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Autore: White Dreamer    20/06/2013    5 recensioni
“Nii san ma le femmine sono stupide?”.
Così se n’era uscito suo fratello.
Appoggiò il rotolo che stava leggendo sul tavolo. “Non è una cosa molto carina da dire Sask’è”.
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Legata a "Di clandestini sopra e sotto i letti".
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
- Questa storia fa parte della serie 'Di Uchiha e domande scomode'
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Legata a “Di clandestini sopra e sotto i letti”.
 

Disclaimer: I personaggi non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro

 
 
 
 
 
“Nii san ma le femmine sono stupide?”.
 
Così se n’era uscito suo fratello.
Appoggiò il rotolo che stava leggendo sul tavolo. “Non è una cosa molto carina da dire Sask’è”.
Lo vide avvicinarsi con pomodoro in mano. La bocca era sporca di succo e, anche con il cipiglio aggrottato, aveva la sua classica aria ingenua potenzialmente pericolosa.
Appoggiò la verdura mezza mangiucchiata sul tavolo.
“Otouto ti dispiacerebbe togliere quel coso dalla mia scrivania?”. Non capiva se il comportamento nei suoi confronti fosse semplice sfrontataggine o pura innocenza.
“Allora nii san?”. Posò le manine sul tavolo, appoggiando il mento sull’angolo di legno, ci arrivava a malapena.
Prese l’affare molliccio e lo buttò nel cestino“Allora cosa?”.
“Le femmine. Sono stupide o fanno solo finta?”.

Sospirò. Perché suo fratello doveva avere problemi relazionali con la maggior parte degli esseri viventi?
Cercò di dare una risposta costruttiva. “Anche se tu non trovi simpatici i tuoi compagni d’accademia, non vuol dire che le bambine debbano avere problemi d’intelligenza”.
Il marmocchio sbatté le palpebre “Guarda che sono davvero stupide, o almeno lo sembrano”. Passò un dito sulla superficie lignea. “Se è un modo per attrarre l’attenzione perdono il loro tempo”.

Si grattò un sopracciglio. “E da cosa lo hai dedotto?”
“Da come si comportano”. Si avvicinò alla sedia e sussurrò “Pensa che sono convinte che tutti i ranocchi sono dei principi”.
Oh cielo. Meno male.
Pensava che fosse qualcosa di potenzialmente pericoloso. Commentò divertito. “Ah si? E che altro?”.
Allargò le braccia “Cose assurde. Ieri alla ricreazione sono andate vicino al laghetto per vedere se abitavano lì. Ci hanno detto che se si bacia uno sulla bocca, si trasforma nel principe azzurro”. Aggrottò la fronte. “Perché azzurro poi? Ha la pelle blu per caso?”.
Trattenne una risata. L’innocenze dei bambini era qualcosa di unico.
Si schiarì la gola. “Non saprei, dovresti chiederglielo”.
Strabuzzo gl’occhi “Che?! No, no. Io con quelle pazze non ci parlo”.
Sbirciò a lato del tavolo. Assottigliò gli occhi “Che fine ha fatto la mia merenda?


 

Qualche giorno dopo andò a prendere Sasuke all’accademia. La mamma era impegnata e non aveva impegni quel pomeriggio.
Quando raggiunse l’edificio gli studenti stavano già uscendo dal cancello. Intravide il fratello correre nella sua direzione e abbracciarlo in piena corsa, facendo sbattere la capoccia sul suo addome.
Trattenne un gemito. Prima o poi avrebbe dovuto mettersi una protezione. Gli abbracci del microbo gli toglievano il respiro ogni volta.
“Nii san”. Lo chiamò lamentoso. “Non ci voglio più stare qui”.

Corrugò la fronte “Come sarebbe a dire?”. Sciolse le braccia intorno alla sua vita e si abbassò alla sua altezza. “Che è successo?”.
Era imbronciato. Sibilò arrabbiato. “Quelle due – rintronate e – stordite hanno fatto una cosa disgustosa”. Rabbrividì. “Credo che vomiterò”.
Il maggiore sbuffò “Non credi di esagerare? Che hanno fatto?”.
Stava per rispondergli, quando una vocina esitante li interruppe.

