Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Julia of Elaja    19/06/2013    9 recensioni
Questa storia nasce da una splendida canzone di Kate Bush: "Babooshka".
Ogni frase di questa meravigliosa canzone sarà il titolo di ogni singolo capitolo.
"Perchè quando una donna vuole testare la fedeltà di suo marito, può diventare davvero pericolosa..."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


And when he laid eyes on her, he got the feeling they have met before...
 





Silenzio: nemmeno una mosca volava per casa quando Bulma prese posto sulla panca del tavolino per la toelettatura.
Si pettinò accuratamente i capelli turchini, pensando e ripensando a ciò che stava per compiere.
Vegeta era uscito; dopo aver lasciato da sole Bulma e Bra in giardino, non si era fatto vedere per ore; era rientrato solo alle tre per mangiucchiare qualcosa, poi di nuovo era scomparso.
La ragazza era andata via, dirigendosi in centro per fare alcune compere e per incontrare alcune amiche, con le quali si sarebbe trattenuta fino a tarda notte.
Era da giorni, ormai, che aveva pronto l’occorrente per un ottimo travestimento: accuratamente nascosti sotto il fondo di un tiretto, Bulma aveva lasciato una confezione di lenti a contatto colorate, una parrucca color rosa molto tenue e delle ciglia finte, oltre che trucchi vari e rossetti molto vistosi.
Era infine giunto il momento di indossare tutto quel che Bulma aveva segretamente conservato, indumenti compresi: un attillato abitino blu con un foulard azzurrino e un frontino blu notte.
Era appena uscita dalla doccia, la pelle profumava ancora del bagnoschiuma vanigliato con cui si era insaponata, uno che non aveva mai usato prima d'allora.
Prese con mano ferma le lenti a contatto: i suoi occhi, dunque, sarebbero diventati nocciola.
Fissò le iridi color del cielo che la natura le aveva donato e cercò di immaginarsi con un colore diverso: "Chissà se mi staranno bene!" pensò curiosa.
Aprì la confezione ed estrasse la prima delle due lenti, posandola delicatamente sull'occhio destro. Andata!
Quando tornò o guardarsi allo specchio, uno solo dei suoi occhi era rimasto del solito colore: l'altro, invece, era di uno splendido e caldo marroncino.
"Ehi! Mi sta proprio bene!" esclamò soddisfatta Bulma, posando intanto anche l'altra lente sull'occhio ancora azzurro cielo.
Non aveva mai indossato lenti a contatto colorate: ma la cosa la intrigava parecchio.
Tornò di nuovo a fissarsi nello specchio e si stupì di quanto già fosse cambiata, solo indossando un paio di lenti colorate.
Allungò una mano e legò i suoi capelli in uno stretto chignon: nemmeno un ciueffo doveva spuntare dalla parrucca!
Fissò a lungo quei finti capelli rosati, sperava davvero che Vegeta non si accorgesse dell'inganno.
"L'unico problema è l'aura" pensò mentre posava la parrucca sul suo capo e la faceva aderire per bene "Spero che l'espediente dell'alcool funzioni! Vegeta quando beve inizia a confondere le auree".
Se lo ricordava bene, al diciottesimo compleanno di Bra: voleva scagliare un Big Bang Attack contro un amico di sua figlia perchè era convinto di percepire in lui l'aura di Frezeer e ci erano volute ben due ore per tranquillizzarlo.
Bulma sorrise al ricordo di quella buffa situazione: quell'esperienza le era servita ora per ingannare suo marito, che con un bicchiere di vino non riusciva più a riconoscere lucidamente le auree.
Bulma sarebbe uscita di casa già alle dieci, ora per la quale Vegeta ancora non si sarebbe ritirato: ormai conosceva bene i ritmi del marito, stava sempre chiuso nella gravity room sino alle dieci e mezzo, poi rientrava in casa, cenava con ciò che Bulma gli aveva preparato, per poi dedicarsi al relax. Quella sera, invece, alle dodici aveva un appuintamento e Bulma era certa che avrebbe regolarmente cenato e poi si sarebbe recato all'appuntamento.
Ecco che quindi aveva capito come poter far ubriacare Vegeta: gli avrebbe preparato regolarmente la cena, ma nella sua bevanda avrebbe versato un'abbondante dose di alcool; il gioco era fatto!
"E ora pennello alla mano e diamoci da fare con questi trucchi!" esclamò la donna, stendendo un leggero velo di cipria rosata sulle guancie e del rossetto sulle labbra.
Mezz'ora dopo erano le dieci in punto: Bulma alzò lo sguardo e fissò il grande orologio che era appeso al muro, nell'ingresso di casa sua.
"Bene" pensò "Ora esco, e alle dodici lo vedrò..." una morsa allo stomaco la prese alla sprovvista, facendola piegare in due per il dolore.
"E' l'ansia" realizzò Bulma; quella dannata ansia, la paura e la curiosità timorosa per quello che sarebbe successo di lì a due ore.
Ma non era il momento di farsi prendere dal panico: non ora.
E con passo deciso, una donna dall'attillato abito blu notte, tacchi vertiginosi, capelli rosa e occhi nocciola uscì da casa Brief.
Nessuno la vide, nel buio della notte.

