Il locale è luminoso, ampio e caldo. Il pianoforte suona musica classica delicata, mentre i camerieri, vestiti di
tutto punto, girano portando vassoi carichi di calici di champagne.
Adoro i party di gala. L’eleganza sfarzosa degli
ambienti, i modelli, gli stilisti di tutto il mondo che parlano e si
confrontano nella città più romantica del mondo.
Parigi brilla sotto i riflettori della settimana dell’alta moda, e
io mi godo lo spettacolo scambiando battute con i personaggi più in
vista di questo campo nel mio completo blu di Versace.
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-Nicky, voglio presentarti Will Sonders, al momento fotografo di GQ.-
Un uomo affascinante, sui ventotto anni, capelli castani e occhi neri,
mi sorride stringendomi la mano.
Ricambio la stretta guardandolo fisso.
Ha qualcosa di magico. In questo turbinio di luci e colori, è
come se infondesse sicurezza.
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-Senti… sono due ore che parliamo, mi si sta seccando la
gola… ti va di andare a bere qualcosa?- dice,
sorridendomi dolcemente e appoggiandomi una mano sulla schiena. Un tocco delicato, gentile, tale che potrei spostarmi se volessi.
È diverso da tutti gli altri.
Gli uomini mi si avvicinano e mi toccano solo per portarmi a letto.
E non si curano neanche di mascherare
quest’intenzione.
È la prassi, no? Io sono un modello, loro mi
scopano.
Ovvio.
Non che io non ci stia…
Ma mi fa comunque piacere che con Will sia
diverso.
Accetto la sua proposta volentieri.
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Di nuovo a casa. Sotto il cielo plumbeo di New York,
sotto le lenzuola bianche di seta, sotto il corpo caldo di Will.
Mi sorride, accarezzandomi i capelli.
- Adoro questi fili rossi, con questa luce….-
Sorrido. Sei dolce…
- Me lo dici sempre…-
-Lo so… e te lo dirò finché avrò
fiato…-
Mi bacia, e non ci stacchiamo fino a quando non
abbiamo bisogno di respirare, restando a sorriderci sulle labbra.
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Clik.
Oh Dio, Will.
Clik.
-Will?- dico, sollevando il coltello con quale sto tagliando la carota
in modo minaccioso –Piantala di farmi tutte queste
foto!-
-Perché?- mi chiede.
È irritante quando fa così!
Clik.
-Perché sì! Perché sono
in tuta e pantofole e sto tagliando la verdura!-
- Oh, andiamo amore, non fare il modello anche in casa!- dice ridendo,
abbracciandomi da dietro dopo aver appoggiato la macchina fotografica.
–Non hai bisogno di un completo di Armani e una
seduta di trucco per essere bellissimo…- mi sussurra all’orecchio,
prima di baciare delicatamente il lobo.
Sorrido.
-Ti amo…-
Non c’è altro che io possa dirti.
- Anch’io, piccolo…
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Il cuore mi sta scoppiando.
Non è vero.
Non sta succedendo a me. Non con te.
-… Los Angeles?...-
Abbassi lo sguardo. Stai male quanto me.
-Nicky…- dici, prendendomi le mani tra le tue -… non sai
quanto ci ho pensato… è.. la scelta più difficile della mia
vita… ma se rifiuto quest’offerta, passerò la vita andando
avanti con uno stipendio mediocre un mese sì e uno no… Lo vedi
come vivo… vado avanti alla giornata! Un anno fa ero alla
settimana della moda con GQ, adesso non lavoro da tre mesi…-
Sì, certo.
È una grande opportunità, non
posso impedirti di accettarla.
Lavorare per un progetto del genere per un talentuoso fotografo
in erba è essenziale.
-… Nicky?..-
Non so cosa dire.
Non so cosa fare.
Non riesco neanche a guardarti.
-Nicky..- ripeti , la voce rotta --.. ti prego,
dì qualcosa… urla, odiami, ma dì qualcosa…-
Alzo lo sguardo, a fatica. Incontro il tuo.
Non pensavo che avrei mai amato qualcuno così. Tanto quanto non
pensavo che l’avrei mai perso.
Mi alzo in piedi, cercando di far prevalere la parte forte, il Nicky
freddo e in scalfibile.
Quel Nicky che avevi ucciso con un bacio.
-Ti auguro buona fortuna,Will…-
I tuoi occhi fanno male come nient’altro.
Sono disperati, tristi, vacui, bui.
Spaventati.
Per non guardarli ancora, prendo la giacca e me ne vado.
