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Autore: Curly_Girl    20/06/2013    8 recensioni
{...}Che poi chissà lei cosa c’entrava in quella situazione.
Chissà perché Harry aveva chiamato proprio lei, in quel momento.
Rissa o meno, ci sarebbe stata la sua ragazza a trascinarlo via da Grimshaw, no?
Perché nonostante tutto, lei stava correndo da quel ragazzo con il cuore in gola, il sudore freddo addosso e probabilmente qualche lacrima nascosta tra iridi e ciglia?
La risposta si faceva sempre più chiara nella sua testa, ogni volta che si trattava di lui, ad ogni domanda, per quanto strana fosse, la risposta era semplice quanto dolorosa: lei lo amava.
Più di ogni cosa al mondo.
\\Un Harry un po' ubriaco, un Grimshaw un po' violento e una ragazza....un po' innamorata.
Hope you like it C:
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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<
Non verrà,vero? > chiese Holly picchiettando con le dita sul bancone della cucina, dove ormai si era accasciata da almeno dieci minuti < Harry che si perde un fantastico pomeriggio di straordinari non pagati per un thè-party di una neo-sedicenne figlia di papà, Holly, scherzi? > la ragazza lanciò un’occhiataccia all’amico, che nel frattempo si era accuratamente sistemato il grembiule del catering, ripiegandolo sul fianchi < Sei rassicurante Liam > lui rise, dandole una leggera pacca sulla spalla < Dai, non ci pensare, in due ce la faremo benissimo, dobbiamo solo distribuire dolcetti > < Lo ammazzo > ruggì < Holl.. > < Io questa volta non lo copro > < Holly,calma > < No! Non sto calma! Non lo copro per le sue seratine osé in discoteca con quella cricca di malati e la sua puttanella! > e Liam dovette trattenere a stento un’altra risata, perché no, non c’era spettacolo più divertente e al contempo terrificante di una Holly gelosa e furiosa.

 

< Cosa succede qua dentro? > urlò la “padroncina di casa” facendo così la sua grande entrata in cucina, avvolta nel suo nuovo vestitino Cavalli, comprato in un afoso fine-settimana di Luglio con le trecento sterline avanzatele dall’ultima paghetta < Niente,stavamo sistemando le ultime cose > si giustificò il ragazzo lanciando il grembiule all’amica, ancora furiosa.
Quella li guardò altezzosa dalla testa ai piedi < Beh, gli invitati stanno arrivando, non vi ho pagati per discutere nella mia cucina > sbuffò poggiando le mani sui fianchi, un po’ troppo prosperosi per quello stesso vestitino.
Liam dovette tenere la mano di Holly ben stretta, pregandole mentalmente di non rispondere alla provocazione e di pensare al loro lavoro.
E < Capito > esclamò alzando la voce e coprendo il principio della frase che l’amica stava tentando di sputar fuori < Bene >, concluse così la ragazzina uscendosene, ancheggiando un po’ troppo.
< Lo ammazzo > ripeté Holly ancora una volta,mentre legava a sua volta il grembiule e prendeva il primo vassoio < giuro >.

Quella serata le parve infinita.
Come la padroncina, la massa di coetanee altrettanto ricche e snob che popolarono la villa, quella sera, sembrarono aver deciso di prendere di mira quella cameriera così poco professionale che era stata assegnata a Grace, così si chiamava la festeggiata.
E Holly, già nervosa per quello stronzo del migliore amico, dovette accusare a tutta la sua pazienza per far finta di non sentire le risatine acute di quella massa di galline.
Liam dal canto suo, dovette fare lo stesso, cercando di ignorare tutti gli sguardi affamati ( non certo dei suoi dolcetti ), gli ammiccamenti e i vari complimenti sui suoi bei muscoli.
Un po’ perché non ci credeva, un po’ perché era gay convinto da anni ormai, un po’ perché quell’ambiente lo metteva a disagio.

