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Autore: R Artemis    19/06/2013    2 recensioni
Angeli e demoni. L'eterno conflitto tra bene e male. Ma chi ha deciso cos'è il bene e cos'è il male?
L'amore, puro sentimento umano, è bene o male?
Gwen, protagonista di un mondo più grande di lei, non sa trovare risposta a ciò.
Entrambe le fazioni sembrano opporsi a lei e ad un batterista che entra nel suo mondo per caso.
Che lo scontro abbia inizio.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando si svegliò, la prima cosa che notò fu che si trovava da solo...Gwen non c'era. Il sole era alto ormai e la sua luce illuminava tutta la stanza. Nonostante fosse quasi Novembre, il tempo non accennava a peggiorare, anzi quel caldo sembrava non voler più lasciare la città.
Shannon sfiorò le lenzuola dove, prima di entrare nel mondo di Morfeo, riposava l'angelo, al suo fianco, e in cui riusciva ancora a sentire il suo dolce profumo, poi si alzò dal letto, consapevole che c'era chi aveva davvero bisogno di lei. 
Anche lui aveva bisogno di lei, ma non poteva essere così egoista, non in quel momento. Gwen avrebbe salvato lui e tutti gli esseri umani, ne era convinto.
Uscì dalla camera, diretto verso il bagno per una doccia, quando sentì delle voci provenienti dal piano di sotto.
Jared, pensò. Era l'unico a cui aveva dato le chiavi di casa sua. Ma non era da solo, a meno che non stesse parlando da solo, cosa che comunque non escludeva. 
Controvoglia, scese le scale e si diresse verso la fonte di quelle voci. Non appena arrivò in cucina, sorrise incredulo e divertito alla scena che si trovò davanti: Jared e Gwen, seduti uno di fronte all'altro al tavolo al centro della stanza, che discutevano con una tazza di caffè tra le mani.
"Oh, buongiorno Shannon!" esclamò il fratello, quando lo vide appoggiato alla porta, che li osservava.
Gwen si voltò verso di lui e gli sorrise, un semplice sorriso che si formò anche sulle labbra del batterista non appena incrociò quegli occhi azzurri. 
Non era andata via...era ancora lì.
Osservò la tranquillità con cui si mostrava al cantante, quella tranquillità che nascondeva tutto il timore che gli aveva mostrato solo la notte prima. Aveva legato i capelli in una lunga treccia che le ricadeva sulla spalla destra...sembrava una bambina. Rise dentro di sé pensando alla vera età di Gwen. Questa cosa ogni tanto lo terrorizzava ancora, ma poi ricordava come si sentisse quando era con lei, come ogni sua cellula vibrasse quando era al suo fianco. Aveva accettato tutto il suo mondo e ora imparava a conviverci.
"Tieni, ne ho preparato un po' anche per te." disse la ragazza, riportando i suoi pensieri tra di loro.
"Abbiamo preparato, vorrai dire." puntualizzò Jared.
"L'avete preparato insieme?" chiese Shannon sempre più incredulo. Da quando Jared e Gwen andavano d'accordo?
"Giocare con il tuo stupido blackberry mentre io preparo il caffè, non significa aiutare!" ribattè la ragazza rivolta al cantante.
"Non insultare il mio blackberry!" Jared prese tra le mani il suo amato cellulare e lo accarezzò come fosse un piccolo e tenero animale.
"Ah ecco, ora tutto mi sembra più normale." disse Shannon, più tra sè che agli altri due, divertito dalle perenni discussioni tra il fratello e la ragazza.
Gwen alzò gli occhi al cielo poi si alzò, prese il caffè rimanente e lo portò a Shannon, ora poggiato sul tavolo, che lo bevve tutto in pochi sorsi.
"Ottimo!" commentò il batterista, riportando il sorriso sulle labbra della ragazza. 
"Grazie!" rispose il cantante, divertito quando la ragazza gli cacciò la lingua.
Shannon non potè fare a meno di ridere davanti a quella scena, poi, approfittando dell'attimo di distrazione del fratello con il blackberry, avvolse un braccio intorno alla vita di Gwen e la avvicinò a sé. Le posò un dolce bacio sulle labbra, mentre lei gli mise le mani sul petto, riconoscendo la forma dei suoi muscoli.
"Pensavo fossi già andata via." sussurrò lui sulle labbra, cercando di non farsi sentire dal fratello che si dirigeva in sala.
"Volevo almeno salutarti prima di andare..poi comunque è arrivato quello là e, sai com'è, litigare con lui è più forte di me! Ma ora devo andare. Matt mi ha chiamata poco prima che ti svegliassi."
"Cosa succede? Non ti hanno trovata, vero? Sai che puoi restare da me quanto vuoi, forse qui sei la sicuro.."
"Non lascerei mai che ti facciano del male." affermò decisa. Guardò Jared camminare avanti e indietro per la sala, intento a discutere animatamente con qualcuno a telefono, e fu sicura che non li sentisse.
