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Autore: thegirlwiththebook    20/06/2013    3 recensioni
-Lou..?-
-No Hazza, non posso restare.-
La porta del bagno veniva chiusa.
-Ma Louis..-
-Non insistere, Haz.-
Il profumo fu posato nella valigia.
-Louis, ti prego..-
-Hazza, ti prego io! -
Il telefono di Louis emise uno strano rumore,segno che un messaggio era arrivato.
-Louis io.. io sono stanco..-
-Anche io Haz, ma piangerci addosso non risolverà la situazione. Scrivimi e ricordati che mi ami.-
La risata di Louis. Il veloce bacio lasciato sulle labbra del riccio. La porta di casa che veniva sbattuta. Harry che si lasciava cadere sul divano.
Il riccio scosse la testa.
-No Louis, io sono stanco di dormire da solo.-
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Di nuovo?-

-Andiamo Haz, è per poco tempo.-

-Poco tempo? Ma se sei tornato l’altro ieri!-

-Sono tornato 3 settimane fa, Haz.-

-E che c’entra?-

-Sono le regole Haz, non le stabilisco io.-

-Si e non fai neanche niente per esprimere il tuo disaccordo, sempre che tu lo sia!-

-E’ per poco tempo, Haz.-

-Me lo hai già detto, dannazione!-

-E tu non lo capisci!-

-E per te 2 mesi sono ‘poco tempo’?!-

-Dai Haz, pensa che in questi 2 mesi potrai incontrare la tua famiglia, le persone che ami, i tuoi a..-

-Sei tu la persona che amo, idiota.-

Gli occhi azzurri del ragazzo si riempirono di lacrime.

Era lui la persona che Harry amava e, dannazione, lo sapeva. Ma che poteva fare? Rovinarlo così? Doveva solo stringere i denti ancora un po’ e restare forte per entrambi. Perché ormai, se fosse caduto Louis, sarebbe caduto anche Harry. Scosse la testa. Doveva restare forte.

-Perché mi fai questo, Louis?-

-Sto cercando di tenere duro per entrambi, Haz, ma così non mi aiuti.-

-Non voglio che tu tenga duro per me, dannazione, lo vuoi capire o no?-

-Harry smettila, mi farai fare tardi e non voglio creare altri problemi.-

-Ah già, non sia mai che il grande capo, quello che ti manda alle Hawaii per due mesi con quella cosa, si arrabbi!-

Louis ridacchiò.

-Eleanor.-

-Cosa?-

-Quella cosa si chiama Eleanor ed è una scassa palle incredibile e tu, mio caro riccio, dovresti sentirti fortunato perché dovrò sopportarla io per due mesi, non tu.-

Harry scosse la testa. Non voleva che Louis partisse di nuovo. Ultimamente era sempre esigenti nei loro confronti: interviste dove parli di lei, foto dove sei con lei, stati su twitter dove dici di amare lei e, ultimamente, una vacanza di 2 mesi  con lei.

Lei, lei, LEI.

Harry era stanco di quella situazione. Voleva interviste dove Louis parlava di lui, foto di Louis con lui, stati su twitter dove Louis diceva di amare lui e vacanze di 2 mesi che Louis avrebbe dovuto passare con lui.

Lui, Harold Edward Styles, non Lei, Eleanor qualcosa Calder.

Messo che quello fosse davvero il suo nome. A Harry non interessava e non era mai interessato.

Si passò una mano tra i ricci, deciso a fare l’ultimo tentativo.

-Lou..?-

-No Hazza, non posso restare.-

La porta del bagno venne chiusa.

-Ma Louis..-

-Non insistere, Haz.-

Il profumo fu posato nella valigia.

-Louis, ti prego..-

-Hazza, ti prego io! -

Il telefono di Louis emise uno strano rumore,segno che un messaggio era arrivato.

-Louis io.. io sono stanco..-

-Anche io Haz, ma piangerci addosso non risolverà la situazione. Scrivimi e ricordati che mi ami.-

La risata di Louis. Il veloce bacio lasciato sulle labbra del riccio. La porta di casa che veniva sbattuta. Harry che si lasciava cadere sul divano.

Il riccio scosse la testa.

-No Louis, io sono stanco di dormire da solo.-

Perché, Dio Santo, la sua vita doveva essere dannatamente complicata?

E tutte quelle stronzate sull’amore? ‘L’amore è uguale’. Si, uguale sti’ cavoli.

Harry non riusciva a crederci.

‘Non dimenticare che mi ami’. Ah Louis, pensò Harry, io mi ricordo che ti amo, ma tu? L’hai dimenticato o stai cercando di metterlo da parte?

Era tutto così sbagliato.

Si guardò intorno.  La chitarra nell’angolo destro della stanza. La tv spenta. Il tavolino pieno di schifezze e fogli. Un computer abbandonato sulla poltrona. Le tende chiuse. Alcune foto rovesciate sulla libreria.