Quando ne uscirono, distrutti, si erano fatte le dieci.
Era estate ad Holmes Chapel, eppure Holly sentiva freddo, appoggiata con il viso al finestrino dell’auto dell’amico, intenta a guardare la pioggia che si infrangeva sulla strada, picchiettando sempre più forte sulla carrozzeria.
I pensieri invece a picchiettarle la testa, come quelle gocce.
< Stanca? > chiese Liam svoltando a destra un po’ troppo sicuro, facendola quasi sobbalzare < Un po’ > < Ancora arrabbiata? > la ragazza fece spallucce sbuffando, con un mezzo sorriso < Avrà avuto una buona scusa per non venire > continuò lui < E’ un irresponsabile, si tratta di lavoro qui > grugnì < Ricordi che ti ha coperto l’ultima volta, vero? > lei rise, sprezzante < Certo! Per un’ora! E io di certo non dovevo andare a limonare su qualche sporco divanetto di un privè con la mia ragazza >.

Passarono dieci secondi buoni di silenzio, prima che Holly tornasse a sfogarsi, perché Liam lo sapeva, era questo di cui aveva bisogno in quel momento < Sai cosa? Quel coglione di Grimshaw e la sua cricca, e lei … Lo stanno portando sulla cattiva strada > esclamò stringendo i pugni < Non è più come prima, quando uscivamo tutti insieme, con Zayn, Niall, Louis, ma giusto, dimenticavo, si stanno accodando anche loro > lui cambiò marcia, annuendo, perché infondo, nonostante stesse parlando sotto il pessimo effetto della gelosia, Holly aveva ragione.
< Non esagerare, stiamo ancora tutti insieme, non più così spesso, ma non ci siamo allontanati > tentò di alleviare la situazione < Parli tu che hai il tuo ragazzo accanto, Payne > affermò lei, pentendosi il secondo successivo: i rapporti tra Zayn e Liam non erano più così buoni in quel periodo.
Si sentì un mostro.
< Scusami > implorò mortificata, notando l’espressione dell’amico completamente diversa, triste, ora forse, un po’ come la sua < No, no, hai ragione > < Liam, perdonami, parlo … Senza pensare > lui sorrise, poggiando la mano su quella di Holly, una volta parcheggiato davanti casa della ragazza < Io ci sono, okay? > affermò guardandola, lei sorrise, abbracciandolo, piena di gratitudine < Grazie > < Non durerà ancora a lungo con Taylor, Holly, lei non è la ragazza per Harry > tentò di rassicurarla ancora una volta < Non lo so > mugolò lei allentando la presa e aprendo lo sportello < Non fare cavolate, okay? > Holly sorrise ancora una volta, facendo di no con la testa e correndo fuori, fino al porticato di casa, allagato anche quello per il diluvio.

Rientrata in casa era completamente zuppa.

