Fanfic su attori > Tom Hiddleston
Ricorda la storia  |      
Autore: Aletheia229    20/06/2013    1 recensioni
Una festa. Non c'è niente di male in una festa. peccato che Amelia non la pensi così. La gente, la musica, il cibo, le conversazioni tutto intorno a lei le mette voglia di scappare a gambe levate.
Saranno però un paio di occhi a catturarla e a cambiare in meglio quella serata che sembrava destinata all'insuccesso.
Può una sola sera sconvolgere la vita di una persona? Può bastare una conversazione, un lieve sfiorarsi di mani e occhi che si cercano per mettere in subbuglio un'anima?
Apparentemente sì.
"Non dovrebbe essere in mezzo a quella gente, ruffianandosi quante più persone possibile?"
"Non è nella mia indole. E poi non fa parte del mio lavoro"
**********************************************************************************
"La vita è imprevedibile. Ti pone innanzi a delle opportunità. Sta poi a te decidere se coglierle o no"
**********************************************************************************
Did my heart love till now? Forswear it, sight. For I ne’er saw true beauty till this night.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Enchanted DISCLAIMER: Non conosco Tom Hiddleston e con questo mio scritto non intendo in alcun modo rappresentare il suo carattere e/o la sua persona. Il tutto è frutto di fantasia e senza alcuno scopo di lucro





ENCHANTED




There I was again tonight,
Forcing laughter, faking smiles
Same old, tired lonely place
Wall of insincerety, shifting eyes and vacancy
Vanished when I saw your face





Tic…tac…tic…

 

La musica era assordante, il chiacchiericcio confuso, le luci accecanti e il caldo soffocante… eppure riusciva a sentire perfettamente il ticchettio dell’orologio che portava al polso, come se intorno a lei ci fosse il vuoto e il silenzio.

 

Tic…tac…tic…

 

Sbuffò, spostandosi per l’ennesima volta una ciocca di capelli dietro l’orecchio per poi rivolgere lo sguardo a quel piccolo oggetto di metallo che catturava la sua attenzione ogni cinque minuti.

Un’ora. Era passata una sola, maledettissima ora.

Il che voleva dire che si ritrovava imprigionata per ancora un’altra ora. Minimo.

 

Tic…tac…tic…

 

<< Signorina, desidera qualcos’altro da bere? >>

Amelia volse il capo alla sua destra, dove un cameriere, visibilmente nervoso, stava aspettando una risposta. Non poteva essere più giovane di lei di molti anni e aveva l’aria di uno che passa tutta la giornata sui libri.

Incominciò a fantasticare sulla storia che si celava dietro quella divisa. Probabilmente era un classicista: aveva quel modo di porsi tipico delle persone che entrano in contatto con le materie umanistiche. Probabilmente la sua non era una famiglia agiata, oppure noi si sarebbe trovato lì quella sera, a servire champagne ad individui con la puzza sotto il naso. Probabilmente era un ragazzo di provincia: spostava il peso da un piede all’altro in continuazione, segno della sua agitazione.

Si rispecchiava in quel ragazzo, i cui occhi avevano così tanto da raccontare.

Eppure si limitò a scuotere la testa.

 

Tic…tac…tic…

 

Cinque minuti. Erano passati solo cinque minuti.

Amelia ricordava bene gli anni della sua adolescenza. Quante volte aveva desiderato partecipare ad una di quelle feste. Gente di classe, vestiti alla moda, atmosfera elegante, cibo delizioso…

Eppure adesso che era cresciuta e si ritrovava a dover parteciparvi non poteva fare a meno di annoiarsi.

Certo, i vestiti erano stupendi, l’atmosfera piacevole e il cibo superbo. Il problema era la compagnia.

Uomini d’affari impegnati ad adocchiare ragazze con vestiti fin troppo corti oppure a cercare di rimorchiare qualche individuo del sesso opposto da trascinare nel luogo appartato più vicino. Donne superbe che passavano il loro tempo spettegolando sul vestito di una, sulla vita sentimentale dell’altra e sugli scandali forniti da un’altra donna ancora.

 

Tic…tac…tic…

 

Il suo povero cervello ormai le implorava pietà.

Era giunta al limite della sopportazione. Un altro commento non richiesto o un’altra avance troppo spinta e sarebbe scoppiata.

No, quel posto non faceva per lei. Semplicemente non era in grado di adattarvisi.