La casa era così vuota, eppure Louis era andato via da neanche due minuti.

Scosse la testa, distrutto dal pensiero di Louis che parlava alla radio del suo prossimo viaggio con quella cosa.

Un sorriso amaro si fece spazio tra le labbra del riccio.

Che idea geniale. Tutto il mondo doveva sapere dove sarebbe stato. Tutti i paparazzi dovevano immortalare i due piccioncini.

Frustato, si alzò dal divano e afferrò la chitarra nell’angolo della stanza.

Cominciò a strimpellare la sequenza di accordi che stava provando il giorno prima.

*

-Prometti che l’ascolterai domani?-

-Cetro Haz, adesso però dormi, sono le 3 di notte, dannazione! Ti ricordo che la nostra vicina non è il massimo della simpatia!-

-Ma è ancora viva?-

Passò qualche secondo prima che i due scoppiassero a ridere a crepapelle.

-Vi ho sentito, disgraziati!-*

Harry non potette fare a meno di ridere al ricordo della vecchietta e della sua perfida voce alle 3 del mattino.

Ricordò Louis che conficcava la testa sotto il cuscino,non riuscendo a frenare le risate.

Socosse il capo e continuò a suonare.

Un ricordo gli tornò alla mente e,nonostante il dolore che causò al suo povero cuore, non potè fare a meno di sorridere.

*

Harry non faceva altro che percorrere a grandi falcato il perimetro del bagno. Di lì a poco si sarebbe dovuto esibire. E con quali forze? Insomma, aveva 16 anni e quello era x-factor, non la festa di qualche suo compagno di scuola. Di fronte al palco ci sarebbero stati personaggi come Simon Cowell , Nicole Scherzinger  e Louis Walsh. Le mani gli tremavano. Il telefono vibrò nella tasca destra del pantalone. Doveva essere sua mamma. Sicuramente era in pensiero. Harry si era allontanato con la scusa di ‘lavarsi le mani’ ma ormai mancava da 30 minuti buoni. Si affrettò verso la porta a testa bassa.

-Oops.-

Sussurrò solo, letteralmente desolato. Aveva lo sguardo basso e non si era accorto di aver travolto qualcuno.

-Ciao!-

Esclamò l’altro e Harry, finalmente, alzò lo sguardo.

Occhi blu.

Questa fu la prima cosa che notò . I meravigliosi occhi blu della persona che aveva investito.

-Sei preoccupato?-

Harry scosse appena la testa tanto per confermare l’ipotesi del ragazzo.

-Beato te, io sono solo Louis.-

Harry riuscì a sorridere.

Il ragazzo dagli occhi blu si chiamava Louis.

-Sei qui per il provino, vero? Dannazione, sono sicuro di essere spacciato. Vedendoti, la concorrenza è pesante.-

Harry sgranò gli occhi. Occhi Blu, Louis, stava forse flirtando con lui?

-Harry, sei lì dentro?-

Harry alzò gli occhi al cielo.

-Arrivo, mamma!-

Gridò di rimando, arrossendo appena per la figura fatta con Louis.

-Beh, Harry, non essere preoccupato, piuttosto, quando diventerai famoso, ricordati di me.-

Harry rise.

-Famoso,fai sul serio, Louis?-

Il ragazzo lo guardò oltraggiato.

-Stai forse dubitando di me,ragazzino?. Anzi, già che ci sei, firma questo pezzo di carta. Quando diventerai famoso lo metterò all’asta su e-bay e con i soldi pagherò il collage alle mie sorelline, tutte e quattro.-

Harry ridacchiò pensando a quanto fosse buffo quel ragazzo. E immaginò le sue sorelle. Erano tutte belle come lui?

Cosa aveva appena pensato?!

-Allora,questo autografo?-

Harry annuì e afferrò il pennarello e il pezzo di carta che Louis gli aveva dato.

-Harold, dannazione, che stai facendo?!-

La madre gridò ancora, Harry alzò gli occhi al cielo e Louis ridacchiò appena.

-Bene, Harold, è ora che tu vada. Spero ci rincontreremo presto,anche solo per scambiare quattro chiacchiere!- *

Il riccio non poteva credere a quanto tempo fosse passato da quell’incontro.

Chi girava con un pennarello e un pezzo di carta?!

Harry non ci poteva credere.

Onestamente,non poteva credere neanche al ‘diventerai famoso’ di Louis.

Invece ora eccolo lì. Harold Edward Styles, famoso cantante di una delle boyband più famose al mondo ma anche diciannovenne con il cuore spezzato.

Louis aveva capito tutto. Louis aveva capito tutto meno che avrebbe accompagnato Harry  fin su le classifiche.

Harry amava il periodo di x-factor. Poteva essere se stesso. Potevano essere chi volevano.

Ma si sa, i sogni non durano per sempre.

La casa discografica era contraria al rapporto tra uomini e quello tra donne.