Tornò a Shannon, e gli raccontò tutto, dei rapimenti, delle battaglie, di Lilith. Parlò delle sue paure, dei suoi piani, delle sue piccole speranze. Tutto senza mai fermarsi, abbassando a volte lo sguardo, ma tornando sempre verso quegli occhi verdi. Lui restò incredulo davanti a tutto ciò, davanti a quello che lei stava affrontando e per cui lui non poteva fare nulla.
"Non andare, per favore." supplicò l'uomo, quando la ragazza prese il cellulare dalla tasca dopo aver ricevuto un messaggio, entrambi sicuri di chi fosse il mittente.
Gwen sorrise, poi posò un piccolo bacio sulle labbra di lui. "Devo andare. Tornerò presto, te lo prometto. Tu ora devi pensare alla tua musica, voglio sentire nuovi pezzi quando tornerò, ok? E non vedo l'ora di rivedervi su un palco."
Shannon avvicinò ancora di più la ragazza a sé e la baciò con passione e disperazione. Assaporò ogni attimo finchè la voce del fratello non li interruppe. "Allora piccioncini, qui la temperatura si sta scaldando!"
"Devo andare.." sussurrò la ragazza, così l'uomo allentò la presa dai suoi fianchi e la osservò allontanarsi e correre al piano di sopra.
"Tutto bene?" chiese Jared notando lo sguardo perso del fratello.
"Deve..ripartire. Deve tornare a lavoro." rispose.
Dopo pochi secondi la ragazza tornò giù, la borsa in spalla, pugnale in una mano, cosa di cui, fortunatamente, si accorse solo Shannon, e corse via, richiudendosi la porta alle spalle, urlando un saluto agli altri due mentre usciva.
Fuori, Gwen non perse tempo, corse in una stradina isolata, liberò le ali e volò verso il cielo, veloce come la luce, nella direzione indicata da Matt.
"Andiamo Shannon, hai bisogno di una bella doccia! Veloce, ci aspetta un'intervista dall'altra parte della città!"
Shannon cercò di tornare in sé e seguì il consiglio del fratello, dirigendosi in bagno. Come aveva detto lei, doveva concentrarsi sulla musica. Gwen se la sarebbe cavata, come sempre, sapeva quanto era forte.
 
 
-SHANNON-
Tomo ride davanti alle risposte come sempre evasive di Jared, ed io lo seguo, contagiato dalla sua risata.
L'intervistatrice, bionda, occhi scuri e profondi, fisico niente male messo in mostra dai suoi vestiti che coprono lo stretto necessario, chiede del nuovo album, dei nostri prossimi progetti.
Sembra quasi che facciano apposta a piazzarci queste "intervistatrici", se così si possono chiamare.
E' quasi sempre Jared a rispondere ed è sempre lui che riesce a deviare le risposte, non lasciando trapelare nulla di importante, soprattutto quando l'intervista non si rivela così interessante e stimolante come preferirebbe lui.
Ma riesce sempre a scherzare e a non mostrare questa sua piccola irritazione.
Ogni tanto prende la parola Tomo con qualche battuta. E' stato il miglior acquisto della band. Non potevamo chiedere persona migliore dopo tutto quello che abbiamo passato. In ambito musicale, è incredibile. Si adatta a tutto, ci ha mostrato molti aspetti della musica a noi sconosciuti, ci stimola ad andare avanti, ha idee geniali, non si tira mai indietro davanti a nulla. E poi è un ottimo amico. Cosa ne sarebbe stata la band se non fosse arrivato lui, davvero non lo so.
"Jared, so che tu ami in modo particolare la Francia. Come mai questa passione?"
Io e Tomo sorridiamo e ci guardiamo, cercando di nascondere il nostro divertimento. Quel Paese nasconde molto più per Jared di quanto lui voglia mostrare..
"La Francia è incredibile. Parigi mi ha sempre affascinato. E' la patria di molta arte, è fonte di ispirazione."
Fortunatamente l'intervista finisce in fretta e riusciamo tutti ad evitare domande personali.
"Esco a prendere del caffè" riferisco agli altri, e così dicendo cerco l'uscita di quella radio.
Fuori, ricordo di un vecchio Starbucks non molto lontano, in una strada laterale. Il cafè è quasi vuoto, i pochi ragazzi che siedono ai tavolini ridono sorseggiando una bevanda. Ordino il mio caffè forte ed esco, riprendendo la strada per tornare alla radio.
Poco prima di uscire dalla strada laterale, quasi del tutto isolata, due uomini, piuttosto robusti e muscolosi entrambi, si avvicinano a me.
"Tu sei Shannon Leto!" afferma uno sorridendo ed io annuisco, con un ultimo sorso al caffè. "Perchè non ci dici dov'è la tua amica?" 
Li guardo, confuso, cercando di capire chi siano questi due. "Che ne dici di venire con noi e aspettare che la tua cara Ginevra si arrenda alla nostra padrona?"
