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Autore: ElisaJ7B    20/06/2013    2 recensioni
[Amnesia:The Dark Descent]
Alexander e Daniel si trovano entrambi all'interno del castello, ma non sono soli.
Elisa, una ragazza del luogo, farà la sua prima apparizione.
Genere: Avventura, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Erano passati ormai cinque giorni dalla prima tortura, Elisa era deperita, coperta di tagli e fili.

Stava cominciando ad assomigliare alla servitù, degli abomini cuciti insieme.

 

Ma a lei non importava.

 

Non vedo l’ora che il barone torni a casa. Che sia felice.

 

Pensava mentre era sdraiata sul solito tavolino.

Un filo di sangue scendeva lentamente dal braccio destro e una sfera di Vitae si stava riempendo.

 

Ad un tratto Alexander si alzò in piedi e afferrò il contenitore sferico con entrambe le mani.

I suoi occhi erano spalancati e la bocca leggermente aperta.

 

“È fatta…!”

 

Liberò velocemente la ragazza dalle cinghie e la abbracciò, sporcandosi di sangue.

“È finita, Elisa! Ce l’abbiamo fatta! Abbiamo raccolto tutta la Vitae necessaria.

Sono così orgoglioso di te.”

 

Dopo essersi ricomposto un po’, le ricucì l’ultimo taglio e la prese delicatamente per mano.

“Vai a prepararti per la cena. Ti aspetto nella sala da pranzo.”

 

Un piccolo sorriso fiorì sulle labbra della ragazza.

In questi ultimi giorni aveva avuto l’obbligo di mangiare molto poco e stare sempre da sola.

Se fosse stata meglio di stato d’animo le torture non avrebbero avuto effetto.

 

Finalmente dopo molto tempo, aveva la possibilità di consumare un pasto completo e godere della compagnia del barone.

Con gioia tornò nella sua stanza, scelse il vestito che le sembrava più bello e si incamminò nel corridoio.

 

Sono così contenta! Alexander tornerà presto dalla sua amata.

 

Sentì delle urla provenire dalle scale che portavano al piano inferiore.

Incuriosita, Elisa scese piano la scalinata fino ad arrivare in una stanza, piena di celle.

 

Dovrebbero essere tutte vuote

 

Poi si ricordò che Daniel, il pazzo ex aiutante del barone, era stato rinchiuso qui per motivi di sicurezza.

Aveva già provato una volta ad uccidere la ragazza.

 

Eppure Elisa si mise a cercarlo, per chiedergli il motivo delle grida.

Lui giaceva nell’ultima cella, raggomitolato in un angolo a fissare il vuoto, con uno stupido sorrisetto sulle labbra.

“Allora i miei schiamazzi sono stati ascoltati.

Hai avuto pietà di me? Mi hai portato un po’ da mangiare?” Chiese indicando la ciotola vuota.

 

“Non hai avuto la tua razione? Mi sembra che il piatto sia vuoto.” Disse lei freddamente.

“La scodella è vuota da giorni! Non mi è stato portato cibo dal momento in cui lui mi ha rinchiuso qui!”

“Stavi per fare del male ad Alexander. Non te lo avrei mai permesso.

Anche se forse lui ti avrebbe ucciso se non fossi intervenuta.” Aggiunse con un ghigno.

“Questo è vero. Perché lui è un mostro.

Cosa pensi che farà quando il portale sarà aperto?

Probabilmente ti chiuderà in una cella come me e moriremo insieme di fame.

Proprio non capisco come tu possa dargli così tanta fiducia…”

 

Daniel la guardava come se fosse geloso, ma allo stesso tempo triste, per essere stato dimenticato.

Elisa aveva colto la gelosia nei suoi occhi così estrasse la chiave dalla tasca. La portava sempre con sé.

“Visto? Il barone ripone la sua fiducia in me.

E non credo sia così facile da ottenere.

Perciò mettiti l’anima in pace e torna a dormire.” Finito di parlare, rimise la chiave al suo posto, girò i tacchi e si diresse verso la porta.

 

“No, ti prego non te ne andare! Ho fame! Ho bisogno di te!”

La ragazza finse di non averlo sentito, chiuse rumorosamente il portone e andò nella sala da pranzo.

 

Alexander la aspettava con ansia.

Appena lei si sedette fece cenno ai servi di cominciare a portare la cena.

 

“Cara, ci hai messo molto tempo. Ti sei persa?”

La ragazza aspettò un po’ prima di rispondere. Nel frattempo lui ascoltò i suoi pensieri.

“No. Ho sentito delle grida e sono andata a vedere. Era Daniel. Spero possiate perdonarmi.”