E solo per il tratto dall’auto alla porta.
Lanciò il giacchino di jeans a terra, accendendo tutte le luci e correndo al piano di sopra, aveva dannatamente bisogno di una doccia, ecco cosa.
Louis non c’era in casa.
Suo fratello doveva essere con gli altri e Harry, in quel lurido locale dove erano soliti vedersi in quei fine-settimana estivi.
Si fiondò nell’armadio, prendendo una tutona a caso, mentre tentava in ogni modo di ignorare il vibrare del suo telefono, perché lo sapeva, lui se ne sarebbe uscito con “ Scusami Hols, avevo davvero da fare, grazie per avermi coperto, è andato tutto bene? ” e lei lo avrebbe perdonato, di nuovo.
Ondeggiò fino in bagno, raccogliendo le ultime cose e aprendo il getto dell’acqua, più forte che poteva, per coprire quell’assillante vibrare che di lì a poco, l’avrebbe mandata fuori di testa.
Guardò lo schermo del suo iphone, ormai scheggiato per le troppe cadute, interrogandosi sul da farsi.
Poi rispose, decisa ad urlargli contro con tutto il fiato che aveva in corpo.
- Sì? – disse un po’ troppo alterata,
- Ho … Holly – aveva il singhiozzo, e lo sentiva piano, la voce era coperta da una musica dance-pop, remixata davvero molto male, era sicuramente al Light;
- Cosa vuoi? – ridacchiava, nel modo più sconnesso e davvero poco lucido che avesse mai sentito, doveva essere ubriaco,
- Mi disp… dispiace ahaha oh ehm, mi dispiace per … per ogg… Oggi! – si sentì leggermente presa per il culo, più delle volte precedenti.
E sicuramente erano presenti Grimmy e gli altri.
Lei.
- Sì Harry – disse lapidaria, mostrando in quel suo tono fermo, tutta la rabbia che si decise a non tirar fuori,
- Dav… Davvero, che ne dici se ahah, GRIM,SMETT…SMETTILA!appuntoChe ne dici di… Di ven..Venire al Light ahaha, lo sai? Ci stiamo divertendo, ma… manchi solo te – la ragazza strinse i pugni, sforzandosi di non lanciare il telefono nella doccia,
- Ho da fare – esclamò ribollendo dalla rabbia, sicuramente erano presenti anche Zayn e gli altri.
Passarono dei secondi in silenzio, in cui quella musica prese a rimbombare persino nel telefono, distruggendolo un timpano.
Ne aveva abbastanza.
Poi sentì un botto, un botto forte, come se il telefono del ragazzo gli fosse scivolato dalle mani, battendo sul pavimento lucido e sporco del locale, tra i tacchi di tutte quelle zoccolette dalle forme ben in vista e i piedi della cricca di Grimshaw, e quelli dei suoi amici.
- NON TI AZZ… AZZARDARE! – la voce di Harry ora era lontana, urlava contro qualcuno,
- Oh, oh, Styles, che fai, ora difendi la fidanzatina? – Holly rabbrividì, la voce di Grimmy, così ruvida, forte, troppo vicina all’apparecchio.
Doveva avergli preso il telefono, quel coglione.
- BASTARDO, RID..RIDAMMI IL CELL… CELLULARE – Harry doveva essere davvero brillo, non l’aveva mai sentito in quel modo,
- Ah sì, altrimenti che fai? – si sentivano persino le risate del pubblico intorno ai due, Holly aveva la scena davanti.
- Nick, restituiscigli quel telefono – intervenne lei, stufa quanto preoccupata, perché se lo sentiva, quella situazione non sarebbe finita bene,
- Dai Harry, altrimenti che fai? – faceva finta di non sentirla o cosa?
- ALTRIMENTI POT… POTREI DIR… DIRE A TUTTI CHE SEI UNA CHECC … CHECCA DI MERDA,GRIMMY . – la ragazza trattenne un urlo.
L’aveva detto.
Cazzo, l’aveva detto.

- Che cazzo dici, Styles, come ti viene in mente, eh? – di nuovo il botto, il telefono doveva essere caduto un’altra volta, Holly rabbrividì,
- S… Sei una checca di merda, Grimshaw – poi sentì solo delle grida generali, panico.
- EH? CHE CAZZO DICI ADES…
E la linea si interruppe lì.

Holly scattò in piedi.
Una rissa, se lo sentiva.
Solo Harry ( e lei, per sua confessione ) sapeva del “vizietto” di Nick Grimshaw, e il fatto che si fosse scaldato tanto nonostante quella di Harry fosse la verità di un ubriaco, aveva dato la conferma a quei singhiozzi strafottenti e sconnessi del ragazzo.
Gli avrebbe fatto del male,e lui, la sua cricca, Louis e gli altri avrebbero tentato di difendere Harry: sarebbe scoppiata la rissa.

La ragazza corse per le scale, afferrando le chiavi della macchina e l’impermeabile, senza neanche spegnere le luci di casa.
Cosa avrebbe fatto?
Non lo sapeva, ma non poteva aspettare un minuto di più, perché se solo Grimshaw avesse provato a toccare Harry, lei non avrebbe risposto di sé.
Non avrebbe mantenuto la calma, non quella volta.
Che poi chissà lei cosa c’entrava in quella situazione.
Chissà perché Harry aveva chiamato proprio lei, in quel momento.
Rissa o meno, ci sarebbe stata la sua ragazza a trascinarlo via da Grimshaw, no?

Perché nonostante tutto, lei stava correndo da quel ragazzo con il cuore in gola, il sudore freddo addosso e probabilmente qualche lacrima nascosta tra iridi e ciglia?
La risposta si faceva sempre più chiara nella sua testa, ogni volta che si trattava di lui, ad ogni domanda, per quanto strana fosse, la risposta era semplice quanto dolorosa: lei lo amava.
Più di ogni cosa al mondo.