In pratica o sei etero o sei etero.

Peccato che al momento delle firme né Louis né Harry erano ancora caduti nella trappola dell’amore ma vi erano molto vicini.

Harry si pentì di quella firma. Avrebbe voluto dar fuoco a quello stupido pezzo di carta. Tutto era cambiato troppo in fretta. Neanche il tempo di sussurrare ‘ti amo’ al suo amato. Era stato travolto dal paparazzi, dai flash,dalle critiche, dal mondo. Si sentiva come accecato da quelle luci. La situazione era questa: lui avrebbe voluto prendere il viso di Louis tra le mani e baciarlo ma con tutte ‘quelle luci’ era difficile individuarlo.

Era una metafora strana. Era stata una fan e presentargli così il suo punto di vista.

Harry era stato colpito da quelle parole. ‘Sono le luci che ti accecano, Hazza. E anche se nessuno vuole che tu le spenga,prima o poi si fulmineranno e troverai con facilità il tuo Louis.’

Erano quelle ragazze che gli davano la forza di lottare per il suo Louis. Erano loro.

Louis non voleva opporsi perché non voleva rovinare la carriera del riccio. Un cantante omosessuale sarebbe stato altrettanto accettato? No, certo che no. E il resto dei ragazzi,che fine avrebbero fatto? Una band con due componenti omosessuali sarebbe stata comunque famosa? No, certo che no.

Troppo omofobi, troppi. Troppe ragazzine in crisi ormonale. Troppe cose sbagliate. Troppo odio.

Poco amore.

Il riccio sbuffò sonoramente mentre il suo cellulare prese a squillare.

-Pronto?-

-Harry? Sono Mark della BBC radio! Una fan ci ha chiesto se tu fossi a conoscenza o meno del viaggio di Louis con Eleanor.-

Harry deglutì.

-Certo, Louis fa parte ancora degli One Direction. Lo sentiamo parlare a telefono e, onestamente, adesso sanno anche in Africa che Louis starà per partire con Eleanor.-

-Che intendi?-

-Niente, solo che per uno stupido viaggio state combinando un macello. Se ne parla ovunque.-

-E questo ti crea qualche problema,Harry?-
Il blackbarry di Hazza si illuminò segno che gli era appena arrivato un messaggio.

Tamara, l’assistente del ‘grande capo’, gli stava ordinando, senza troppi giri di parole, di star attento a quello che diceva se non voleva passare guai.

Harry sospirò.

-No Mark, certo che non mi da fastidio. Ho consigliato io quella meta a Louis. E poi adoro Elenor, dovresti saperlo.-

-Eleanor.-

-Come?-

-Si chiama Eleanor.-

-E io che ho detto?-

-Okay Harry, senti, volevamo chied..-

-Scusa Mark, sono di fretta.-

Chiuse la chiamata e fece appena in tempo a sentire il ‘ti voglio bene’ gridato da Louis.

Stava per posare il cellulare quando notò l’icona di twitter.

Decise di entrarvi e dare un’occhiata in giro.

Con sua meraviglia, c’erano infiniti tweet che dicevano quanto lui fosse stato pessimo a recitare al telefono, tweet di ragazze che dicevano d’avere il cuore a pezzi per quello che aveva detto Harry, tweet di gente arrabbiata che insultava la modest per avere, e cito testualmente, ‘rovinato uno degli amori più forti al mondo’.

Harry si accigliò. Se c’erano tutte quelle ragazze dalla sua parte,perché diavolo doveva nascondersi?!

Si alzò da letto, dirigendosi in fretta in camera da letto.

Le lenzuola ancora stropicciate e il letto disfatto. Le finestre chiuse. Un lato dell’armadio vuoto.

Non ce l’avrebbe fatta. Non per due mesi. Non così. Non da solo. Non senza Louis.

Voleva il suo ragazzo indietro, immediatamente.

Sbuffò e cominciò a fare il letto. Quelle due piazze non erano mai bastate per loro due, entrambi abituati a dormire da soli in un abbondante piazza e mezza. Avevano spesso litigato per il ‘territorio’ e per le coperte.

Soprattutto per le coperte.

Ridacchiò pensando a quella volta che, litigando per le coperte, erano caduti dal letto facendo un rumore assurdo e beccandosi decine  di bestemmie dalla vicina.

Harry andò in bagno per posare il lavatrice  le  lenzuola da lavare quando gli occhi caddero sul tubetto del dentifricio abbandonato sul lavabo, privo di tappo. Alzò gli occhi al cielo,sbuffando.

-Lou! Quante volte ti ho detto di non lasciare il tubetto del dentifricio senza tappo, eh?!-

Nessuna risposta.

Louis era andato via.

E Harry avrebbe dovuto vivere per due mesi in quel modo? No, non ci sarebbe mai riuscito.

Ritornò in camera e si gettò di peso sul letto, esausto.

Quella situazione lo stava distruggendo dentro.