Spesso si era lamentata della sua vita. Spesso si era ritrovata insoddisfatta delle sue amicizie. Spesso aveva ambito di far parte di quel mondo che le sembrava scintillare, così perfetto e così pieno di gioia.

Ovviamente si era sbagliata.

Ormai rimpiangeva amaramente le serate passate sul divano davanti al televisore a vedersi un film.

Oppure i pomeriggi passati sul balcone a leggere. Oppure quando ancora poteva uscire di casa con un paio di jeans e una felpa larga.

Questa vita se l’era gettata alle spalle nel momento in cui Miranda l’aveva fatta diventare la sua assistente personale. Compito che richiedeva la sua presenza ovunque Miranda andasse. Ecco spiegato il motivo della sua permanenza a quella festa.

Il suo capo aveva elegantemente sviato l’impegno avanzando la scusa che “le gemelle stanno male. Non posso lasciarle sole per partecipare ad una festa”. Quindi ora a lei toccava presenziarvi in sua vece, mettendo a dura prova la sua pazienza. 

 

 

 

<< Non dovrebbe essere in mezzo a quella gente, ruffianandosi quante più persone possibile? >>

Quella voce, la sua voce.

Non vi era dubbio. Lui le aveva appena parlato.

Ora le ipotesi erano due: o aveva bevuto troppo ed ora si ritrovava ad avere delle allucinazioni o finalmente tutti i suoi scleri prodotti da Miranda stavano per essere ricompensati.

<< Non è nella mia indole. E poi non fa parte del mio lavoro. Questo è compito di Miranda >>

<< Di certo loro se lo aspettano >>

<< Per quel che me ne importa possono aspettare finché non giungono all’entrata dell’Ade >>

<< ehehehe >>

Lentamente, come se avesse paura di scoprire la realtà, Amelia si girò. Poco lontano da lei si trovava lui, Tom Hiddleston, l’attore che più l’aveva emozionata e l’uomo che aveva annientato ogni possibilità di avere un ragazzo. Insomma, nessuno sarebbe uscito intero da uno scontro in cui all’altro capo si trovava lui. Era praticamente impossibile.

<< Non mi sarei mai aspettato di trovare una classicista come assistente personale della direttrice di una delle riviste di moda più importanti >>

Nella sua mente Amelia spalancò la bocca. Com’era possibile che avesse colto il riferimento?

Idiota, anche lui ha seguito gli studi classici.

Questo non diminuiva però la sua sorpresa, influenzata anche da un altro fatto. Tom Hiddleston le aveva parlato. Tom Hiddleston stava cercando di avere una conversazione con lei.

La Amelia che era nascosta all’interno aveva incominciato a comportarsi da fangirl impazzita. All’esterno però conservava una maschera di compostezza (per quanto a lungo ancora non n’era a conoscenza).

<< Beh, la vita è imprevedibile. Ti pone innanzi a delle opportunità. Sta poi a te decidere se coglierle o no >>

<< Eppure oserei affermare che quest’opportunità l’ha stancata >>

Lei si fece sfuggire un sorriso prima di replicare << Io, invece, direi che visto la piega che sta prendendo la conversazione si potrebbero anche abbandonare le formalità. Infondo, direi, che abbiamo superato la soglia di ciò che è ritenuto adatto per i convenevoli. Che ne pensa Mr. Hiddleston? >>

<< Direi che le porgo le mie scuse se le sono parso affrettato, ma non capita tutti i giorni d'incontrare qualcuno con le tue stesse passioni e che sono ben disposto ad abbandonare le formalità in cambio del tuo nome… >>

<< Amelia >>

L’attore le prese una mano e la portò alle labbra << Incantato >>.

Non seppe dire per quanto rimasero così, con la sua mano stretta in quella di lui e con gli occhi che non smettevano di cercarsi e scavare nelle profondità dell’animo dell’altro. Seppe però che durò fin troppo poco per i suoi gusti.

Lui le lasciò la mano, che lei usò per spostare l’ennesima ciocca, rivolgendo, allo stesso tempo, lo sguardo verso il basso. Tra loro era sceso il silenzio. Non era esattamente uno di quelli imbarazzanti, ma essendo ad una festa ed essendo loro degli sconosciuti c’era un po’ di tensione.

