamo per sempre felici con il nostro uomo, che segretamente speravamo fosse uno di loro... Ma questa canzone parla di un amore, che io e tante altre ragazze pensavamo esistesse tra due membri della band...”
“Ma erano tutti maschi...” dice William facendo una smorfia con il viso, arricciando il naso pieno di lentiggini.
“William, ma che ne puoi sapere tu... sei piccolo... L’amore gay è una delle cose più belle che ci sia!” dice poi Charlotte guardandomi e sorridendomi. Questa ragazza è proprio come me...
 
“Tua sorella ha ragione... Harry e Louis erano bellissimi insieme... Adesso sinceramente non so più nemmeno che fine abbiano fatto... Dopo l’annuncio del ritiro dei ragazzi, non si è mai saputo più niente... Ho saputo solo che due di loro si sono sposati con le fidanzate di allora... Ma di Louis e Harry non si sa più niente. Dentro di me, spero davvero tanto che siano andati a vivere insieme e si siano sposati, dopo la rottura del contratto che avevano con la casa discografica...”
“Mamma, e se dovessi riincontrarli, se dovessero ritornare insieme, così dopo tanto tempo... tu andresti ad un loro concerto?” mi chiede poi William appoggiando la testa al mio braccio.
“Ma certo tesoro, ci ritroveremo tutte noi Directioners, per dimostrare loro che li abbiamo amati veramente, e che li amiamo tutt’ora... Sarebbe una cosa bellissima riincontrare tutte quelle ragazze, che ormai sono cresciute come me, ma con i sogni ancora delle adolescenti come tua sorella...” Dico accarezzandogli i capelli, e rivolgendo un sorriso a mia figlia che mettendosi a gattoni, arriva davanti a me per abbracciarmi.
 
“E come vi tenevate in contatto, tu e le altre fan degli One Direction?” mi chiede poi Charlotte sciogliendosi dall’abbraccio.
“Avevamo un social network, che utilizzavamo anche come ‘diario segreto’: Twitter.” Dico cercando dentro lo scatolone il foglietto dove mi ero scritta la password e il mio nickname...
Con un grandissimo sorriso lo ritrovo, e me lo stringo al petto. Lo metto poi in tasca.
Trovo poi una scatolina rosa, dove dentro trovo la bottiglietta del loro profumo: Our Moment.
Una bottiglietta rosa, con il tappo a coroncina, perchè noi fans eravamo le loro principesse... ormai dentro non ce n’è rimasta più nemmeno una goccia, ma il tappo profuma ancora all’interno, e odorandolo, mi vennero in mente tutti i ricordi legati al periodo in cui lo indossavo.
Sposto alcuni ritagli di giornale e qualche poster, trovando poi il biglietto del cinema, quando sono andata a vedere il loro film in 3D... “This is us”. Subito sotto, trovo un foglio scritto a mano da me, con tante scritte colorate che comprendevano anche tante loro citazioni:
 
“No! Jimmy Protested.”
“Vas Happenin?”
“A Massive Thank You”
“I’m a Song!”
“And I’d marry you Harry…”
“Supermaaaaaaaaaaaaan!”
“Energy Juice!”
“Potatooooo”
 
E poi qualche frase di canzone:
 
“I’m in Love with you, and all your little things...”
“Cause I can love you more than this…”
“Feels like snow in September.”
“It’s Gotta be you”
“And let me kiss you!”
“Nothing’s fine, I’m torn”
“Let’s go, crazy crazy crazy ‘till we see the sun!”
 
“Mamma...” William mi rivolge un sorriso. “Si, tesoro?” Dico tirando su con il naso.
“Perchè piangi?” mi chiede per poi stringermi la mano.
“Perchè sto ripensando a quando ho realizzato il mio sogno...” dico rovistando nello scatolone in cerca del biglietto del concerto che sono andata a vedere.
Finalmente lo trovo e lo stringo tra le dita: “Take me Home Tour, 2013. Arena di Verona.”
 
Una, due, tre piccole lacrime solcano il mio viso, ricordando quella meravigliosa serata. Forse la più bella della mia vita.
 
“Best show ever”, “We love you more.”, “My Juliets…”
 
I miei pensieri vengono interrotti dal suono del campanello, segno che mio marito è ritornato a casa. Senza neanche accorgermene, si è fatta sera, ed io ho rispolverato una parte del mio cuore, facendo capire ai miei figli, quanto è bello avere degli idoli.
I ragazzi corrono incontro al padre per abbracciarlo, mentre io aspetto sorridendo che Charlotte finisca di salutarlo per poi stampargli un bacio a stampo.
“Papà, papà! Non immaginerai cosa ci ha raccontato mamma!” dice William aggrappandosi al collo del padre, che intanto cerca di togliersi la giacca a vento.
“Cosa, tesoro?” chiede baciandogli una guancia.
“Ci ha raccontanto di quando lei era giovane ed era innamorata dei Direct... Direction... Ehhh non mi ricordo come si chiamano!” dice grattandosi la testa cercando di ricordare quel nome difficile.
“One Direction?” gli suggerisce poi Charlotte rivolgendomi un’occhiata per avere la conferma se il nome fosse giusto, ricevendo un mio sorriso in segno di approvazione.
“Beh ragazzi, non so se vostra madre ve lo ha detto, ma io e lei ci siamo conosciuti proprio grazie alla passione per questa band!” Dice mio marito, venendomi vicino e abbracciandomi da dietro lasciandomi un dolce bacio sulla guancia.
 
Quando abbiamo finito di cenare, corro nella camera da letto, e accendendo il computer mi collego ad internet e digito la parola Twitter sul motore di ricerca.
La stessa schermata di allora, forse è cambiato solo qualche particolare che non riesco però a notare. Leggo attentamente il biglietto che ho estratto dalla tasca posteriore dei miei jeans, e digito il nome utente e la password.
Quando riesco finalmente ad entrare nel mio account, è ancora tutto come lo lasciai l’ultima volta: il BG bianco, l’icon di Liam, l’intestazione con i fiori blu, e il banner con le montagne...
Il numero di followers è diminuito di poco, ma è tutto rimasto così. Il mio ultimo tweet è stato diciannove anni fa. Mi chiedo ancora come il mio account non sia stato sospeso o cancellato.
Controllo la mia home: l’ultima volta che ci ho dato un’occhiata è stata veramente tantissimi anni fa... Era piena di ragazze che parlavano della band che amavano, così come facevo io.
Adesso sì e no, se qualcuno è ritornato, scrive di lavoro, di politica, è un deserto... Naturalmente, non potevo aspettarmi di ritrovare i tweet sugli One Direction.
 
Sicuramente però, dopo così tanti anni, ritrovare il coraggio di rispolverare i miei sentimenti, mi rende orgogliosa di aver mantenuto la mia promessa: quella di restare fino alla fine.

 

Directioner is a promise 

   
 
Leggi le 14 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Jonas_Addicted