Quando frenò, sgommando pericolosamente sull’asfalto consumato nel parcheggio del Light aveva il fiatone.
Come se avesse davvero corso da casa sua fin lì.
Scese veloce, affrettandosi verso l’entrata e scansando tutta quella massa di automi e la loro nuvola di fumo da davanti porta.
L’aria dentro il locale era consumata, lurida, e la musica forte, troppo forte.
Holly si tappò le orecchie, muovendosi tra le persone e guardandosi intorno, cercando la testa di riccia di Harry o il faccino viscido di Grimmy.
Si diresse ai privè, trovando quel bastardo sbattuto lì sui divanetti, un occhi gonfio e tutta la sua cricca intorno.
Prese un respiro, avvicinandosi.

< Non fare cavolate, okay? >La voce di Liam gli rimbombava nella testa.
Ora l’importante era Harry, a Grimmy avrebbe potuto pensare un altro giorno.

< Dov’è? > ringhiò attirando l’attenzione di tutta la “banda” < Toh,la fidanzatina > sputò fuori lui, guardandola con quel sorrisetto bastardo tra i denti < Grimshaw, dimmi dov’è > < Sarà in bagno con i suoi amichetti, sembrava ridotto male, Tomlinson > gracchiò ridendo, mentre una delle sue amichette gli passava del ghiaccio.
Holly cercò il bagno con gli occhi, per poi voltarsi un’ultima volta < Ah, Grimshaw > il ragazzo le rivolse uno sguardo annoiato, aspettando il resto della frase < Comunque Harry ha ragione, sei una checca, tra le più passive della scuola, io dolcezza non me lo arruffianerei troppo, tanto non potresti concluderci niente comunque, ha altri gusti > lui grugnì tentando di alzarsi, fermato subito dagli amici.
Holly rise alzando il dito medio per poi allontanarsi tra la folla, dritta verso il bagno.
Non si accorse nemmeno di tutta la gente che la fissava, alcuni divertiti, altri stupiti.
Infondo era ancora con la divisa da lavoro e l’impermeabile del fratello, che le stava il doppio, addosso.

Il bagno, unisex, puzzava di un misto di piscio,varichina e fumo.
Holly avrebbe vomitato, se non si fosse trovata quella scena davanti.
Si portò una mano alla bocca, le lacrime pronte a scendere.
Harry era accasciato accanto al lavandino, il labbro sanguinante e un occhio nero, qualche livido di troppo e gli occhi sofferenti, Zayn e Louis intorno e Niall che tentava di far riprendere Taylor, in preda ad un attacco di panico.
< Che cos.. > mugolò mentre la porta sbatteva dietro di lei, attirando la loro attenzione < Holly > esclamò il fratello < Che cazzo gli ha fatto > affermò, più che chiese < Si sono presi solo a sberle, più che a botte e Harry è ancora ubriaco > spiegò Zayn mentre la ragazza si avvicinava < Hols > disse l’amico sorridendo, incosciente < E’ decisamente ubriaco > lo corresse Niall.
< Harry, come stai? > chiese la ragazza accarezzandogli il viso, come risposta ricevette uno sguardo sofferente, e poi un altro sorriso sornione < andiamo a casa? > domandò, un altro sorriso, e poi l’annuire del ragazzo < Dov’è che andate? > la voce squillante di Taylor la riportò alla realtà, mentre Harry si tirava su e lei lo sosteneva con un braccio, con l’aiuto di Louis < Lo porto a casa, Anne non può vederlo ridotto così > gli altri si guardarono annuendo, ma la biondina sembrava tutto fuorché d’accordo < Chi sei tu eh? Tomlinson > esordì < Non sei la sua ragazza, cosa vuoi da lui? > .
Holly rabbrividì, sentendo la stretta di Harry attorno alla sua spalla.
Chi era lei?
Guardò il migliore amico, che poggiò la testa sulla sua spalla.
< Sono la ragazza con cui ha passato la vita, fin ora > esclamò sicura, passando a mente ogni momento della loro vita insieme, a casa di Harry, sotto il tavolo della cucina, mentre Anne li chiamava cercandoli per casa, seduti tra le travi della ringhiera di casa sua, a guardare le nuvole.
Taylor rimase in silenzio, e così gli altri, con lo sguardo vagamente soddisfatto.
Louis spinse i due per uscire, facendo un cenno agli amici con la testa, così si incamminarono fuori da quel bagno, e poi dal locale.

