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Autore: _Alexiana    20/06/2013    2 recensioni
La mia storia parla di tutti gli scompigli che l'amore provoca nell'anima, e delle paure che ti impediscono di vivere.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Non puoi tenerti accanto una persona solo perché ti sentiresti perso senza. Le persone vanno amate per il loro esserci, nel tempo e nello spazio per noi, non per il vuoto che lascerebbero se non ci fossero.”
E se queste due cose si incrociassero?
Se si amasse una persona, da impazzire, ma al tempo stesso si incominciasse a vivere con la paura quotidiana che se ne vada?
Se si amasse una persona, da impazzire, ma al tempo stesso si incominciasse a vivere con la paura di come sarebbe la tua vita senza quella persona, senza le sue attenzioni, senza i suoi sorrisi, senza quelle emozioni che da sola sa darti? Senza quella luce che ti trasmette, quella felicità che sa riempirti il cuore di gioia?
Sarebbe un vivere tormentato, pieno di paura appunto.
Credo che la paura di perdere qualcuno che si ama, la persona più importante della propria vita, sia una paura che ci accomuni tutti. Anche i famosi “stronzi/e” che si nascondono dietro un’armatura. Perché sì, arrivi ad un certo punto che dopo diverse bastonate, il cuore va in mille pezzi e c’è la svolta, si diventa improvvisamente “stronzi”, ma non è altro che un’armatura, perché innamorarsi ancora può capitare a tutti.
La paura di perdere una persona è un po’ come drogarsi, sai che fa male, ma non riesci a smettere di prendere la tua dose giornaliera. E continui, continui a farti del male, fino ad impazzire, a stare male, a voler andare contro tutti ed anche contro Dio. Vedi mille pericoli, persone che tentano di portarle la persona tanto amata via da te, e magari ti chiudi in una stanza con una lametta in mano e lacrime che si mischiano al sangue. “Malata” “Autolesionista di merda”. No. Non si tratta di questo, si tratta di dolore, dolore che si  vuole buttar via, e si butta via dietro ad ogni goccia di sangue che scorre insieme ad una lacrima, dietro ad ogni cazzata che quella persona ha commesso e che ti ha fatto arrivare fin qui. Fa male, ma il dolore che provi va oltre il bruciore della lametta che ti penetra nella pelle, e ti ripeti che è successo solo una volta e non capiterà più. Non capiterà più, ma starai male ancora, non capiterà più ma la paura non svanirà. So solo che dà freddo, ma brucia dentro.
La paura di perdere la persona che ami, ti crea un vuoto esorbitante, un vuoto che non riusciresti a colmare neanche se scendesse Dio da cielo ad assicurarti che non accadrà mai, che la tua vita non scorrerà mai senza lui/lei al tuo fianco.
E poi si sorride, si cerca di sorridere sempre. La gente non si accorge che stai male se sorridi, ed allora è meglio, perché se sapessero che soffri per una stupida paranoia, finirebbero col giudicarti o riderti addosso. Allora io tiro fuori l’arma più potente che ho, il sorriso. E poi? Poi arriva lui, e ti guarda negli occhi, e quello sguardo ti dà la certezza che almeno fino a domani lui ci sarà, che almeno per un po’ non lo perderai. Che se saprai perdonare, e amare, c’è una speranza per il vostro futuro insieme. Ma dopo questo piccolo traguardo di pace sorgono altre domande. Perdonare? Perdonare fino a che punto? Amare? Quanto? Amare con tutta te stessa oppure amare quanto basta per difenderti da delusioni e sofferenze? Penso che sia tutto un gran casino. Penso che è l’essere umano ad essere difettoso, a crearsi problemi. Siamo stati fatti sbagliati, soffriamo, ridiamo, stiamo male fino a corroderci anche le ossa. Siamo stati creati da un essere perfetto, che sa anche abbandonarci. E Dio? Dov’è? Sopra il cielo e le nuvole, seduto a guardare le sue piccole creature percorrere una corsa ad ostacoli, con ostacoli a volte più grandi di te.
  
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