Fu l’attore a riprendere la parola per primo << Posso offrirti qualcosa da bere, Amelia? >>

La ragazza alzò la testa (quasi di scatto) e la sincerità che poteva leggere nei suoi occhi la sconvolse. Non c’erano secondi fini, quegli occhi lo lasciavano vedere. Un semplice drink, nulla di più: questo era il desiderio dell'attore, questo Amelia poteva evincere dai suoi occhi.

No, Amelia, no. Comportati come la donna che sei, non come un’adolescente in preda agli ormoni.

<< Mi dispiace, ma mi vedo costretta a declinare l’offerta. Per Cenerentola è giunta l’ora di lasciare la festa >>

E lo lasciò così, semplicemente voltando le spalle e indirizzandosi verso l’uscita della sala. Mentalmente si stava mandando al diavolo per aver gettato all’aria un’occasione simile, ma lei era fatta così, prendeva sempre le scelte sbagliate. E poi perché rovinare un sogno?

Il loro incontro sarebbe rimasto ciò per lei, un avvenimento contornato da un’aria magica.

 


 

This night is sparkling, don't you let it go
I'm wonder-struck, blushing all the way home
I'll spend forever wondering if you knew 
I was enchanted to meet you 

 

 

<< Michael! Che piacere rivederti! >>

<< Phil, caro Phil! Come sta tua moglie? >>

<< Sta arrivando Christopher Smith, il direttore del Times >>

<< Chris! Quanto tempo. È un tale piacere rivederti >>

Rieccoci di nuovo. Altra festa, altre persone, altri vestiti, altro cibo, stessa noia.

L’unica differenza era la presenza di Miranda. Non che la cosa migliorasse la situazione, anzi. Se in sua assenza ad Amelia era concesso rintanarsi in un angolo ad osservare la gente aspettando che giungesse l’ora in cui poteva andarsene, con il suo capo dove rimanere finché lei fosse rimasta, restando sempre al suo fianco, pronta a ricordarle il nome di questo stilista o di quel giornalista, come in quel caso. Poi Miranda si sarebbe occupata dei convenevoli, fingendo d’interessarsi alla loro presenza.

Lei doveva limitarsi a rimanere e a fare da supporto. Possibilmente senza parlare, per non offuscare la vera protagonista.

E mentre il suo capo scambiava quattro chiacchiere prive di spessore, lei faceva vagare lo sguardo per la stanza, controllando chi era presente e chi invece no.

Fu in uno di questi momenti che lo vide. Era appoggiato ad una colonna, poco lontano da loro. Indossava un completo grigio, con camicia bianca e cravatta nera e nelle mani stringeva un bicchiere di champagne. I loro occhi s’incrociarono per un solo istante, ma ciò bastò per togliere il fiato ad Amelia. Un brivido le percorse la schiena, la testa incominciò ad annebbiarsi e la mano a tremare.

Dovette compiere un tremendo sforzo contro se stessa per rompere il contatto e riportare l’attenzione su Miranda. Ciò nonostante non riusciva a fermare quel leggero tremolio che le aveva invaso il corpo e quella strana emozione che la rendeva iperattiva.

Altre persone, altri convenevoli.

Amelia osò voltarsi a cercare la sua figura, lì dove l’aveva visto, ma lui non c’era più.

<< Tom! Sei elegantissimo. Finalmente qualcuno che mi fa davvero piacere rivedere >>

<< Grazie Miranda, dire che sei una regina è il minimo >>

<< Amy, ti presento Tom Hiddleston, uno degli attori più brillanti di tutti i tempi >> la richiamò la voce di Miranda.

Si bloccò. No, non poteva essere. Un conto era lanciargli delle occhiate da lontano, tutt’altra cosa era ritrovarselo vicino.

Piano si girò e quasi non saltò in aria nello scoprire di averlo a nemmeno un metro di distanza.

<< Attenta Miranda, mi farai arrossire >> parlava col suo capo, ma il suo sguardo era rivolto a lei.

Dettaglio che a Miranda non sfuggì, così come non le sfuggì la sua posizione rigida e il sorriso fin troppo caldo dell’attore. Alzò un sopracciglio chiedendole spiegazioni.

Amelia si schiarì la gola prima di spiegare << Ho già avuto il piacere di fare la conoscenza del signor Hiddleston >>

<< E se la memoria non m’inganna abbiamo un drink in sospeso, Amy >>

Ecco! Il suo destino era segnato. Morta, era semplicemente morta. O peggio, Mirando l’avrebbe licenziata. Regola n°1: mai, MAI rivolgere la parola a qualcuno d’importante. Non era il suo posto, non spettava a lei. Lei era una semplice assistente, non doveva attirare l’attenzione di nessuno.