Due bambine rosse in volto si avvicinarono ai due. La biondina parlò tremante “Sasuke kun ci dispiace, noi non – pensavamo fosse una buona idea”.
Il moretto divenne isterico “Stavo solo dormendo brutta racchia!”.
Suddetta racchia piegò la testa, nascondendo gli occhi tra le ciocche.
“Otouto!”. Lo riprese subito. “Chiedi scusa”.
Batté i piedi a terra “No!”. Indico le due. “Hanno provato a baciarmi nii san”.
Spalancò la bocca, prese in contropiede. Che doveva rispondere?
La rosa strinse le mani al petto. “Pensavamo stessi male. Noi -”. Prese un respiro. “Noi pensavamo stessi male così – insomma lo sai”. Si sfiorò il naso.
“Il bacio del vero amore risolve tutto, è magico sai?”.
“Magico un corno!”. La trafisse con gli occhi. “Stavo solo riposando durante l’intervallo, e poi – ti sembro blu per caso?”.
“B- blu?”. Sfarfallò le ciglia, confusa.
 
Lasciando perdere l’assurdità della situazione, decise di intervenire.
Gli sfiorò una spalla, ottenendo la sua attenzione. “Sono sicuro che sono dispiaciute otouto”.
“Dispiaciutissime!”. Risposero in coro.
Annuì “Che dici di fare pace?”.
Ovviamente negò ostinato. “Io non faccio proprio niente. Lasciatemi stare o ve ne pentirete”. Puntò il dito contro le due.
Si girò e a passo marziale si allontanò borbottando.
Itachi sospirò. Lanciò un breve saluto alle due e seguì il piccolo a qualche metro di distanza.
 

 

La minaccia di abbandonare gli studi, fu ben presto dimenticata, ma un fatto sospetto raggiunse le sue orecchie.
Era andato a portare un messaggio a Iruka da parte dell’Hokage, ma non lo trovò nel suo ufficio.
Uscendo nel corridoio, lo vide correre affannato fuori da un’aula.
Lo chiamò solerte. Quando si accorse della sua presenza si sbrigò nel rispondere “Itachi san, sei – perdonami ma in questo momento c’è un po’ di confusione”.
In effetto si sentivano forti schiamazzi all’interno della stanza.
Il maestro commentò preoccupato “Dovremmo chiamare un disinfestatore”.
Alzò un sopracciglio “Ci sono dei topi?”. Roba da matti.
“No, dei rospi”.
 
Si adombrò. Un sospetto assurdo fece strada in lui. “Cos’è successo?”.
Si passò una mano tra i capelli nervoso “Durante l’intervallo sono state trovate delle rane in due cestini da pranzo”. Si animò “Come puoi immaginare i bambini ne sono rimasti piuttosto sconvolti”.
La voce gli uscì funebre. “Immagino”.
“Non temere avvertirò personalmente l’Hokage. Se gli operai intervengono domani , le lezioni potranno riprendere senza problemi alla fine del weekend”.
Itachi non lo stava ascoltando, si congedò distrattamente e ritornò sui suoi passi.
Dubitava fortemente che quei ranocchi avessero deciso spontaneamente di trovarsi una nuova dimora.
 
E i suoi dubbi vennero confermati quella sera a cena.
Quando Sasuke, con un ghigno sulla faccia, affettava i suoi cavoletti di bruxelles, macabro.
Una vena di soddisfazione fuoriusciva dalla piccola peste.
 
Deglutì inconsciamente. “Sai qualcosa dell’incidente avvenuto oggi in classe?”.
Il fratello sorrise, pacioso. “Perché dovrei nii san?”. Inforchettò la verdura verde e ne azzannò una parte. “Ci ho ripensato sai?”.
“Riguardo cosa?” chiese arrendevole.

E lui rispose sornione. “Le rane sono animali davvero adorabili”.
 
 


Angolo autrice
Sasuke che fa il monello è mitico.
E' inutile, mi piace troppo scrivere su questi due.
Ditemi che ne pensate
=)



  
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