< Guido io > esclamò prendendo le chiavi nella tasca della giacca < Sei sicuro? Non hai bevuto anche tu, vero? > lui sorrise, scompigliando i capelli alla sorella, nel tentativo di calmarla, almeno un po’ < No Hols, sono sobrio, tu mettiti dietro con Harry, okay? > la ragazza annuì, aprendo uno sportello e trascinandosi dentro con il ragazzo addosso.
Arrivati a casa Harry sembrava quasi addormentato, Louis e Holly lo presero sotto le spalle, portandolo dentro.
Non appena misero piede dentro, fradici dalla testa ai piedi, il riccio sembrò tornare in vita, preso da terribili conati < Bagno > urlò Louis trascinandoci l’amico.
Doveva aver preso una sbornia terribile.
Era un cencio.
Holly si appoggiò allo stipite della porta, preoccupata < Hols, vai a dormire, ci penso io > propose Louis < No, scherzi? Piuttosto … > trattenne un conato di vomito anche lei per la scena, stava rigettando l’anima quel ragazzo < piuttosto vai te, domani lavori > poi si avvicinò, spostando le mani del fratello dalla fronte di Harry, accarezzandogli la schiena < Sei sicura? > lei ridacchiò tappandosi il naso < Mai stata tanto sicura in vita mia >.
Allora Louis sorrise, ignorando quel gesto e guardando la luce negli occhi lucidi della sorella. Così li lasciò soli, sicuro che Harry fosse davvero in buone mani, finalmente tra quelle di qualcuno che lo amava davvero.
Dopo una buona mezz’ora il ragazzo iniziò a stabilizzarsi, e si lasciò andare appoggiandosi a Holly, che gli stava seduta dietro < Va meglio? > domandò lei dolcemente, accarezzandogli il viso, lui annuì soltanto, senza parlare, tossendo dopo un altro singhiozzo < Vieni, sciacquati un po’ >.
Non si reggeva in piedi, tanto era ancora brillo.
Holly lo fece sedere sulla tavoletta chiusa del water bagnando un asciugamano e portandoglielo al viso, al contatto con l’acqua fredda Harry rabbrividì, per poi tirare fuori un’altra di quelle sue risate da beone post-vodka.
< Hai preso una bella sbornia eh Hazza ? > esclamò sorridendo e facendo scorrere l’asciugamano sul viso del ragazzo, sugli occhi, che nonostante il dolore, Harry distese, beandosi di quella sensazione di fresco; poi sulle guance arrossate, ed il naso, e lui rise ancora, finchè non arrivò alle labbra.
Harry mugolò per il taglio che si stava cicatrizzando, ma combatté contro se stesso con tutte le sue forze, per mantenere gli occhi ben aperti, Holly era concentrata: gli reggeva il collo, passando delicatamente quel panno morbido sugli angoli della bocca, guardandosi bene dal far incontrare i loro sguardi.
Perché Harry, pur da ubriaco, riusciva a percepire quanto a disagio fosse l’amica in quel momento. Eppure era lo spettacolo più bello che gli fosse mai apparso davanti, ed era sicuro, non era per l’effetto dell’alcol:
Gli occhi gonfi, le iridi chiare e quelle sue ciglia lunghe, il labbro inferiore rosso, tra i denti per la concentrazione e la pelle diafana, in contrasto con le guance arrossate.
Aveva i boccoli bagnati, raccolti in una crocchia ormai quasi distrutta e i vestiti attaccati addosso, ad evidenziare le sue forme.
Harry puntò il suo sguardo ancora ai suoi occhi, poi alle sue labbra.
Possibile che ogni volta che le guardasse fossero più belle?
Poggiò una mano su quella dell’amica, ciondolando con il viso in avanti.
Holly si bloccò, intimorita, ma Harry allacciò sapientemente i loro sguardi, incatenandola, e  arrivò a rubarle i respiri, finchè non unì quelle tanto agoniate labbra alle sue.
E non era colpa dell’alcol, lui lo sapeva.
Fu un contatto tenero, breve, che fece rabbrividire la ragazza, la quale si scostò subito dopo, scossa < Devi aver bevuto davvero tanto, Harry > sussurrò un po’ malinconica.
Harry sembrò non reagire, sorridendo semplicemente.
Così Holly si alzò, imbarazzata < Vado a… A prenderti qualcosa di mio fratello > esclamò uscendo veloce dal bagno, correndo via, quasi.