Per non parlare dell'ennesimo brivido che l'aveva colta nel sentirlo pronunciare quel nomignolo.

<< Allora che ci fate ancora qui? >>

La ragazza guardò sconvolta il suo capo. Non poteva credere alle sue orecchie.

<< Ma… Miranda >>

<< Ho passato anni senza di te, non sei indispensabile. E tu, Tom, portala via di qui. Questo posto mette la noia >>

Così. Li lasciò così. Senza se o senza ma.

Sconvolta, Amelia era sconvolta dal comportamento del suo capo.

Cosa si era persa? Forse che le gemelle avevano incominciato a sciogliere il ghiaccio che le circondava il cuore?

<< Shall we? >>

Riportò la sua attenzione all’attore al suo fianco. Le porgeva il braccio, in attesa.

Me ne pentirò, lo so. Me ne pentirò amaramente.

 
 

 

 

 

Tom aveva proposto di spostarsi ad un locale lì vicino, di cui conosceva il proprietario. Per tutta la strada non avevano fatto che parlare. Avvenimento strano, visto che Amelia era un tipo a cui piaceva stare per conto suo. Eppure lui era riuscita a farla aprire.

Dalle opinioni sulla festa erano passati a parlare di politica ed ora, seduti ad un tavolino nell’angolo più lontano del locale, con i loro drink davanti a loro, avevano incominciato a parlare di letteratura e soprattutto di Shakespeare.

<< Francamente non riesco a capire come possa esistere qualcuno che lo disprezzi. Insomma… è un poeta, è il poeta per eccellenza. Come si può rimanere impassibili di fronte alle sue parole? Basta pensare a Romeo e Giulietta. Parole così dense di emozioni da togliere il fiato >>

<< Did my heart love till now? Forswear it, sight. For I ne’er saw true beauty till this night >>

Di nuovo. Era riuscito a lasciarla di nuovo senza fiato. Non avrebbe dovuto mai e poi mai interpretare il ruolo di Romeo, oppure sarebbe stata la fine dei cuori di molti esponenti del genere femminile.

Scosse leggermente la testa per riprendere un po’ di lucidità.

<< Esattamente quello che intendevo >> e si portò il bicchiere alle labbra.

Tom non smetteva un attimo di sorridere e in un angolino del suo cervello c’era una minuscola voce che ipotizzava che lei ne fosse la causa.

Assolutamente no. Lui sorride sempre.

<< Opera preferita? >>

Lei lo guardò in modo eloquente. C’era davvero bisogno di chiederlo?

<< Domanda idiota ehehe >> si rispose da solo, passandosi una mano dietro il collo, nervosamente << Seconda opera preferita? >>

<< Macbeth >> rispose senza esitazione.

Lui la osservò incuriosito << Scelta singolare. Come mai? >>

<< Beh, fin dalle prime righe si evince la quasi impotenza dell’uomo. C’è sempre qualcosa che condiziona le nostre scelte. Nel caso di Macbeth sono le streghe, con le loro previsioni, e la moglie, la cui ambizione costringe Macbeth a rimanere sospeso sulla sottile linea che divide ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Inoltre nel suo personaggio viene riflessa la condizione di ogni individuo umano. Ognuno è diviso tra ciò che ritiene giusto da fare e ciò che desidera ardentemente. Alcuni riescono a soffocare la propria brama, altri ci si abbandonano. Ed è così spettacolare assistere alle contiene riflessioni del personaggio. È pieno di diverse sfaccettature. Non può venire rinchiuso in una categoria: non è buono o cattivo, è semplicemente un uomo.

<< Ed io sto blaterando >> concluse ridendo nervosamente

<< Lo trovo adorabile >>

Lui allungò una mano sul tavolo per prendere quella di lei. Un semplice tocco. Bastava un semplice sfiorarsi per mandarla in tilt. Non si era mai sentita così. Forse per la prima volta era completamente felice. Un semplice uomo era riuscito in questa missione che fino a poco tempo prima le era sembrata impossibile.

Voleva che quella notte non finisse mai. Voleva continuare a sentirsi così per sempre. Non chiedeva molto, solo di potersi beare della sua compagnia. Non era mai stata così bene e non aveva mai trovato il parlare così piacevole.