Le mura della stanza era azzurre, colore accuratamente scelto da Louis.

Sotto il soffitto vi erano attaccate tante piccole stelline luccicanti.

*

-Dai Haz, ti prego!-

-No Louis, neanche per sogno.-

-Ti prego Haz, non ci arrivo da solo.-

- Pazienza.-

-Bene, tu e la tua ‘pazienza’ andrete a dormire sul divano, questa notte.-

Harry staccò gli occhi dal cellulare prima di scendere dal letto e aprire la scala che Louis aveva posizionato vicino il muro . Vi ci salì senza troppi intoppi e allungò una mano verso il maggiore che, alzandosi sulle punte, gli passò le tre bustine contenenti tante piccole stelline colorate.

A lavoro terminato, Louis abbracciò Harry per poi passargli un tenero bacio sulle labbra.

-Un giorno, Louis, ti porterò una stella vera.-

Il maggiore aveva annuito per poi abbracciare il riccio.*

“Mi dispiace Haz.”

Questo era il messaggio che aveva appena ricevuto il riccio da parte di Louis.

‘Mi dispiace un corno, Louis!’, aveva pensato, prima di scaramentare il cellulare verso le mensole alla destra del letto. Un rumore di vetri rotti lo aveva fatto appena sussurrare. Qualche cornice era andata in frantumi. O forse era solo il suo cellulare.

Non che gliene importasse qualcosa.

Come a Louis non era importato del rumore che aveva fatto il suo cuore quando, almeno un’ora prima, aveva chiuso quella porta alle sue spalle.

Quella cornice aveva fatto lo stesso rumore e Harry sentiva i pezzi del suo cuore, ormai spezzato, trafiggergli il petto.

A volte si sarebbe voluto arrabbiare con Louis. Avrebbe voluto gridare, avere le forze di opporsi, farsi valere. Urlargli qualcosa come ‘Se esci da quella porta, esci anche dalla mia vita.’ , ma sapeva che non lo avrebbe mai fatto. Sarebbe stato sempre lì a braccia aperte per il suo Louis, sempre pronto a perdonarlo, d abbracciarlo, a baciarlo. Non poteva odiare l’unica persona che aveva mai amato. Anche perché aveva notato gli occhi di Louis. Lui li conosceva, sapeva quanto erano belli. E quelli, quelli non erano gli occhi pieni di vita di Louis. Erano occhi di chi è stanco di combattere.

Di mentire.

Decise di alzarsi dal letto e raccogliere i cocci di vetro sperando che qualcuno avrebbe poi fatto lo stesso con quelli del suo cuore.

Per poco non gli venne un colpo,raccogliendo la foto in mezzo ai cocci.

Era la loro prima foto insieme.

Come avrebbe tirato avanti? Come avrebbe fatto senza Louis? Doveva lasciare tutto così?

No, non lo avrebbe fatto. Non era da lui.

Aveva combattuto per tanto contro il mondo e ora non combatteva per Louis?

Ma cosa avrebbe potuto fare? Era un diciannovenne ed era da solo.

Come avrebbe convinto Louis a non partire?

Come avrebbe resistito all’impulso di uccidere Eleanor colpendola con un bicchiere di caffè dello Starbuck?

Come avrebbero fatto con i managers?

Ma che si fottessero tutti.

Harry era deciso: Louis quella sera sarebbe stato a casa, nel suo letto, accanto a lui.

E sapeva anche come.

Afferrò un pezzo di carta e annotò la sequenza di accordi che aveva provato la sera prima cercando di non pensare alla partenza di Louis.

Era stanco. Stanco di tutto e tutti. Stanco di vedere Louis lì, di averlo di fronte e poterlo a stento guardare.  Era stanco di doverlo ignorare in pubblico per via dei paparazzi, per via della modest e di tutti gli altri figli di buona donna che gli stavano rovinando la vita. Era stanco di tutto. Stanco di non poter tornare normalmente a casa con Louis, mano nella mano, per poi infilarsi a letto. E dormire, se c’era  tempo. Era stanco di non poter fare quello che voleva. Stanco di sentirsi solo il giocattolo delle adolescenti in crisi ormonale. Stanco di sentirsi solo. Di dormire solo.

Stanco di quella situazione.

‘Va a riprenderti il tuo dannato ragazzo, Harold!’, gli aveva scritto Liam.

Harry annuì appena.

-Sto andando Liam, sto andando a riprendermi Louis.-

Si alzò di fretta dal divano, afferrando il telefono e le chiavi della macchina, prendendo i fogli e la chitarra, prima di correre verso la porta e catapultarsi in auto.

E’ l’ora di mettersi in gioco, Styles.                                      

Controllò che nel cruscotto ci fosse una cosa che voleva dare a Louis da po’ di tempo, poi partì a tutto gas.

