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Autore: Phantom13    19/06/2013    5 recensioni
Una ragazza, per motivi X dopo Y avvenimenti, si ritroverà tramutata in un corvo. La vita da pennuto, però, è più complicata e difficoltosa del previsto, irta di pericoli che la società umana non considera nemmeno come tali. L'unico che può aiutarla e trovare il modo di spezzare l'incantesimo è il suo amico d'infanzia che di mestiere fa il falconiere ...
Falchi e corvi andranno d'accordo?
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L'ambientazione è inventata di sana pianta, ma ci sono vaghi riferimenti alla società Medioevale, con l'aggiunta di un pizzico di magia.
Genere: Avventura, Fantasy, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nota dell'autrice: Salve a tutti! questa è la prima storia che pubblico (anche se non è la prima che scrivo ^.^). Premetto fin da subito che gli eventi veri e propri cominceranno al capitolo 2. Perciò, se avete il coraggio e la pazienza di sopportare il primo capitolo (che è però necessario per introdurre i personaggi), troverete l'azione vera e propria ad attendervi. Per concludere, spero di suscitare un minimo di interesse in voi e, magari, di riuscire a strapparvi qualche sorriso. Se avete tempo e voglia, un piccolo commento mi sarebbe enormemente utile ^.^ ATTENZIONE!!!!!!!!!!!!!!!: per una qualche strana ragione a me sconosciuta, efp spedisce il lettore direttamente in questa pagina, facendogli saltare il PROLOGO! quindi, sappiate che esiste un prologo. se vi va, dategli un'occhiata ^.^ 



IL CORVO E IL FALCONIERE

 
 

Si narra che i corvi trasportino le anime dei defunti nell’oltretomba.
A volte, però, queste anime, le riportano anche indietro.
O così si dice, almeno.
 