Un pugno, poi un altro e un altro ancora. Rabbia, solo tanta rabbia che voleva uscire fuori, ecco cosa sentiva Vegeta dentro di sè.
Era buio là fuori, erano quasi le dieici e dieci, e lui continuava ad allenarsi senza tregue, sfogando tutta la sua rabbia e la sua frustazione nella Gravity Room.
Ogni pugno era un'ansia in meno; pugno destro,:pensieri su Bulma. Pugno sinistro: pensieri su Babooshka.
"Alle dieci e mezzo andrò a cenare" si disse, dando un'occhiata fugace all'orologio sulla parete "Manca solo un quarto d'ora... poi mi darò una lavata e a mezzanotte sarò sul luogo dell'appuntamento".
Ai giardini comunali alle dodici: ormai aveva ripetuto così tante volte quella tiritera nella sua testa che quasi lo stava per dire ad alta voce, in automatico, come un automa.
Sarebbe andato all'appuntamento, era troppo curioso. Bulma non avrebbe mai scoperto nulla, ne era certo.
"Anche perchè a lei non importa nulla di cosa faccio io" pensò, tirando un altro pugno e incrementando la sua aura "Quindi, non sto facendo niente di male!".
E continuava a tirare pugni, calci, ad allenarsi... perchè se avesse smesso anche solo per un istante, i suoi mille pensieri l'avrebbero fatto impazzire.
Bulma, Babooshka... e poi sua figlia Bra che si sposava: era capitato tutto assieme, e lui davvero non riusciva a reggere tutte quelle pressioni!
Forse Babooshka l'avrebbe aiutato a distrarsi.
Forse.
Forse lei si sarebbe rivelata anche migliore di Bulma.
Gliela ricordava parecchio, eppure sembrava così diversa da sua moglie... decisamente migliore!
Uscì fuori dalla Gravity Room alle dieci e mezzo precise: entrò in casa e si diresse in cucina, lo stomaco che gli brontolava per la fame e per il nervosismo.
Si accasciò sulla sedia e mangiò di gusto la cena che Bulma gli aveva preparato; bevve avidamente l'intera bottiglia di succo che sua moglie gli aveva lasciato sul tavolo, e si dissetò meritatamente, dopo tutto quel tempo chiuso nella Gravity Room.
Quando ebbe finito, erano le undici e un quarto.
Si alzò in piedi e si diresse in bagno: si precipitò sotto la doccia, gli piaceva così tanto stare sotto l'acqua fresca e sentire il suo scrosciare invadergli le orecchie.
Non gli importava se Bulma stesse dormendo o meno, anzi quasi desiderava che lei lo sentisse nella doccia, così vicino alla camera da letto...
Gli sarebbe piaciuto se lei fosse entrata e si fosse infilata sotto la doccia, con lui, a sorpresa.
Ma cose del genere ormai non le faceva da tanti anni, e lui aveva perso le speranze.
"Sono stanco. Mi sembra di vivere con un fatasma in casa!" pensava lui scocciato e irritato, mentre usciva da casa sua alle dodici meno dieci.
Diede un'occhiata alla finestra della camera da letto, che si affacciava sul giardino della loro casa: Bulma di certo era lì, che dormiva beatamente... “Se solo sapesse cosa ho dentro!” pensò Vegeta con una fitta al cuore.
Dentro di sé provava mille diverse emozioni: risentimento, tristezza, delusione… ma anche rabbia, per quella situazione di stallo con Bulma e poi era anche adirato con se stesso: perché, dannazione, perché non riusciva a guardarla negli occhi e parlarle?!
Camminava svelto e sentì, nel silen zio della notte, il primo dei dodici rintocchi del campanile lì vicino.
“Devo muovermi! Volare non mi farà male!” si disse, spiccando il volo veloce per dirigersi in tutta fretta sul luogo dell’appuntamento.