Fu all’aeroporto in 30 minuti circa e li passò tutti imprecando contro i guidatori che non si davano una mossa. Corse come un matto con la chitarra in spalla e un paio di fogli bianchi nella mano destra.

Arrivò davanti lo sportello informazioni con la milza che imponeva di esplodergli da un momento all’altro.

-Scusi, l’aereo per le Hawaii è già partito?-

-Quale,tesoro? Ce ne sono tantissimi!-

-Quello che aveva partenza alle 16:40.-

-Oh, intendi quello?-

La donna, sulla cinquantina, indicò un aereo che si stava appena sollevando dalla pista.

-Mi dispiace ragazzo, ma puoi prendere sempre il prossimo, sai?-

Harry scosse la testa mentre la donna gli passava una mano sul braccio con fare da mamma.

Si  andò a sedere su una serie di sedie alle spalle delle porte di vitro da cui si potevano vedere gli aerei che partivano. Sembrava che tutto andasse storto.

Gli occhi gli bruciavano e le mani tremavano appena.

Alcune persone lo guardavano e sussurravano tra di loro.

Abbassò il cappello per far in modo che le persone non riuscissero a vedere il suo volto, poi aprì la custodia nera ed estrasse la chitarra. Un gruppo di persone gli si stava formando attorno ma Harry lo ignorò. Poggiò le carte con gli accordi di fianco la custodia e cominciò a strimpellare.

Chiuse gli occhi per impedire alle lacrime di bagnargli il viso.

Now you where standing there in front of me

I hold on scared and harder to breath

All of a sudden these lights are blinding me

I  never noticed how bright they would be

 

Ricordò il primo incontro, quello nel bagno di x-factor, ricordò quanto gli fu difficile respirare una volta incontrati quei pozzi blu, ricordò quando tutto si complicò dopo x-factor, quanto I paparazzi e il successo stessero distruggendo la sua vita. Nessuno gli aveva detto quanto sarebbe stato difficile.

 

I saw in the corner there i a photograph

No dubt in my mind it’s a picture of you

It lies there alone on it’s bed of broken glass

This bed was never made for two

 

Ricordò delle nottate insonni passate a litigare per le coperte, ai baci improvvisi, agli ‘Harry, dannazione, fra poco vado a dormire dalla vicina!’, agli ‘Louis ti sposti o mi trasferisco sul comodino?!’ alle litigate in piena notte, alle ‘No,quella foto lì non mi piace, spostala più a destra,a sinistra, sopra, sotto, di nuovo a destra oh, lì è perfetto!’ ‘Dannazione Lou, è dov’era prima!’, alle infinite foto scattate fuori al balcone, alle innumerevoli foto che scattava a Louis mentre questo dormiva.

 

 

I keep my eyes wide open

I keep my arms wide open

 

Che poi, era stanco di mandare messaggi segreti, di dire in un sussurro al mondo che, dannazione, amava Louis William Tomlinson più di quando amasse se stesso. E, dannazione, lo avrebbe aspettato anche tutta la vita a braccia aperte.

 

 

Don’t let me

Don’t let me

Don’t let me go

‘Cause I’m tired of begin alone.

 

Ma Harry aveva paura, tanta paura. Paura che Louis lo lasciasse andare, che si dimenticasse di lui e di tutte le cose che avevano passato insieme. Era terrorizzato.

 

I promise one day I’ll bring you back a star

I caught one and  it burned a hole in my hand oh

Seems like these day I watch you from afar

Just trying to make you understand

I’ll keep my eyes wide open yeah

 

 

Sorrise alla promessa della stella. Quanto avrebbe volute che tutto quel dolore finisse. Quanto avrebbe voluto poter abbracciare Louis in pubblico, quanto avrebbe voluto non doverlo guardare solo da lontano, quanto avrebbe voluto che Louis capisse, che capisse tutto questo. Quanto avrebbe voluto.

 

 

Don’t let me

Don’t let me

Don’t let me go

‘Cause I’m tired of feeling alone

Don’t let me

Don’t let me go

 

Qualcuno cominciò a cantare con lui mentre altri, probabilmente quelli con non lo avevano riconosciuto, cominciarono a lanciare monetine nella custodia della chitarra abbandonata vicino ai suoi piedi.

 

 

Don’t let me

Don’t let me

Don’t let me go

‘cause I’m tired of feeling alone

Don’t let me

Don’t let me go

 

 

Qualcuno bisbigliava ‘E’ per Louis, dannazione, so che lo è’ e Harry non potette evitare di sorridere. ‘ Il mio povero cuore, dannazione’, ‘Qualcuno ha un fazzolettino? Mi sta colando tutto il mascara.’, ‘Non lasciarlo andare, Louis.’ Erano solo sussurri, voci di ragazze che piangevano, di ragazze che lo capivano. Di persone che si emozionavano perché forse non volevano essere lasciate andare, persone che si ritrovavano in quella canzone. Qualcuno baciò la ragazza sulle labbra. Alcune ragazze si abbracciavano tra di loro, altre si asciugavano le lacrime a vicenda. La donna che aveva detto ad Harry che l’aereo di Louis per le Hawaii era partito, era intenta a distribuire fazzoletti e abbracciare ragazzine piangenti.