 

Non voglio mentire. Sarebbe ingiusto nei suoi confronti.

 

“Molto bene. Mi aspettavo una scusa come un’altra, ma lei non è Daniel.

Elisa è sempre sincera con me”. Pensò deliziato il barone.

 

“Non preoccuparti. Non sono arrabbiato con te.

Però dovresti fare attenzione. Daniel è un tipo infido, abile nelle parole. Non dargli troppo peso.“

 

La servitù appoggiò le portate sul tavolo, ricche di pietanze buonissime.

Mantenendo un certo contegno, Elisa mise molto cibo nel proprio piatto, sicuramente a causa della fame.

Mentre mangiava le tornarono alla mente le urla di Daniel.

Doveva essere proprio affamato.

Ad un tratto si ricordò quello che le aveva detto.

 

Mi chiuderà in una cella.

 

Non aveva mai pensato a cosa succederà dopo la partenza di Alexander.

Essendo più coraggiosa di Daniel, Elisa si schiarì la voce e espresse la domanda.

 

“Quando il varco tra i nostri mondi sarà aperto, che cosa ne sarà di me? E Daniel?”

 

Il barone, che stava origliando le riflessioni della ragazza, aveva già la risposta pronta.

Con un sorriso dolce spiegò: “Quando giungerà il momento di partire, tu rimarrai qui.”

 

Silenzio.

Si sentiva solo la forchetta di Alexander battere nel piatto, mentre mangiava.

 

Tutto qui?

 

Il barone si compiaceva della sorpresa e l’emozioni che aveva causato in lei, ma dopo un po’ ricominciò a parlare.

“Abbandonerai il castello.

I miei servi lo terranno in funzione nel caso dovessi tornare.

Ti retribuirò con molto denaro e ti rifarai una vita. Dopotutto non è stato poi così male lavorare per me.”

 

Elisa emise un sospiro di sollievo.

Alexander aveva ragione. Daniel era perfido, capace di tutto pur di salvarsi.

Ha accondisceso a torturare persone innocenti anziché sé stesso. Almeno la ragazza non aveva anime sulla coscienza.

 

Più tardi il barone si alzò da tavola, ma lei non aveva ancora finito di mangiare.

 

“Rimani, resta pure. Vado a finire i preparativi per il rituale finale.

Avrò bisogno di te un’ultima volta domani, poi sarai libera.”

Dettò ciò si allontanò e prestò usci dal suo campo visivo.

 

Dopo un po’ Elisa si alzò dal tavolo, completamente sazia

Il pensiero volò a Daniel, immaginandolo ancora in quell’angolo a mordersi le mani per la fame.

 

Guardò i piatti ancora pieni di cibo.

 

Se ne porto un po’ anche a lui non credo che ci saranno problemi.

 

La ragazza prese un fazzoletto e ci mise dentro un po’ di pane e qualche dolcetto.

Raggiunse la cella e vide Daniel nella stessa posizione in cui lo aveva lasciato con la testa a ciondoloni.

 

“Ti ho portato un po’ di cibo…” Disse piano, quasi con la paura di svegliarlo.

Daniel si alzò pigramente e si avvicinò alle sbarre per prendere il fagotto che lei gli stava porgendo.

Prese il fazzoletto in mano e lo lasciò cadere per terra.

 

Si aggrappò ai fianchi di Elisa e la fece sbattere contrò le aste di ferro.

La ragazza si liberò dalla morsa e scappò, con gli occhi pieni di terrore.

 

Chiuse la porta della prigione e si diresse a letto per dormire.

 

Daniel era ancora abbracciato alle fredde sbarre, dopo lo scontro con Elisa, le mani chiuse a pugni.

Le avvicinò a sé e le aprì, vittorioso.

 

Nella mano destra c’era la chiave,

doveva avergliela sfilata all’impatto e lei non se n’era accorta.

 

Ignorando il cibo sul pavimento, uscì dalla cella e si diresse all’Inner Sanctum, la sala dove il giorno seguente Alexander avrebbe aperto il portale.

Entrando nel salone, un bagliore blu lo accolse, sprigionato dalla Vitae nei contenitori di vetro.

 

Daniel si nascose dietro due grandi rocce, aspettando l’arrivo del barone per poi ucciderlo.

La grande vendetta stava arrivando.

 

Ignari del prigioniero fuggito, Elisa e Alexander erano nelle loro stanze.

La ragazza dormiva in un sonno tranquillo, mentre il barone era ancora sveglio.

Ma non per lavoro. Ormai la sala era pronta, mancava solo il rituale.

 

Alexander era seduto sul letto a rimirare una foto, raffigurante una bella donna.

 

“Aspettami, mia dolce metà. Sto tornando.”

  
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