CAPITOLO 1 - Il corvo che parte

A passi svelti mi avviai verso la falconeria.
-Fa’ presto!- mi esortò un’ultima volta la Mia Signora, che già era si accingeva a montare a cavallo. Io accelerai l’andatura, giusto per farle vedere che avevo sentito. Rapida, mi diressi alla scuderia. Badando bene a non sfiorare la porta incrostata di sudiciume di dubbia origine, feci intrusione nel regno dei cavalli. Qualche garzone mi scoccò un’occhiata perplessa ma nessuno mi disse nulla. Nessuno mai diceva nulla all’ancella della figlia di Sua Maestà. Loro, per altro, avevano parecchio daffare tra sellare, strigliare e imbrigliare tutti i vari destrieri destinati alla nostra squadra di scorta. Passai oltre, sfilando tra la doppia fila di stallaggi. Gli equini mostrarono una certa agitazione all’apparizione di quell’insolita figura femminile ammantata in abiti da viaggio, che sarei poi io, estranea nelle loro stalle, che sfrecciava loro davanti a quel modo.
Accoglienza ben diversa ricevetti dai rapaci.
Raggiunto il fondo della stalla, inforcai una piccola porta laterale che mi condusse alla falconeria retrostante.
Gheppi, poiane, nibbi, falconi e aquile mi squadrarono con quei loro occhi penetranti, dandomi il loro freddo, silente benvenuto dall’alto dei loro posatoi. Fatta eccezione per un qualche battito d’ala e un qualche arruffo di penne, non ottenni altre ovazioni sebbene fossi cliente abituale di quel luogo.
-Harris!- chiamai. –Harris! Dove sei?-
-Keen?- il mio falconiere preferito sbucò da una stanzetta laterale, tenendo sulla mano sinistra l’astore del Principe erede, primogenito di Sua Maestà. Il superbo falco mi accolse con un grido acutissimo, sbatté due volte le poderose ali e puntò quei suoi due occhi gialli dritti nei miei, che erano di colore assai più modesto. –Ehi!- mi salutò Harris, facendomi un cenno con la mano libera.
-Sei in ritardo!- lo zittii io. -Datti una mossa!-
Harris sbuffò, rabbuiandosi. –Lo so, lo so.- mentre parlava, si mise a trafficare con i lacci che legavano le zampe sottili dell’astore al guantone del falconiere. Quell’abilità di utilizzare tanto agilmente una mano sola mi aveva sempre impressionato. –Non è colpa mia se Lord Lance ha deciso di andare a caccia proprio ora.- brontolò Harris.
-Ma come?- domandai io incredula. –Mi avevi promesso che mi avresti accompagnata!-
-Lo so.- disse ancora Harris. –E mi dispiace, davvero. Ma questi ordini non sono discutibili. Con voi dovrà venire un altro falconiere.-
Mi sgonfiai come un gatto bagnato. –Ma l’avevi promesso …-
Harris finì di trasferire l’astore dal proprio braccio al posatoio. Ora avrebbe dovuto andare a prendere l’altro pennuto di Lord Lance, ma il falconiere non si mosse. Rimase per un attimo fermo, dandomi la schiena. –Mi sarebbe piaciuto davvero tanto venir con te, Keen. Credimi.- fece una pausa dal sapore incredibilmente amaro. –Ma gli ordini di Lord Lance non sono contrattabili.-
Io abbassai lo sguardo. Essere falconieri reali implicava un sacco di cose. La prima delle quali era la perenne disponibilità ad accompagnare i membri della famiglia reale in qualunque escursione di caccia essi desiderassero fare. E se quel falconiere era il tuo migliore amico, bisognava essere pronti a compiere sacrifici.
Tirai su con il naso. –D’accordo.- dissi piano, ingoiando la delusione. –Fa nulla. Vorrà dire che andremo a Royal City un’altra volta.-
Harris si voltò verso di me, l’astore arruffò le penne. –Andremo a Royal City un’altra volta.- ripeté sorridendomi debolmente.
Era da sempre che desideravamo andare là. Conosco Harris fin da quando ero bambina, abbiamo sempre vissuto insieme. La sua passione per i rapaci lo portò ad ereditare il mestiere del padre, così, mentre il mio migliore amico faceva carriera accudendo i rapaci dei rampolli reali, io mi ritrovai a seguirlo, sebbene a distanza, trovando impiego come serva presso il castello di Sua Maestà. Grazie alla mia natura solitamente allegra, mi ritrovai presto sotto le attenzioni della solitaria Principessa, l’unica figlia del Sovrano, terza in ordine di nascita, due fratelli più grandi e uno più giovane. La sua malinconia, la mia vivacità e l’età in comune convinse il buon cuore del Nostro Re a scegliermi come personale dama da compagnia di sua figlia. Questo avvenne circa quattro anni fa.
Da allora la Principessa trovò un’amica sincera, e anche un po’ strana, su cui contare, così come io trovai un’amica nobile, gentile d’animo e di raffinata delicatezza. Ho sempre sperato di riuscire ad imparare da lei qualcuna di queste qualità, ma fin ora non ho avuto particolare successo. E lei in ciò trova un’inesauribile fonte di divertimento.
Harris mi sorrise di nuovo, malignamente, con ritrovata energia dalla pericolosa sfumatura di burla. –Consolati: con voi verrà Pride!-
-Che cosa?!- Un ringhio mi sfuggì dalle labbra e ciò che era sopravvissuto del mio buon umore venne incenerito all’istante. Quel gallo dalle penne gonfie avrebbe sostituito il mio dolce falconiere! Quell’arrogante, vanitoso, odioso bell’imbusto avrebbe sostituito il mio falconiere!
Pride fece il suo ingresso esattamente in quell’istante (evitando per un soffio la mia esibizione di entusiasmo), tenendo sul guantone il falcone bianco della mia Signora.
Pride era il perfetto opposto di Harris. Sia fisicamente che caratterialmente.
-Eccomi!- esordì. –Mi stavate aspettando?-
Un’idea dall’acuta perfidia mi sfiorò la mente. –Certo che ti stavamo aspettando, idiota! Che fine avevi fatto, eh? Non sai che è da mezz’ora- e sulle tempistiche esagerai di proposito –che ti stavamo cercando? La Principessa è più che stufa di aspettare un babbeo come te! Datti una mossa, fannullone!-
Vedere un maschio di venticinque anni cambiare atteggiamento a quella velocità mi fece sentire una regina. Pride abbassò la cresta e, a coda e orecchie basse, sgusciò fuori, diretto al piazzale dove la Principessa attendeva con le guardie.
Una volta rimasti soli, Harris scoppiò a ridere. –E tu saresti una damigella, eh? Quale nobile parlata, la vostra!-
-Tappati il becco, cornacchia spennacchiata!- lo assalii, ridacchiando pure io. –Se hai deciso di abbandonarmi nelle grinfie di quello là, vediamo per lo meno di scovare una vittima sacrificale per tener sollevato il mio spirito.-
-Ti conviene andare, sai? O la ramanzina te la prenderai pure tu.- mi ammonì lui, ridendo ancora.
Come al solito, il mio falconiere preferito aveva ragione. Con un sorriso smagliante lo salutai, girando sui tacchi e tornando dal regno dei rapaci a quello dei cavalli, mentre gli occhi acuti del mio falconiere mi perforavano la nuca. Sotto al mio sorriso apparentemente solare, però, una tristezza nera gorgogliava e ringhiava, artigliandomi il petto.
Davanti al portone principale la Principessa mi aspettava, montata in sella della sua splendida giumenta grigia. Io mi arrampicai sul mio piccolo cavallino color castagna sotto gli occhi sorpresi della Mia Signora. Pride era a cavallo anche lui, con il magnifico falco bianco sul braccio.
-Harris?- mi chiese piano la Principessa, con fare complice.
-Occupato.- risposi in una parola.
Gli occhi celesti della figlia di Sua Maestà vennero attraversati da un’ombra. –Mi dispiace.- Normalmente, ad una principessa non sarebbe dovuto importare cosa passasse nella mente e nel cuore delle umili ancelle come me. Ma, come ho già detto, il nostro rapporto era più di semplice serva-padrona.
-Fa nulla.- risposi piano con un’alzata di spalle, dicendo il perfetto opposto di ciò che pensavo.
Con dieci soldati di scorta, abbandonammo la reggia di Sua Maestà, uscimmo di città e ci dirigemmo in mezzo ai campi, diretti verso Royal City, dall’Imperatore.
Undici corvi volavano nel cielo. 
 


 

Ecco,  fine del martirio ^.^ siete sopravvissuti?  Speriamo ...
Come forse avete già capito, gli uncidi corvi svolazzanti lasciano presagire un futuro non felice.
Vedremo che accadrà ai nostri viagiatori ^.^
spero di aver suscitanto almeno un poco del vostro interesse 
 

  
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