Harry respirò profondamente cercando di trattenere le lacrime.

 

 

Don’t let me

Don’t let me go

‘Cause I’m tired of sleeping alone.

 

 

Alzò finalmente il volto per osservare tutte quelle persone che piangevano, quelle che si abbracciavano, quelle che applaudivano e quelle che erano in piedi davanti a lui, con le braccia conserte e lacrime agli occhi.

Quello che era in piedi davanti a lui con le braccia conserte e le lacrime agli occhi.

-L-Louis? Cosa diavolo.. che cavolo ci fai qui?!-

-Ciao anche a te, Haz.-

-Io…Lou..ecco…io…ehm…ciao.-

-Allora?-

-Allora che cavolo ci fai qui?  Ho visto il tuo aereo partire Lou, che diamine ci fai qui? E dov’è quella? Mh?!-

- Stai forse dicendo che me ne devo andare, Harold?-

-No,si,cioè…non lo so.-

-Ho finto.-

-Prego?-

-Ho fatto finta di essere bloccato in uno dei bagni dall’aeroporto per non dover affrontare tutto il viaggio con Eleanor.-

-Stai scherzando.-

-Sto scherzando? Haz, avevo uno sbarco a Los Angeles e Londra-Los Angeles sono 11 ore di volo. Conta uno scalo di 3 ore e poi Los Angeles-Honolulu con altre 6 ore. Adesso immagina 20 ore a parlare di smalti, di vestiti e altre stronzate del genere. Mi vuoi morto o cosa?!-

Harry ascoltò in silenzio Louis prima di tirargli uno scappellotto sul collo.

-E, dannazione, non potevi dirmelo prima?! -

-Prima quando?-

-Prima che rischiassi di morire nei 30 minuti che ci vogliono da casa nostra a questo dannato aeroporto e prima che rischiassi di uccidere qualcuno mentre correvo con la chitarra sulle spalle!-

-Ah, dimenticavo, canzone stupenda Haz.-

Harry arrossì di colpo.

-L’hai sentita tutta?-

-Si. -

-E..?-

-Non ho capito una cosa.-

-Il fatto della stella. Dici di averla in mano e..-

Harry infilò una mano nella tasca destra dei suoi Jeans e ne cacciò due oggetti: Un portachiavi con una stella e un foglio di carta. Ma non era un semplice foglio di carta, no. Era un contratto. Harry aveva comprato una stella e l’aveva regalata a Louis.

-E, dannazione, io ti amo,Harold Edward Styles.-

Harry non ebbe neanche il tempo di sussultare che Louis si fiondò sulle sue labbra.

Qualcuno gridò ‘Il coming out, brutte figlie di puttana, il coming out! Lo avevo detto, eccome se lo avevo detto!’.

I ragazzi scoppiarono a ridere prima di abbracciarsi.

-Non ti lascerò andare Harry, mai.-

-Louis..sai che sarà difficile, vero?-

Louis scosse la testa prima di salire sulla sedia dove prima era seduto Louis.

-Ehy!-

Gridò e molti si girarono a guardarlo.

-Ciao, sono Louis Tomlinson, ho quasi 22 anni, faccio il cantante e per baciare il mio ragazzo di 19 anni, Harry Styles, devo alzarmi sulle punte. Avete sentito? Sono Louis Tomlinson, sono omosessuale dai tempi delle medie e, dannazione, sono follemente innamorato di Harry Styles. E non mi frega niente di quello che pensate. Io sono questo e nessuno mi potrà cambiare. Potrete smettere di ascoltare la mia musica, di ascoltare quello che canto, quello che cantiamo io e gli altri ragazzi, non mi importa, okay?-

E detto questo, Louis fece un piccolo salto per scendere dalla sedia e baciò Harry mentre molti applaudivano per quello che aveva appena detto.

*

-Mi spiegate cosa diavolo ho appena letto su questo dannatissimo giornale?!-

-Senti Marcus, stai calmo okay?-

-Sto calmo un corno,Louis!  Perché su questo dannatissimo giornale c’è scritto che ieri hai baciato Harry davanti a tutto l’aeroporto,eh?!

-Forse perché l’ho fatto?-

-Vuoi fare lo spiritoso, Tomlinson? Eh? Io non sono in vena di scherzi.-

-Sai amico, dovresti bere più camomilla. Dicono che calmi i nervi,sai?-

Marcus si alzò di getto dalla sedia e poggiò le mani sulla scrivania con fare arrogante.

