Secret
Got a secret,
can you keep it?
Swear this one you'll save.
If I show you,
then I know you wont tell what I said.
“Credi
davvero che possa funzionare?”
Draco Malfoy
si rigirò nel letto, fissando il soffitto dei
dormitori Serpeverde, i pugni chiusi ai lati del corpo e il volto serio.
“Non mi aspetto che tu
capisca.”
No, certo, come poteva
capire una cosa così importante un ragazzo viziato come
Blaise?
Illuso, Draco era stato un illuso ad aver solo pensato una cosa simile.
“Sii
ragionevole, è un’idiozia.”
Draco si
passò una mano sulla fronte, abbandonandola tra i ciuffi
biondi, ascoltando i respiri pesanti dei suoi compagni di stanza
addormentati.
C’era anche quello del suo migliore amico, tra essi.
Il suo migliore amico, con cui aveva litigato non più di due
ore prima e che
gli aveva voltato le spalle; come, d’altronde, facevano
tutti. Tutti tranne
Harry Potter.
Harry credeva in lui, Harry gli sorrideva, Harry lo faceva stare bene,
Harry lo
teneva stretto a sé mentre piangeva, Harry non lo aveva
abbandonato quando si
era mostrato fragile, Harry lo baciava con dolcezza.
“Non è
un’idiozia, né uno sbaglio. Non è
nulla di quello che hai detto.”
La loro relazione – pur segreta – non era
sbagliata.
Harry lo aveva ripetuto tante volte, doveva essere vero. Harry doveva
dire la
verità. Lui diceva sempre la verità.
In effetti, non sapeva mentire: le guance si tingevano di rosso,
abbassava lo
sguardo sui propri piedi e sorrideva nervosamente, come un bambino
sorpreso a
mangiare dolci alla panna nascosto sotto il tavolo.
Draco si rilassò appena.
“Se
solo i nostri compagni lo sapessero... se solo Pansy, il
professor Piton, se solo tuo padre lo sapesse!”
Draco
represse un brivido.
Non voleva pensare a cosa sarebbe potuto accadere se Lucius avesse
scoperto una
cosa simile; lo avrebbe sicuramente deluso, e non voleva deluderlo:
aveva
passato sedici anni a cercare di renderlo orgoglioso di lui.
“Non ti azzardare a dirlo in giro,
Zabini.”
La voce di Draco era stata
ferma, ma la sua certezza vacillava: e se Blaise lo avesse detto a
tutta
Hogwarts? E se fosse stata una scelta sbagliata confessargli quello che
c’era
tra lui e Harry? Dirgli il loro segreto?
“Mi credi capace di fare una cosa simile?”
Poteva vedere ancora
chiaramente davanti alle palpebre chiuse il viso contrariato di Blaise
e il suo
tono deluso gli risuonava come un eco nello orecchie.
Draco era rimasto impassibile, gli occhi grigi puntati in quelli neri
dell’altro, i nervi tirati come corde di violino.
Blaise aveva fatto una smorfia triste.
“Non mi fido di Potter, e nemmeno tu
dovresti.”
Draco aveva sorriso, beffardo, mentre lo guardava andare via.
Harry
Potter si morse il
labbro inferiore, girandosi su un fianco nel letto del dormitorio
Grifondoro e
fissando la parete con le palpebre spalancate nel buio.
“Ti prego, cerca di
capirmi.”
Harry lo aveva guardato
con gli occhi verdi supplicanti, Neville Paciock si era grattato il
collo,
nervoso.
“Questa storia non mi convince,
Harry.
Non mi convince affatto.”
Harry sospirò, stringendo le lenzuola; aveva
pensato che dirlo a qualcuno
sarebbe stata la cosa migliore, per poi trovarsi a corto di persone.
Ron era stato scartato
immediatamente: sarebbe svenuto, si sarebbe infuriato, avrebbe urlato
per
qualche ora, avrebbe strangolato Harry e Schiantato Draco, il tutto in
ordine
sparso.
Invece, aveva pensato attentamente se dirlo o meno ad Hermione: lei
avrebbe
elencato gli innumerevoli motivi per cui mettersi con un Serpeverde
– Draco
Malfoy, per giunta – avrebbe portato a morte certa e si
sarebbe arrabbiata, ma
alla fine lo avrebbe sicuramente aiutato.
Oppure no?
E se avessero litigato? E
se alla fine lei non avesse più voluto vederlo?
Infine aveva trovato Neville seduto a leggere un libro di erbologia
nella Sala
Comune vuota e la soluzione gli era caduta dal cielo.
Caduta in testa, così
forte da averlo intontito e avergli fatto dire tutto a
Paciock.
Il loro
segreto, suo e di Draco.
Oh, che idea orribile.
“Draco non è quello che
sembra. Cioè,
voglio dire, okay, è snob e tutto il resto, ma io lo
amo.”
Neville aveva fatto un salto, scattando in piedi e buttando il libro
per terra.
“Credo che sia troppo presto per
esserne
sicuri, Harry. Senza dimenticare che Lucius Malfoy...”
Harry non era riuscito a trattenersi, era semplicemente
scoppiato.
“Lui non è come suo
padre!”
Neville lo aveva guardato
per alcuni attimi senza dire nulla, Harry si era stupito del suo
sguardo
immobile e serio.
“Ti
fidi di Draco Malfoy.”
