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Autore: Maty66    20/06/2013    1 recensioni
. Lui non stava lì dentro, non poteva stare in quella bara… E quel pensiero si rifece strada nel suo cervello, martellante come un trapano “ non è vero… non può essere vero… se fosse vero lo sentirei, sentirei dolore, invece non riesco a provare dolore, solo paura, angoscia, ma non dolore”.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Paura e fiducia

Cinque giorni erano passati da quando Ben si era svegliato ed i medici erano meravigliati dai progressi della sua salute. L’avevano  trasferito nel reparto ordinario e quindi Anna, Semir e tutti gli altri potevano stare con lui  quanto volevano. Il che era un bene perché Ben aveva  iniziato, come suo solito, a tormentare medici ed infermiere  su quello che voleva mangiare, sul fatto che doveva restare a letto, sul fatto che doveva prendere le medicine ecc ecc.

Due giorni dopo l’arresto il Don e Franco Maione erano stati trovati impiccati nella loro cella. Ufficialmente la cosa veniva trattata come suicidio, ma sia Semir che la Kruger ben sapevano che la mafia non perdona gli errori commessi. Semir si era sentito un po’ in colpa, ma non poteva fare a meno di sentirsi  sollevato dal fatto che Ben non fosse più costretto a testimoniare e che finalmente si poteva,  non appena Ben fosse uscito dall’ospedale , tornare ad una vita normale.

La cosa che aveva sorpreso di più Semir era la naturalezza con cui Aida aveva accolto la notizia che lo zietto adorato era ancora vivo.  Lui ed Andrea si erano preparati discorsi ben costruiti su persone cattive che  avevano nascosto Ben, che poi era riuscito a scappare, ma l’unica cosa che la bambina aveva chiesto insistentemente era quando poteva andare in ospedale a  visitare lo zio. “ Aida non vuoi sapere cosa è successo a zio Ben?” le  aveva chiesto Semir .“ No, tanto già lo so, è stato un miracolo, la maestra dice che i miracoli possono accadere. Ora vado a letto, così arriva prima domani mattina, quando possiamo andare dallo zio in ospedale” aveva risposto la bambina avviandosi su per le scale verso la propria stanza. Semir ed Andrea erano rimasti a guardarla a bocca aperta. “Logica stringente” pensò Semir, invidiando i bambini e la loro saggezza.

Ormai Semir conosceva tutti gli infermieri del reparto ed entrando nella stanza di Ben sentì  il vocione di Helga, la corpulenta infermiera che avevano messo a “ sorvegliare” il ribelle Ben. “ Ora stai fermi buono a letto, non ti muovere. Se ti alzi  con la ferita chirurgica ancora fresca,  si apre e  ti giuro che ti faccio ricucire senza anestesia” gli stava dicendo con fare minaccioso. “Il tuo amico è impossibile, il peggiore paziente mai avuto, cerca di tenerlo calmo” gli disse uscendo furibonda dalla stanza.

“Ciao socio” salutò Semir “Che le hai fatto?” chiese sorridendo “ Ma nulla… quella è peggio di una aguzzina” gli rispose Ben leggermente adirato. “Ti ho portato qualche vestito da casa, così potrai toglierti quel camicione che mette in  mostra il culetto” disse Semir poggiando un borsone sulla sedia “ Oh meno male” sorrise Ben. Semir aiutò il ragazzo ad indossare pantaloncini e maglietta.

“Semir… dammi una mano dai, vediamo se riesco ad alzarmi” chiese Ben con aria complice. “ Sta’ fermo” rispose Semir con  fare autoritario, ma Ben aveva già iniziato a mettere le gambe fuori dal letto tirandosi dietro i tubi della flebo ed i fili dei monitor cui era attaccato “ Stai fermo, ti ho detto”  urlò Semir adirato. “Ma…” “ Niente ma, pensa qualche volta prima di fare le cose, brutto incosciente” Gli occhi di Semir fiammeggiavano “Ma non mi succede niente, penso solo che…” “ No, è proprio questo il punto TU NON PENSI MAI ALLE CONSEGUENZE  prima di fare le cose” Semir ormai urlava a squarciagola,  lo si poteva sentire da tutto l’ospedale.

“A cosa ti riferisci ora?” chiese Ben bloccato in posizione semiseduta sul letto. “ A nulla, ne parliamo quando stai meglio” rispose l’amico cercando di calmarsi “ No, ne voglio parlare ora” Ben era sconcertato dal comportamento di Semir.
Il temperamento turco dell’amico prese il sopravvento “ Lo vuoi sapere? E va bene te lo dico… cosa pensavi di fare andando da solo incontro a quei criminali? Di salvare da solo tuo padre?  Ti rendi conto che hai rischiato la pelle? Sei solo un incosciente…” Semir era talmente irato che affannava nel parlare. Ben lo guardò sconcertato “ Io… Io volevo solo che nessun altro morisse per me… erano già morte così tante persone.. Hoffman … Beate. Non potevo sopportare l’idea che tu o Anna… ho avuto paura…” la voce di Ben si spezzò ed  una lacrima gli scese sulla guancia. Semir si calmò all’istante “Ben devi capire che tu non sei solo, non puoi decidere come se fossi solo al mondo… cosa  pensavi? che non ti avremmo cercato? E che cosa avrei fatto io se ti fosse successo qualcosa? Cosa avrebbe fatto Anna? E la tua famiglia?  Ti rendi conto cosa ho provato quando ti ho trovato in fondo al burrone? Non hai avuto fiducia in me e soprattutto non hai avuto fiducia in quello che insieme possiamo fare!!!”
“Scusa Semir, hai ragione…” Ben aveva assunto la sua aria da cucciolo bastonato che viene colto in flagrante
Le difese di Semir cedettero, come al solito, di fronte a quell’atteggiamento. Abbracciò Ben premendogli la testa contro il suo petto. “ Non farlo mai più, mai più… non ho tutte queste vite a disposizione, le ho praticamente esaurite, la prossima volta muoio di crepacuore…”

  
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