-Senti Tomlinson.-

-Attento a come parli del mio ragazzo, Marcus, non sono uno che usa le buone maniere, io!-

-Styles,ma stiamo scherzando? Siete tutti impazziti? Liam che lascia la ragazza, Zayn  che si rifiuta di pubblicizzare il CD di quelle tipe.-

-Attento a come parli della mia ragazza, amico.-

-Senti Zayn,non sono in vena di scherzi, okay? Se stracciassi tutti i vostri contratti, eh?-

-Veramente non puoi farlo, Marcus.-

-Davvero Liam, e sarai tu ad impedirmelo?-

  Qualcuno tossì richiamando l’attenzione dei ragazzi.

-Veramente, ad impedirlo sarò io.-

Una ragazza mora entrò nella stanza piazzandosi di fianco a Niall.

I capelli legati in una coda alta, gli occhiali dalla spessa montatura poggiati sul naso, la camicetta bianca che le scendeva morbida sul busto e la gonna nera che le arrivava alle ginocchia. Una giacca nera sul braccio sinistro e tanta tenacia negl’occhi.

-Ah certo, ci mancava la prost…-

-Lasci che mi presenti: sono Victoria Collins, avvocato difensore dei ragazzi qui presenti.-

-Come, prego?-

-Ha sentito bene. -

-Sta scherzando. State scherzando.-

-Nessuno sta scherzando qui, signore.-

-Voi avete.. avete..-

-Sporto una denuncia verso la sua attività? Esattamente! Vede Marcus, ci è arrivato finalmente!-

-E con quali accuse?-

-Non si preoccupi, ne verrà presto a conoscenza. -

-Ma..-

-Ci vediamo in tribunale.-

Victoria diede le spalle a Marcus e si avviò verso l’uscita, seguita da tutti i ragazzi.

-E vaffanculo.-

Proferì Niall, prima di chiudersi la porta dello studio di Marcus alle spalle.

-Sei stata perfetta, tesoro.-

L’irlandese poggiò le labbra su quella della mora lasciandovi un bacio casto.

-Niall ha ragione. Grazie di tutto, Victoria.-

-Scherzi Harry? Sarò anche un avvocato ma ricordati che sono una directioner e..sai..sono per la Larry quindi era il minimo che potessi fare.-

-E adesso?-

Chiese Louis, sedendosi su una panchina.

-Eh, adesso?-

Gli fece eco Harry con uno sguardo triste.

-Adesso ci prepariamo, mercoledì facciamo il culo a questi bastardi in tribunale e poi..poi gestiamo le nuove case discografiche che vi cercheranno.-

-Dici che ci saranno altre case discografiche che ci vorranno, Vì?-

-Hazza, ci saranno case discografiche che per avervi daranno via anche la madre.-

I ragazzi risero e Victoria si strinse a Niall.

-Ragazzi, andrà tutto bene.-

-Lo sappiamo.-

Risposero in coro, facendo ridere la mora.

-Ragazzi ma….con Eleanor? Sarà arrivata alle Hawaii?-

-Non lo so Liam, non so se..-

Louis non ebbe neanche il tempo di concludere la frase che il suo cellulare prese a squillare.

-El?-

-SI PUO’ SAPERE DOVE DIAVOLO SEI, LOUIS WILLIAM TOMLINSON?-

Harry strappò il telefono dalle mani di Louis.

-El? Si, sono Harry. No, non ti passo Louis. Senti, te lo ripeterò sono una volta, solo una. Non me frega un cazzo se sei da sola alle Hawaai, non è affar mio. Comprati un giornale . Ah, lo hai già fatto? Hai visto come siamo carini io e Louis in copertina? Bene, adesso chiudi quella fogna che hai al posto della bocca e regalaci un po’ di pace, okay tesoro? Mettiti la protezione, goditi le vacanze e vaffanculo.-

Harry chiuse la chiamata sorridente prima di ridare il telefono a Louis.

-Che c’è, perché mi fissate?-

I ragazzi scoppiarono a ridere e si abbracciarono tra di loro, felici della piega che finalmente stava prendendo la loro vita.

 

 

*

-Dai piccola, alzati. E’ una bellissima giornata oggi e potremmo andare al parco, mangiare un gelato, camminare insieme, visitare negozi, comprare giocatto..-

-Zayn, vuoi chiudere quella cazzo di bocca? Sto cercando di dormire.-

-Beh Louis, sono felice per te ma io sto cercando di svegliare mia figlia e sai come diventa Perrie se Eve si sveglia tardi.-

-Magari se non restasse alzata a darmi i tormenti per tutta la notte, alle 3 del pomeriggio non starebbe ancora dormendo.-

Niall, con delle spaventose borse sotto gli occhi, stava entrando nella camera della piccola Eve per aprire le finestre.

-Forza Eve, zia Victoria sta preparando il pranzo.-

Il biondo scosse appena la bambina che questa subito spalancò gli occhi e saltò giù dal divano su cui si era addormentata la sera prima.

-Buon giorno Zio Niall!-

Trillò la bambina prima di saltare giù dal  letto e correre in cucina.