Secondo, terzo, quarto rintocco… ma poi, se quella storia fosse stata tutta una sceneggiata?
Quinto, sesto, settimo… No, impossibile, Babooshka doveva necessariamente esistere! Lui ne era certo!
Ottavo, nono, decimo… c’era quasi, stava scendendo di quota, vedeva i giardini comunali ad un passo, ma di una donna dai capelli rosati nessuna traccia…
Undicesimo. Ecco, era atterrato davanti all’entrata.
Dodicesimo rintocco. Silenzio totale.
Solo le stelle illuminavano quella silenziosa notte d’estate: il vento caldo sfiorava il suo corpo, vibrante di eccitazione e curiosità.
“Avanti, donna! Fatti vedere!” pensò lui, impaziente.
Qualcosa attirò il suo sguardo: una scarpa alta, blu, color della notte, e una gamba affusolata e longilinea a sovrastare quel piede delicato… stava uscendo qualcuno dall’oscurità, dall’ombra di un albero lì vicino.
“Sei puntuale, bel principe!”.
Vegeta sentì la sua testa girare improvvisamente: non riusciva a percepire l’aura di quella donna… che fosse un cyborg?
“Forse sono solo agitato, devo stare calmo” si rimproverò lui, esibendo intanto un sorrisetto furbo e strafottente e facendosi incontro a quel paio di belle gambe che ancora non volevano far uscire il resto del corpo da quel buio.
“Perché rimani lì e non ti fai vedere?” chiese lui, un ghigno curioso sul volto “Sono proprio impaziente di vederti, donna!”.
La sconosciuta ridacchiò sommessamente: “E va bene, Vegeta, l’hai voluto tu!”.
La vide: eccola.
Capelli rosati e lisci, due occhi grandi color nocciola, un corpo da favola, gambe lunghe e sode, un vestito attillato che lasciava molto spazio all’immaginazione… era veramente incredibile!
Ma più la donna gli si avvicinava, più Vegeta aveva l’impressione di averla già vista da qualche parte…
“Babooshka” sillabò lui, gustandosi ogni singola sillaba di quel nome “Bentrovata!”.
Le porse un braccio al quale lei si aggrappò con delicatezza: lo guardò dritto negli occhi, e lui si ritrovò spiazzato.
Ancora non riusciva a percepire la sua aura, era qusasi sbiadita, confusa… strana. Eppure quella donna lo intrigava davvero tanto.
“Sai” mormorò, avvicinandosi fatalmente a lei “Appena ho posato gli occhi su di te, ho avuto l’impressione che ci fossimo già incontrati prima”.
Babooshka sembrò colpita da quell’affermazione, e sgranò gli occhi, sorpresa: “Davvero?”.
“Sì… ma è solo una mia impressione, se ti avessi realmente incontrato mi sarei ricordato bene di una donna del genere!”.
Risero: ma nel sorriso di lei si celava una grande verità.
Una verità che Vegeta non sapeva e non capiva.
Un cuore spezzato e un’anima in fin di vita.     




Image and video hosting by TinyPic



N.D.A.
Piaciuto il capitolo, amici e amiche???
IL PRIMO INCONTRO WOOOOW!!!
Che ne pensate del mio espediente dell'alcool per ovviare al problema dell'aura?
E dell'immagine? Eccovi Babooshka aka Bulma ;) Eh eh zio Veggy, ma possibile che non la riconosci? Ma dico io u.u
Fatemi sapere con un commentino o una recensione, sono sempre ben accette!! :D
Vi lascio, devo scappare a prepararmi e sono in condizioni disastrose! D:
Vi abbraccio tutti, ci si aggiorna dopodomani! :D
Un bacione! :*
Julia


                                             












   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Julia of Elaja