Questa è l’ultima volta che ti vedo.
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-Nicky, mi
stai ascoltando??-
La voce di Allison mi riporta bruscamente alla realtà.
Che
idiota.
Ero
talmente assorto nei miei pensieri che non mi sono neanche
accorto che se ne sono andati via tutti.
-Sì,
ci sono, scusa…- rispondo, apatico.
Il mio tono
piatto e la mancanza di battutine la stupiscono, ma non vi bada.
-Ehm…
ok… senti, qui stiamo andando… è stata una giornata lunga,
ma il servizio sta venendo benissimo, complimenti…-
-Grazie…-
Sempre
più perplessa.
Bè??
Se non ti faccio vedere la mia lingua biforcuta e non ti avveleno con le mie pillole
di cattiveria non sei contenta? Non è normale?
Non sono io?
Può
darsi!
O forse
è il Nicky che conosci, quello che non sono io.
-Ok…-
dice, sistemandosi la borsa sulla spalla -…allora io vado. Ricordati di
chiudere il camerino, quando esci.-
-Certo.. a domani.-
Mi saluta
con un cenno della mano e se ne và.
Finalmente
solo.
Mi alzo
stancamente dalla sedia, per trascinarmi fino al davanzale della finestra.
Mi siedo
qui.
Fuori il
sole sta tramontando.
Non avrei
dovuto rifarmi questo percorso mentale, questa
dolorosa ricostruzione degli eventi.
Lo so
com’è andata, no?
Hai scelto il lavoro, hai scelto Los Angeles.
Per
carità, hai fatto bene. Ora viaggerai per il mondo,
suppongo.
E il
mondo questa volta ti ha riportato qui.
Grazie,
mondo.
Clik.
…………
Clik.
Questo
suono. Il rumore dell’obiettivo, lo scatto, e poi il flash.
Cosa sta
facendo?..
Mi volto,
lentamente.
E lui
è lì, con la macchina fotografica in mano e il sole arancione che
lo illumina, entrando dalla finestra alle mie spalle.
Ha gli
occhi lucidi… strani.
Dopo un
contatto visivo di qualche secondo, che a me sembra un’eternità,
abbassa la macchina.
E mi
sorride.
-…
scusa, ma… mi piacciono quei fili rossi, con questa luce...-
……
-…lo
dici sempre…-
Era questo
il nostro copione, no?..
Si
avvicina, lentamente, finché non ci troviamo a
uno di fronte all’altro.
Io seduto
sul davanzale, lui in piedi.
E nel
momento in cui mi guarda di nuovo negli occhi, il Nicky che mi ha sostituito
per tutto questo tempo, il Nicky che ha eretto quelle barriere di cinica
atarassia, crolla.
-.. cosa
ci fai qui, Will?... Perché mi fai questo?-
Mi guarda
come se gli fosse caduto un macigno sul petto.
Gli occhi
ancora lucidi, quasi quanto i miei.
Poi,
l’accenno di un sorriso.
-
Nicky… la domanda è.. cosa mi hai fatto
tu…-
-…
cos’è, uno scherzo?..-
Ignora la
mia domanda e prosegue.
-…cosa
mi hai fatto per farmi lasciare un lavoro sicuro e remunerativo, dato che dopo
soli tre mesi senza di te mi sembrava di impazzire…-
Ormai sto
piangendo.
Mi ha preso
la mano nel pronunciare le ultime parole, e al contatto con quel calore, che
tanto mi era mancato, le lacrime sono scese da sole.
- …mi
stai dicendo che..-
-Sono qui
per restare… e sono qui per noi… se lo vorrai ancora.-
Non
è possibile.
Non ci
posso credere.
È il
momento più bello e surreale della mia vita.
-…
niente più Los Angeles?..-
- Basta Los
Angeles… almeno, non da viverci…non senza di te…-
Mi sorride,
e sento che se non lo abbraccio in questo momento muoio.
Mi getto
tra le sue braccia, quelle braccia calde, forti e
sicure, all’interno delle quali non mi può succedere nulla di
male, perché sono le sue.
Ridiamo e
piangiamo, stringendoci forte l’uno nell’altro, finché Will
non si allontana da me, quel poco che basta per potermi baciare.
Ed è
il bacio più lungo e dolce e passionale e vivo che abbia
mai dato e ricevuto.
Quando ci
stacchiamo, restiamo ancora qualche secondo coi
sospiri affannosi, fronte contro fronte.
-Ti amo,
Nicky…-
Sorrido.
Questo, è il momento più completo della mia vita.
-Ti amo
anch’io…-