-Dopo 5 ore di film sulle Barbie, questo è il ringraziamento che da a suo padre!-

Zayn sbuffò e si lasciò cadere sul divano.

-Liam, chiudi quel computer e vieni a mangiare. ADESSO.-

Liam alzò gli occhi al cielo e, nonostante i ‘noo’ di disapprovo da parte di Tom e Carly, i suoi bambini, stoppò il centesimo episodio di Spongebob e spense il computer.

-Niall James Horan.-

Victoria entrò in salotto urlando e tenendo per mano Greg.

-Che ho fatto?!-

-E’ un pacco di biscotti quello che hai in mano? E’ un biscotto quello che hai in bocca?-

-E’ questo l’esempio che dai a tuo figlio?-

Greg, di appena due anni , scosse la testa prima di dirigersi verso il padre e togliergli di mano il pacco di biscotti al cioccolato.

-Non si fa papà, non si fa.-

Proferì per poi infilarsi in bocca un biscotto intero e Niall e Victoria non potettero fare a meno di ridere.

-Dico solo,Hazza, che non devi toccare il mio shampoo.-

-Dai Perrie, mi dispiace! Ma era alle fragole e io amo le fragole.-

La bionda alzò gli occhi al cielo prima di rivolgersi a Liam.

-Elena?-

-Non lo so.-

-Non sai dov’è tua moglie, Liam, davvero?-

Liam sbuffo prima di prendere i figli per la mano e dirigersi in cucina.

-Andiamo bambini, andiamo a cercare la mamma.-

I tre si diressero in cucina  e un ‘mamma!’ urlato riempì la stanza, seguito dal rumore di qualcosa di metallico e qualche bestemmia da parte di Elena.

-L’ha trovata.-

Ridacchiò Harry prima di chiamare Louis a gran voce e avvisarlo che il pranzo era pronto.

Questo scese qualche secondo dopo con Alice tra le braccia.

-Questa principessina deve lavarsi le mani.-

Alice salutò Harry scuotendo appena la manina paffuta.

-Vado in cucina, Lou. C’è la possibilità che Elena uccida Liam e, non so te, ma io questa scena non voglio perdermela. Casomai tu fossi ancora in bagno, ti farò un filmato.-

Louis annuì ridacchiando appena per poi lasciare un bacio tra i capelli di Alice.

-Vieni tesoro, andiamo a lavare le manine.-

-Si, papà.-

Alice era stata adottata l’anno prima. I capelli ricci sembravano tanto quelli di Harry e gli occhi azzurri ricordavano tanto quelli di Louis. Ora aveva 5 anni e amava i suoi 2 papà. A scuola non aveva problemi a dire che no, non aveva una mamma ma si, aveva due splendidi papà.

-Sai,papà..-

La piccola Alice, intenta a lavarsi le manine, richiamò l’attenzione di Louis che si era incantato guardandola.

-Cosa, tesoro?-

-Sono felice che tu non l’abbia fatto.-

-Fatto cosa?-

-Lasciato andare papà.-

 

Questo panda shippa Larry :c

Zalve Zalvino, sono sempre io, il vostro panda *rotola per terra come il tipo rosso in Mucca e Pollo*

Sorpresaaaaaaaaaaaaaaaaa c: 

Zi, son qui con Larry.

Allora, che dire? Dal primo momento che ho ascoltato 'Don't let me go' ho subito pensato a Louis. Mentre le altre si angosciavano e avevano paura che Hazza potesse lasciare la band, io pensavo 'Non temere Haz, non ti lascerà andare'. 

Non fraintendetemi adesso! Non è che non avessi paura del fatto che Hazza potesse lasciare la band solo che..davvero Hazza avrebbe avvisato mezzo mondo del suo abbandono della band come se nulla fosso? E glielo avrebbero mai lasciato fare? No, naturalmente. Non possono vestirsi come ogliono,figuriamoci se possono avvisare l'intero mondo di un probabile scioglimento della band. Nel periodo della vedita dei biglietti per il nuovo tour poi! 

E niente, sarò io stupida ma dal primo istante ho pensato 'Questa Haz l'ha scritta per Lou.'. Sarò una credulona e tutto quello che volete ma, ragazze mie, io la vedo così.

Anyway, che ne pensate? Vi piace questa Larry dolciosa? Avete pensato anche voi che don't let me go fosse stata scritta per Lou? Beh, fatemi sapere okay? Vi amo tutte tutte c: 

Ah, se vi va, potete scrivermi in un messaggio privato come vi chiamate su facebook o su twitter e provvederò ad aggiungervi subito!

Beh, me ne vado lol

State vedendo l'italia? Mi sta venendo il tocicollo lol. Con un occhio vedo quello che scrivo e con l'altro tengo sotto controllo la partita. GO ITALY GOOOO!

Facciamo il culo a questi giapponesi ewe

Okay, sparisco.

Un abbraccio.

Holly xx

  
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