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Autore: Tinkerbell    17/09/2004    0 recensioni
Per lei era tutto nuovo! Quel caldo afoso che l’aveva accolta all’aeroporto, l’accento straniero con cui parlava la gente del posto, la musica incessante, che si sentiva per le strade e i colori che sprigionava la città! Non aveva mai visto un centro abitato così colorato. Le ricordava lontanamente le isole della Grecia ma l’accostamento tra il bianco,l’arancio,il blu e il rosso era ancora più forte. Osservava lo spettacolo che le si presentava davanti al finestrino di quel vecchio autobus. E' una mia versione di Dirty Dancing 2. 2nd ff! Commentate plz!!!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano appena le nove quando la piccola famigliola riunita,entrò nel locale e già era pieno. Si faceva fatica a camminare. Per quel poco che poté si guardò intorno. Studiò il posto in cui era stata portata. Le pareti , di un grigio molto scuro, erano rese ancora più buie dalla scarsa presenza di luce nella stanza, sparse in tutta la sala c’erano delle colonne color viola , a cui era appoggiata molta gente, poteva sentire ad ogni suo passo il pavimento di legno, che produceva quel suono sordo riconoscibile anche nella più rumorosa delle situazioni. Ovviamente non poteva mancare la musica, fonte di vita per quella popolazione di ballerini. Ovunque fossero erano pronti a fare qualche passo di danza: nelle strade,nelle piazze,nei locali,sulla spiaggia,persino sul pullman una ragazza quella mattina si era messa a ballare! Seguì suo padre dietro al bancone. Sempre più stupita si rese conto che non c’era nessuno che volesse ordinare da bere o che , semplicemente, volesse stare seduto . Guardò bene : ripercorse con gli occhi l’intero tavolo per assicurarsi che davvero non ci fosse anima viva. Quando fu sicura che la sua vista funzionasse ancora, si rivolse al padre che, ne frattempo si era tranquillamente messo un grembiulino attorno alla vita e si era seduto comodamente su una sedia poco lontana, sicuro di non dover lavorare. Stava ancora prendendo il respiro per porgli la fatidica domanda quando fu azzittita da un gesto che le indicava la pista da ballo su cui era riversato l’intero locale. Strabuzzò gli occhi: tutta la clientela si era fermata ed ora , fissava un punto indistinto nel centro della sala. Da lì non poteva vedere cosa stesse succedendo.Decise di andare a dare un’occhiata di persona senza far scomodare il padre. In fondo avrebbe vissuto lì per tre mesi, non poteva sempre domandare a lui ! Saltò dall’altra parte del bancone e si fece strada tra quelli che sembravano diventati manichini. E poi li vide. Si chiese se quella si potesse definire danza. Per lei no. Era qualche cosa di più. Non stavano semplicemente ballando: stavano creando la musica! O forse era la musica che veniva creata seguendo i loro passi? Le note scomparivano nei loro movimenti, il loro stesso modo di muoversi era melodia. Tutti intorno si erano messi a gridare e ad esultare per loro. Elly era rimasta in estasi , attratta da quello spettacolo. “Sono bravi ,vero?” La giovane sentì la voce alle sue spalle ma non si mosse dalla sua posizione. “Non credevo si potesse ballare così” “Infatti è impossibile! Solo loro ci riescono! Sono i più bravi di Cuba. Li chiamano il re e la regina della Rosa Negra” “Darei qualsiasi cosa per essere come loro” “Temo che sia impossibile”. Irritata da quella risposta si voltò per vedere con chi stesse parlando. Trovò un ragazzo , poco più alto di lei , bruno , portava i capelli a caschetto, non aveva il tipico viso da latino: i suoi lineamenti erano più dolci, conferendogli un’aria da bambino, la camicia bianca a mezze maniche gli faceva risaltare il colore scuro della pelle. La fissava ,attendendo che parlasse a sua volta così per continuare il discorso. Ma la fanciulla accennò mezzo sorriso e ,sorpassandolo, si diresse al bancone, ancora delusa da quella bruciante verità. Quando tornò al suo posto, non ebbe il coraggio di voltarsi verso il suo vecchio, il quale ,probabilmente, non si era mosso da lì e aspettava di incrociare il suo sguardo per constatare soddisfatto che la sua figliola stava cominciando a divertirsi e che ben presto gli avrebbe chiesto di insegnarle a ballare. La ragazza stava lavando alcuni bicchieri quando la sua attenzione fu richiamata dal padre. “Elly …posso presentarti il tuo collega? Lavora con me da quando sono arrivato qui! Sono sicuro che farete subito amicizia!” Allora alzò gli occhi con aria distratta. Silenzio. “Me Iliamo Xavier! Piacere!” “Tu?” Non aveva impiegato più di un secondo a capire chi fosse . Egli le fece un piccolo sorriso. Anche lei accennò a qualche cosa di simile. Forse di lì a un mese avrebbe imparato a fare di meglio. Furono lasciati soli e appena Elisabeth non sentì più addosso gli occhi inquisitori del padre, ritornò alle sue faccende . Xavier passò dietro al bancone incominciando a mettere a posto le stoviglie. “E così tu sei qui da due anni…” “Già -sorrise- vedo tanta gente ballare. Sai …quei due non sono sempre stati i più bravi del locale!” “Mi stai dicendo che non sono poi così inimitabili?” “Beh…sono tutti diversi…ognuno ha il suo stile e ognuno di loro stupisce per qualche cosa di nuovo! Forse sarai tu la nuova regina della rosa negra! Chi lo sa…” “Se mi vedessi ballare cambieresti idea!” Mentre i due parlavano, i ritmi delle canzoni si susseguivano , trasportando decine di coppie al divertimento sfrenato. Ancora una volta i suonatori cambiarono melodia . Il ragazzo sorrise rivolgendo loro lo sguardo e, sempre guardando da quella parte disse : “ Ottima idea! Voglio proprio vedere! Dammi una piccola dimostrazione! Questa è facile …anche un bambino sarebbe in grado di starle dietro!!” “io…non…so…non credo che sarebbe opportuno…il lavoro…no! Grazie! Magari la pros..”. Il giovane però non voleva sentire scuse . L’afferrò per un braccio e la portò sulla pista,sempre piena. La piccola banda non dava segni di stanchezza e la musica,così coinvolgente , non voleva fermarsi. Entrambi sapevano che nessuno si sarebbe seduto al bancone.
  
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