Demoni. Appena capisco, gli occhi di entrambi gli uomini diventano neri come la pece, per un secondo, un intero secondo che mi sembra durare un'ora, poi tornano normali, l'uno verdi, l'altro marroni. Indietreggio, spaventato, ma mi sembra quasi di non riuscire a muovermi. Il caffè mi cade dalla mano e sento il bicchiere cadere a terra e tutto il liquido riversarsi sul cemento. Tutto si muove così lentamente, come se qualcuno si stesse divertendo con il telecomando di un lettore dvd. Gli uomini avanzano ed io indietreggio, la paura negli occhi. Lentamente, un sorriso si forma sulle labbra di uno di loro, un sorriso terrificante, ed è l'ultima cosa che vedo, prima di sentire un forte dolore alla testa. Poi più nulla.
 
 
Gwen arrivò al luogo di ritrovo. Uno strano brivido le percorse la schiena non appena sfiorò con i piedi la terra. Ritirò le ali dentro di sé, anche se sapeva che lì non ce n'era bisogno.
Vide Matt parlare con Caleb, un angelo che aveva conosciuto durante una caccia contro dei lupi mannari, in Europa.
Tutti sembravano concentrati in qualche lavoro. 
Vide da lontano un angelo che non aveva mai visto. Era..piccolo. Sembrava un bambino, ma le ali dorate intorno a lui erano così grandi.
Era seduto, per terra, e sembrava osservare tutti gli altri intorno a lui. Gwen si avvicinò al piccolo angelo e si sedette al suo fianco.
"Ciao." la salutò lui con un sorriso. 
"Io sono Gwen e tu..tu devi essere Cupido." affermò la ragazza, sorridendo a sua volta. 
Cupido annuì. "Non ci siamo mai incontrati prima. Mi spiace che sia successo proprio in questa occasione."
"Già.." La ragazza notò che un'ala dorata del bambino aveva una strana posizione, come se fosse ferita. "Cosa hai fatto lì?"
"Oh, nulla. Uno strano demone..guarirà." disse, muovendo piano l'ala. Le ali erano la parte più forte ma anche più difficile da rimarginare per un angelo. Ci sarebbe voluto un po' per farla guarire...
"Forse posso fare qualcosa, fammi vedere." disse, e Cupido spostò l'ala in modo che Gwen potesse toccarla. C'era una profonda ferita e molte piume intorno ad essa erano ormai diventate rosse. Prima la sfiorò e Cupido trasalì. "Scusami...ma questo forse ti farà un po' male." affermò. Poggiò sulla ferita una mano e questa emanò una luce bianca. Cupido soffocò un urlò, ma pochi secondi dopo, il dolore era sparito, così come il sangue e la ferita non appena Gwen spostò la mano.
Il piccolo angelo guardò prima la sua ala, poi Gwen, stupito. "Come..come hai fatto?"
"Non lo so, ci riesco e basta." confessò la ragazza. Uno dei suoi strani poteri che aveva scoperto molto tempo fa. Ormai anche Matt si era rassegnato davanti alle incredibili capacità nascoste della ragazza.
"Grazie.." sussurrò Cupido, ancora sbalordito. Gwen lo osservò mentre accarezzava la sua ala, così piccolo ma in realtà così forte. Il piccolo dio dell'amore, secondo gli umani. Non tutto ciò che credevano loro era vero...Cupido era un ottimo arciere, si, ma non certo responsabile dell'innamoramento degli umani. E non era figlio di Venere, come molti pensano. Era solo..uno degli angeli che viveva in paradiso al Suo cospetto. Certo, ci sapeva fare in amore e lo dimostrò quando molti degli angeli si presentarono agli umani. Lui riusciva a far credere nel vero amore, tutto qua.
"Sai, conoscevo tua madre. L'ho aiutata a nascondersi durante...durante quel brutto periodo. Sin dall'inizio ho sempre saputo che quell'angelo avrebbe fatto cose eccezionali..."
"E invece si è innamorata di un demone, e ha creato me." continuò Gwen.
Cupido scosse la testa divertito. "...e infatti si è innamorata di un demone, e ha creato te. Sei una creatura straordinaria, devi solo vederlo con i tuoi occhi." continuò la sua frase. "Non ho mai visto amore più profondo. Il loro, e quello che provavano per te. L'amore va oltre una distinzione come quella, e tu lo sai bene. L'amore proibito è spesso quello più puro, ricordalo. Sono proprio gli esseri umani ad averci insegnato questi valori...Non lasciare che nulla si metta tra te e Shannon."
Come faceva a sapere di Shannon? conosceva così tante cose sull'amore, sui suoi genitori, avrebbe voluto chiedergli di più, ma Matt li interruppe.
"Gwen, vieni subito, ci sono novità."
Tutti gli angeli calarono in un profondo silenzio mentre osservavano Gwen alzarsi e dirigersi verso il suo vecchio compagno.
Con tutti gli sguardi fissi su di lei, la ragazza raggiunse l'amico e sentì l'adrenalina e la voglia di combattere a mille quando Matt le riferì la notizia.
"Sappiamo dove si trova Lilith."
  
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