Aveva il cuore a mille, puzzava di alcol, ma era stato il bacio più bello che avesse mai ricevuto, bello quanto doloroso.
Entrò in camera di Louis, guardandolo dormire tranquillo, la testa sotto il cuscino e gambe  e braccia allargate, come se abbracciasse il letto.
La speranza di far dormire Harry con lui si spense con la stessa velocità con la quale si era accesa. Prese le prime cose che trovò, scegliendo accuratamente quelle più grandi, perché Louis in confronto ad Harry, era decisamente uno gnomo.

Quando si ritrovò il bagno vuoto, le prese un colpo.
< Harry? > chiamò salendo di corsa le scale, trovando la luce della sua camera accesa – ha fatto tutto da solo – pensò, rabbrividendo subito dopo, magari non era più così ubriaco, magari l’aveva baciata davvero.
Scosse la testa, entrando e trovandolo sdraiato nel suo lato.
Si perché quello, prima che si mettesse con Taylor e i “pigiama-party” da migliori amici fossero aboliti, era stato il suo lato del letto.
Lei sorrise, togliendo le scarpe e mettendosi a sedere accanto a lui < Harry, sei fradicio > sussurrò al suo orecchio, ridacchiando < Il tempo di cambiarti, o ti prenderà qualcosa, poi ti lascio dormire, giuro > lui brontolò, gli occhi socchiusi e le guance ancora più rosse, sembrava un bambino.
Si mise a sedere, lo sguardo stanco verso la ragazza, implorandola con gli occhi < Non ci penso nemmeno > esclamò lei lanciandogli i vestiti, lui rise, slacciando il primo bottone della camicia, con tutta la lentezza di qualcuno che non vedeva doppio, ma triplo.
Holly sbuffò, aiutandolo, tentando di non fissare troppo gli addominali e tutti quei tatuaggi che via via venivano scoperti, Harry dal canto suo, non più così ubriaco, la fissava soddisfatto.
Allargò le braccia, e la camicia volò via, sostituita poi da una maglietta del Manchester, una di quelle che Louis portava spesso, fiero < I pantaloni? > chiese poi fissando Holly < Oh, oh guarda chi è tornato a parlare > < Aiutami > la pregò, gli occhi verdi bene in vista < Sei terribile Harry >. Prima la cinta, poi i jeans, ancora fradici vennero sfilati con difficoltà, e alla vista dei boxer, leggermente rigonfi, le guance della ragazza presero ancora più colore.
Harry allora le prese i bermuda di una vecchia tuta dalle mani, mettendoli da sé, per poi crollare sul letto, stanco. Holly tirò su la coperta, leggera per via della stagione e si piegò, per raccogliere i vestiti del ragazzo e il suo pigiama, che era caduto sulla moquette pochi secondi prima.
Quando, una volta cambiata, si infilò anche lei nel letto, il ragazzo ronfava, trattenne a stento una risata, spegnendo l’abat-jour e chiudendo finalmente gli occhi, che avevano visto fin troppo quella notte.