Harry non
aveva capito se fosse una domanda o no, Neville sembrava
così sicuro quando aveva pronunciato quelle parole, ma
sentì la necessità di
rispondere comunque.
“Mi fido di lui.”
Neville aveva annuito e
stava per dire qualcosa, ma alcuni ragazzi del primo anno erano entrati
nella
Sala e lui si zittì di colpo.
Harry si era morso il labbro inferiore salando nel dormitorio.
Draco alzò lo sguardo dalle sue mani intrecciate, trovandosi
davanti il volto
teso di Harry; strizzò gli occhi grigi, infastidito dal
sole, e scrollò le
spalle.
“Allora cosa?” domandò di rimando.
Harry sbuffò, sedendosi sulla panchina del giardino di
Hogwarts vicino a lui.
“Ieri pomeriggio hai detto di volerne parlare con Zabini.
Allora, che ha
detto?” si inumidì le labbra secche con la lingua,
allontanandosi la camicia
dal collo: nonostante fosse solo primavera faceva incredibilmente
caldo, o
forse era solo la vicinanza a Draco?
La Serpe reclinò la testa all’indietro, fissando
il cielo azzurro.
“Ha detto che è un’idiozia e che non
devo fidarmi di te.” mormorò, le guance
più pallide del normale.
“Io l’ho, beh, detto a Neville.” Harry
deglutì, preparandosi al peggio.
Draco inarcò elegantemente un sopracciglio.
“E’ buffo.” disse poi, voltando il capo
verso di lui. “Mi è parso di sentire
che tu lo abbia detto a Paciock.”
“Ehm.” borbottò Harry.
“Perché tu non
l’hai detto a Paciock,
vero?” sibilò Draco.
“Ehm.”
“Potter.” Draco strinse gli occhi, minaccioso.
“Malfoy.” sussurrò Harry poco convinto.
“Avevamo detto che non ne
avremmo parlato con nessuno.” gli ricordò con
tranquillità.
Non era un buon segno.
“Tu l’hai detto a Zabini.”
protestò, debolmente, il Grifondoro.
“Blaise mantiene i
segreti, al contrario di Paciock.”
“Questo non è vero.” Harry
roteò gli occhi.
Rimasero in silenzio per qualche secondo, il vento leggero che soffiava
nelle
orecchie.
Draco era tornato a guardare il cielo, Harry osservava un albero senza
vederlo
davvero.
Due Corvonero del terzo anno passarono davanti a loro, parlando
così fitto che
non si accorsero nemmeno della strana coppia che avevano accanto.
“Secondo te è sbagliato?” si decise a
chiedere Harry quando furono di nuovo
soli.
“Cosa?” replicò Draco con il tono
forzatamente annoiato.
“Tutto questo.” sbottò Harry.
“Io, tu, noi.”
indicò entrambi.
Draco riportò la sua attenzione su di lui.
“Tu credi che sia sbagliato?” bisbigliò,
così piano che Harry fece fatica a
sentirlo.
“Non lo so.” ribatté, arrossendo.
Draco si avvicinò di più a lui, slegandogli il
mantello nero e sbottonandogli i
primi bottoni della camicia, Harry trasalì.
Draco non si scompose, stringendo tra le dita un filo
d’argento sottile che
pendeva dal collo di Harry e che il ragazzo teneva nascosto sotto i
vestiti; il
Serpeverde appoggiò sulla propria mano un anello decorato
con l’oro e il verde
che pendeva dalla collana, portandolo davanti al naso di Harry.
“Te l’ho regalato quando ci siamo messi insieme,
cinque mesi fa.” mormorò con
una sfumatura malinconica e dolce. “Harry Potter e Draco
Malfoy sono fidanzati.
Harry Potter e Draco Malfoy si amano. Amarsi non è uno
sbaglio.” soffiò,
posandogli un bacio sulle labbra socchiuse.
Harry sorrise e fermò Draco appoggiandogli una mano sul
petto.
“Non ci posso credere, dopo cinque interminabili mesi hai
finalmente ammesso di
amarmi?”
Draco cercò di non ridere, ma un ghignò divertito
si formò sul suo volto.
“Quanto sei stupido, Potter? E comunque l’ho detto
anche quando ti ho dato
l’anello.” si lamentò, mettendo il
broncio.
“Ti amo.” giurò Harry, accarezzandogli
una guancia.
“Lo credo bene, sono adorabile.”
“Secondo te dovremmo dividerli?” domandò
al ragazzo in piedi vicino a lui, la
fronte aggrottata.
“E perché? Infondo non sono male
insieme.” Neville si strinse nelle spalle, le
mani affondate nelle tasche dei pantaloni.
“Sono un Grifondoro e un Serpeverde.” Blaise fece
una smorfia contrariata,
Neville rise.
“E noi cosa siamo?” replicò, scuotendo
la testa.
“Ma è totalmente diverso.” Blaise
alzò un dito, agitandolo freneticamente
davanti a sé. “Io potevo benissimo essere smistato
in Corvonero grazie alla mia
intelligenza e tu sei praticamente un Tassorosso.”
“Sai, penso di essermi offeso.” Neville
inclinò la testa da un lato, perplesso.
“Puoi continuare a far finta di essere offeso
o venire qui a baciarmi, la scelta è tua.” Blaise
gli sorrise maliziosamente.
“Idiota.” borbottò Neville, passando le
braccia intorno ai fianchi del
Serpeverde e facendo incontrare le loro labbra.