Ma, purtroppo, tutto ha una fine, soprattutto i sogni radicati nella realtà.

Ormai il locale era vuoto, loro erano gli unici clienti.

<< Credo sia ora di andare >>

Un’ombra passò negli occhi dell’attore, che però annuì e si alzò. Salutò l’uomo dietro al bancone per poi ingaggiare con Amelia una disputa se fosse il caso o meno di accompagnarla a casa. L’ebbe vinta lui.

Il viaggio in macchina non fu piacevole come quello a piedi. L’aria era già carica di un senso di nostalgia. Tuttavia, nonostante non le piacesse forzare le conversazioni, Amelia fece di tutto perché almeno una voce risuonasse nell’abitacolo.

Giunti a casa sua Tom l’accompagnò fino alla porta. Cercò d’impiegare più tempo possibile nella ricerca delle chiavi ma non poteva rimandare la conclusione di quella serata per sempre.

<< Beh, allora buonanotte >>

<< Buonanotte >>

Tom si sporse verso di lei e le baciò la guancia. Amelia chiuse gli occhi, per assaporare meglio il momento, non notando così il bigliettino che lui le aveva infilato nella borsa.

Sospirando entrò in casa, voltandosi un’ultima volta giusto in tempo per vederlo salire in macchina. Lo salutò con la mano, gesto che lui ricambiò prima di mettere in moto e lasciarsi la casa alle spalle.

 


 

Amelia continuava a girarsi nel letto, tanto che ormai era intrappolata tra le lenzuola stropicciate. Non riusciva a dormire. Decise così di scendere in salotto, per passare il tempo in attesa di cadere tra le braccia di Morfeo.

Passò tutti i canali del televisore, sfogliò un libro che aveva lascito sul tavolino, andò in cucina a preparare una tazza di tè.

Nulla era servito. Continuava ad avere impresso nella mente le labbra di Tom posate sulla sua guancia, la mano stretta nella sua, i loro occhi incatenati.

Era stato tutto fin troppo bello. Ed ora era finito, così.

Non poteva crederci, non voleva crederci.

Qualcosa di così magico non poteva concludersi così. Non poteva essere la fine.

Ritornando in salotto notò la borsa che aveva gettato sul divano. Decise quindi di svuotarla e fu così che lo notò. Un foglietto che non doveva esserci

“I’ll spend forever wondering if you knew I was enchanted to meet you”

 Era firmato Tom e di fianco c’era scritto un numero di cellulare.

Amelia non poté fare a meno di sorridere.


 


This was the very first page, not where the storyline ends

My thoughts will echo your name untill I see you again
These are the words I held back as I was leaving too soon
I was enchanted to meet you 

 

 

 

 

 

Here I am!

*si nasconde dietro ad una barricata composta di libri*

Non uccidetemi!

Premetto che è la prima volta che pubblico qualcosa che ha per oggetto personaggi reali e sono un po’ nervosa.

Non so cosa mi ha spinto a scrivere questa cosuccia né cosa mi ha spinto a pubblicarla.

So solamente che io ero tranquillamente sdraiata sul mio letto ad ascoltare musica quando una forza misteriosa mi ha spinto verso il computer.

Francamente non so cosa pensare di questa storia. Era da un po’ che volevo scrivere qualcosa su Tom. Volevo che fosse curato ed invece questa storia mi è uscita di getto.

Nel complesso mi piace ma ovviamente il giudizio finale spetta a voi.

Delle piccole precisazioni:

  • Il personaggio di Miranda è preso dal “Il diavolo veste Prada” (non so il perché io l’abbia inserita. È successo e basta, si è unita al flusso di pensieri)
  • Tutti i nomi che vedete scarabocchiati qui è lì sono completamente inventati
  • La citazione tratta da Romeo e Giulietta è in inglese perché ritengo che Shakespeare renda molto di più in lingua originale che in traduzione
  • Il titolo della storia e la frase riportata dal foglio sono prese da “Enchanted” una canzone di Taylor Swift

Penso di per detto tutto ciò che c’era da dire.

Se ritenete questa storia degna del vostro tempo lasciate un commento, mi farebbe davvero piacere.

Un bacio,

Aletheia

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Tom Hiddleston / Vai alla pagina dell'autore: Aletheia229