Dire che dormì quasi per niente, quella notte, era dire poco.
La passò in dormi veglia, sdraiata su un fianco, le spalle ad Harry e lo sguardo rivolto al pavimento.
Quel bacio l’aveva distrutta, lo sentiva ancora vibrare sulle labbra.
Era il bacio di un migliore amico molto ubriaco e forse anche un po’ sovra-eccitato.
E per lui non significava niente, probabilmente non l’avrebbe neanche ricordato, mentre a lei, aveva riempito il cuore.
Chissà cos’avrebbe pensato il giorno dopo lui, se lei glielo avesse detto.
Chissà se non sarebbe corso via, da Taylor.
Perché infondo lei, Holly Tomlinson, chi era?
Aveva risposto con così una tale sicurezza al Light che in quel momento, tra le lacrime silenziose e qualche singhiozzo represso, invidiò quella Holly di poche ore prima. Perchè quella Holly era la Holly forte di tutti i giorni, quella che tutti pensavano di conoscere, ma che la notte, come quella, piangeva nascosta tra le coperte, sperando che nessuno in casa potesse sentirla.
Harry compreso, che conosceva ogni lato di lei, tranne quell’angolino nel cuore, che le aveva ingenuamente strappato fuori baciandola.
E se non fosse stato ancora un po’ rintontito dall’alcol, in quel momento, forse anche lui avrebbe tirato fuori il suo, dichiarandole tutto ciò che aveva tenuto nascosto fino a quel momento.
Quando la mattina si svegliò, con la testa spaccata in due da un dolore lancinante, mischiato a quello del suo occhio e del labbro, la prima cosa che cercò con gli occhi, fu Holly.
Era ancora rannicchiata, arrotolata su se stessa, di spalle.
Lui si tirò su il necessario per controllare se dormisse, scorgendo il suo viso sotto la sua montagna di capelli, le guance erano ancora rosse, rigate da qualche lacrima, la bocca semi-aperta. Sembrava distrutta. Sembrava aver pianto fino a poco prima, nel sonno.
Harry allora ricordò il flash del bacio, e i suoi pensieri pre-sonno, picchiandosi mentalmente, perché pur non pentendosi di quel gesto, probabilmente, aveva distrutto tutto. Però non ce la faceva più, ricordò persino i suoi pensieri in discoteca, la sera prima.
Ce lo avevano trascinato, Taylor lo aveva voluto lì a tutti i costi, e per tutto il tempo non aveva fatto che pensare a quanto potesse aver deluso invece Holly, perché lui le aveva promesso che avrebbe fatto quegli straordinari con lei e Liam.
Poi la chiamata, Nick, la rissa.
Harry era ubriaco la sera precedente è vero, ma ricordava ogni cosa.
Ricordava persino perché, in un raptus, d’istinto, avesse chiamato proprio Holly.
E la risposta, che spesso si era ritrovato a darsi, si fece sempre più chiara nella sua testa, allora si avvicinò alla ragazza, abbracciandola da dietro, e mormorando uno scusa, il più sincero che nell’ultimo mese le avesse rivolto.
La strinse di più e Holly cercò le sue mani, non più spaventata, piuttosto bisognosa.
< E’ tutta colpa mia > aggiunse il ragazzo, riferendosi davvero a tutto, Taylor in particolare < Cosa? > chiese Holly, bastarda, perché lei aveva bisogno delle mani di Harry strette nelle sue in quel momento, ma aveva bisogno soprattutto della verità < Per tutto > < Per il bacio? > lui scosse la testa e a quel punto la ragazza si voltò, stupita < Non voglio scusarmi per qualcosa che volevo fare > < Ma Ta.. > non le lasciò neanche finire di pronunciare il suo nome, la baciò di nuovo, con tutto l’amore che non riusciva a dichiararle a parole, imprimendo le sue labbra tra le sue, sperando che capisse, sperando che ricambiasse.

E Holly chiuse gli occhi, una mano ancora intrecciata in quella di Harry, l’altra sul suo viso, ad accarezzarlo, mentre si scambiavano un po’ d’amore, di quello che non ha bisogno di parole.
Quando lui si allontanò un po’, la guardò negli occhi, ora senza paura < Perché? > chiese allora lei, e la risposta questa volta non fu chiara solo nei loro pensieri, ma anche sulla bocca di Harry, che baciandola di nuovo, sorrise tra le sue labbra mormorando un leggero < Perché ti amo >.



§________________________________________§
 


Beh, lol ho scritto questa OS in due fottuti giorni, ascoltando don't let me go a ripetizione, non so come sia venuta fuori, spero solo vi sia piaciuta e che qualcuno penserà di farmi sapere cosa ne pensa in una recenzionz(?) *implora in ginocchio*

Grazie per essere arrivati fin qua OuO

Spero di avervi trasmesso qualcosa :3

Se potesse interessarvi ho una FF in corso 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1519439&i=1
E un'altra OS ^^ http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1866733&i=1
Boh,poi nel mio profilo potrete trovare di tutto OuO

Un ringraziamento alla mia bestah(?) 
S
hesreading , 

alle mie supporter e letterici Sara ed Irene :3 e alle fan della mia pagina facebook (Mi sono innamorata di Harry Styles) nel caso avessero aperto il link che le perseguiterà per giorni e.e

Elly :3

PS. Per favore, recensitemi,sono curiosa di sapere cosa ne pensate çç

 

  
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